Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
PROCURA DI ROMA: “OBBLIGO DI INTERVENIRE IN CASO DI PERICOLO DI VITE UMANE ANCHE NELLA ZONA AUTOPROCLAMATA SAR DALLA LIBIA O SCATTA LA DENUNCIA”
Come volevasi dimostrare. Se la crisi libica sfociasse in una dimensione di massa, l’Italia
dovrebbe aprire i porti: lo hanno spiegato ieri i prefetti al ministro dell’Interno Matteo Salvini, sottolineando che la direttiva che li chiude emanata dal Viminale dovrebbe, nel caso, essere sospesa.
Lo racconta oggi Francesco Grignetti sulla Stampa:
I prefetti del ministero dell’Interno hanno messo in fila le novità e hanno dovuto mettere in guardia il ministro. Primo segnale: all’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, è stato chiaro. «La dichiarazione di una zona Search And Rescue libica, avvenuta nel 2017 disse Salvi — non fa venire meno l’obbligo delle nazioni delle SAR vicine, innanzitutto Italia e Malta, di salvare le persone in pericolo, anche in zone di non diretta attribuzione, coordinando gli sforzi dei soccorsi e intervenendo direttamente, se del caso».
L’obbligo di intervenire in mare resta dunque un obbligo, pena un intervento della magistratura italiana e in prospettiva anche una sanzione da parte della Corte dei diritti dell’Uomo.
E se Salvini sperava in cuor suo di assistere a una progressiva stabilizzazione, un virtuoso processo di pace, quindi alla fine un governo saldo e anche un maggiore coinvolgimento delle agenzie delle Nazioni Unite, beh, le cose stanno andando in direzione opposta.
Secondo segnale: il 5 aprile, da Ginevra è arrivata una dichiarazione ufficiale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni in cui si «esprime preoccupazione per la popolazione civile e i migranti tenuti in detenzione in Libia, mentre convogli militari si avvicinano alla capitale Tripoli».
Dichiarava il direttore generale dell’Oim, Antà³nio Vitorino: «La sicurezza dei migranti detenuti diventerebbe una questione cruciale se dovesse verificarsi un’escalation dell’azione militare. La Libia non è un luogo sicuro dove riportare i migranti che hanno tentato senza successo di raggiungere l’Europa».
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
GIUGNO 2018: LA MISSIONE FARLOCCA DI CAPITAN NUTELLA IN LIBIA
Facciamo un piccolo salto indietro e andiamo a fine giugno 2018, ossia meno di un ano fa, quanto il sedicente ministro dell’Interno annunciava in pompa magna, con tanto di selfie e propaganda social, la sua visita in Libia per riportare ordine e sicurezza, come se a comandare in quelle terre.
Diceva Salvini: “Il mio impegno – ha assicurato – sarà massimo per rinsaldare l’amicizia tra i nostri due Paesi e la collaborazione su tutti i fronti”.
E continuava la stampa amica con toni elegiaci: “Il viaggio, fortemente voluto dal ministro degli Interni che ha ringraziato le autorità e la guardia costiera libica, servirà a “imporre” alle autorità locali le sue “posizioni rigide” in tema di contrasto all’immigrazione clandestina”
Caspiterina; “imporre”, “posizioni rigide”, parolone dette forse scambiando la Libia per il M5s dove il leghista ordina e Di Maio esegue.
Ma cosa aveva detto allora Salvini?
Leggiamo sempre le cronache che segnalavano che Salvini aveva ribadito la propria contrarietà all’apertura di nuovi hotspot in Italia. “Sarebbero un problema per noi e per la Libia stessa perchè i flussi della morte non verrebbero interrotti – ha spiegato il ministro dell’Interno – noi abbiamo proposto centri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia per evitare che anche Tripoli diventi un imbuto, come Italia”
L’idea era di aprirli in paesi come il Niger, il Mali, il Chad e il Sudan.
Che dire? Parole di Salvini buone per la propaganda dei beoti che gli credono e che magari ignorano la differenza che esiste tra la Tripolitania la Cirenaica e la balalaika.
Ma prive di risultati e perfino controproducenti: il vice primo ministro libico, Ahmed Maitig, aveva subito infatti rifiutato “categoricamente la presenza di qualsiasi campo per migranti in Libia”
Quanto a Niger, Mali, Chad e Sudan, essendo paesi sovrani, non era certo Salvini a poter decidere cosa dovessero fare.
E quelle parole, oltre ad essere una volgare ingerenza (cosa diremmo se il ministro degli interni di uno di quei paesi dicesse che bisogna aprire hotspot in Sicilia?) si sono rivelate per quello che erano: una buffonata priva di senso, di consistenza e dette da chi non aveva alcun potere di dirlo.
