Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
QUEGLI EX FINIANI (E NON SOLO) CHE SEMBRAVANO DISPERSI SULL’EVEREST MA RICOMPAIONO A SCADENZA ELETTORALE IN DIVISA SOVRANISTA
La politica presenta spesso aspetti tragicomici che se presi in giuste dosi riconciliano l’umore a patto di non fare l’errore di prendere certi personaggi troppo sul serio.
Ci sono politici “per tutte le stagioni” che pensavi morti “politicamente” o dispersi sulle vette dell’Everest, non avendo più loro notizie da cinque anni (leggi dalle ultime elezioni regionali).
Nessun segnale di vita, persino sulla “bibbia” di Fb, neanche un aggiornamento per proporci una ricetta della torta della nonna, una foto delle vacanze o del matrimonio della nipote.
Poi vieni rassicurato della loro esistenza terrena a pochi mesi della scadenza elettorale locale, probabilmente riattivate le loro capacità polmonari, come le maschere di ossigeno in alta quota.
Riprendono vita, il miraggio di una poltrona li rianima, li avevi lasciati in un partito e li ritrovi in un altro, in fondo basta cambiare il simbolo e lasciare la foto vecchia di 5 anni della locandina così sembrano sempre gli stessi.
Forse lo sono sempre stati, in fondo.
Una conferenza per darsi un tono, un incontro conviviale per aggiornarsi sullo stato di salute dei parenti e un tocco di amarcord, una prece per chi non c’è più, un giro di telefonate per mobilitare gli amici rimasti, pronti via, si ricomincia la caccia a una poltrona.
Tanto nessuno ricorda che cinque anni fa sostenevano tesi opposte a quelle sovraniste attuali: sono gli “orfani di destra” (ex An, ex Finiani, ex di tutto) convertiti al credo sovranista per interesse, sono i nuovi veri “Migranti economici”.
Attaccati al gommone del conformismo, speranzosi in una Ong sovranistra che li faccia approdare nella Terra della “poltrona promessa” e in un consiglio (regionale) di Accoglienza dove essere “integrati” nella Casta politica.
Sono fenomeni ciclici: consiglio di resistere per pochi mesi, fino al giorno dele elezioni, poi scatterà il provvedimento di rimpatrio nel limbo.
Da dove potranno compiacersi di aver solo fatto manovalanza per garantire un paio di posti a chi li ha fatti partire per un viaggio senza speranza.
Vittime dei trafficanti e dei Trafficoni.
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
INDAGINE EURISPES SULL’IGNORANZA DI CHI CREDE ALLE BALLE DEI SEMINATORI DI ODIO: GLI STRANIERI SONO L’8% DELLA POPOLAZIONE MA I BECERODESTRI CREDONO SIANO FINO A TRE VOLTE DI PIU’… I MUSULMANI SONO IL 3% MA PER I SOVRANISTI SONO ANCHE IL 24%
“Il ruolo dei media nell’influenzare, quando non plasmare almeno parzialmente, l’orientamento
degli italiani sembra decisivo, soprattutto nell’ambito di temi che toccano la sfera emotiva, esaltando paure, ma anche pregiudizi e sospetti”. Lo ha detto Gian Maria Fara, presidente di Eurispes, in occasione dell’incontro “Immigrazione, è ora di voltare pagina”, organizzato a Napoli
“Solo il 28,9% degli italiani indica correttamente l’incidenza di stranieri sulla popolazione all’8% — ha spiegato Fara — Un italiano su 10 sottostima la presenza straniera, indicandola al 3%“.
“Più della metà del campione sovrastima la presenza di immigrati nel nostro Paese — ha proseguito — per il 35% si tratterebbe del 16%, per il 25,4% addirittura del 24%, come a dire c’è un residente su quattro in Italia sarebbe non italiano”.
“La comunicazione mediatica — ha concluso — sembra avere esaltato, nella percezione della maggioranza dei cittadini, l’incidenza degli stranieri”. “Molto raramente le questioni costantemente sotto l’obiettivo di televisioni, giornali e social network — ha aggiunto Gian Maria Fara — non vengono di riflesso sentite dei cittadini come cruciali, crescenti, spesso emergenziali”.
“È una influenza che non risulta identica su ogni individuo — ha aggiunto — nè certamente è avulsa dal personale bagaglio cognitivo ed esperienze”. Nell’ultima indagine realizzata da Eurispes, sul tema dei migranti relativa al 2018, è stato chiesto ai cittadini di valutare una serie di fenomeni messi in evidenza delle informazioni veicolate dal media.
