Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
LA RETORICA ANTI-IMMIGRATI NON PAGA PIU’ E LA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE PORRA’ FINE ALLE PROMESSE NON MANTENUTE… CHI STACCHERA’ PRIMA LA SPINA TRA LEGA E M5S?
Dopo l’ennesimo scontro in Consiglio dei ministri coi grillini, la Bongiorno si è girata verso un collega leghista e gli ha detto: «Ma che ci stiamo a fare ancora qui?». Non era una domanda, semmai la presa d’atto della crisi.
«Crisi» è parola bandita nel partito di Salvini, e non c’è dubbio che fino a maggio il Carroccio vivrà nella finzione imposta dal capo, siccome riconoscere già oggi formalmente il fallimento dell’alleanza giallo-verde potrebbe provocare danni nelle urne.
Ma dopo le Europee verrà il momento delle scelte, perchè il ministro dell’Interno si troverà dinnanzi a un bivio: dovrà decidere se proseguire nell’esperienza di governo o porle fine.
La tesi che circola nella Lega, e cioè che saranno i grillini a pronunciare quel vocabolo dopo la preventivata disfatta elettorale, è infondata quanto la possibilità che Salvini si metta alla guida di un governo senza esser passato prima dal voto: «Mai andrei a palazzo Chigi con una maggioranza di scappati di casa».
E allora dovrà scegliere. Se optasse di tenere in vita Conte si capirebbe subito: visti i numeri esigui della maggioranza al Senato, aprirebbe alle iscrizioni dei forzisti che si dice siano in attesa di salire sul suo carro.
Quello sarebbe il segnale di continuità della legislatura. Il punto è che Salvini dovrebbe poi intestarsi la Finanziaria, e Giorgetti ha provveduto a metterlo in guardia dalle tesi di chi nel governo dice che l’ostacolo si potrebbe aggirare «galleggiando», rimandando cioè i nodi economici all’anno seguente. «La legge di Stabilità sarà un peso gigantesco», gli ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza, come a dubitare che l’esecutivo possa reggerlo
Si vedrà se Salvini sarà disposto a rischiare la leadership sui conti pubblici.
Di sicuro ieri, tolta la maschera che indossa quotidianamente a favore di telecamere, non sembrava così propenso dopo «il tentativo confuso e velleitario di Di Maio» di commissariargli il Viminale, dopo che «Conte ha compiuto un atto violento contro il ministro Fontana e si è messo a fare il fenomeno in Consiglio dei ministri».
Anche perchè, fuori da palazzo Chigi, «il fenomeno» mostra la sua debolezza e la debolezza del suo governo: sconfessato da Macron sulla Tav, isolato sulla Cina dall’asse franco-tedesco, inviso ormai alla Casa Bianca per i dossier sugli F35 e sul Venezuela, messo all’angolo persino sulla Libia.
«Haftar – racconta il vice presidente del Copasir, Urso – è ormai alle porte di Tripoli. Questo significa che anche lì ormai non contiamo più niente. La verità è che la situazione economica ed internazionale in Italia sta precipitando più velocemente di quanto fosse stato calcolato».
Quindi, «che ci stiamo a fare ancora qui?».
La risposta la daranno le Europee, perchè se il capo della Lega imboccasse la strada del voto anticipato non vorrebbe incrociare sui propri passi Berlusconi.
Ecco cosa lo fa esitare, dato che non intende riconsegnarsi a uno schema del passato. Perciò cerca una via alternativa. Ma più il tempo passa più la sua immagine vincente potrebbe venire logorata. Salvini è troppo esposto, e sa – glielo illustrano le analisi demoscopiche – che in cima ai pensieri degli italiani la preoccupazione per le condizioni dell’economia ha sostituito l’emergenza immigrazione.
La recessione è kriptonite, e non basta annunciare la flat tax per allontanare nell’opinione pubblica il sospetto (fondato) che si tratti solo di un annuncio elettorale.
È facile far di conto e repentinamente cambiare opinione.
Il governatore della Lombardia Fontana ogni giorno partecipa ai convegni degli imprenditori nella sua regione, e – come ha confidato a un collega – «dico che potrebbero ritrovarsi con un governo Pd-Cinquestelle per cercare di tenerli buoni».
Ma per quanto ancora? Fino alle Europee, a patto che la crisi economica non inizi ad avvertirsi troppo nelle tasche dei cittadini.
A fine maggio però Salvini dovrà scegliere o il bivio potrebbe trasformarsi in un vicolo cieco. Lo riconosce un ministro della Lega: «Rischiamo di fare la fine di Renzi».
(da “Il Corriere della Sera”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
IN ITALIA SDOGANATI E IN CRESCITA I MOVIMENTI RAZZISTI CON RAPPORTI INTERNAZIONALI… IL RAPPORTO DEI SERVIZI SEGRETI
La strada per sconfiggere il terrorismo e l’odio universale è ancora lunga. Nel frattempo in
Italia, gli 007 lanciano l’allarme eversione ed estremismi. In crescita quello di ultradestra, xenofobo e razzista.
Nel report annuale Sistemi di Informazione Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri 2018, uscito a febbraio del 2019, composto da Dis, Aise, Aisi, e Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) nel capitolo sull’eversione si parla di “dinamismo della destra radicale” e di una “costante attenzione informativa riservata al panorama dell’ultradestra che, caratterizzatosi per una pronunciata vitalità , ha riproposto, alcune consolidate linee di tendenza: competizioni “egemoniche” e fluidità di rapporti”, oltre all’interesse “ad accreditarsi sulla scena politica mantenendo uno stretto ancoraggio alla “base”, ma intensificando “le relazioni con omologhe formazioni estere”.
Secondo gli 007 italiani, “le strategie d’inserimento nel tessuto sociale hanno fatto leva su iniziative propagandistiche e di protesta, soprattutto in talune periferie urbane, centrate sull’opposizione alle politiche migratorie”.
Ma non solo. La relazione descrive che “tale attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba, si è accompagnato ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che, al di là del richiamato omicidio di Macerata, potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo”.
Un allarme da non sottovalutare soprattutto in vista delle competizioni elettorali.
Ma nella relazione ci sono aspetti ancora più inquietanti dell’eversione di ultradestra. Infatti si assiste al mutamento da “un’immagine “moderata”, così la chiamano i nostri apparati d’intelligence, verso “una determinazione a preservare, per ragioni di proselitismo, i rapporti con quel variegato sottobosco comprendente anche segmenti politicizzati delle tifoserie calcistiche, nonchè sigle di matrice neonazista, antisemita e skinhead. In quest’ultimo ambito, si è registrato un rimarchevole fermento organizzativo e programmatico da parte di componenti hammerskin attestate nel Nord Italia, interessate ad espandere il proprio raggio d’azione a livello nazionale attraverso un ambizioso “progetto federativo “.
In Alto Adige per esempio “i tradizionali contatti tra gruppi skinhead germanofoni e circuiti neonazisti tedeschi si sono ulteriormente rafforzati, facendo registrare la presenza di militanti altoatesini ad iniziative di protesta d’impronta xenofoba svoltesi in Germania” oltre a una spiccata proiezione “internazionale delle principali formazioni d’area, con assidui e stretti rapporti con i maggiori gruppi stranieri dell’ultradestra, funzionali all’affermazione di un “fronte identitario paneuropeo”, a difesa delle radici etnico-culturali dell’Europa, di orientamento filorusso e pro-Assad e in contrapposizione alla UE, agli USA e alla NATO”.
Nella relazione del 2017, uscita sempre a febbraio del 2018, l’intelligence italiana delineava alcuni punti: “un dinamismo crescente della destra radicale” attraverso la nascita di nuove sigle a cui aderiscono soprattutto i giovani per intercettare “istanze nazionaliste e i sentimenti di insofferenza verso la presenza extracomunitaria”, che per accrescere “cavalcano situazioni di disagio sociale legate soprattutto alle problematiche abitative e occupazionali, promuovendo iniziative propagandistich e provocatorie (anche all’insegna del nostalgismo fascista) e di contestazione”.
Oltre alla preoccupazione per “l’iniziativa legislativa sullo ius soli oggetto di un’accesa campagna di protesta che è arrivata a evocare, quali esempi dei presunti rischi connessi all’approvazione del provvedimento, gli attentati jihadisti occorsi in Europa”. Gli 007 hanno rilevato anche “una presenza attiva della destra oltranzista in altri contesti e teatri esteri, come testimoniato dalla promozione, in Siria e in Kosovo, di missioni umanitarie a sostegno di quelle popolazioni”.
E in ambito della tolleranza zero verso il diverso in chiave “anti-immigrazione, l’intelligence sottolinea ” il rilievo della campagna Defend Europe che, promossa da un circuito identitario europeo di recente costituzione, si è concretizzata in azioni di disturbo contro imbarcazioni delle ONG attive nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo”.
Ma l’allarme di un irresponsabile incitamento all’odio xenofobo e antisemita, arriva ai massimi livelli nel “barometro dell’intolleranza” anche dalla Commissione Europea. Infatti nell’indagine dal titolo Special Eurobarometer 484/Perceptions of antisemitism” pubblicata a gennaio del 2019 e richiesta appunto dall’Ue
Questo sondaggio mostra che la maggioranza degli europei considera l’antisemitismo come un problema nel loro paese. Più di un terzo degli europei afferma che negli ultimi cinque anni è aumentata la percezione dell’odio razziale.
