Luglio 11th, 2018 Riccardo Fucile
LA MINISTRA DELLA DIFESA RILASCIA UN’INTERVISTA AD AVVENIRE: “L’ITALIA NON SI GIRA DALL’ALTRA PARTE”
La linea razzista di Matteo Salvini sui porti chiusi agita il governo. Stavolta è Elisabetta Trenta, in un’intervista ad Avvenire, a utilizzare parole che suonano come una sfida al Viminale: “La strada non è chiudere i porti”, afferma.
E in mattinata a La7 anche Luigi Di Maio precisa la sua posizione: “Non vorrei un altro titolo contro ministro dell’interno. Non è immaginabile che noi chiudiamo i porti ad una nave italiana”
“Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo – dice Trenta – L’apertura è la sua ricchezza. La strada è regolamentare, non chiudere. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità “.
La ministra della Difesa avverte Salvini e l’ala intransigente del governo: “L’Italia non si gira dall’altra parte. Non l’ha fatto e non lo farà . C’è il diritto di assicurare un asilo a chi fugge dalla guerra. E il diritto di arrivare e trovare un lavoro. Ho guardato cento volte le foto di migranti e ho pensato sempre una cosa: una famiglia che mette un figlio su un barcone sperando di regalargli la vita va solo aiutata”.
Secondo indiscrezioni, il presidente del Consiglio sarebbe preoccupato dalla linea disomogenea che ha portato ieri ad una frizione tra il capo del Carroccio e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sul tema degli approdi per la Guardia costiera, in seguito all’intervento da parte della nave Diociotti nel caso della Vos Thalassa: la capitaneria ha dato ordine di caricare a bordo i migranti salvati dal rimorchiatore italiano in seguito a un sos per una presunta rivolta a bordo ma a questo punto la chiusura imposta da Salvini è stata di fatto annullata.
(da agenzie)
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Luglio 11th, 2018 Riccardo Fucile
IL GALERA C’E’ SOLO POSTO PER CHI VIOLE LE LEGGE, CONSEGNATI A REBIBBIA PRIMA CHE TI VENGANO A PRENDERE … NAVE DIRETTA A TRAPANI, DI MAIO E TRENTA SCARICANO IL RAZZISTELLO FIGLIO DI PAPA’
Un porto di attracco per la nave Diciotti ancora ufficialmente non c’è, anche se secondo indiscrezioni
la nave sarebbe diretta a Trapani.
Ci sono però le deliranti dichiarazioni del ministero dell’Interno Matteo Salvini che tiene in sospeso la decisione sul porto nel quale far sbarcare i migranti alla luce dei disordi avvenuti a bordo, quando le persone salvate si sono accorte che sarebbero state riconsegnate ai libici: “Se su quella nave c’è gente che ha minacciato e aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera – dice Salvini – quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perchè non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese”.
E non è tutto perchè ce n’è anche per le Ong. Aprire i porti a quelle che rispettano le regole, come sostiene Di Maio? “No, i porti sono aperti solo alle navi delle autorità italiane”.
Il pattugliatore della Guardia costiera italiana che lunedi ha preso a bordo i 67 migranti soccorsi il giorno prima dalla Vos Thalassa, naviga da ieri a cinque miglia all’ora in direzione della Sicilia in attesa dell’indicazione di un porto in cui far sbarcare i migranti che avevano creato una situazione di pericolo per l’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa dopo aver capito che stavano per essere riconsegnati alle motovedette libiche.
Una vicenda, quella dell’ultimo soccorso in mare, che aveva anche diviso Salvini e il ministro dei Trasporti Toninelli. E che fa dire oggi a Di Maio: “E’ impensabile non far attraccare una nave italiana in un porto italiano”, contestando di fatto un altro passaggio dell’approccio salviniano alla questione
In caso di soccorsi in acque di zona Sar libica – continua a ripetere il ministro – devono fare solo le motovedette libiche.
Un assunto che cozza con la legge del mare secondo la quale qualsiasi nave è vicina ad una imbarcazione in difficoltà è tenuta a prestare soccorso.
Questa mattina intanto una cinquantina di attivisti della Rete Restiamoumani sta protestando con salvagente al collo e magliette rosse davanti la sede del Ministero dei Trasporti innalzando cartelli contro i “naufragi di Stato”.
(da agenzie)
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