Dall’indagine è emerso che gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni pari a circa l’8% della popolazione residente. Se agli stranieri regolari si sommano quelli non regolari, stimabili intorno alle 500/800.000 unità , si arriva, in base alla ricerca, al massimo di una incidenza del 10% sulla popolazione.
Sono soprattutto coloro che non si sentono politicamente rappresentati (66,2%) e gli elettori del centrodestra (65,3%) a sovrastimare la presenza degli stranieri.
La larga maggioranza dei cittadini sovrastima anche il numero di islamici in Italia: sono il 3%, mentre per il 27% degli italiani rappresenterebbero l’8%, per il 23,6% il 16% e per il 17,5% addirittura il 24%. Inoltre, il 51,7% degli stranieri in Italia è di provenienza europea ma gli italiani sovrastimano i flussi migratori di origine africana, considerati molto più numerosi rispetto al dato reale (sono il 12,9% degli immigrati).
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
PERSINO IL 38% DEGLI ELETTORI DELLA LEGA, IL 52% DI FDI, IL 60% DI FORZA ITALIA E IL 90% DEI GRILLINI, OLTRE AL 60% DI TUTTE LE CATEGORIE PROFESSIONALI… IL PROBLEMA DELL’OUTSIDER E’ SOLITAMENTE QUELLO DI ESSERE POCO CONOSCIUTO, IN QUESTO CASO E’ CHE LA CONOSCONO E NON PRENDE NEANCHE I VOTI DEGLI ELETTORI DI CENTRODESTRA
Un sondaggio Winpoll sulle elezioni regionali in Emilia Romagna pubblicato oggi dal Sole 24 Ore dà oggi vincente Stefano Bonaccini su Lucia Borgonzoni.
Roberto D’Alimonte spiega che la situazione socio-economica in Emilia-Romagna è significativamente migliore rispetto all’Umbria, come dicono tutti gli indicatori dal Pil regionale al tasso di disoccupazione, e questa è una delle ragioni per cui l’88% degli intervistati giudica la qualità della vita nella regione molto positivamente o abbastanza positivamente.
Era stato eletto nel 2014 in un clima di scetticismo diffuso tanto che solo il 38% degli elettori era andato a votare. Il valore più basso di sempre. Adesso, dopo cinque anni di governo, Bonaccini gode della fiducia del 69% degli intervistati.
Un dato lusinghiero di questi tempi anche perchè è condiviso da una percentuale rilevante degli elettori dei partiti di opposizione, 38% la Lega, il 52% Fratelli d’Italia e il 60% Forza Italia. E lo stesso giudizio positivo si riscontra in tutte le categorie professionali e in tutte le fasce d’età . L’indice di fiducia è sempre superiore al 60% e sempre largamente superiore a quello di Lucia Borgonzoni, la candidata della Lega alla guida della coalizione di centro-destra.
Nel sondaggio Winpoll le intenzioni di voto sono state rilevate sulla base di due scenari. Nel primo il M5s si presenta con un suo candidato. Nel secondo appoggia il candidato della coalizione del centro-sinistra più civiche.
Nella competizione a tre (primo scenario) Bonaccini ottiene il 50,7% delle intenzioni di voto contro il 42,1% della Borgonzoni e il 6,2% del candidato M5s. Come si vede nel grafico un contributo importante viene dalla sua lista civica, il che testimonia il suo appeal personale. Nella competizione binaria (secondo scenario) Bonaccini sale al 56,2 mentre la sua rivale resta praticamente ferma al 42,9%.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
ALLE EUROPEE IL CENTRODESTRA AVEVA 5-6 PUNTI DI VANTAGGIO… ORA IL CANDIDATO DEM ANCHE SENZA ALLEANZA CON IL M5S E’ OLTRE IL 50%, LA LEGHISTA BORGONZONI AL 42%… NEL VOTO DI LISTA IL CENTRODESTRA SUPERA DI POCO IL CENTROSINISTRA
Almeno otto punti di vantaggio. Questo l’esito del sondaggio commissionato a Winpoll dal Pd in
Emilia Romagna, pubblicato oggi sul Sole24Ore.
Il candidato Pd Stefano Bonaccini si attesta oltre il 50%, mentre la leghista Lucia Borgonzoni è data al 42%.
