Dicembre 31st, 2017 Riccardo Fucile
MICCICHE PROPONE E MUSUMECI DISPONE: SICILIANI PRESI PER I FONDELLI, IL NEOGOVERNATORE IN CAMPAGNA ELETTORALE AVEVA PROMESSO CHE SAREBBE STATA ALLONTANATA
L’assessore dimissionario “per dignità ” Vincenzo Figuccia non ha peli sulla lingua: “Ormai è chiaro che Miccichè pensa che la Torre Pisana sia il posto migliore da dove prendere a schiaffi i siciliani . La nomina della dottoressa Patrizia Monterosso al vertice della Fondazione Federico II è l’ennesima beffa per i cittadini. Non resistono nemmeno le condanne della Corte dei Conti davanti alla volontà del presidente dell’Ars di far tornare indietro di venti anni la politica siciliana. Non bastava la sua rielezione e quella di altri evergreen con Savona alla commissione Bilancio, ora anche la discussa ex segretaria generale della Regione per la Federico II”
Anche il M5S all’Ars boccia senza mezzi termini la nomina dell’ex segretario generale della Regione Patrizia Monterosso ai vertici della Fondazione Federico II: “La Monterosso ai vertici della Federico II, ennesima vergogna del duo Miccichè — Musumeci”
“Riesce perfino difficile — afferma il cinquestelle Giancarlo Cancelleri, che in qualità di vicepresidente dell’Ars ha partecipato alla seduta nel corso della quale è stata comunicata la nomina — trovare un aggettivo per fotografare ad hoc questa nuova manovra di bassissimo profilo. La Monterosso praticamente esce dalla porta per rientrare dalla finestra, quando buon senso avrebbe imposto il suo allontanamento definitivo da qualsiasi poltrona collegata direttamente o indirettamente alla Regione. Proprio nei giorni scorsi il procuratore della Corte dei Conti Gianluca Albo ha chiesto alle giunte Lombardo e Crocetta un risarcimento di quasi un milione di euro per la nomina dell’ex segretario. Senza contare che la Monterosso è stata pure condannata, sempre dalla magistratura contabile, ad un risarcimento di quasi un milione e 300 mila euro per la questione degli extra-budget della formazione professionale e che sempre per questa questione è imputata per peculato con una richiesta di condanna a quattro anni”.
“La cosa gravissima — continua Cancelleri — è che questa nomina è avvenuta con l’avallo di Musumeci. Quando abbiamo chiesto spiegazioni a Miccichè, infatti, lui ci ha risposto che l’operazione è stata concordata col presidente della Regione, cioè con colui che in campagna elettorale aveva detto chiaramente che avrebbe allontanato la Monterosso. Se questo significava soltanto spostarla di poltrona avrebbe dovuto specificarlo ai siciliani cui ha chiesto il voto e che ancora una volta sono stati vergognosamente ingannati“.
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2017 Riccardo Fucile
“VINCERE SARA’ FACILISSIMO, NESSUN TRIBUNALE RICONOSCERA’ MAI LA MULTA DI 100.000 EURO, E’ INCOSTITUZIONALE”
L’avvocato Lorenzo Borrè ha già vinto diverse cause contro il Movimento 5 Stelle e adesso
si prepara a una nuova valanga di ricorsi: “Vincere sarà facilissimo. La multa di 100 mila euro è incostituzionale”.
Avvocato, nel nuovo regolamento M5s si prevede una penale pesantissima per gli eletti che non rispetteranno una lunga lista di obblighi. Crede che tanti verranno a chiedere un suo parere?
“È una norma in contrasto con l’articolo 67 della Costituzione perchè viola il principio della libertà di mandato del parlamentare. Quindi la multa non sarà mai applicata. E viola anche il principio dello statuto del parlamento europeo il quale sanziona con la nullità qualsiasi accordo mirante a ledere la libertà del parlamentare. Non credo che ci sia un tribunale della Repubblica che riconoscerà mai il diritto all’incasso di questa penale. Nè mi risulta che ad oggi sia mai stata accolta una richiesta del genere”.