Accanto alle maggioranze che credono che l’antisemitismo sia aumentato, circa un terzo degli intervistati condivide questa opinione in Belgio (36%), Austria (33%), Finlandia (32%) e Italia (31%). In un grafico si ha la prevalenza di diverse manifestazioni di antisemitismo, percepite dagli europei nei loro paesi di origine. L’Italia è al quarto posto, dopo Francia, Svezia e Germania.
In un altro grafico, più della metà degli intervistati afferma che il problema più allarmante dell’antisemitismo nel loro paese è la negazione dell’Olocausto.
L’educazione culturale e la memoria storica dell’Olocausto è considerata un fattore importante per prevenire l’odio razziale. Il 51% ha paura di un crescente “antisemitismo su Internet, compresi i social network online”. Seguono gli atti di vandalismo di edifici o istituzioni ebraiche” ed “espressioni di ostilità e minacce verso gli ebrei in strada o altri luoghi pubblici “, oltre alla “profanazione dei cimiteri ebraici”. Anche i media secondo gli intervistati sono colpevoli di acuire il sentimento di odio nei confronti degli ebrei.
Questo sondaggio commissionato dall’Ue, mostra chiaramente le preoccupazioni di manifestazione xenofobe, sempre più diffuse in Germania, in Francia, nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Italia, in Belgio e in Austria.
Ma anche la Fondazione di documentazione ebraica in collaborazione con l’Ipsos, ha realizzato nel novembre 2016, ma pubblicato un anno dopo, un’indagine italiana per stabilire quel barometro dell’intolleranza del nostro paese nei confronti degli ebrei e degli immigrati.
Se la Shoah per il 4% degli intervistati italiani “è un episodio sopravvalutato, tra l’altro tutto da dimostrare” e per il 53% “è stata una grande tragedia, ma ce ne sono tante anche altre di cui si parla meno” la strada per sconfiggere il terrorismo universale è ancora lunga.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
UNA ECATOMBE CHE NON ACCENNA A FERMARSI
Non sono passati neppure 3 mesi dall’inizio del 2019 e già ci sono stati 100 morti sul lavoro.
Di molti non si conoscono i dettagli, se ne parla sempre troppo poco e quando se ne parla, accade che non si conoscano i loro nomi, come fossero fantasmi.
Ma non lo sono mai, sono persone, non numeri.
Riportiamo qui la lista completa sino a oggi delle vittime monitorata da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Barberino Tavarnelle (Fi) che giorno dopo giorno tiene il conto di questa ecatombe
02/01/2019 Massimo Aliseo, operaio di 28 anni, morto sul lavoro per l’esplosione di una bombola di ossigeno nella ditta Sapio Life ad Agrigento Regione Sicilia
02/01/2019 Karl Mairvongrasspeinten, agricoltore di 63 anni, morto sul lavoro per essere caduto dal fienile da un’altezza di 4 metri a Falzes (Bolzano) Regione Trentino Alto Adige
03/01/2019 Vincenzo Pariota, operaio di 41 anni, morto sul lavoro, per un incidente stradale avvenuto con il suo scooter a Quarto (NA) mentre stava andando a lavorare. Regione Campania
03/01/2019 Mariano Santi, agricoltore di 71 anni, morto sul lavoro per essere stato travolto dal trattore, precipitato da un dirupo a Chiampo (VI) Regione Veneto
03/01/2019 Luciano Bulgarelli, agricoltore di 60 anni, morto sul lavoro, schiacciato sotto il trattore che stava guidando a Mantova Regione Lombardia
08/01/2019 Un operaio rumeno di 48 anni, è morto sul lavoro per essere stato travolto da un albero a Fassinoro (RI). Regione Lazio
09/01/2019 Carlo Di Sarno, operaio di 47 anni, morto sul lavoro per un incidente stradale avvenuto intorno alle quattro del mattino mentre l’uomo stava appunto tornando a casa dopo il turno di notte.Improvvisamente, per cause ancora da accertare, l’uomo ha perso il controllo della sua auto, una Renault Twingo, ed è finito contro un albero di ulivo.Lavorava per una ditta subappaltatrice della Modomec, ditta dell’indotto ArcelorMittal (ex Ilva). Regione Puglia.
10/01/2019 Adriano Patrizio Tarzia, un operaio di Piancogno di 56 anni, è morto in un terribile incidente avvenuto nel tardo pomeriggio di giovedì lungo l’autostrada A22 del Brennero, tra i caselli autostradali di Mantova Nord e Nogarole Rocca.L’uomo era a bordo di un furgone, di proprietà di un’azienda di Lecco, che era fermo sulla corsia di emergenza.Regione Lombardia
10/01/2019 Stefano di Rienzo, operatore ecologico di 54 anni, morto sul lavoro per essere caduto dal mezzo della nettezza urbana a Manziana mentre stava raccogliendo la differenziata. Regione Lazio
11/01/2019 Mario Ruggeri, un autotrasportatore pesarese di 60 anni, è morto sul lavoro per un incidente avvenuto a Perugia, lungo la strada statale 318 ‘di Valfabbrica’ nella zona dello svincolo di Casacastalda. Una terribile carambola, che non ha lasciato scampo al camionista.Tra le cause al vaglio della polizia stradale anche che sia stato provocato dalla strada ghiacciata
13/01/2019 Piero Nonnis, agricoltore di 60 anni, è morto sul lavoro per essere stato travolto dal trattore che si era rovesciato a Pratiglione in frazione Valtorta.Regione Piemont
14/01/2019 Eugenio Fumagalli, tassista di 47 anni, è morto sul lavoro per essere stato investito mentre cercava di prestare soccorso a due giovani ragazzi rimasti coinvolti in un incidente stradale
14/01/2019 Un operaio di 63 anni, è morto sul lavoro, cadendo da un’impalcatura in un cantiere a Gargnano sul lago di Garda.Regione Lombardia
15/01/2019 Ivan Ferrero, vigile del fuoco di 37 anni, morto sul lavoro in un incidente stradale sulla strada provinciale 78, vicino al bivio che conduce verso il centro di Vestignè, nel Canavese.Regione Piemonte
15/01/2019 Andrea Corso, operaio di 47 anni, è morto sul lavoro cadendo da una scala, da un altezza di 30 metri a Fiumicino.Regione Lazio
15/01/2019 Georgiev Peycho, 56 anni, operaio metalmeccanico con mansione di autista, originario della Bulgaria, è morto sul lavoro chiacciato fra due mezzi durante delle operazioni di movimentazione all’interno dello stabilimento della Ferrau spa a Selvazzano Dentro (Padova), dove lavorava da 15 anni. Regione Veneto
15/01/2019 Angelo Spadaro, poliziotto di 55 anni, morto sul lavoro in un incidente stradale sulla A18 Catania Messina.Regione Sicilia
16/01/2019 Gioacchino Verde, 53 anni, sottoufficiale della Marina Militare, è morto sul lavoro, nell’incidente che era avvenuto in occasione dell’ormeggio della fregata Bergamini nel porto di Taranto. Regione Puglia
18/01/2019 Un autista 44enne, originario della Bosnia Erzegovina e residente a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, è morto per asfissia durante le operazioni di pulizia di una cisterna a Villafranca (Verona), in via Pasubio. L’uomo lavorava per una ditta di trasporti e spedizioni di Medolago. Regione Venet
18/01/2019 Mirko Leone, 25 anni è morto per un incidente stradale a Misterbianco.Avrebbe perso il controllo della sua auto, nelle prime ore del mattino mentre si stava recando a lavoro, andandosi a schiantare contro un palo della segnaletica stradale in via Felice Fontana. Il giovane, di Aci Bonaccorsi – il più piccolo di tre fratelli – è morto sul colpo e per estrarre il corpo dalle lamiere sono intervenuti i vigili del fuoco.Regione Sicilia.
