Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
SALE A TRE MILIARDI LA DOTE PER IL CUNEO FISCALE, MINI SBLOCCO DELL’INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI FINO A DUEMILA EURO, FONDO UNICO FAMIGLIA DA META’ 2020, ABOLIZIONE SUPERTICKET SANITARIO
Rush finale per la Legge di Bilancio. Dopo una giornata di trattative, il Tesoro scopre una carta che spera
sia vincente: al 30 settembre scorso tutte le partite iva soggette a “Isa” (i vecchi studi di settore) hanno pagato tasse per 1,46 miliardi in più rispetto a quanto previsto.
Questo livello in crescita permette al governo di avere per il 2020 una stima prudenziale di 3 miliardi di entrate aggiuntive.
Una somma che consentirebbe di ridurre il deficit dal 2,2% del pil fino al 2% circa, ma che ovviamente verrà invece impiegata per dare coperture alla parte della manovra destinata alla crescita: in primo luogo all’aumento della spesa per il cuneo fiscale rispetto ai 2,5 miliardi fissati inizialmente.
Oggi, dopo il vertice notturno di Maggioranza, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva mandato segnali di ottimismo e smussato le possibili frizioni, a partire delle modifiche a quota 100 invocate a gran voce dai renziani.
“Sulla misura stiamo lavorando ai dettagli, siamo in contatto con i tecnici del Mef”, ha detto Conte ai cronisti davanti al Conservatorio di Avellino. E dopo l’incontro coi sindacati oggi, annuncia il segretario Uil Carmelo Barbagallo, nella manovra ci sarà un mini sblocco dell’indicizzazione delle pensioni fino a duemila euro. Viene dunque estesa la completa rivalutazione (al 100 per cento) per le pensioni che sono 3, 4 e 5 volte il minimo.
Anche sul fronte Iva Conte ha voluto rassicurare, chiarendo che “non verrà rimodulata”. “Un punto qualificante è che abbiamo trovato delle risorse nonostante la necessità di reperire 23 miliardi per bloccare l’Iva, abbiamo trovato ulteriori risorse per dare un segno della direzione di marcia di questo governo”,
I dettagli
Secondo le ultime indiscrezioni i fondi dovrebbero salire i 3 miliardi i fondi destinati al cuneo fiscale, con partenza da luglio, anche se si starebbe esplorando anche la possibilità di anticipare il via già da maggio. Programmati anche 56 miliardi destinati all’ambiente nei prossimi 15 anni (1,8 nel 2020) e 52 miliardi di investimenti (3 nel 2020).
Novità importanti anche sul fronte delle coperture. Il governo starebbe infatti valutando l’ipotesi di uno slittamento semestrale della finestra di accesso a quota 100. In altre parole, maturati i requisiti, ai tre mesi attuali di attesa per lasciare il lavoro se ne aggiungerebbero altri tre. Anche se in mattinata la ministra del Lavoro Catalfo ha puntualizzato che “quota 100 è un provvedimento che abbiamo fortemente voluto per superare la legge fornero e che non intendiamo modificare nell’aspetto che riguarda le finestre di accesso”.
Intanto, secondo fonti Pd, dal prossimo anno dovrebbe costituirsi un fondo famiglia destinato a riordinare tutti gli aiuti (nascita, bebè, voucher asili nido), dotandosi anche di ulteriori 500 milioni, portando le risorse quindi a disposizione a circa 2 miliardi. Nel frattempo, con una delega, si dovrebbe procedere a introdurre l’assegno unico, che potrebbe arrivare da metà anno o nel 2021.
I dem aggiungono inoltre che in legge di bilancio sono previsti anche l’abolizione del superticket e “11 mld destinati agli investimenti”. Dato confermato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza: “Per noi la priorità assoluta è quella di abolire il superticket entro il 2020. Si tratta di un balzello ingiusto di 10 euro sulle visite specialistiche che nega a tanti l’accesso alle cure”.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IL CENTRODESTRA VINCEREBBE SOLO IN VENETO E IN UMBRIA… L’ALLEANZA CIVICA PD-M5S IN EMILIA-ROMAGNA, TOSCANA, CALABRIA, CAMPANIA, PUGLIA E LIGURIA
Se l’alleanza PD-M5S venisse confermata in tutte le elezioni regionali tra il 2019 e il 2020, la Lega di Matteo Salvini potrebbe perdere la maggior parte degli appuntamenti elettorali.