Anche in caso di mancato voto di fiducia a un governo a guida M5S i parlamentari andranno incontro a una multa.
“Anche qui entra in ballo l’articolo 67 della Costituzione, anche perchè queste decisioni vengono prese dal gruppo parlamentare che decide se votare o meno la fiducia e un gruppo parlamentare è un ente distinto dall’associazione madre, quindi dal Movimento 5 Stelle, e decide in piena autonomia”.
A proposito di associazione, è stata creata una nuova associazione M5S. È in contrasto con la precedente?
“Vi è un conflitto di interessi tra le due associazioni. Per rottamare la vecchia associazione serve una delibera, una votazione con voto favorevole dei tre quarti degli associati. I vertici indicano l’organigramma di una nuova associazione. È immaginabile che vi sia un contenzioso tra le due associazioni”.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 31st, 2017 Riccardo Fucile
SENZA VOTI, DISCUSSIONI E ASSEMBLEE, GRILLO, CASALEGGIO E DI MAIO HANNO DECISO CHE NEL M5S POTRA’ CANDIDARSI CHIUNQUE E CHE UNA NUOVA ASSOCIAZIONE E’ PROPRIETARIA DEL SIMBOLO
Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle si sono improvvisamente accorti che comanda qualcun altro.
Le nuove regole per le parlamentarie aprono alle alleanze, permettono di candidare gli indagati, non pretendono più che chi si candida non abbia avuto esperienze in altri partiti, permetteranno le candidature anche a chi non era iscritto fino a ieri.
§Ma soprattutto: forniscono una grande discrezionalità al candidato premier sull’ok alle candidature e sulla loro posizione e fanno nascere una nuova associazione senza alcun tipo di discussione assembleare e mandando in soffitta le vecchie dopo i tanti schiaffi presi in tribunale.
Una serie di regole che non sono state in alcun modo decise o votate dall’assemblea del MoVimento 5 Stelle, nè tantomeno discusse come da tradizione dell’Associazione MoVimento 5 Stelle, che ha sempre fatto calare le decisioni dall’alto raccontando di voler favorire l’associazione dal basso e l’uno vale uno.
Uno vale l’altro, invece.
E soprattutto, alla fine varrà quello che dice il tribunale: parlando con l’Adnkronos, l’avvocato Lorenzo Borrè — che ha seguito molti dei ricorsi contro le regole del M5s — ha spiegato che con il nuovo statuto dell’Associazione Movimento 5 Stelle “hanno rottamato la prima associazione. O meglio, vorrebbero rottamarla. Ma il risultato ora è che ci sono 3 associazioni. Con possibili problemi per quanto riguarda l’uso del simbolo”.
“La costituzione della nuova associazione — spiega Borrè — non è stata deliberata dall’assemblea e questo crea alcuni problemi. In primo luogo ritengono che con la nuova associazione venga meno quella vecchia, ma non è così, ora abbiamo 3 associazioni. E poi c’è la questione legata al simbolo: nell’articolo 1 del nuovo statuto si fa riferimento all’uso di un simbolo che è lo stesso del 2009. Grillo attribuirà alla nuova associazione il diritto all’uso dello stesso simbolo, ma non potrebbe farlo perchè il simbolo non è paragonabile a un marchio d’impresa: è come il nome e il cognome di una persona”. Questa situazione, secondo il legale, “crea un conflitto di interessi tra la prima associazione del 2009 e quella del 2017”: Grillo “intende togliere alla prima associazione il diritto all’uso del simbolo, concedendolo alla terza. Ma gli associati della prima associazione potrebbero ricorrere in tribunale contro la terza associazione per inibire l’uso del logo e del nome della prima”.
Per Borrè il varo del nuovo statuto rappresenta una “capitolazione” per i vertici M5S: “Riconoscono — osserva il legale — che a seguito dei ricorsi si era venuta a creare una situazione dalla quale non erano in grado di uscire. Per cui, hanno pensato come soluzione a una nuova associazione, nella quale non sono ammessi gli associati espulsi e poi reintegrati dai tribunali. E non solo loro, ma anche coloro a cui non stanno bene le nuove regole”.