18/01/2019 Abele Egidi, titolare di un’azienda elettrotecnica, di anni 72, è morto sul lavoro schiacciato da un macchinario che stava riparando a Collazzone (Perugia) Regione Umbria
18/01/2019 Un operaio è morto sul lavoro, in un cantiere edile di Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania, per essere stato travolto da un camion.Regione Sicilia
19/01/2019 Un agricoltore di 70 anni, è morto sul lavoro, schiacciato dal trattore che si era ribaltato a Raccuja (Messina) Regione Sicilia
21/01/2019 Eros Cinti, operaio di 42 anni, morto sul lavoro per essere stato schiacciato da un pezzo di materiale caduto da una gru, alla Ansaldo Energia a Genova. Regione Liguria
21/01/2019 Manuel Cipollaro, operaio di 29 anni, morto sul lavoro per essere caduto da un altezza di 30 metri, per il crollo di un lucernario in un centro commerciale ad Ariccia (Roma)-Regione Lazio
22/01/2019 Eugenio Venuti, operaio di 50 anni, morto sul lavoro per essere precipitato dal terzo piano di un condominio, dove stava montando il tendaggio sul balcone di un appartamento a Piacenza.Regione Emilia-Romagna
22/01/2019 Salvatore Brancaccio, operaio di 46 anni, morto sul lavoro per essere stato schiacciato da un muletto a Pozzilli (Isernia). Regione Molise
24/01/2019 Gianfranco Caracciolo, operaio di 37 anni, morto sul lavoro folgorato, in un cantiere della Pedemontana (VI). Regione Veneto
24/01/2019 Antonio Puleo, operaio di 64 anni, morto sul lavoro per essere stato schiacciato da un cubo di carta compattata di 7 quintali all’isola ecologica di Casteldaccia (PA). Regione Sicilia
24/01/2019 Assane Nokho, agricoltore di 62 anni, schiacciato dal trattore a San Miniato (PI).Regione Toscana
25/01/2019 Sabatino Mazzeo, operaio di 53 anni, morto sul lavoro per essere caduto da un ponteggio a Vibo Valentia. Regione Calabria
27/01/2019 Alessandro Morvillo, 22 anni, morto sul lavoro, in un incidente stradale avvenuto all’uscita del tunnel di via Campiglione, che collega Pozzuoli e Quarto“.Il ragazzo si stava recando a lavoro. Regione Campania
28/01/2019 Davide di Gioia, operaio di 24 anni, morto sul lavoro per essere caduto dal tetto di un capannone da un’altezza di 15 metri alle Industrie Fracchiolla, un’azienda specializzata nella produzione di serbatoi per l’industria alimentare e farmaceutica ad Adelfia (Bari). Regione Puglia
29/01/2019 Armando De Angelis, operaio di 83 anni, morto sul lavoro per essere caduto da un capannone industriale, da un’altezza di 5 metri a Controguerra (Teramo). Regione Abruzzo
30/01/2019 Khalid Khalid, operaio del Kuwait di 50 anni da tempo residente a Camerino, è deceduto nei cantieri della ricostruzione post terremoto. L’uomo è morto dopo essere caduto dall’impalcatura di un edificio in via di ristrutturazione, schiantandosi al suolo da un’altezza di 15 metri, a Matelica (Macerata). Regione Marche
30/01/2019 Fabio Baratella, agente di polizia di 57 anni, morto sul lavoro in un incidente frontale contro un camion a Livorno. Regione Toscana
31/01/2019 Giovanni Lupia, operaio di 53 anni, morto sul lavoro per essere stato travolto da 600 chilogrammi di gelatina in granuli, all’Italgelatine di Santa Vittoria d’Alba (Cuneo). Regione Piemonte
31/01/2019 Bruno Bertotti, operaio di 42 anni, morto sul lavoro per essere stato schiacciato dal rullo della pressa, alla Ibl, azienda di Coniolo in provincia di Alessandria. Regione Piemonte
01/02/2019 Un operaio di 60 anni, è morto sul lavoro, dopo 2 giorni, per essere precipitato da un’altezza di 4 metri, da un cantiere edile a Pescara.Regione Abruzzo
04/02/2019 Alessandro Ferronato, operaio 45enne di Mussolente, è morto sul lavoro, per essere stato investito e ucciso dal proprio furgone posteggiato a bordo strada, tamponato violentemente da un camion in transito. Secondo una prima ricostruzione la vittima era giunto sul posto, a bordo di un furgone di Veneto strade, con un collega ed erano scesi per sistemare delle protezioni stradali. Il camion, dopo aver travolto una serie di segnali stradali appena sistemati dagli operai, avrebbe tamponato il furgone che è finito contro l’operaio, rimasto ucciso sul colpo, schiacciato tra il camion ed il furgone. Illeso ma fortemente sotto choc il collega del 45enne.
07/02/2019 Giuseppe Butera, 62 anni, di Chivasso (Torino), e Giuseppe Rubino, 59, di Caluso (Torino), sono morti sul lavoro. I due cantonieri, in forza alla Città Metropolitana di Torino, stavano lavorando ad un cantiere stradale quando, secondo la ricostruzione dell’accaduto, sarebbero stati investiti dalla vettura, morendo sul colpo. Regione Piemonte
07/02/2019 Un operaio di 48 anni è morto in un incidente sul lavoro verificatosi nella zona del Vasto a Napoli.L’uomo è caduto dal terzo piano di un’impalcatura in allestimento in via Pisa per lavori che dovevano essere effettuati in condominio e in programma proprio da stamattina.L’operaio, residente ad Ercolano, nel Napoletano, è morto sul colp
08/02/2019 Un operaio, Nicola Vitto, di 48 anni, è morto a Carini (Pa) vittima di un incidente su lavoro. L’uomo stava lavorando in un industria dolciaria a bordo di un elevatore che si è ribaltato. I colleghi e il datore di lavoro lo hanno portato in auto all’ospedale Cervello del capoluogo dove i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso
08/02/2019 Francesco Paolo Agrusa, di 26 anni, è morto a Corleone. Stava eseguendo dei lavori su un traliccio insieme ai colleghi della ditta Cargo, azienda che esegue interventi per conto dell’Enel, quando è stato colpito al capo da una grossa pinza. Lo strumento di lavoro ha bucato il casco e ha provocato una ferita alla testa che non ha lasciato scampo all’operaio
11/02/2019 Valeriu Ciochinica, 43 anni originario della Romania, è deceduto all’alba di questa mattina lungo la regionale 71, nel comune di Cortona, per un incidente stradale mentre si stava recando a lavoro. Era arrivato in Valdichiana e lavorava come operaio nella ditta Menci di Castiglion Fiorentino, specializzata nella produzione di rimorchi e cisterne per camion. Regione Toscana
11/02/2019 Antonio Salvatore, operaio di 45 anni, è morto sul lavoro, per essere rimasto folgorato.Stava spostando il frumento dal rimorchio del camion, ma nel tentativo di sollevare il braccio del mezzo è rimasto folgorato da una scarica elettrica di 20mila volt prodotta dai cavi.
12/02/2019 Gabriele Donetti, 55 anni, è morto per un incidente stradale a Bogogno.L’uomo si stava recando a lavoro.L’auto, uscita di strada, è andata a impattare di una recinzione di una villetta.Regione Piemonte
13/02/2019 Una donna di 53 anni è morta in un incidente stradale, mentre si stava recando a lavoro nella strada che collega Fabriano e Sassoferrato.Regione Marche.
13/02/2019 Aveva compiuto 19 anni a novembre scorso la giovane vittima di un terribile incidente stradale. Manuel Toska, di Sannicola, è morto sulla strada che lo avrebbe portato al lavoro.
La tragedia è avvenuta intorno alle 7, sulla strada che collega Gallipoli a Chiesanuova. Il giovane ha perso il controllo della sua auto ed è uscito fuori strada: l’impatto con un muretto a secco non gli ha lasciato scampo. Il giovane era diretto al il “Supermac”, dove nel reparto macelleria lavora anche il padre. Probabilmente, ma questo lo verificheranno gli accertamenti, stava andando al lavoro.Regione Puglia
15/02/2019 Un agricoltore 70enne originario di Monteforte d’Alpone, è morto sul lavoro per essere rimasto schiacciato da un rimorchio agricolo, probabilmente a causa del terreno sconnesso che ha causato il ribaltamento del mezzo.Regione Veneto
15/02/2019 Danilo Gallinella, 60 anni, direttore di macchina della Rimorchiatori Riuniti Spezzini, rimasto ferito lo scorso 7 febbraio e deceduto nella notte tra mercoledì e giovedì, quando si trovava ricoverato nel reparto di ortopedia dell’ospedale cittadino.Regione Liguria
15/02/2019 Un operaio edile, Giuseppe Ciziceno, 54 anni, di San Giuseppe Jato, è morto a San Cipirello questa mattina, intorno alle 10.30. Ciziceno era un operaio di una ditta che si occupa dei servizi locali di raccolta dei rifiuti. L’uomo si trovava nel deposito dei mezzi dell’azienda in corso Trento. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, mentre stava alzando il cassone di un furgoncino Piaggio Porter, per cause ancora da accertare, è rimasto schiacciato tra lo scarrabile e la matrice.L’uomo è morto sul colpo.
17/02/2019 Emanuele Pellegrino, 19 anni, è morto dopo 3 mesi di agonia.Il giovane era stato vittima di un incidente stradale il 23 novembre scorso, a Matera. Stava andando a lavoro quando ha perso il controllo della moto, una Aprilia Scarabeo. In sella anche sua sorella, rimasta ferita.Regione Basilicata.
17/02/2019 Un pastore romeno di 43 anni, Mihai Vasile, e’ morto scivolando in un burrone in contrada
Musunaro, a Santa Lucia del Mela.L’uomo stava portando a pascolare il gregge quando sarebbe caduto da un’altezza di trenta metri morendo sul colpo. Il cadavere e’ stato recuperato dai vigili del fuoco.Regione Sicilia.
18/02/2019 Un operaio ha riportato ferite mortali a seguito di un incidente sul lavoro che si è verificato nel tardo pomeriggio a Campodazzo. L’operaio stava posando delle reti paramassi ed era imbragato, ma per cause in via di accertamento è caduto sulle rocce ed è morto sul luogo. Stando alle prime informazioni l’uomo di 40 anni era nato a Milano.
18/02/2019 Massimo Abbafati, operaio di 38 anni, è morto sul lavoro per essere rimasto schiacciato dal bobcat che stava manovrando,quando all’improvviso è finito in un fossato, non c’è stato nulla da fare.L’incidente sul lavoro è avvenuto a Ciampino, all’interno di un’area cantiere.Regione Lazio.