Questo lo scenario tracciato da una proiezione del Fatto Quotidiano, basata sui sondaggi che circolano nelle regioni che andranno al voto tra la fine del 2019 e la primavera del 2020.
Per il giornale diretto da Marco Travaglio, il bilancio nelle nove regioni in questione potrebbe essere di 7-2 per dem e pentastellati. È proprio l’alleanza tra i due partiti l’elemento che può rimescolare le carte, e portare alla sconfitta di Salvini anche in quelle regioni in cui, al momento, i sondaggi lo danno favorito
Andando nel dettaglio, il centrodestra avrebbe la meglio soltanto in Umbria e in Veneto. Nel primo caso le elezioni sono previste per il prossimo 27 ottobre, e i sondaggi danno la candidata leghista Donatella Tesei in vantaggio su Vincenzo Bianconi, scelto da PD e M5S.
In Veneto, il centrodestra ha preso il 62 per cento alle europee, e l’attuale governatore leghista Luca Zaia sembra non poter avere rivali.
Diversa la situazione nelle altre regioni. L’Emilia-Romagna andrà al voto a novembre di quest’anno: al momento i sondaggi danno appaiati centrodestra e centrosinistra, al 44 per cento. Con l’8,5 per cento dei voti pentastellati, però, il PD farebbe un balzo in avanti e sarebbe favorito.
L’alleanza PD-M5S, sempre stando ai sondaggi, sarebbe decisiva per sconfiggere Salvini anche in Toscana.
Quanto alla Calabria, “GPF Inspiring Research — spiega il Fatto — riporta come intenzioni di voto un 28,2 per cento al centrodestra e un 18,7 per l’asse 5Stelle-Pd, ma con una percentuale di indecisi o non votanti che arriva oltre il 53 per cento. Guardando i risultati delle ultime Europee, favorevoli ai giallorosa, non è certamente il centrodestra il favorito”.
In Campania, come è noto, il M5S è molto forte. Alle europee la somma dei voti tra grillini e PD fa 55 per cento, quella del centrodestra non va oltre il 38.
Stesso scenario in Puglia, dove la somma dei voti delle europee tra PD e M5S supera il 50 per cento, e in Liguria, dove arriva al 49 (contro il 46 del centrodestra).
Anche nelle Marche, infine, il PD da solo verrebbe sconfitto dal centrodestra, ma nell’alleanza col M5S risulta favorito dai sondaggi.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
DOV’E’ LA DISCONTINUITA’ QUANDO IL M5S CONTINUA A DIFENDERE TUTTE LE CAZZATE DEL GOVERNO PRECEDENTE E IL PD TACE?
Vi ricordate quando stava per nascere il governo Conte Bis? C’era nell’aria una grande voglia di
discontinuità . Ad un mese e mezzo dalla successione di Giuseppe Conte giallorosso al se stesso gialloverde scopriamo che l’unica discontinuità è stata la cacciata di Salvini e qualche promessa strappata sulla redistribuzione dei migranti, che ancora non è diventata un vero e proprio accordo.
Ma oltre a quello cosa è successo? Nulla.
Si dirà : bisogna lasciare tempo al nuovo esecutivo di ingranare la marcia, lasciamoli lavorare che sono appena arrivati. Ma la verità è che non c’è tempo.
La legge di Bilancio che è alle porte sarà l’occasione per vedere davvero all’opera un esecutivo che fino ad ora sta facendo di tutto per passare inosservato. Certo, ci sono state uscite bizzarre e fantasiose, la tassa sulle merendine e sulle bibite gassate o quella sui prelievi al bancomat (nato però da un’idea di Confindustria). Così come pure l’idea di far votare i sedicenni (a proposito che fine ha fatto?). Ma di fatto di provvedimenti concreti non ce ne sono stati.
Nemmeno l’uscita sui “rimpatri sicuri” di Di Maio è poi così nuova rispetto alle promesse fatte da Salvini un anno fa.
La manovra economica, dicevamo. Che novità introduce? L’unica misura degna di nota è aver sterilizzato l’aumento dell’Iva.
Resta però tutto il resto: Quota 100 non si tocca. Non ha mantenuto le promesse sulla creazione di posti di lavoro e non sono “milioni” come dice Salvini gli italiani che hanno optato per andare in pensione in anticipo.