L’avvocato fa riferimento a una comunicazione inviata agli iscritti di Rousseau nella quale “si fa presente che chi non si iscrive alla nuova associazione verrà cancellato dalla piattaforma, su cui fino a oggi ‘agivano’ gli iscritti della prima ora.
Ormai quello che faceva la vecchia associazione lo fa la nuova, siamo in un regime concorrenziale. E i candidati saranno quelli della nuova associazione”.
È significativo che, mentre sul web gli yes-men sono al lavoro per magnificare tutto quello che fino a ieri negavano sarebbe accaduto, ci sono meetup come quello di Napoli che protestano per quello che è accaduto.
Roberto Fico è dipinto dai giornali come pronto a mollare e a non ricandidarsi, mentre il M5S in una nota sostiene che sia falso che adesso gli indagati possano ricandidarsi: «C’è scritto infatti nel codice etico che il portavoce dovrà ‘rinunciare alla propria candidatura nel caso in cui, avuta notizia dell`esistenza di un procedimento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell`immagine del MoVimento 5 Stelle, a prescindere dall`esito e dagli sviluppi del procedimento penale accettando, ora per allora, le determinazioni che sul punto gli Organi dell`Associazione a ciò deputati riterranno di esprimere».
Peccato che sia la regola stessa a smentirli: mentre prima era automatico, il lodo-indagati ora è sottoposto a un giudizio di terzi: quindi non c’è più alcun automatismo sugli indagati.
Il 20 dicembre scorso nello studio dell’avvocato Andrea Ciannavei si è infatti costituito il nuovo partito M5S, a totale insaputa degli attivisti: la nuova associazione con sede legale a Roma in via Nomentana diventa il nuovo punto di riferimento del M5S: per potersi candidare o continuare a far parte del M5S da semplice attivista bisognerà obbligatoriamente iscriversi alla nuova associazione e accettare le regole ieri presentate sul blog di Beppe Grillo; chi non lo fa verrà cancellato; chi si iscrive dovrà accettare l’assenso al trattamento dei propri dati personali.
Il tutto, come da tradizione, è accaduto senza che gli iscritti sapessero nulla di ciò che si stava decidendo e potessero dire la propria.
Ma quello che colpirà di più gli alfieri della retorica e dei banchetti è la decisione che da oggi ci si potrà iscrivere al M5S e candidare senza aver fatto un giorno di attivismo.
Sarà la base a votare i nuovi entrati? Vero, ma sarà il candidato premier a deciderne successivamente la collocazione in lista.
Scaldano i motori tutte quelle personalità che negli anni si sono avvicinati ai grillini e li hanno oggettivamente aiutati nell’attività parlamentare.
Magari saranno loro i volti conosciuti che sfideranno gli avversari nei collegi uninominali, magari per loro ci sarà un posto in lista che terrà fuori gli attivisti che per anni hanno tirato il carretto.
Il M5S ha finalmente spiegato ai suoi attivisti che uno non vale uno, ma che uno vale l’altro.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 31st, 2017 Riccardo Fucile
LA REGIONE EMILIA ROMAGNA ACCETTA DI PRENDERSI I RIFIUTI DI ROMA, MA A CARO PREZZO
La giunta Bonaccini (Pd) smaltirà 15mila tonnellate di immondizia proveniente da Roma,
che saranno divise nei termovalorizzatori di Parma, Modena e Granarolo (Bologna).
L’accordo tra la Regione Lazio e l’Emilia Romagna risolve l’ennesima emergenza nata durante il governo di quelli dei rifiuti zero, dopo i no di Umbria e Lazio e la telefonata mancata di Virginia Raggi a Federico Pizzarotti.
Roma ha chiesto di smaltire 350 tonnellate giornaliere e così sarà .