19/02/2019 Carlo Bertani, deceduto la mattina di martedì nel tragico incidente, lungo la provinciale Goitese nei pressi dell’officina Bignoni, quando la sua auto è andata a schiantarsi in modo frontale contro un camion che proveniva dalla direzione opposta alla sua. Carlo, solamente 21 anni, dopo aver concluso il proprio percorso scolastico, aveva deciso di darsi da fare nel mondo del lavoro. Oggi lavorava alla Relevi di Rodigo, da dove martedì mattina poco dopo le 6 stava tornando verso casa una volta concluso il turno di notte
19/02/2019 E’ morto dopo tre mesi di agonia Angelo.S., autotrasportatore di 41 anni, di Villaricca, coinvolto in un incendio a Viguzzolo, in provincia di Alessandria. L’uomo che da poco tempo si era trasferito al nord per motivi di lavoro, viveva a Mortara e quella mattina stava trasportando una cisterna di gasolio che poi è scoppiata probabilmente durante le operazioni di saldatura di un serbatoio di un mezzo pesante.
20/02/2019 Un uomo di 80 anni — L.F le sue iniziali — ha perso la vita in un incidente sul lavoro, avvenuto poco prima delle 17 mentre si trovava nella sua azienda agricola. L’uomo stava lavorando il terreno con il suo trattore cingolato in via Spino, a Ponzano di Fermo, quando — giunto in prossimità di una zona scoscesa — si è ribaltato con il trattore.Il capovolgimento del mezzo non ha lasciato scampo all’80enne, che non è sopravvissuto ai gravissimi traumi riportati nello schiacciamento. Regione Marche
20/02/2019 Un operaio di 50 anni è morto nella sua falegnameria a Cologno Monzese, in via Arturo Toscanini, travolto da alcuni pannelli di legno, che sarebbero caduti dall’alto schiacciandolo. Regione Lombardia
21/02/2019 Un imprenditore edile di 59 anni, Ultimino Fraticelli, è morto sul lavoro, ad Abbadia San Salvatore, lungo la Cassia, precipitando dal tetto di un capannone industriale sul quale stava effettuando un sopralluogo. Regione Toscana
21/02/2019 Un operaio di 61 anni, è morto sul lavoro a Pomezia.Stava scaricando alcuni pannelli di cartongesso da un camion quando il materiale, per motivi in corso di accertamento, gli è caduto addosso uccidendolo. Regione Lazio
21/02/2019 Massimiliano Visintin, operaio di 52 anni, è morto sul lavoro, per essere rimasto schiacciato dalla pressa dell’azienda di riciclaggio per cui lavorava.Massimiliano Visintin, originario di Conegliano, si era trasferito a Varese dopo aver trovato lavoro in Svizzera mentre la moglie Franca era rimasta a Conegliano insieme al figlio Andrea. Da anni Massimiliano sognava di poter trovare un nuovo lavoro in Veneto per poter tornare a vivere insieme alla sua famiglia
23/02/2019 Marian Robert Nacsu, operaio di 22 anni, è morto sul lavoro nel cortile esterno di una ditta che si occupa di raccolta di carta e cartone in zona Padiglione, area industriale del Comune neroniano della provincia romana.Secondo quanto si apprende, il 22enne, residente a Pomezia, stava spostando delle balle di cartone in un cassonetto metallico. Mentre lavorava è però caduto da un’altezza di circa 1 metro e mezzo ed ha sbattuto con il volto contro lo stesso cassonetto metallico con il materiale che stava spostando che gli è poi finito addosso. Per il giovane operaio non c’è stato nulla da fare, è morto sul colpo.
25/02/2019 Mario Antonio Salerno, operaio di 48 anni, è morto sul lavoro per essere caduto da un impalcatura a San Cataldo (Caltanissetta), riportando traumi letali, morendo praticamente sul colpo. Lascia moglie, figlia, i genitori e due fratelli.Regione Sicilia
25/02/2019 Giacomo Gallo, operaio di 56 anni, è morto sul lavoro per essere rimasto gravemente ferito per il crollo di un fognatura in un cantiere edile a Desio (Monza).Regione Lombardia
26/02/2019 Ciro Paudice, operaio di 61 anni, è morto sul lavoro per essere caduto da tetto di una struttura da un’altezza di 6 metri a Monza.Regione Lombardia
27/02/2019 Enrico Moi, un quarantaseienne di Rossano Veneto, è morto mentre tornava a casa al termine del turno di lavoro notturno. L’incidente stradale è avvenuto poco prima delle 5.30 lungo via Bassano, nel territorio di Rossano Veneto: forse a causa di un colpo di sonno,l’automobilista ha perso il controllo della sua Ford Focus e, uscito di strada, è finito in una roggia, incastrandosi sotto un ponticello. A dare l’allarme è stato un residente nella zona, che ha udito il violento botto provocato dallo scontro e ha chiamato i soccorsi.
27/02/2019 Roberto Pulli, operaio di 56 anni, è morto sul lavoro per essere precipitato da un’impalcatura mobile mentre lavorava al cantiere per la ristrutturazione di un immobile, a Monteroni (Lecce).Regione Puglia
01/03/2019 Flavio Bani, operaio cinquantenne, è morto sul lavoro precipitando da un’altezza di 4 metri, causa di un forte trauma cranico, portato immediatamente in elicottero al Niguarda di Milano dove successivamente deceduto.Regione Lombardia
02/03/2019 Un operaio di 45 anni è morto sul lavoro per essere rimasto folgorato dai cavi dell’alta tensione (15 mila volt).Fulminato da una scarica di corrente mentre eseguiva lavori di manutenzione in una stradina di campagna a Sestu.Regione Sardegna
02/03/2019 Un operaio di 52 anni, Danilo.Dalmasso. di Borgo San Dalmazzo, è morto questa mattina in un incidente sul lavoro a Robilante, in Val Vermenagna (Cuneo).Secondo una prima ricostruzione, l’uomo lavorava in cava alla guida di un escavatore quando, per cause in corso di accertamento, è stato travolto da un cumulo di sabbia e terra. Regione Piemonte
02/03/2019 Arjan Cekani, operaio albanese di 40 anni, è morto sul lavoro, dopo 5 giorni all’ospedale Niguarda di Milano.L’operaio era rimasto gravemente ferito il 25 Febbraio, nell’azienda dolciaria Piuma D’oro.Ha tentato di sbloccare l’impastatrice su cui stava lavorando, ma il braccio si è impigliato nell’ingranaggio ed è stato risucchiato nel macchinario. Regione Lombardia
04/03/2019 Franco F. imprenditore di 75 anni, è morto sul lavoro per essere caduto dal tetto del capannone della sua attività a Paliano (Frosinone).Regione Lazio
04/03/2019 Una donna di 46 anni che stava tornando a casa dopo il turno di lavoro notturno la vittima del tremendo incidente che è avvenuto nelle prime ore di questa mattina, attorno alle 7, sulla SS47 in zona Valbrenta a San Nazaio. La 46enne aveva appena terminato di lavorare in ospedale e con la propria auto stava andando in direzione Bassano del Grappa Per cause in corso di accertamento, ad un
certo punto ha perso il controllo dell’auto uscendo di strada e finendo prima contro il guardrail e successivamente ‘rimbalzata’ nella corsia opposta da dove stava provenendo un’autocisterna per il trasporto del gasolio.Lo scontro è avvenuto frontalmente e non ha lasciato scampo alla donna.Regione Trentino Alto Adige
05/03/2019 Un uomo di 58 anni è morto sul lavoro mentre stava eseguendo il gonfiaggio di una gomma di un pullman in un deposito in zona Osmannoro a Firenze.Regione Toscana
05/03/2019 Egidio Di Benedetto, operaio di 63 anni, morto sul lavoro a 32 miglia dal porto di Ancona. L’uomo lavorava sulla piattaforma Barbara F. dell’Eni. Faceva il gruista e mentre stava caricando un bombolone di azoto si è verificato il cedimento delle infrastrutture sulle quali era installata la gru di sollevamento. La gru è caduta in mare con tutta la cabina di comando, nella quale vi era Egidio Benedetto. Il corpo senza vita è stato trovato dopo due ore di ricerche a circa 70 metri di profondità .
05/03/2019 Tragedia a Montefusco in via Pioppo dei Cappuccini dove un bracciante agricolo di Mirabella Eclano, mentre era a bordo di un trattore ha perso il controllo dello stesso ed è rimasto ucciso dal mezzo agricolo. Il 50enne si stava recando a lavoro quando per cause ancora in corso di accertamento si è verificato l’incidente.