Gli scenari considerati, in realtà sono due: se M5S corresse con un suo candidato prenderebbe il 6,2%, Bonaccini con il centrosinistra il 50,7% e Borgonzoni con il centrodestra il 42,1%
Se invece M5s facesse parte della coalizione che sostiene Bonaccini, il governatore uscente salirebbe al 56,2% e Borgonzoni rimarrebbe stabile al 42,9%.
“I nostri avversari pensano di usare questa Regione solo per una battaglia nazionale, per mandare a casa Conte. Il 27 Salvini tornerà a occuparsi d’altro e a guidare la Regione ci saremo io o Lucia Borgonzoni. Si vota per l’Emilia Romagna, non per altro” afferma il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in un’intervista al Fatto Quotidiano.
Per le elezioni “ho chiesto a tutte le forze politiche di centrosinistra di essere presenti e unite in questa campagna, anche in forme nuove che consentano di aprirsi. Al tempo stesso ho chiesto a tante esperienze civiche presenti nei Comuni di impegnarsi insieme a noi”, dice Bonaccini.
Quanto al M5s, “sono disposto al confronto, credo che un’intesa sui programmi potrebbe essere utile, ma non va fatta a tutti i costi, solo per governare”, dichiara.
In merito alla piazza delle sardine, “non mi approprio della partecipazione dei cittadini, voglio costruire un progetto che risponda a quella mobilitazione così bella. Mi rivolgo a tutti i cittadini e dico: dateci una mano”, spiega il governatore. “Ci sarà forse un incontro naturale perchè sono convinto che ci siano molti punti in comune”.
Un’altra rilevazione Winpoll sul voto di lista, mostra il M5S stimato poco sopra il 6%, il centrodestra con il 47,6% supererebbe il centrosinistra con il 44,8%.
Rispetto al voto per le Europee in Emilia il centrodestra guadagnerebbe due punti mentre il centrosinistra circa cinque, il M5s passarebbe dal 12,9% al 6%.
Stando all’analisi dell’Istituto Cattaneo, i numeri raccontano che la “dorsale” rossa con Bologna al centro è accerchiata da una vasta area “verde” di centrodestra.
“Appena ci si allontana dalle città più grandi, con una visione più “aperta” verso i cambiamenti, il sentimento degli elettori cambia anche notevolmente, assieme al voto espresso —–spiega il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo –. A Bologna è assai prevalente un orientamento progressista, multiculturale, europeista e quindi molto affine al Pd. Ma basta spostarsi nei comuni più piccoli e prevale un sentimento di “difesa”. È in questi contesti che la Lega fa breccia” anche se non va oltre il risultato delle Europee.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
DOPO “OSPEDALI APERTI DI NOTTE” DEI COMICI SALVINI-BORGONZONI, ESPLODE LA SATIRA
“Tra i primi provvedimenti ci sarà l’attenzione ai più deboli, gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto”. La frase è apparsa sul social di Matteo Salvini, un retweet di un post pubblicato sull’account della candidata leghista dell’Emilia Romagna Lucia Borgonzoni.
La promessa è evidentemente poco incisiva: gli ospedali, nella regione dove Borgonzoni corre per le elezioni del 26 gennaio, sono già aperti 7 giorni su 7, 24 ore su 24.
Il tweet ha scatenato le ironie della rete. Gli utenti hanno lanciato sul social l’hashtag #SalviniPrometteCose, ipotizzando ulteriori impegni che l’ex vice premier possa assumersi con gli elettori, per assicurarsi la vittoria.
“In Emilia Romagna un giorno durerà 24 ore, come in Veneto”, scrive un utente. “Ogni 7 giorni sarà domenica”, rilancia un altro. E ancora: “Potrete fare benzina di giorno e di notte”; “Le chiese saranno aperte anche la domenica”, “Il 25 dicembre anche in Emilia-Romagna sarà Natale”.
Il post di Salvini pare abbia scombussolato anche vite coniugali, ironizza qualcuno: “Una mia amica ha appena avviato la causa di divorzio dal marito chirurgo che diceva di avere il turno in ospedale domenica”.
(da “Huffingtonpost”)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
OFFENSIVA INFORMATICA CONTRO IL GIORNALISTA: SOTTRATTI DATI E VIOLATO ACCOUNT BANCARIO… AI SOVRANISTI NON PIACCIONO LE INCHIESTE
Offensiva degli hacker contro Sigfrido Ranucci, conduttore di Report. “Hanno violato i miei
account aziendali, cellulare, email, dati anagrafici, indirizzo, e mi è stato detto che gli hacker hanno agito da un paese dell’est europeo”. Il giornalista parla a Repubblica ed è sconcertato e inquieto per l’attacco informatico.