La disponibilità dell’Emilia Romagna non supererà però i 43 giorni pieni in lasso di tempo complessivo di 60 giorni. I costi e le modalità di pagamento saranno pattuiti tra i gestori degli impianti di partenza e di arrivo dei rifiuti, in linea coni costi emiliano-romagnoli.
La mancata auto-sufficienza costerà alle casse del Comune 300mila euro
Anche in questa occasione quindi un problema tutto romano viene risolto dagli altri enti locali, esattamente come è successo negli anni precedenti e negli ultimi mesi di governo (?) a 5 Stelle della città .
Con questo provvedimento, «tassativamente non reiterabile», spiega il governatore Bonaccini, Roma potrà uscire dall’emergenza di questi giorni.
Una lunga teoria di cartoline dei quartieri ricoperti dall’immondizia, da nord a sud, passando per Ostia, il litorale, dove da qualche giorno si registrano anche gli incendi ai cassonetti. Fotografia di un’emergenza che si ripete ciclicamente per le feste ma anche in estate.
Dimostrazione che le mosse adottate dall’Ama non hanno funzionato:impianti stracolmi, pochi camion a disposizione e troppo personale che alla fine è rimasto con le mani in mano.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
SONO 27 GLI OBBLIGHI PREVISTI, COMPRESO QUELLO IN CONTRASTO CON L’ART 67 DELLA COSTITUZIONE
Obbligo di votare sempre la fiducia ai governi presieduti da un premier M5S, divieto di conferire incarichi a conviventi, affini o parenti fino al secondo grado, obbligo di rendicontazione di tutte le spese e rinuncia a “ogni trattamento pensionistico privilegiato”. In vista delle elezioni del 4 marzo, il Movimento 5 Stelle vara nel nuovo Codice etico una lunga lista di obblighi: se ne contano 27 specifici per gli eletti in Parlamento.
L’obbligo di votare sempre la fiducia, in particolare, stride con l’articolo 67 della Costituzione secondo cui “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
Gli indagati potranno candidarsi a meno che, nell’inchiesta in cui sono coinvolti, non emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, “a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale accettando, ora per allora, le determinazioni che sul punto gli Organi dell’Associazione a ciò deputati riterranno di esprimere”.
Inoltre, nel regolamento si prevede che “costituisce condotta grave ed incompatibile con la candidatura la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo”.
Sparisce l’obbligo a non associarsi con altri partiti per gli eletti del M5S.
I futuri parlamentari, infatti, stando sempre al nuovo Codice etico, devono “compiere ogni atto funzionale all’attuazione e realizzazione del programma del M5S e ad astenersi da comportamenti che possano risultare di ostacolo per l’attuazione del programma ” ma per loro sparisce l’obbligo, previsto nel Codice di comportamento del 2013, a non associarsi con altri partiti o gruppi. Punto, questo, che rimuove un ostacolo regolamentare alla possibilità del M5S di fare alleanze.
I 5 Stelle hanno varato anche il nuovo Statuto con la costituzione di una nuova associazione (MoVimento 5 Stelle).
A ricoprire il ruolo di Garante resta Beppe Grillo, Luigi Di Maio è il capo politico e il tesoriere. Previsti poi un Comitato di garanzia (composto da Vito Crimi, Carlo Giovanni Cancelleri e Roberta Lombardi) e un Collegio dei probiviri (Nunzia Catalfo, Paola Carinelli e Riccardo Fraccaro).
Il capo politico può essere sfiduciato dal Garante, cioè Grillo, o da una delibera approvata dalla maggioranza dei componenti del Comitato di garanzia.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
SI INTRODUCE IL CRITERIO (SOGGETTIVO) SE L’OPERATO “ABBIA DANNEGGIATO L’IMMAGINE DEL M5S”… CON GLI ALTRI PARTITI ORA CI SI PUO’ ALLEARE… ALTRA NORMA ILLECITA: “OBBLIGO DI VOTARE LA FIDUCIA A GOVERNI ESPRESSIONE DEL M5S”
I candidati del Movimento 5 Stelle devono “rinunciare alla propria candidatura nel caso
in cui, avuta notizia dell’esistenza di un procedimento penale a proprio carico, emergano elementi idonei a far ritenere la condotta lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del Movimento 5 Stelle, a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale accettando, ora per allora, le determinazioni che sul punto gli Organi dell’Associazione a ciò deputati riterranno di esprimere”.