06/03/2019 Valter Cassanmagnago, operaio di 56 anni, è morto sul lavoro, per essere rimasto schiacciato sotto il mini-escavatore che stava manovrando e che si era ribaltato.Regione Lombardia
06/03/2019 Un operaio di 65 anni è morto cadendo dal tetto di una casa in ristrutturazione.L’uomo è morto sul colpo dopo un volo di una decina di metri, a Lurisia di Roccaforte Mondovì, in provincia di Cuneo.Regione Piemonte
06/3/2019 Un uomo è morto nel pomeriggio a Moso In Passiria, colpito da una scarica di sassi mentre lavorava a Moso in Passiria. Precipitato per diversi metri, è stato soccorso da un elicottero arrivato da Innsbruck, perchè quelli locali erano impegnati su altri incidenti, ma i sanitari non hanno potuto che constatare il decesso.Regione Trentino Aldo Adige
07/03/2019 Robertina Scognamillo, 51 anni, nata a Carovigno e residente a Brindisi, è deceduta a causa delle ferite riportate nell’incidente in cui sono rimasti coinvolti un furgone e un’auto. Per Robertina Scognamillo non c’è stato niente da fare. I soccorritori hanno provato a rianimarla, ma il tentativo è stato vano. Robertina Scognamillo cuoca presso l’arsenale della Marina militare e in passato aveva lavorato anche come cuoca per il comando dei vigili del fuoco di Brindisi. Incidente stradale mortale a Brindisi L’incidente è avvenuto attorno alle 20,40.
A quanto si apprende, la donna stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro sulla strada che percorreva quotidianamente.. Era alla guida di una Citroen C3 che, per causa da chiarire, è finita contro il furgone all’altezza dello svincolo per contrada Montenegro. Alla guida del furgone un uomo di 56 anni, F.C, nato e residente a Brindisi, rimasto ferito in maniera lieve
08/03/2019 Paolo Cantelli, 63 anni, e’ morto mentre stava ritornando a casa da lavoro con la sua bicicletta, per essere stato investito da una ford fiesta a Copparo.Regione Emilia Romagna
09/03/2019 Antonello Migliaccio, operaio di 39 anni, morto sul lavoro per essere caduto da una piattaforma su cui stava lavorando a Pastorano, in provincia di Caserta .Regione Campania
09/03/2019 Marco Lucchesi, tecnico informatico dell’Asl, morto per un incidente stradale, mentre tornava a casa da lavoro con la sua moto.Regione Toscana
10/03/2019 Un operaio di 40 anni e’ morto sul lavoro, per essere caduto da un impalcatura, da un’altezza di 6 metri in provincia di Caserta.Regione Campania
11/03/2019 Giampiero Buttarazzi, 55 anni, morto per un incidente stradale mentre si recava a lavoro.Regione Lazio
12/03/2019 Un anziano di 83 anni a bordo di una Fiat Qubo ha travolto questa mattina un agricoltore imperiese di 55 anni che stava potando gli olivi sul margine della strada, in via Felice Musso a Oneglia. L’uomo, che ha riportato ferite interne è deceduto poco dopo in ospedale.Regione Liguria
11/03/2019 . Giuliano Pagliaccia, 33 anni di Montefiascone, ha perso la vita mentre tornava a casa da lavoro al volante della sua auto. Inutili i tentativi di strapparlo alla morte: quando sono arrivati i soccorritori il suo cuore aveva già cessato di battere. Ora lo piangono a Montefiascone, dove era molto conosciuto, ma anche nel capoluogo dove aveva iniziato a farsi apprezzare insieme al socio grazie alla pizza che usciva dal loro forno.Regione Lazio
12/03/2019 Antonio Leva, operaio di 38 anni, morto sul lavoro per essere stato schiacciato da un mezzo pesante in un’azienda agricola a Carapelle (Foggia).Regione Puglia
13/03/2019 Cristian Rizoiu, operaio romeno di 55 anni residente a Ladispoli è morto sul lavoro dopo essere caduto da un ponteggio alto circa 2 metri.Regione Lazio
13/03/2019 E’ morto all’ospedale di Careggi, l’operaio 45enne di origini albanesi residente a Pistoia caduto ieri da una scala appoggiata a una pianta, da un’altezza di circa tre metri e mezzo procurandosi un forte trauma cranico.
L’incidente era avvenuto in un’azienda vivaistica di Calsaguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese, dove l’uomo, insieme ad altri operai, stava rialzando i pini in vaso che nella notte erano caduti a terra, colpiti dalle raffiche di vento.Regione Toscana
14/03/2019 Michele D’Adamo, morto sul lavoro per un esplosione di un deposito di fuochi di artificio a Gesualdo.Regione Campani
15/03/2019 Un operaio è morto dopo un incidente sul lavoro avvenuto lo scorso 20 febbraio. Michele Vinci, 63 anni era rimasto impigliato con la sciarpa nella macchina seminatrice nei campi di Camporeale, in provincia di Palermo.Regione Sicilia
18/03/2019 Pinta Jurica, operaio di 25 anni e dipendente della ditta “Metalvar Italia Srl”, è morto sul colpo, schiacciato da una lastra in acciaio che, per cause ancora in corso di accertamento, gli è crollata addosso durante una fase di puntellatura.Regione Friuli Venezia Giulia
18/03/2019 È Giuseppe Cogno la vittima dell’incidente avvenuto stamane , lunedì 18 marzo, in un area boschiva di Piozzo. L’uomo, 68 anni agricoltore carrucese, era impegnato nel’abbattimento di un albero ad alto fusto che lo ha travolto cadendo , vani i soccorsi allertati intorno alle 11,30.Regione Piemonte
20/03/2019 Un uomo di 32 anni di Nova Siri è morto questa mattina a Policoro mentre stava tagliando degli alberi per conto della ditta per cui lavorava.Regione Basilicata
21/03/2019 E’ morto schiacciato dal suo camion. Tragico incidente sul lavoro per un uomo di 47 anni originario di Ferrara che ha perso la vita in pieno centro a Vezzano, inTrentino.
21/03/2019 Un operaio, M.L., 54 anni, di Romano d’Ezzelino (Vicenza), è morto ieri sera in un incidente all’interno della fonderia “Bifrangi” di Mussolente, di cui era dipendente. L’uomo è stato trovato da alcuni colleghi a terra privo di sensi, con ustioni al corpo
(da “L’Espresso”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
IL GETTITO E’ PASSATO DA 4,9 A 10,2 MILIARDI DI EURO: “ACQUISTARE UN IMMOBILE E’ DIVENTATO UN INCUBO”
In sei anni 156 miliardi di euro. E’ il conto di quanto versato a partire dal 2012 da famiglie e
imprese per Imu e Tasi.
Il calcolo lo ha fatto la Cgia che parla di patrimoniale a tutti gli effetti che, da un lato, ha alleggerito pesantemente i portafogli dei proprietari di immobili e, dall’altro, ha deprezzato pesantemente il valore economico di abitazioni, negozi e capannoni. Rispetto al 2008, anno in cui è scoppiata la bolla, in molti casi gli immobili hanno perso fino al 40 per cento del proprio valore.
La Cgia che ha messo in linea il gettito di Imu e Tasi registrato nel 2012, anno in cui l’allora governo Monti reintrodusse l’imposta sulla prima casa, e quello degli anni successivi, fino ad arrivare al 2018 (ultimo disponibile).
«Fino a qualche anno fa — segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo — l’acquisto di un’abitazione o di un immobile strumentale costituiva un investimento. Ora, in particolar modo chi possiede una seconda casa o un capannone, sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari, ad esempio, questi edifici sono sottoposti ad un carico fiscale da far tremare i polsi».
Se con l’abolizione della Tasi sulla prima casa i proprietari hanno risparmiato 3,5 miliardi di euro all’anno, sugli immobili strumentali, invece, il passaggio dall’Ici all’Imu ha visto raddoppiare il prelievo fiscale.
Tra il 2011, ultimo anno in cui è stata applicata l’Ici 2, e il 2018 il gettito è passato da 4,9 a 10,2 miliardi di euro. Va comunque sottolineato che da qualche anno il prelievo sulle attività produttive è diminuito grazie all’eliminazione dell’Imu sugli imbullonati e, solo da quest’anno, a seguito della deducibilità dell’imposta che è salita dal 20 al 40 per cento.
«Il 2019 sarà un anno difficile e di sfida, ma l’Italia può farcela se applicherà la ricetta per la crescita, ovvero meno spesa pubblica e meno tasse», commenta il segretario della Cgia, Renato Mason. «Per ammortizzare la frenata del Pil – prosegue – bisogna assolutamente evitare l’aumento dell’Iva. Cittadini e imprese non possono più pagare il conto dell’incapacità della politica di affrontare con decisione una volta per tutte il tema della razionalizzazione delle uscite totali».
Con una pressione fiscale che, nonostante le promesse, per l’anno in corso è destinata addirittura ad aumentare, fare impresa è sempre più difficile, anche perchè le tasse sugli immobili hanno raggiunto una soglia inaccettabile. «Sebbene sia stata presa qualche misura a favore delle imprese, il quadro generale rimane sconfortante. Mi preme sottolineare — conclude Zabeo — che il capannone non viene ostentato dal titolare dell’azienda come un elemento di ricchezza, ma come un bene
Imposta comunale sugli immobili
A livello territoriale il maggiore prelievo Imu-Tasi si verifica in Valle d’Aosta: nel 2018 il gettito pro-capite è stato pari a 712 euro, contro una media nazionale di 348 euro. Particolarmente sostenuto anche il gettito pro capite presente in Liguria (583 euro), in Trentino Alto Adige (499 euro) e in Emilia Romagna (436 euro).