Due aggiunte: oltre ad aver indispettito Tripoli, la visita di Salvini e le sue strampalate idee di hotspot nel sud libico avevano provocato la reazione minacciosa di Haftar e dei suoi uomini.
E una perla da rimarcare: «Ho visitato in Libia un centro di accoglienza e protezione per mille migranti che sarà pronto entro un mese con la collaborazione dell’Unhcr: vale contro la menzogna e la retorica per cui in Libia si tortura e si ledono i diritti civili».
Chi diceva menzogne?
(da Globalist)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
LA MELONI DIVENTA REGGICODA DEL GOVERNO E SI INDIGNA PER UN MANIFESTO CHE NON CORRISPONDE ALLA SUA INTERPRTAZIONE VISIONARIA… E’ SOLO UN’OPERA DI ETTORE VITALE DEL 1973
Chiamiamola pure con il suo nome. Bufala. Per di più sovranista .
C’è un errore storico clamoroso alla base di quanto scritto da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia a partire dal deputato Federico Mollicone, fino ad arrivare al vertice del partito, Giorgia Meloni.
Nessuno ha riconosciuto nel manifesto 25 aprile esposto nel quartiere di Centocelle l’opera d’arte di Ettore Vitale — storico designer che ha curato il restyling dei simboli per la comunicazione del Partito Socialista negli anni Settanta — realizzata nel 1973 proprio per il PSI.
Secondo la versione offerta dagli esponenti di Fratelli d’Italia, il comitato Azione antifascista Roma Est avrebbe realizzato un manifesto raffigurante una «foiba», all’interno della quale inserire due riferimenti al governo Lega e M5S (una striscia gialla e una striscia verde).
Addirittura, Giorgia Meloni aveva richiesto l’intervento della sindaca Virginia Raggi per rimuovere il manifesto.
Nella serata di ieri, tuttavia, era arrivata immediatamente la smentita del comitato Azione Antifascista Roma Est, che aveva spiegato l’origine del manifesto: «Le parole scritte dalla signora Giorgia Meloni, segretaria di FdI, e dal capogruppo in commissione cultura, Federico Mollicone, del medesimo partito, sono evidentemente frutto di una loro fantasia. Oppure faziose manipolazioni volte a strumentalizzare un corteo territoriale antifascista e autonomo a fini elettorali».
I promotori della manifestazione del 25 aprile a Centocelle, infatti, hanno spiegato che il loro manifesto si ispira alla celebre opera di Ettore Vitali, realizzata per promuovere la giornata della Liberazione del 1973.
Nel manifesto originale c’era solo un’onda rossa che si schiantava — creando una breccia al suo interno — contro un muro nero. Un’opera minimalista e geniale, come i diversi simboli realizzati da un graphic designer nato nel 1936, famoso in tutto il mondo, vincitore del Compasso d’Oro e docente della materia all’Università La Sapienza di Roma.
All’originale, i promotori dell’iniziativa hanno aggiunto semplicemente due strisce gialle e verdi, destinate a simboleggiare il nastro adesivo che tenta — oggi — di tenere insieme il cadente muro nero colpito dall’onda rossa.
Nessun riferimento alle foibe, nessun rigurgito negazionista.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
A 20 GIORNI DALLO SCADERE DELA PROROGA, IL GOVERNO DEGLI INCAPACI NON HA ANCORA TROVATO IL 40% DEL CAPITALE NECESSARIO
A meno di 20 giorni dallo scadere della proroga accordata a Ferrovie dello Stato, manca ancora il nome dei partner disposti a sottoscrivere il 40% mancante del capitale della NewCo: la sola novità è che nelle ultime ore Delta Airlines avrebbe incassato la disponibilità di ChinaEastern, sua partecipata al 9%, ad esaminare il dossier Alitalia.
Ma dopo il no dei Benetton sollecitati da Mediobanca, il Messaggero oggi scrive che a meno di un miracolo, difficilmente il 30 aprile le Fs, dopo mesi di indagini e di consultazioni con potenziali partner nazionali e internazionali, potranno presentare ai commissari una proposta capace di dare l’agognata svolta alla compagnia aerea
E’ pur vero che Delta potrebbe convincere China Eastern a valutare benevolmente il deal, ma da quel che trapela i cinesi parteciperebbero con una quota poco più che simbolica(il 5%?),che ovviamente non può risolvere il problema.
A questo punto solo la politica può risolvere il problema, individuando soluzioni che siano in grado di restituire all’Italia la sua compagnia di bandiera, se è davvero ciò che vuole.