È quanto si legge nel codice etico varato dal M5s e presentato sul Blog di Beppe Grillo. Cambia dunque la ‘disciplina’ rispetto al passato, quando un avviso di garanzia (basti pensare anche al caso del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti) era sufficiente a determinare l’obbligo di dimissioni dell’amministratore indagato.
Per blindare il sentimento di appartenenza al gruppo parlamentare e alla propria maggioranza, oltre alla pesante multa prevista per chi cambia casacca (teorica, perchè incostituzionale), il nuovo codice interno prevede anche l’obbligo, per gli eletti in Parlamento, di “votare la fiducia, ogni qualvolta ciò si renda necessario, ai governi presieduti da un presidente del Consiglio dei ministri espressione del MoVimento 5 Stelle”.
La misura è così spiegata e articolata: “In considerazione del fatto che gli oneri per l’attività politica e le campagne elettorali sono integralmente a carico del MoVimento 5 Stelle, ciascun parlamentare, in caso di: – espulsione dal Gruppo Parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o dal MoVimento 5 Stelle; – abbandono del Gruppo Parlamentare del MoVimento 5 Stelle e/o iscrizione ad altro Gruppo Parlamentare; – dimissioni anticipate dalla carica non determinate da gravi ragioni personali e/o di salute ma da motivi di dissenso politico; sarà obbligato pagare al MoVimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno degli eventi sopra indicati, a titolo di penale, la somma di 100.000,00 quale indennizzo per gli oneri sopra indicati per l’elezione del parlamentare stesso” ((tipica norma tarocco, già dichiarata illecita in precedenti cause)
OBBLIGO DIMISSIONI SE ESPULSI
Inoltre, i futuri eletti M5S in Parlamento o in altra competizione elettorale “in caso di espulsione del MoVimento 5 Stelle, sono obbligati a dimettersi dalla carica”.
SPARISCE DIVIETO ASSOCIAZIONE AD ALTRI PARTITI
Sparisce anche l’obbligo a non associarsi con altri partiti per gli eletti del M5S. I futuri parlamentari, infatti, stando al nuovo Codice Etico, devono “compiere ogni atto funzionale all’attuazione e realizzazione del programma del M5S e ad astenersi da comportamenti che possano risultare di ostacolo per l’attuazione del programma”, ma per loro sparisce l’obbligo, previsto nel Codice di comportamento del 2013, a non associarsi con altri partiti o gruppi. Punto, questo, che rimuove un ostacolo regolamentare alla possibilità del M5S di fare alleanze.
DEROGA A TETTO 40 ANNI PER DEPUTATI USCENTI
Le novità non finiscono qui: i deputati uscenti potranno ricandidarsi alla Camera anche se ultraquarantenni, dice il nuovo regolamento per le parlamentarie, in merito al tetto dell’età : “Chi avrà compiuto 40 anni di età alla data del 1 gennaio 2018 – si legge nel testo – potrà proporre la propria candidatura esclusivamente al Senato. Tale obbligo non è previsto per coloro che ricoprono attualmente l’incarico di portavoce alla Camera”. Il candidato alle parlamentarie, inoltre, “non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura; dovrà essere iscritto all’Associazione MoVimento 5 Stelle con sede in Roma (l’iscrizione si ritiene completa con la certificazione dell’identità ), non dovrà esser iscritti a nessun altro partito”. Resta, quindi il tetto dei due mandati anche se “coloro che ricoprono una carica elettiva con scadenza (prevista o effettiva) nella primavera 2018, possono avanzare la loro candidatura”.
NIENTE INCARICHI A FAMILIARI E CONVIVENTI
Assolutamente vietato, ai parlamentari M5S, “conferire alcun incarico come assistente a conviventi, affini o persone con rapporto di parentela fino al secondo grado di qualunque altro portavoce eletto nel medesimo consesso (intendendosi come tale il Parlamento nelle sue articolazioni), anche a titolo gratuito”.