La situazione è così ridicola che uno dei sostenitori della maggioranza, Matteo Renzi, può arrivare a dire che «Quota 100 è pensato solo per chi ha già diritti. Togliere quella misura per destinare i soldi alle famiglie e allo stipendio dei lavoratori sarebbe giusto. E molto utile. Via quota 100, più risorse ai figli e ai salari» mentre il presidente del Consiglio dice che «su Quota 100 è una delle misure su cui ci stiamo lavorando eccetera e ci continueremo a lavorare». Eccetera?
Il Reddito di Cittadinanza non è possibile metterlo in discussione anche se in sette mesi non ha creato un solo posto di lavoro per i beneficiari.
Sono stati assunti migliaia di “navigator” che nessuno sa bene cosa facciano perchè devono ancora iniziare a prendere in carico i percettori del RdC. Nella NADEF è scritto chiaramente che le due misure non sono servite nemmeno a rilanciare i consumi degli italiani.
I due decreti Salvini? Anche quelli per il momento rimangono lì dove sono e come sono.
C’è stata una timida apertura di dibattito sullo Ius Culturae, cui però il MoVimento 5 Stelle ha subito chiuso in maniera disordinata promettendo che ci si lavorerà , ma non oggi.
E chi ha approvato la prudenza della maggioranza su questo tema ha fatto notare che concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati regolari che hanno ultimato un ciclo di studi in Italia si farebbe un favore a Salvini. Il quale ha sempre detto di considerare italiani i cittadini stranieri che lavorano onestamente e pagano le tasse.
Come dicevamo: l’unica cosa che è cambiata è stata l’uscita di Salvini dal governo. Pure sul taglio del
numero dei parlamentari non si è registrato alcun sussulto. Un provvedimento di bandiera del M5S che il Partito Democratico ha votato senza apparentemente ottenere nulla in cambio. Si aspetta come è ovvio l’esito del voto in Umbria, PD e M5S sono attentissimi a non turbare gli equilibri per evitare una sconfitta che rimetterebbe in discussione la loro alleanza.
E per quanto questo possa essere accolto come un fatto generalmente positivo non possiamo certo rallegrarci del fatto di avere un governo che sembra puntare più sulla strategia di non prendere decisioni o di cacciare la testa sotto la sabbia che a quella di fare quello che tutti speravano facesse: governare.
Ed è proprio non governando, che significa prendere decisioni difficili o impopolari, che non “si fa un favore a Salvini”.
Perchè l’inerzia con cui si trascina il Conte 2 dimostra che certe cose poteva farle anche Salvini. E se al leader della Lega si deve chiedere perchè non le ha fatte quando era al governo all’attuale maggioranza invece va chiesto perchè non sta facendo qualcosa che Salvini non voleva assolutamente fare.
No, non basta dire che i porti ora sono aperti, perchè lo sappiamo che non sono mai stati chiusi.
E non basta promettere una “manovra coraggiosa” quando di coraggio se ne vede ben poco e si parla al limite di lotta all’evasione (come hanno fatto tutti i governi, pure quelli che hanno varato condoni e pace fiscale).
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IN PRIMO GRADO L’EX GOVERNATORE ERA STATO CONDANNATO A UN ANNO
Il sostituto pg Vincenzo Calia ha chiesto di condannare a due anni e sei mesi l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, tra gli imputati a Milano nel processo di secondo grado con al centro le presunte pressioni per favorire due sue ex collaboratrici.
La richiesta è identica a quella che a suo tempo era stata avanzata dalla Procura di Milano.
Maroni, che in primo grado era stato condannato a un anno (pena sospesa) e a 450 euro di multa solo per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e che era stato assolto dall’accusa di induzione indebita, oggi si è presentato in aula. All’udienza hanno preso parte anche i coimputati, l’allora capo della sua segreteria politica al Pirellone, Giacomo Ciriello (in primo grado identico verdetto e stessa pena di Maroni), l’ex segretario generale della Regione Lombardia, Andrea Gibelli (10 mesi, 20 giorni e 300 euro di multa) e una delle sue ex collaboratrici, Mara Carluccio (6 mesi e 200 euro di multa).
Il pg Calia, nel proporre le pene ai giudici di secondo grado, ha chiesto il pieno accoglimento dei motivi di appello del pm e la riqualificazione del reato da turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente in turbata libertà degli incanti.
Su questa base la richiesta di condannare Maroni a 2 anni e 6 mesi e l’allora capo della sua segreteria politica al Pirellone, Giacomo Ciriello, alla stessa pena che aveva chiesto il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e cioè a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Per l’ex segretario generale della Regione Lombardia, Andrea Gibelli, e per Mara Carluccio (una delle ex collaboratrici di Maroni) ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado.