Il fatto che sia sceso in campo il sottosegretario Siri viene peraltro visto con sollievo dal vertice di Fs, da settimane in ambasce per essere stato lasciato solo a battersi in un settore fortemente competitivo dopo gli incoraggiamenti — tante parole ma niente fatti — seminati in particolare dal ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
“CHI GOVERNA NON DEVE CHIEDERE AL WEB DI SCEGLIERE TRA GESU’ E BARABBA, IL POPULISMO SI COMBATTE CON LA CULTURA”
Marina Berlusconi ha la sua ricetta e la racconta al Corriere della Sera: “Più cultura e libri
per combattere l’antipolitica e il populismo. Via quota 100 e reddito, serve uno choc per l’economia. Quello di Salvini e Di Maio è il governo della decrescita. Mio padre? Lo ammiro per la candidatura”.
“La Mondadori apre un capitolo nuovo. Ora siamo un’azienda concentrata sui libri, e credo sia il mestiere più bello del mondo. Ma penso ci sia un motivo in più per essere orgogliosi: perchè oggi, con l’aria che tira, di libri, di cultura, di approfondimento, abbiamo proprio un gran bisogno. L’antipolitica, il populismo, l’intolleranza nascono da disagi reali, sono il frutto avvelenato della cattiva politica, di una crisi economica infinita, di una insicurezza diffusa. E il web è stato benzina sul fuoco”.
Dice sempre al Corriere della Sera la presidente della casa editrice e della holding Fininvest.
Marina Berlusconi parla quindi di “più cultura e libri per combattere l’antipolitica e il populismo”. Chiede poi di mettere “via quota 100 e reddito” perchè “serve uno choc per l’economia”.
“Il Compito dei governanti – sottolinea anche – è decidere, non chiedere alla piazza, al web, di scegliere tra Gesù e Barabba”.
“Il futuro della nostra casa editrice – fa sapere – è nei libri: sono già il 90% dei margini e vogliamo crescere ancora nel settore”
(da agenzie)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
LA GIOVANE SAREBBE STATA CEDUTA A UN’ALTRA BANDA MA STAREBBE BENE
Silvia Romano sarebbe ancora viva. È quanto emerge dal resoconto degli inquirenti kenyani sul rapimento della cooperante italiana Silvia Romano, «siamo sicuri che Silvia è viva, tutti i nostri sforzi sono concentrati nelle ricerche» riporta un articolo di Fiorenza Sarzanini sul “Corriere della Sera”, citando uno stralcio del dialogo con i carabinieri del Ros italiani, giunti in Libia solo dopo l’avvio di una rogatoria internazionale.
Da mesi le autorità italiane chiedevano lumi sullo stato di avanzamento delle ricerche della cooperante italiana rapita il 20 novembre nel villaggio di Chakama, a circa 80 chilometri da Malindi, la capitale del Kenya.
Due settimane fa il comandante dei Ros Pasquale Angelosanto aveva avanzato la richiesta di poter inviare un nucleo speciale per collaborare alle indagini, ma non aveva ottenuto risposta.
Così il pm Sergio Colaiocco ha chiesto ufficialmente tramite rogatoria internazionale, l’istituto con cui si chiede di compiere un atto processuale su un territorio straniero non di sua competenza, e la situazione si è sbloccata.
In Kenya, parlando con due tra gli arrestati, le autorità italiane sono venute a conoscenza che Silvia Romano sarebbe stata ceduta a una nuova banda criminale, ed è molto probabile che la 23enne milanese sia ancora in Kenya.
Dalle tribù che si trovano lungo il fiume Tana sarebbero arrivate altre informazioni e nella grande foresta di Boni dove Silvia è stata portata poco dopo il rapimento.
Inoltre, alla polizia del Kenya, è stato consegnato un elenco di domande, finalizzate ad appurare l’attendibilità delle persone arrestate, oltre che per verificare alcuni elementi ottenuti grazie all’attività di un’unità di intelligence ad hoc.
La Farnesina e l’Aise, i servizi segreti che operano per l’Estero, vigilano costantemente sullo stato di avanzamento delle indagini.
(da agenzie)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
IL GIOVANE DEL MALI PORTA AI CARABINIERI IL PORTAFOGLIO CON 1300 EURO
Trova un portafogli per terra con all’interno oltre 1300 euro in contanti e lo porta ai
Carabinieri per restituirlo al legittimo proprietario.
È il gesto di Idrissa Diakitè, richiedente asilo di 23 anni residente a Cesate, nel milanese, e arrivato dal Mali dopo un lungo viaggio attraverso la Libia, dov’è stato incarcerato, picchiato e poi messo a forza su un gommone per l’Italia.
“Da noi in Mali – racconta – se trovi qualcosa che non ti appartiene la prima cosa che fai è riportarla al suo proprietario. Ho pensato questo e così sono andato dai Carabinieri, dove fortunatamente ho incontrato il signore che aveva perso i soldi. Mi ha ringraziato molto”.