E ancora: i parlamentari M5s dovranno “astenersi dal chiedere o dall’esigere o accettare da concessionari o da gestori di pubblici servizi, ovvero da soggetti che hanno in corso rapporti di natura contrattuale con enti ed amministrazioni pubbliche l’esecuzione di, o l’astensione da, qualsiasi atto da cui possa derivargli un vantaggio personale diretto o indiretto, o che assicuri ad altri soggetti – compresi i parenti o affini entro il quarto grado di parentela – od organizzazioni, analogo vantaggio in termini di natura economica”.
300 € DI CONTRIBUTO A SOSTEGNO DELLA RETE
Il nuovo Codice Etico prevede, per gli eletti del Movimento, un contributo di 300 euro al mese per la complessa struttura web del Movimento ovvero per le “piattaforme tecnologiche che supportano l’attività dei gruppi e dei singoli parlamentari”. Il sostegno servirà anche al “finanziamento del cd. “Scudo della Rete” (ovvero il fondo per gli oneri necessari per la tutela legale)”.
…E NIENTE VITALIZI
Inoltre, “ciascun parlamentare italiano, europeo e Consigliere Regionale eletto all’esito di una competizione elettorale nella quale si sia presentato sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle si obbliga a rinunciare ad ogni trattamento pensionistico privilegiato e all’assegno di fine mandato, a doppie indennità e a doppi rimborsi”, stabilisce il nuovo testo per gli eletti del M5S che obbliga, così, alla rinuncia dei vitalizi, “storico avversario” del Movimento.
CANDIDATURE ENTRO 3 GENNAIO
Chi vorrà candidarsi alle primarie online, ha tempo fino al 3 gennaio: è quanto annuncia il blog di Beppe Grillo: “A partire dalle ore 15:15 di oggi, sabato 30 dicembre 2017, e fino al termine perentorio delle ore 12 di mercoledì 3 gennaio, gli iscritti al MoVimento 5 Stelle possono presentare la propria autocandidatura per le parlamentarie che si svolgeranno secondo le modalità previste dal Regolamento”.
Gli aspiranti dovranno essere iscritti alla nuova Associazione del M5S definita dal nuovo Statuto.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
A MILANO SONO QUASI TREMILA, LA MAGGIOR PARTE UOMINI
È sempre lì, giorno e notte, da anni. Un’”istituzione” ai piedi della stazione centrale, che tutti conoscono e salutano. Dorino, romeno di 56 anni, in strada da 12, è uno degli invisibili che popolano Milano.
«Sono tra i 2500 e i 2800, secondo i censimenti più recenti. Per il 68 per cento stranieri e per il 32 italiani, soprattutto uomini», dice l’assessore comunale alle politiche sociali, Pierfrancesco Majorino.
«Un numero cresciuto negli anni, come quello dei posti letto messi a disposizione nei 13 dormitori sparsi in città : da 1248 nel 2011, si è passati a 2780».
Ma, come Dorino, in almeno 400 preferiscono dormire sotto le stelle. «Ho provato ad andare in un dormitorio, ma non tornerò: sono stato derubato non posso più perdere i documenti. A gennaio torno in Romania per qualche giorno, da mia sorella e mia nipote».
Un grande cappello di lana copre il volto di Dorino, segnato dagli anni e dal freddo. Parla l’italiano perfettamente. Dice di conoscere anche l’inglese, il francese e il serbo. Faceva il cameriere prima di diventare un passeur e girare l’Europa.
Una scelta che gli è costata 8 mesi di galera e la famiglia: da allora la ex, che abita a Verona, lo ha allontanato dalla figlia, oggi 21enne. Rimasto senza futuro, vive qui, si scalda con un bicchiere di vino e una coperta, tra una chiacchiera e l’altra con passanti e tassisti. Alle 13.30, due signore gli portano un panino: «Non sono le sole: in tanti mi danno una mano».