Rispetto al 2011, ultimo anno in cui è stata applicata l’Ici, la variazione di gettito prelevato su tutti gli immobili presenti nel Paese è aumentata, in termini assoluti, del 114 per cento. Se 8 anni fa i Comuni hanno incassato 9,8 miliardi di euro, tra Imu e Tasi l’anno scorso hanno riscosso 21 miliardi. In termini percentuali, le regioni con l’incremento del valore assoluto più importante registrato tra il 2011 e il 2018 sono state il Trentino Alto Adige (+185 per cento), il Molise (+161 per cento) e la Valle d’Aosta (+155 per cento) (vedi Tab. 4). In termini pro-capite, invece, sempre il Trentino Alto Adige (+175 per cento), il Molise (+165 per cento) e la Valle d’Aosta (+156 per cento).
(da “La Stampa”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
A ROMA SI E’ TENUTO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO PANEUROPEO
In fondo al viale alberato si vede imponente la Basilica dei Santi Pietro e Paolo. Il sole è quello tiepido di fine marzo, ma è abbastanza forte da rendere le bandiere viola ancora più brillanti. È il viola di Volt, il movimento paneuropeo che da due anni tesse la tela fitta del rinnovamento dell’Europa.
Volt nasce per dare una “scossa” all’Europa, una scarica elettrica che risvegli. “È una parola internazionale che non va tradotta in nessuna lingua”, dice a TPI Andrea Venzon, presidente di Volt Europa. E questa intuizione racchiude il cuore pulsante del progetto: lo sguardo internazionale, che supera l’idea di confine e che riconosce la ricchezza nell’unità .
Gli attivisti si sono ritrovati a Roma il 23 marzo per il Congresso europeo per presentare i candidati alle Europee del primo partito paneuropeo della storia. Palcoscenico del meeting è l’Auditorium del Massimo, nel cuore verde dell’Eur. All’entrata, un gruppuscolo di attivisti accoglie entusiasta chi arriva. Al benvenuto iniziale si accompagna un’ondata di viola accecante. Fa caldo fuori, ma in tanti indossano le felpe dello stesso colore su cui campeggia il nome del movimento.
In platea giovani e meno giovani, italiani e stranieri, attivisti e curiosi. Le luci si abbassano, restano solo quelle bianche che puntano sul palco, che si fondono coi faretti. Viola, ovviamente, tanto che perfino il blu delle bandiere dell’Unione europea con cui è tappezzato il teatro si trasforma in violaceo. All’improvviso la musica sparata dalle casse annuncia l’ingresso del leader, il primo dei tre.
È Andrea Venzon, 27 anni, milanese. Dopo di lui, sul palco del Teatro Massimo saliranno gli altri due, Damian Boeselagr e Colombe Cahen-Salvador. Volt in due anni è cresciuta e ora, alla vigilia delle Europee, rivendica la propria identità , presenta un programma programma preciso, un progetto che supera le nazioni e unisce, sotto il segno del sociale e del nuovo.
Andrea Venzon, sceso dal palco, si prende gli applausi e gli abbracci dei compagni di viaggio. Sotto il sole caldo di mezzogiorno che gli ravviva la barba incolta rossa, il 27enne parla della sua creatura a TPI.
Se dovessi convincere qualcuno a sostenere Volt in tre parole, quali sarebbero?
Democrazia, opportunità e diritti. L’Europa al momento non è democratica e questo problema va risolto. Opportunità perchè in Italia quello che manca non è Quota 100 o Reddito di Cittadinanza, ma lavoro. 300mila italiani lasciano il paese perchè non hanno opportunità . Siamo convinti che con l’utilizzo dei fondi europei — 60miliardi che scadranno l’anno prossimo, 10 volte il reddito di cittadinanza — potremmo far ripartire molte regioni rimaste indietro, creare incentivi per le imprese e fare in modo che i giovani abbiano opportunità sul territorio. Il terzo punto è quello dei diritti: diritti delle donne, ma anche sostenibilità , fondamentali per il nostro paese.
Vi chiamano il movimento dei millenials: essere giovani è un punto di forza?
Il bello di Volt è che è un partito iniziato dai giovani che pensa anche ai giovani. Non è un partito che guarda solo all’elettorato più ampio, he è quello più in là con l’età , come fanno gli altri. Ci chiamano il partito dei giovani, ma la verità è che la platea è molto mista. In Italia siamo partiti con un’età media di 30 anni e ora siamo a 40.
Come si convincono i giovani?
Avendo dei giovani all’interno scatta un po’ l’effetto palla di neve e le persone iniziano a pensare che la politica tocchi anche loro. In più noi puntiamo molto su progetti concreti: raddoppiare i fondi per l’Erasmus, fare in modo che ci sia un diritto alla mobilità . Andare a lavorare direttamente sulle cose che interessano ai giovani.
Brexit. Siete nati all’indomani del referendum, su spinta di quel risultato. Oggi c’è uno stallo assordante.
Sono contento di dire che un centinaio di persone di Volt che sarebbe dovuto essere qua ha cancellato la partecipazione per aderire alla marcia contro la Brexit a Londra. È fondamentale che Volt Uk, se il Regno Unito rimane in Europa o meno, resti parte della nostra famiglia europea. Quello che offriamo alle persone della Gran Bretagna è la possibilità di rimanere connessi anche se uscirà . La Brexit è un fallimento dell’Unione europea, lontana migliaia di chilometri dalle persone.
Che cosa non funziona in Europa?
Innanzitutto l’Europa ha grossi problemi di democrazia. Il Parlamento, eletto da 500 milioni di persone, non ha iniziativa legislativa e questo crea un vacuum tra le istituzioni e le persone. Un altro problema è il Consiglio europeo che prende decisioni all’unanimità : nel momento in cui si presenta una crisi, l’Europa non conta. E l’abbiamo visto nella crisi dei migranti e in quella finanziaria. È sempre negoziazione tra interessi nazionali, mentre noi vorremmo che si creasse un interesse europeo. Almeno su certe tematiche: confini, sicurezza e immigrazione.
A proposito dell’immigrazione, qual è la posizione di Volt?
Il tema dell’immigrazione non finirà oggi. La crisi va gestita e deve farlo l’Europa, non l’Italia. Serve una soluzione europea: Volt è l’unico attore in questo momento che se acquisisse un peso politico europeo potrebbe portarla avanti. Riformare il trattato di Dublino prevede l’accordo di tutti i paesi. Nemmeno il più europeista dei partiti nazionali può farcela da solo. Un altro tema è quello di lavorare con l’Africa. Mi fa ridere lo slogan “aiutiamoli a casa loro”. Aiutiamoli a migliorare casa loro. Fa bene anche a noi se l’Africa cresce economicamente, visto che siamo la forza economica più prossima. Soprattutto bisogna investire di più in integrazione. Quello che succede è frutto di culture diverse, sì, ma qui le persone che arrivano non trovano una rete sociale pronta a supportarli. E questa è colpa del governo.
Qualcuno vi ha accostato al M5s per non avere un riferimento ideologico.
Io dico sempre che non siamo nè di destra nè di sinistra perchè siamo un partito europeo: le sinistre e le destre in Europa sono cose diverse. Abbiamo evitato questa etichetta e ci siamo definiti progressisti: con dei valori chiari che sono i diritti umani, la crescita sostenibile e inclusiva che ci guida. La differenza evidente con il M5s sta nei valori che portiamo avanti: è vero che siamo nati dal basso, dalle piazze, dalla rete, ma non abbiamo un padre padrone come loro e portiamo avanti politiche antitetiche: dai vaccini alle infrastrutture.
Quali sono i vostri interlocutori?
Ci hanno contattato tutti — tranne le forze di governo — in vista delle Europee per collaborare a livello nazionale e locale. Noi abbiamo deciso di portare avanti la raccolta firme perchè quello che vogliamo non è una poltrona, ma radicarci nel territorio e fare il grosso sforzo di confrontarci coi cittadini. Abbiamo iniziato un mese fa e abbiamo raccolto più di 25mila firme. Non è perchè odiamo tutti gli altri, nè perchè pensiamo che solo il viola sia il colore giusto — come ha fatto il M5s — ma perchè pensiamo che in questo momento storico sia importante definire un’identità , senza fare giochi politici per arrivare al Parlamento europeo.
C’è qualcuno a cui vi sentite più vicini? Carlo Calenda, Emma Bonino, ad esempio.
L’aspetto politico moderato ed europeista è quello che ha idee più vicine alle nostre. Calenda e +Europa hanno delle politiche in comune con noi quindi è facile collaborare. Con le forze di governo noi non condividiamo nulla, quindi non potremmo mai dialogare.
Romano Prodi qualche giorno fa diceva che l’Italia non è mai stata leader in Europa, ma la sua voce veniva ascoltata, mentre oggi non è così. Come si torna a essere ascoltati in Europa?
Prima di tutto dobbiamo tornare ai tavoli europei. Sembra un’affermazione banale, ma i nostri rappresentanti non vanno a negoziare con l’Europa. Il ministro degli Affari europei Savona non è mai andato a Bruxelles dall’inizio del suo mandato. E poi è una questione di serietà : l’Italia è stato un partner finchè era vista come un paese affidabile. Oggi non lo è. Ad oggi se ogni volta che c’è un migrante Salvini incolpa i tedeschi e chiude i porti, i partner europei si distaccano. È anche una questione di atteggiamento. È vero pure che nella crisi migratoria l’Italia è stata lasciata sola, quello dimostra come l’Europa sia ancora da farsi. Finchè non ci sarà un interesse davvero europeo, le crisi saranno sempre gestite male.