Nel concludere la sua requisitoria il sostituto procuratore ha ribadito che “tutto l’entourage di Maroni era consapevole della necessità di trovare un posto alle due ragazze” (Carluccio e Maria Grazia Paturzo: la posizione di quest’ultima riguarda la nota vicenda del viaggio a Tokyo e per la quale c’è stata l’assoluzione in primo grado). Riguardo invece al capo di imputazione relativo al contratto di Carluccio, ha sottolineato che “con la segnalazione del profilo della donna, Maroni e Ciriello hanno dato l’avvio” alla commissione del reato di turbativa affinchè l’ex collaboratrice dello stesso Maroni – condannato a un anno in primo grado – ottenesse un posto nella società Eupolis in base a un curriculum “preconfezionato”.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
LA VITTORIA DEI RIFORMISTI MODERATI NASCE UN ANNO FA CON L’AVVIO DI UN PERCORSO BASATO SU TRASPARENZA, METODO E PROGRAMMAZIONE
La sconfitta del partito di Orban alle elezioni amministrative di Budapest segna un punto di svolta nella
politica nazionale ungherese e negli equilibri politici europei. In tanti oggi si chiedono quali siano stati gli elementi che hanno portato alla vittoria della coalizione riformista di Karacsony, avversaria del sindaco uscente Istvan Tarlos di cui non si è molto parlato sui media italiani. Il “caso” Budapest potrebbe diventare un modello di democrazia e di esempio per contrastare le alleanze sovraniste-nazionaliste che stanno emergendo in Italia e in molti stati europei, e per questo merita una riflessione.
Innanzitutto, il metodo: i partiti di opposizione si sono impegnati, già dal dicembre 2018, in un percorso di elezioni primarie di coalizione, per poter scegliere il candidato che avrebbe sfidato il sindaco uscente. Il percorso ha visto la partecipazione dei Socialisti Ungheresi, dei moderati-riformisti e civici di Momentum, di Demokratikus Koalàcià³, dei verdi (divisi in due partiti) ma anche dei Cristiano-conservatori .
Le primarie si sono svolte in due turni, sono state organizzate privatamente dai partiti e hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di cittadini. Anche le tv nazionali si sono interessate all’esperimento (il primo in tutta l’Ungheria), promuovendo dibattiti all’americana per far conoscere idee e candidati della coalizione. E chi ha scelto di realizzare le prime primarie di Ungheria ci ha evidentemente visto lungo.
La metodologia trasparente e partecipata ha permesso di coinvolgere migliaia di attivisti, molti dei quali non si erano mai avvicinati alla politica prima di oggi, proprio perchè ne rifiutavano i meccanismi tradizionali.
Il vincitore delle primarie, oggi sindaco di Budapest, Karacsony, è quanto di meglio potesse sperare l’ala riformista del Paese. Sociologo, docente, esperto in materia di politiche pubbliche, stimato dalla borghesia e dagli imprenditori e apprezzato dai giovani, guiderà la Budapest dei prossimi 5 anni.
L’unione fa la forza, direbbe qualcuno, è così è stato per la coalizione anti-Orban. Una lezione utile anche per le battaglie politiche locali e nazionali del nostro Paese: non sono solo le persone a fare la differenza in politica, ma anche, semplicemente, i processi.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
“LE VERIFICHE SU CENTO CASI HANNO DIMOSTRATO CHE NON ESISTE UN SISTEMA EMILIANO”… “CI SONO STATE SPECULAZIONI CHE HANNO VOLUTO AMPLIFICARE I SOSPETTI SU TUTTO E SU TUTTI”
“Non esiste nessun sistema Bibbiano” e “non è vero che i servizi sociali hanno potere assoluto”. Lo afferma l’Associazione dei magistrati per i minori e per la famiglia che venerdì e sabato scorsi si sono riuniti per il loro congresso nazionale a Lecce.
Il congresso dell’Aimmf si è aperto proprio con una discussione sull’inchiesta “Angeli e Demoni” – sugli affidi illegittimi dei bambini della Val d’Enza – a conclusione della quale i giudici hanno stilato un comunicato con cui fanno quadrato sul Tribunale dei minori di Bologna.
L’associazione, ricordando le verifiche fatte al Pratello su un centinaio di richieste d’affido del passato, afferma che “in tale situazione risulta smentita l’esistenza di un sistema emiliano”.