Gli «irriducibili» in strada di notte sono 125 solo tra il duomo e San Babila, sotto le vetrine dei negozi addobbati a festa, tra la gente che corre a cercare gli ultimi acquisti per Capodanno.
Altre zone “calde” sono Lampugnano, Garibaldi e la stazione centrale.
Bobby ha 50 anni e viene dalla Bulgaria. In Italia faceva il manovale fino al 2008, «poi la ditta è fallita e sono finito qui. Chi mi fa lavorare alla mia età ?».
È avvolto in un piumino celeste a pochi passi dalla Rinascente. «Ogni tanto un volontario mi porta un the caldo e una brioche, ma nei dormitori non metto piede. Passo la notte a San Babila con 5 amici: nessuno mi ruba i documenti e ci guardiamo le spalle a vicenda».
Ad assegnare i posti nei dormitori è il Centro aiuto stazione centrale (Casc), che interviene su segnalazione dei cittadini (al numero di telefono 0288447645/6/7/8/9) e delle unità di strada delle associazioni, o su richiesta degli interessati.
C’è poi qualche centro diurno che accompagna gruppi ristretti di persone nel reinserimento sociale, come quello gestito da Ronda carità e solidarietà in via Picozzi, zona Casoretto, con 25 posti assegnati soprattutto a giovani e minori non accompagnati, selezionati dai servizi sociali.
«Nel 2017, a esclusione di chi ha abbandonato il percorso, 16 dei nostri ospiti hanno provato a rimettersi in gioco, con tirocini e borse-lavoro», dichiara la presidente Magda Baietta.
Ci sono anche centri aperti h24, come il «Progetto futuro» di via San Marco, in Brera, gestito dalla Fondazione Arca che accoglie 24 clochard: «Uno spazio autogestito dagli utenti, che si occupano di tutto, dalla cucina alle pulizie, per costruire il proprio futuro».
E anche qui i risultati ci sono, spiega il responsabile Stefano Galliani: «Più di un terzo di queste persone ha trovato una collocazione: 2 nella casa di famiglia, da cui erano state allontanate, qualcuna in altre strutture o nei nostri alloggi di housing sociale, dove provare a completare il percorso di reinserimento».
Certo, centri di questo tipo sono ancora pochi rispetto al numero dei possibili utenti che, senza un sostegno concreto, difficilmente avranno un’altra possibilità .
(da “La Stampa”)
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Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
UNA L’HA CACCIATA DI CASA, L’ALTRO L’HA LASCIATA IN STRADA, NESSUNO E’ ANDATO A PRENDERLA IN OSPEDALE.. EVVIVA I “VALORI DELLA FAMIGLIA” DA TUTELARE DAGLI INVASORI
Il termometro segnava -3° la notte del 21 dicembre a Gattatico (Reggio Emilia), quando
una donna di 76 anni è stata messa alla porta dalla figlia di 53 anni che la ospitava.
E lì lasciata al freddo anche da un altro figlio, 46enne, che le aveva fatto credere di passare a prenderla con la macchina.
Ma dopo almeno un’ora di inutile attesa è stato un vicino a prendersi cura dell’anziana, che ha difficoltà motorie.
L’uomo l’ha accolta in macchina e riscaldata con delle coperte, poi ha chiamato il 118 che ha inviato un’ambulanza.
Dopo le visite in ospedale per la donna è stato deciso un “ricovero sociale”, perchè nessun parente si è presentato al momento delle dimissioni.
I carabinieri di Gattatico, dopo molti tentativi, sono riusciti a convincere un altro figlio a occuparsi della madre.
La vicenda si è conclusa poi con la denuncia per abbandono di incapace dei figli di 53 e 46 anni, quella che l’ha “invitata” ad andarsene con tutte le sue cose e quello che l’ha fatta attendere invano in strada.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2017 Riccardo Fucile
IL GOVERNATORE BONACCINI: “SOLO PER QUANTITA’ LIMITATE E PER UN TEMPO PRESTABILITO”…IL MINISTRO GALLETTI: “ORA ROMA TROVI UNA SOLUZIONE”
Quantità limitate e prestabilite, tassativamente non superabili e non reiterabili, inferiori rispetto ad analoghi interventi passati, e per un periodo limitato, poco più di 40 giorni effettivi. “Per solidarietà istituzionale e senso di responsabilità verso i cittadini e la collettività romana e per l’immagine del Paese a livello internazionale, visto che si parla della Capitale”.