Che cos’ha Volt più degli altri?
Due cose: prima di tutto siamo un movimento europeo. Questo è il futuro della politica: o l’Europa si disfa o diventa una politica comune, in cui si pensa a soluzioni comuni.
La seconda cosa è che abbiamo tanti giovani. Può sembrare un tema di marketing, ma il fatto di avere un partito che ascolti la voce di una fascia che non è ascoltata aggiunge tantissimo. Nel nostro programma abbiamo molto su innovazione e tecnologia, ad esempio. Sì, Di Maio ogni tanto cita questi temi, ma la verità è che nessuno ci sta lavorando.
(da TPI)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
TANTE SIGLE IN PIAZZA, DAGLI AMBIENTALISTI AI NO TAV: “CONTRO LE DEVASTAZIONI AMBIENTALI”… C’E’ ANCHE LA GIGANTOGRAFIA DI LORENZO ORSETTI
“Siamo 150mila persone”: gli organizzatori della marcia “per il clima e contro le grandi opere
inutili”, che oggi ha attraversato le strade di Roma snocciolano numeri da grandi raduni per la manifestazione che ha raccolto da tutta Italia decine di migliaia di persone sotto sigle anche diversissime: ambientalisti e movimenti come i No tav, i No Triv, i No Tap e i cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell’Ilva.
Presenti anche gli studenti della Rete della Conoscenza: “La nostra generazione – ha dichiarato Giacomo Cossu, coordinatore nazionale della Rete – ha iniziato una rivolta per salvare il nostro futuro, denunciando tutte le attività inquinanti che concorrono al disastro ambientale: vogliamo cambiare il sistema, non il clima. Dalle scuole e dalle università continueremo ad organizzare mobilitazioni per rivendicare un sistema economico sostenibile e un’immediata politica di abbattimento dei danni all’ambiente in ogni attività produttiva. I partiti hanno dimostrato di non voler andare oltre la retorica, perciò continueremo ad occupare le piazze finchè non vedremo un cambio di passo reale”.
“Oggi siamo qui per unire le battaglie di coloro che stanno lottando per migliorare il mondo in cui vivono. Non siamo qui per manifestare a favore del nostro cortile, perchè il nostro cortile è il mondo intero”, ha aggiunto Tommaso Cacciari, nipote del filosofo, che fa parte del comitato No grandi navi di Venezia.
Ad aprire il corteo, lo striscione con la scritta “Marcia per il clima contro le grandi opere inutili e contro le devastazioni ambientali”.
“Oggi siamo qui per lottare per i diritti, per la giustizia sociale, per l’acqua pubblica, per la terra, contro le grandi opere inutili. Di legge – ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, anche lui in corteo – ce ne vuole una in Italia e non solo in Italia, quella per la messa in sicurezza delle nostre terre. Bisogna dare potere a chi potere non ha ed unire le lotte. Napoli è presente, noi ci siamo e di questo siamo orgogliosi”.
Una gigantografia di Lorenzo Orsetti, il giovane italiano morto in Siria mentre combatteva a fianco dei curdi per sconfiggere lo Stato Islamico, ha campeggiato al centro della marcia.
Sul manifesto, tenuto in mano dagli studenti nella parte romana del corteo, c’era la scritta “Lorenzo Tekoser Orsetti, Sehid Namirin” (i martiri non muoiono mai ndr) sotto la foto del giovane. “Ricordiamo Orso Tekoser – dicono gli organizzatori – morto mentre combatteva per tutti noi”.
(da agenzie)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
RESTANO MOLTI INTERROGATIVI DOPO LA FIRMA DEL MEMORANDUM E DEGLI ACCORDI COMMERCIALI
A poche ore dal termine della tappa principale della visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping a Roma, il dibattito vivace che l’ha preceduta e accompagnata è destinato a continuare più acceso di prima.
La decisione italiana di firmare un controverso Memorandum of Understanding (MoU) bilaterale con la Cina, che ha visto l’Italia al centro di un’ondata di reazioni critiche provenienti soprattutto dalla Commissione europea e dagli Stati Uniti, è stata una mossa largamente percepita come divisiva, sia all’interno dell’Unione europea che nei confronti degli alleati della Nato.
Sebbene il governo italiano abbia ripetutamente dichiarato che questo documento di larga intesa non sigla alcuna alleanza strategica tra Roma e Pechino, e il Presidente Mattarella lo abbia voluto inserire nero su bianco nel testo e ulteriormente ribadire nella sua dichiarazione ufficiale in presenza del Presidente Xi, è indubbio che l’MoU sia un documento politico che sancisce la volontà di cooperazione dell’Italia al progetto cinese delle cd nuove vie della Seta, il cui nome ufficiale è Belt and Road Initiative (BRI).
Cosa significhi la firma dell’Italia e quali implicazioni potrebbe avere sul corso effettivo delle relazioni con la Cina, con gli altri Stati Membri fondatori dell’Unione europea, nell’ambito delle Istituzioni europee e con gli alleati a Washington resta tutto da vedere e in gran parte ancora da giocare.
Non è di certo un punto di arrivo nelle relazioni con la Cina, ma semmai un punto di partenza, allo scoperto e in piena corrente.
Nelle relazioni economiche e commerciali con la Cina, l’Italia ha dato la giustificata impressione di voler navigare in solitaria, illudendosi di poter recuperare da sola la distanza che la separa dagli Stati Uniti, dalla Germania e dalla Francia.
È vero che ciascuno dei tre ha sempre gestito molto bene i propri interessi economici con la Cina, senza troppo curarsi di quelli altrui e senza aspettare che un’eventuale e finora improbabile posizione comune emergesse in Europa.
Senza mai esporsi politicamente, Washington, Berlino e Parigi hanno sempre lavorato per avere accesso al mercato cinese, esportare molto in Cina a fronte di altrettante importazioni, investire in imprese in Cina e accogliere imprese cinesi in casa. Non hanno mai avallato posizioni comuni perchè non ne percepivano la necessità .
Oggi una volontà comune ancora non si vede, ma qualcosa è cambiato.
Innanzitutto, un documento che introduce lo screening degli investimenti diretti in entrata dall’estero nell’UE è stato emesso dalla Commissione, anche se solo quando, nell’autunno del 2017, la Germania lo ha ritenuto necessario, dopo che le era stata soffiata dai cinesi Kuka, il suo gioiello della robotica.
A quel documento l’Italia, con il lavoro di Carlo Calenda, aveva contribuito, chiedendo da tempo un fronte comune. Inoltre, il 12 marzo scorso, sempre la Commissione ha emanato un decalogo di azioni suggerite agli Stati Membri nelle loro relazioni con la Cina, sotto il nome significativo di China strategy.
Questo decalogo include tra l’altro un riferimento esplicito alla necessità di salvaguardare i settori maggiormente strategici degli SM, come quello delle telecomunicazioni, da eccessive ingerenze cinesi. Non è difficile immaginare che tale decalogo sia stato ispirato dall’imminente firma dell’Italia, e questo può essere un primo effetto positivo della mossa italiana in prospettiva della definizione di una posizione comune europea, che ha sempre stentato a emergere.
Infatti, mentre i principali paesi europei preferivano curare individualmente i loro interessi in e con la Cina, quest’ultima tesseva con costanza e pazienza la sua tela nel resto dell’Europa, costruendo intese economiche e commerciali bilaterali con ormai 16 paesi in Europa centro-orientale, alcuni dei quali Stati Membri dell’UE, e allargando a macchia d’olio la sua influenza economica, ma anche al contempo politica.
Influenza che ora sta abbracciando il sud dell’Europa: prima dell’Italia, la Grecia e il Portogallo hanno firmato un MoU, e Cipro potrebbe seguire.
L’abile mossa di Macron di invitare Angela Merkel e il presidente Junker a Parigi per incontrare Xi nei prossimi giorni segnala la volontà di innalzare il livello dal bilaterale al comunitario, atteggiamento che potrebbe ispirare anche il governo italiano.
Se davvero il MoU firmato oggi, come dichiarato da alcuni esponenti del governo, ha lo scopo di elevare il livello delle relazioni con la Cina, allora sarà opportuno dialogare maggiormente con Bruxelles in vista del prossimo EU-China summit dei primi di aprile.
Per quanto riguarda la nostra appartenenza all’alleanza nord-atlantica, non è tanto la firma in sè a sancire prese di posizione, come gli Stati Uniti hanno voluto sottolineare, ingigantendo volutamente la portata dell’MoU, per giustificati motivi strategici di interesse comune agli Stati Uniti e all’Italia.
È indubbio che un’intesa con la Cina da parte di un paese che ospita molte basi NATO e dal quale dipende tuttora la sicurezza dei traffici nel Mediterraneo, crea dubbi non tanto sulla fedeltà degli alleati, quanto sulla loro ingenuità nell’esporsi a potenziali posizioni difficili.
Per questo i settori delle telecomunicazioni e dei porti sono stati oggetto delle maggiori preoccupazioni da parte degli Stati Uniti.