Tanto più che le verifiche dimostrano che ha invece funzionato “l’approccio critico degli altri operatori” (appunto la magistratura).
L’Aimmf attacca invece sull’uscita di informazioni che riguardano minorenni, “senza alcun filtro e cautele”. Fatto che ha “esposto il sistema della giustizia minorile alle speculazioni”.
Operazione svolta “catalizzando le istanze di pancia degli scontenti e amplificando la logica del sospetto su tutto e tutti”.
Per i magistrati si tratta di un danno enorme e non giustificato a quanti, in diversi ruoli, lavorano in difesa dei bambini. E questo fermo restando che “esistono delle criticità e delle carenze” che dovranno essere affrontate.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IL CLUB HA VALORI ANTIRAZZISTI E NON PUO’ TOLLERARE IL SUPPORTO DATO DA SAHIN ALL’INVASIONE IN SIRIA: “NOI SIAMO CORRETTI E MANTENIAMO IL CONTRATTO ECONOMICO, MA CHI HA DIMOSTRATO DISPREZZO PER I NOSTRI VALORI NON INDOSSERA’ PIU’ LA NOSTRA MAGLIA”
Il St Pauli è una squadra che non scherza con i principi e con gli ideali. La formazione calcistica di
seconda serie tedesca (la Zweite Liga) è nota nell’ambiente per la sua politica a favore dell’accoglienza, del calcio inteso come forma di integrazione, dell’antirazzismo.
Per questo motivo non poteva accettare che un suo tesserato, il calciatore turco Cenk Sahin avesse manifestato il suo sostegno a Recep Tayyp Erdogan per la sua invasione della Siria del Nord.
Cenk Sahin aveva scritto un tweet di supporto alla causa, come hanno fatto diversi suoi colleghi e connazionali. In Italia si annoverano i casi di Cengiz Under della Roma e di Merih Demiral della Juventus, ma si può addurre come esempio anche l’esultanza dei calciatori della nazionale turca nel corso della partita di qualificazione all’Europeo 2020: un’esultanza rappresentata dal saluto militare in favore di telecamrea.
Il destino di Cenk Sahin è stato deciso dalla formazione di Amburgo: licenziamento in tronco per il suo supporto a Erdogan e all’invasione turca, con conseguente uccisione di miliziani e civili curdi al confine settentrionale della Siria.
Il comunicato ufficiale del St Pauli
«Il contratto di Sahin, per la tutela di tutte le parti coinvolte, resta in essere — si legge nel comunicato ufficiale del St. Pauli — e il St. Pauli concederà al giocatore la possibilità di continuare ad allenarsi e scendere in campo con altri club. I principali motivi sono il ripetuto disprezzo dei valori del club e la necessità di proteggere il giocatore. Il fatto che rifiutiamo ogni atto di guerra non può essere in discussione».
La squadra di St. Pauli ha fatto un gesto che, in questi minuti, sta diventando virale sui social network.
Diversi tifosi italiani stanno chiedendo a gran voce alla Roma e alla Juventus di prendere provvedimenti nei confronti dei propri tesserati e stanno chiedendo di non far disputare la finale di Champions League del 2020 a Istanbul, in segno di protesta nei confronti di Erdogan e della sua invasione della Siria del Nord.
L’iniziativa ha incontrato però ostacoli nell’UEFA che ha parlato di un gesto troppo forte che, al momento, non può essere preso in considerazione.
Tuttavia, anche i governi europei si stanno iniziando a mobilitare in questo senso. Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, ha chiesto all’UEFA di boicottare Istanbul e di impedire che la città possa ospitare una festa dello sport continentale come la finale di Champions League. Che ha — tra i suoi valori — il pacifismo e la lotta al razzismo, tra le altre cose.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
MONSIGNOR CESARE NOSIGLIA A FIANCO DEI LAVORATORI DELL’EX EMBRACO CHE RISCHIANO IL LICENZIAMENTO… NOVEMILA EURO PER ARRIVARE AL MISE E DIFENDERE IL LAVORO
Una Chiesa che è vicina ai chi soffre, a chi è in difficoltà indipendentemente dal colore della pelle o altro.
L’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, torna a schierarsi dalla parte degli operai dell’ex Embraco. Non solo con lo spirito, ma anche con un contributo materiale: la Curia del capoluogo piemontese ha fatto sapere che pagherà i nove mila euro necessari ad affittare i tre pullman che porteranno una parte dei 417 lavoratori dell’ex sito industriale a Roma, dove il 23 ottobre è prevista una protesta contro il rischio licenziamento dopo l’acquisizione da parte del gruppo Ventures Productions.