L’Emilia-Romagna ha deciso di accogliere la richiesta della Regione Lazio legata all’emergenza rifiuti a Roma. In una propria delibera, la Giunta ha fissato limiti rigidi quanto a tempi e quantitativi: saranno i termovalorizzatori di Parma, Modena e Granarolo nel bolognese, individuati d’intesa con gli amministratori locali, a smaltire non più di 15mila tonnellate complessive (5mila per ogni impianto) di rifiuti indifferenziati provenienti dalla Capitale.
Quantità che rientrano nelle capacità termiche già programmate per singoli impianti: vista la necessità espressa da Roma, smaltire 350 tonnellate giornaliere, l’impegno per l’Emilia-Romagna non supererà i 43 giorni pieni.
In caso di giornate senza smaltimenti o con smaltimenti parziali, l’atto della Giunta fissa comunque in massimo 60 giorni effettivi l’impegno regionale a partire dal primo conferimento negli stabilimenti individuati.
“Una decisione non facile- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore all’Ambiente, Paola Gazzolo – Abbiamo comunque scelto di raccogliere la richiesta arrivata dal governatore Zingaretti per senso di responsabilità di fronte a difficoltà e a una emergenza che non possono continuare a ricadere sui cittadini di Roma e per solidarietà istituzionale, specie di fronte all’appello a sindaci e Regioni arrivato dallo stesso Zingaretti. Negli ultimi due anni abbiamo dato una mano, una sola volta all’anno, a chi aveva bisogno e non ci tiriamo indietro nemmeno stavolta, con tempi e quantitativi certi e non superabili. Sia chiaro, però, che è ora di dire basta, di cambiare e adottare ovunque misure strutturali che portino a una svolta, senza dover ricorrere all’intervento di altri territori virtuosi.
In Emilia-Romagna siamo pienamente autosufficienti sullo smaltimento- proseguono Bonaccini e Gazzolo – e siamo tra le regioni più virtuose in Italia per la raccolta differenziata che quest’anno ha raggiunto il 62%. E con l’introduzione della tariffazione puntuale punteremo a superare il 70% nel 2020. Sono risultati frutto di scelte precise, a partire dalla legge per l’economia circolare che premia i comuni più virtuosi con sgravi sulle bollette. Nel 2018 aggiungeremo altri 2 milioni di euro per premiare ancora di più i cittadini che differenziano e per migliorare il rendimento dei territori, perchè vogliamo che il riciclo aumenti. Dunque, si può fare e bene: le amministrazioni locali ancora indietro, passino dalle parole ai fatti, per passare dall’emergenza all’autosufficienza”.
I costi di conferimento e le modalità di pagamento saranno pattuiti direttamente tra i gestori degli impianti di partenza e di arrivo dei rifiuti, in linea con i costi emiliano-romagnoli, con una quota “verde” aggiuntiva che sarà versata ai comuni di Parma da parte della società Iren Ambiente spa e di Modena e Granarolo (Bo) da parte della società Hera Ambiente spa, con il coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali. Il trasporto dei rifiuti dovrà avvenire nel rispetto delle norme vigenti a salvaguardia dell’ambiente e sarà monitorato da Arpae, l’Agenzia
Sul tema è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti: “La soluzione trovata, emergenziale e dunque necessariamente limitata nel tempo, è utile a scongiurare l’ennesima situazione di crisi per Roma: si usi questo tempo e questa apertura istituzionale per individuare le soluzioni strutturali che da tempo mancano a Roma quando si parla di chiusura del ciclo integrato dei rifiuti”.
(da “Huffingtonpost”)
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