Idrissa racconta poi del viaggio che lo ha portato in Italia: “In Libia sono stato in prigione, ho dovuto lavorare molti mesi. Mi dicevano che se volevo uscire dovevo pagare. Poi sono riuscito a trovare un passaggio su un’imbarcazione per l’Italia, ma una volta visto che era solo un gommone mi sono rifiutato di salire. I libici allora mi hanno messo in ginocchio, mi hanno picchiato e mi hanno gettato a bordo. È così che sono arrivato da voi”.
(da agenzie)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
IL MUSICISTA ROMANO APPROFITTAVA DELLA FIDUCIA DELLE FAMIGLIE
E’ finito agli arresti domiciliari un musicista accusato di aver compiuto abusi sessuali nei confronti di giovanissime allieve nel corso di lezioni di chitarra impartite al loro domicilio.
Gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile, al termine di una delicata e approfondita indagine, coordinata dai magistrati del Gruppo Antiviolenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno dato esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di M.F., 47enne, musicista romano.
A carico dell’indagato, come evidenziato dal Gip del Tribunale di Roma che ha emesso il provvedimento, sono emersi gravi indizi di colpevolezza per condotte reiterate di abuso sessuale in danno di giovanissime allieve.
Le minorenni, ascoltate dal personale specializzato della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma, hanno confermato i fatti denunciati e le condotte abusanti del maestro durante le “lezioni”.
M.F., secondo le accuse della polizia, avrebbe compiuto le azioni criminose approfittando della fiducia che i familiari delle piccole vittime riponevano in lui ed anche della circostanza che le lezioni avvenivano tra le mura domestiche.
Avrebbe cercato poi di proseguire nelle sue gravi condotte anche di fronte all’avvenuta interruzione delle lezioni da parte dei genitori, tentando di fissare nuovi incontri con i suoi giovani allievi.
Le indagini sono in corso anche per verificare l’eventuale commissione di fatti analoghi in danno di altri minorenni.
(da agenzie)
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Aprile 13th, 2019 Riccardo Fucile
INVECE DI GARANTIRE SICUREZZA, IL GOVERNO SI DISTINGUE PER FRASI ROBOANTI E SENZA SENSO
Oggi un carabiniere è stato ucciso a Cagnano Varano in provincia di Foggia da un
pregiudicato.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha rilasciato una dichiarazione alle agenzie di stampa:“Una preghiera per Vincenzo, un pensiero alla sua famiglia e ai suoi colleghi, il mio impegno perchè le Forze dell’Ordine lavorino sempre più sicure, protette e rispettate”.
Anche l’altro maggiore azionista del governo gialloverde, Luigi Di Maio, che di solito non utilizza le notizie di cronaca per campagna elettorale ma ha cambiato idea con lo stupro in Circumvesuviana attaccando i giudici a vanvera prima di conoscere le motivazioni, stamattina ha pensato bene di gettarsi sul cadavere del carabiniere:
Di Maio infatti scrive: “Chi tocca un carabiniere tocca lo Stato, tocca ognuno di noi. Ora basta, ci sarà una reazione!” con tanto di punto esclamativo senza poter in alcun modo delineare alcun tipo di “reazione” in primo luogo perchè la persona che ha sparato è stata già catturata ed arrestata (ma, fateci caso, Di Maio questo nel suo status non lo scrive per cercare di renderlo più efficace comunicativamente), e in secondo luogo perchè non è certo lui che deve decidere eventuali reazioni (quali? Rappresaglie? Rastrellamenti) visto che l’ordine pubblico è di competenza del ministro dell’Interno.
Ma siccome ora il M5S si è messo in testa che deve andare all’attacco di Salvini e presidiare gli argomenti preferiti dal leader della Lega, ecco qui lo status insensato come quello sulla Circumvesuviana. Figliuolo, una volta qui era tutta campagna elettorale (cit.).
“Cordoglio e un forte abbraccio alla famiglia di Vincenzo, il Maresciallo dei Carabinieri ucciso nel conflitto a fuoco a Cagnano Varano (FG). Massima pena e niente sconti a chi si macchia di crimini contro i nostri uomini in divisa. Sto seguendo di persona l’evolversi dei fatti”. Lo scrive il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo appresa la notizia dell’accaduto.
Nel merito
1) i fatti si sono già evoluti, visto che la persona che avrebbe sparato è stato arrestato. Non si capisce cosa stia seguendo il sottosegretario, anche perchè…
2) l’evoluzione dei fatti la segue la magistratura e non i sottosegretari, e soprattutto…
3) La pena verrà decisa da magistrati e non da sottosegretari alla ricerca di speculazioni politiche su fatti di cronaca
(da “NextQuotidiano”)
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