L’ARCIVESCOVO CON GLI OPERAI: PAGA I PULLMAN PERCHE’ POSSANO PROTESTARE AL MINISTERO
MONSIGNOR CESARE NOSIGLIA A FIANCO DEI LAVORATORI DELL’EX EMBRACO CHE RISCHIANO IL LICENZIAMENTO… NOVEMILA EURO PER ARRIVARE AL MISE E DIFENDERE IL LAVORO
Una Chiesa che è vicina ai chi soffre, a chi è in difficoltà indipendentemente dal colore della pelle o altro.
L’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, torna a schierarsi dalla parte degli operai dell’ex Embraco. Non solo con lo spirito, ma anche con un contributo materiale: la Curia del capoluogo piemontese ha fatto sapere che pagherà i nove mila euro necessari ad affittare i tre pullman che porteranno una parte dei 417 lavoratori dell’ex sito industriale a Roma, dove il 23 ottobre è prevista una protesta contro il rischio licenziamento dopo l’acquisizione da parte del gruppo Ventures Productions.
La volontà degli operai aveva generato eco anche nelle amministrazioni locali piemontesi: dopo la denuncia dei sindacati, assessori e consiglieri regionali avevano annunciato donazioni in favore dei manifestanti.
Il vescovo Nosiglia, non nuovo a iniziative a favore della popolazione, ha bruciato tutti sul tempo, impegnandosi anche ad inviare un suo rappresentante al presidio previsto di fronte al Mise. L’autorità ecclesiastica in passato aveva anche fatto visita agli operai accampati nelle tende sotto ai cancelli dello stabilimento.
Già in passato il vescovo si era reso protagonista di iniziative volte a migliorare situazioni di profondo disagio: nel giugno 2019 si era offerto, d’accordo con la sindaca Chiara Appendino, di prendere in carico i 43 migranti bloccati sulla nave Sea Watch, “a spese della Curia, senza oneri per lo Stato Italiano, se questo può aiutare a risolvere il problema”.
Le dichiarazioni attirarono anche le attenzioni dell’allora vice premier Matteo Salvini, che rispose a Nosiglia consigliando di “destinare quei soldi per aiutare 43 italiani in difficoltà “.
Ora Salvini può dimostrare di essere vicino ai lavoratori italiani: cacciando di tasca sua la metà della cifra, in fondo è meno della metà di quanto percepisce in un mese al Senato senza andarci.
(da agenzie)
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