La volontà degli operai aveva generato eco anche nelle amministrazioni locali piemontesi: dopo la denuncia dei sindacati, assessori e consiglieri regionali avevano annunciato donazioni in favore dei manifestanti.
Il vescovo Nosiglia, non nuovo a iniziative a favore della popolazione, ha bruciato tutti sul tempo, impegnandosi anche ad inviare un suo rappresentante al presidio previsto di fronte al Mise. L’autorità ecclesiastica in passato aveva anche fatto visita agli operai accampati nelle tende sotto ai cancelli dello stabilimento.
Già in passato il vescovo si era reso protagonista di iniziative volte a migliorare situazioni di profondo disagio: nel giugno 2019 si era offerto, d’accordo con la sindaca Chiara Appendino, di prendere in carico i 43 migranti bloccati sulla nave Sea Watch, “a spese della Curia, senza oneri per lo Stato Italiano, se questo può aiutare a risolvere il problema”.
Le dichiarazioni attirarono anche le attenzioni dell’allora vice premier Matteo Salvini, che rispose a Nosiglia consigliando di “destinare quei soldi per aiutare 43 italiani in difficoltà “.
Ora Salvini può dimostrare di essere vicino ai lavoratori italiani: cacciando di tasca sua la metà della cifra, in fondo è meno della metà di quanto percepisce in un mese al Senato senza andarci.
(da agenzie)
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Ottobre 14th, 2019 Riccardo Fucile
L’INCONTRO CON I SOCCORRITORI: “MI HA INCANTATO IL LORO CALORE, LA VICINANZA, LA DELICATEZZA, CI HANNO AIUTATO DAVVERO”
Una passione nata da una tragedia. Quel 14 agosto, quando il ponte Morandi è crollato su se stesso, la vita
di Michele è cambiata. Suo fratello, Luigi Matti Altadonna, è morto. E lui ha deciso di voler aiutare i soccorritori che avevano recuperato il suo corpo. A soli 15 anni si è iscritto alla Croce Azzurra.
Come riporta il Corriere, ora Michele si destreggia tra scuola e volontariato per riuscire a incastrare tutti i suoi impegni. La scintilla è scoccata quando ha conosciuto i ragazzi che hanno tentato di salvare suo fratello.
“Il 14 agosto avevamo preso il primo treno per Genova e mentre eravamo in viaggio ci hanno dato la brutta notizia della morte di Luigi. Siamo così andati direttamente all’obitorio del San Martino e l’abbiamo atteso. Luigi è arrivato con loro, con i ragazzi della Croce Azzurra di Fegino”, spiega al Corriere.
Dopo la tragedia si è trasferito da Lamezia a Genova. Sono stati mesi difficili. La pizzeria del padre, che si trovava vicino al ponte, è andata distrutta. Poi però tutto è cambiato: Michele ha rincontrato i ragazzi della Croce Azzurra e ha capito che un modo per affrontare il dolore era impegnarsi a favore del prossimo.
Racconta al Corriere:
“Avevano organizzato un evento al quale partecipavano i soccorritori e i familiari delle vittime del ponte Morandi. È stato lì che ho ritrovato quei ragazzi e li ho conosciuti meglio. Mi ha incantato il loro calore, la vicinanza, la delicatezza. Ci hanno aiutato davvero e ho sentito di voler aiutare anch’io qualcuno. Così sono diventato un volontario”.
Prima di quel 14 agosto, Michele voleva fare il ristoratore. Ma con la distruzione della pizzeria di famiglia, ha deciso di cambiare sogno.
“Mi prenderò il diploma dell’alberghiero e poi vediamo. Visto che l’attività non c’è più sto cambiando progetto. Forse mi iscriverò all’Accademia militare di Modena, sto pensando agli alpini…”, spiega.
A Genova ha incontrato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Per lui è stata un’emozione. Michele cerca di andare avanti. Ma quella tragedia l’ha segnato.
“Luigi era per me un secondo padre, un amico confidente, che mi dava consigli un po’ su tutto, sui primi rapporti, sulle droghe. Aveva quattro figli e se n’era andato da Lamezia perchè con lo stipendio da pizzaiolo non ce la faceva. Aveva trovato questo lavoro a Mondo Convenienza a Genova. Era lì da otto giorni”.
(da “Huffingtonpost”)
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