Ma al di là delle conseguenze della firma sulle relazioni con l’Europa e con gli Stati Uniti, quali effetti potrà avere l’MoU sulle relazioni Italia-Cina?
Al momento di risultati concreti non se ne vedono, dal momento che non si sa molto della trentina di accordi siglati nel Business Forum Italia Cina che si è svolto parallelamente al vertice.
Tra gli esempi noti, la collaborazione per la trasmissione delle partite di calcio italiano in Cina, per l’aumento del turismo cinese a Roma attraverso una semplificazione della procedura dei visti, e la collaborazione tra le agenzie ufficiali di stampa italiana e cinese non sono rappresentativi dei grandi vantaggi economici che l’Italia potrebbe trarre.
A dir il vero, servono più gli interessi cinesi di quelli italiani.
Inoltre, pur concedendo alle imprese e al mondo produttivo coinvolto direttamente nella serie di accordi d’affari siglati a latere dell’MoU di non volersi occupare nè interessare degli aspetti geopolitici associati all’MoU (come ha efficacemente dichiarato il presidente del porto di Trieste Zeno D’Agostino: “io non mi occupo di geopolitica, io mi occupo di business”), non si capisce quale sia la visione del ruolo italiano nella BRI.
Per esempio, aumentare semplicemente i traffici nel porto di Trieste può essere un vantaggio limitato e di poco valore, se il porto diventerà semplicemente lo scalo dei traffici gestiti dai cinesi tra il Marocco, Suez, il Pireo a sud e la Slovenia e l’Ungheria a nord, dove le aziende cinesi hanno da tempo grandi
investimenti produttivi nel settore automobilistico.
Da sempre, nei paesi che funzionano bene, la politica è funzionale alla crescita economica e allo sviluppo, e questo fanno da sempre gli Stati Uniti, la Germania, la Francia e la Cina.
Con questo MoU, si è sostenuto che l’Italia voglia dare una cornice giuridica (IlSole24Ore) agli accordi operativi e concreti tra Italia e Cina.
È presto per dire quali saranno davvero i risultati concreti per il paese, al di là della collaborazione culturale. Servono risultati concreti e misurabili in termini di maggiori esportazioni, a fronte di importazioni che non aumentano (e non invece semplicemente di maggiore interscambio, senza menzione degli squilibri commerciali).
Se diventare hub logistico senza effetti sui settori produttivi corrisponde alla visione del ruolo dell’Italia nella BRI, allora l’MoU avrà portato certamente risultati concreti, ma soprattutto per la Cina.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
IL MESSAGGIO CHE EMERGE E’ UNA GRANDE VITTORIA POLITICA CHE LA CINA POTRA’ GIOCARSI NEL RESTO DEL MONDO
Xi Jinping che scende dall’aereo, mano nella mano con la moglie. Xi Jinping che cammina al
fianco di Sergio Mattarella al Quirinale. E poi tutte le strette di mano, con il presidente della Repubblica e con quelli di Camera e Senato.
Anche oggi le prime pagine dei quotidiani cinesi (oltre che le prime notizie dei telegiornali) sono tutte per la visita di Stato in Italia del presidentissimo cinese.
Copertura a tutto campo sul Renmin Ribao, il Quotidiano del Popolo, con cinque pagine dedicate che spaziano dagli appuntamenti ufficiali agli scambi culturali tra i due Paesi.
Mentre come sempre il quotidiano nazionalista Global Times è più tagliente, inserendo il viaggio di Xi e il suo passaggio in Italia nell’ottica dei rapporti con l’Unione: “Cina ed Europa lavorano insieme per cercare un terreno comune”, titola la versione in mandarino sotto la fotona con Mattarella, mentre quella in inglese scrive che la firma del memorandum sulla Via della seta da parte dell’Italia è “un buon esempio per l’Unione europea”.
È uno dei messaggi più chiari che si hanno leggendo in questi giorni i quotidiani di Stato cinesi, elemento organico della macchina di propaganda: l’adesione di Roma al grande progetto infrastrutturale disegnato da Xi è una grande vittoria politica per la Cina, che potrà essere giocata nel resto del mondo.
Per la Cina siamo una avanguardia d’Europa. Il Global Times in particolare insiste sul fatto che “l’Italia ha insistito nell’unirsi a Belt and Road nella speranza di risollevare la sua economia stagnante”, per poi fare un passo in avanti, all’incontro che Xi avrà martedì a Parigi con Emmanuel Macron, a cui si sono aggiunti anche Angela Merkel e Jean-Claude Juncker.
L’Europa sta mettendo a punto una posizione comune più dura nei confronti di Pechino, chiedendo maggiori reciprocità e aperture, ma la stampa cinese traduce il summit francese nel lessico della globalizzazione di Xi, definendolo un “forum sulla governance globale”.
L’agenzia Xinhua intervista il sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano, 5Stelle, rompendo il monopolio del collega leghista Michele Geraci, grande tessitore dell’accordo, sui media cinesi. Il messaggio però è del tutto in linea: “Vogliamo essere una parte attiva della Belt and Road”, dice Di Stefano. E sulle obiezioni americane all’accordo, non risparmia una frecciatina a Washington: “Un buon alleato dovrebbe capire”.
Il Quotidiano del Popolo si tiene lontano anni luce dalle polemiche, non è il suo compito.
Il titolo di prima pagina è come sempre molto asciutto: “Colloqui tra Xi Jinping e Mattarella”, gli altri articoli elogiano la “nuova era” nelle relazioni tra i due Paesi. All’interno torna la storia che più sembra aver appassionato i media cinesi in questi giorni, lo scambio epistolare tra gli studenti di mandarino del Convitto di Roma e il presidente cinese.
La foto dei ragazzi compare in una pagina interamente dedicata agli scambi culturali, il settore dove evidentemente la Cina sente maggiore affinità con l’Italia, in un incontro tra culture millenarie. Il Global Times per esempio fa un viaggio tra le duemila aziende cinesi che hanno registrato il marchio “Marco Polo”. Si va dalla ceramica alle salsicce.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 23rd, 2019 Riccardo Fucile
OLTRE 4 MILIONI LE FIRME RACCOLTE ON LINE
Record formalizzato, oltre le 4,2 milioni di firme, per la petizione popolare lanciata sul web per chiedere al Parlamento britannico la revoca dell’articolo 50, e quindi lo stop della Brexit, a dispetto del voto referendario di 3 anni fa.
Lo riportano i media sulla base dei numeri dal sito di Westminster che segnalano il sorpasso rispetto a un’analoga iniziativa condotta nel 2016 dallo stesso fronte pro Remain per invocare (allora invano) un referendum bis.
La notizia arriva nella giornata del grande corteo anti-Brexit in corso a Londra.
Sono più di un milione le persone scese in piazza a Londra nel grande corteo anti Brexit di oggi per invocare un secondo referendum. Lo affermano i promotori della piattaforma ‘People’s Vote’, parlando di una partecipazione “straordinaria”.
La coda del corteo all’arco di Wellington, il corpo che costeggia Hyde Park per invadere Trafalgar Square e giù fino a Parliament Square, di fronte a Westminster.
Il centro della capitale è paralizzato e Transport for London, l’ente responsabile per i mezzi pubblici nella capitale britannica, ha diramato un annuncio in cui avverte che una serie di stazioni della metropolitana londinese saranno “estremamente trafficate” durante la manifestazione e invita ad evitarne in particolare 13, ovvero l’intera zona centrale di Londra.
Lungo il corteo sventolano bandiere dell’Unione europea, britanniche e scozzesi, fra cartelli e slogan come: “Revochiamo l’articolo 50”, “Vogliamo un altro Voto del Popolo”, “Amiamo l’Ue”, ma anche “Amo il socialismo, odio la Brexit”. La manifestazione arriva due giorni dopo la decisione dei leader europei di accordare al Regno Unito due opzioni per un rinvio della Brexit oltre la data prevista del 29 marzo, fissandola al 12 aprile, e in contemporanea al record di adesioni raggiunto dalla petizione sul sito del Parlamento, dove in oltre 4 milioni hanno chiesto di ‘disattivare’ l’articolo 50
La premier scozzese Nicola Sturgeon, che partecipa al corteo e ha esortato tutti coloro che rifiutano la Brexit a “cogliere al massimo l’opportunità ” offerta da Bruxelles. “Dobbiamo evitare sia la catastrofe di un ‘no deal’ sia il danno causato dal pessimo accordo della premier Theresa May”, ha dichiarato.
L’opzione di un secondo referendum è stata respinta dalla Camera dei Comuni il 14 marzo, e incontra anche l’opposizione di May, ma i suoi sostenitori sperano che nel caos in cui è piombato il Regno Unito resti un’opzione inevitabile. In piazza, tra centinaia di migliaia di cittadini, ci sono anche numerosi personaggi dello spettacolo, tra i quali l’attrice Keira Knightley.
L’approdo del corteo è in Parliament Squadre dove è stato montato un palco per permettere ad alcuni dei molti politici presenti di rivolgersi alla folla. Fra gli oratori il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan, il vice leader del Labour, Tom Watson (ma non il leader Jeremy Corbyn, assente), il conservatore pro Remain Dominic Grieve, il LibDem Vince Cable e la pasionaria ex Tory Anna Soubry.
(da agenzie)
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