“Non ho idea di chi abbia in mano tutti questi dati sensibili e che uso voglia farne” prosegue Ranucci, “ci sono i contatti con le fonti, le chat, le rubriche. Per altro, si tratta di utenze aziendali, dunque il mio telefono potrebbe essere diventato il ponte per entrare in altre utenze di un’azienda che fa informazione. La security della Rai si è immediatamente attivata”. Il conduttore di Report dice di sentirsi “libero, ma un po’ più fragile”.
Fnsi e Usigrai hanno subito espresso solidarietà a Sigfrido Ranucci, sottolineando che emergono “elementi preoccupanti che appaiono ancora più inquietanti se collegati alle polemiche e alle minacce ricevute dalla redazione di Report dopo le documentate inchieste relative proprio alle fabbriche dell’odio e alle multinazionali delle fake news che, non casualmente, hanno la loro sede anche nei paesi dell’Est. Siamo certi che gli apparati di sicurezza individueranno mandanti ed esecutori e li segnaleranno alle autorità competenti, chiunque essi siano e ovunque operino”.
Fnsi ed Usigrai “condivideranno e sosterranno tutte le iniziative che Sigfrido Ranucci e la redazione di Report decideranno di promuovere in tutte le sedi, compresa quella giudiziaria”.
(da agenzie)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
LA BUFALA SOVRANISTA DIVENTA UN BOOMERANG: IN REALTA’ IL 79% DEGLI ALLOGGI POPOLARI E’ ASSEGNATO A CITTADINI ITALIANI
Il video-gogna di Fratelli d’Italia sui citofoni delle case popolari finisce in un’indagine della questura di Bologna. L’edizione locale di Repubblica scrive che gli agenti della Digos hanno acquisito il materiale, che domenica era stato rimosso da Facebook dai due diretti interessati anche se sia Bignami che Giorgia Meloni avevano sostenuto di aver ragione.
L’attenzione delle forze dell’ordine si concentra su un caso che è arrivato a far parlare anche la politica nazionale con una segnalazione al Garante della Privacy e con un’interrogazione parlamentare diretta al ministro degli Interni, Luciana Lamorgese.
Ma soprattutto, Lisei e Bignami sono entrambi avvocati e il tema della violazione della privacy è stato sollevato formalmente da un’altra avvocata, Cathy La Torre, con una segnalazione per la violazione degli articoli 6, 13 e 35 del regolamento europeo sui dati personali.
La tesi che i due esponenti del partito di Giorgia Meloni volevano dimostrare è quella dell’invasione degli stranieri, della massiccia presenza nelle case popolari «che invece sono state costruite dai nostri nonni e quindi adesso devono essere per noi».
Nel video si mostrava tutto: indirizzo, numero civico, l’elenco dei nomi degli inquilini stranieri, con tanto di inquadratura dei campanelli. «Ci diranno che stiamo violando la privacy — diceva Bignami nel filmato — ma non ce ne frega assolutamente niente. Perchè se stai in un alloggio popolare e c’è il tuo nome sul campanello, bisogna che ti metta nell’ottica che poi qualcuno può andare a vedere». Si tratta ovviamente di una bufala.
Partiamo dall’inizio, nel video vengono inquadrati i citofoni e letti ad alta voce i nomi dei cittadini stranieri (sul fatto che lo siano effettivamente però non c’è alcuna certezza) che vivono negli alloggi dell’ACER (Azienda Casa Emilia Romagna) di Bologna.
Bignami dice i nomi e i cognomi dei beneficiari sono già pubblici ma dimentica di ricordare che sui campanelli non c’è solo il nome dell’assegnatario ma anche quello del coniuge, che invece non è pubblico. Per quanto riguarda l’ACER poi basta leggere la graduatoria pubblicata sul sito per scoprire che i dati sono anonimizzati: l’identificativo è il numero di domanda dal quale non è possibile risalire all’identità dell’eventuale assegnatario.
Il Garante nelle linee guida in materia di trattamento di dati personali per finalità di pubblicazione e diffusione di atti e documenti di enti locali consente (ed alcuni Comuni infatti lo fanno) la pubblicazione dei nominativi degli assegnatari «corredati dalle informazioni necessarie a renderli identificabili (data di nascita, punteggio finale per l’assegnazione)».
Il Garante però scrive anche che la graduatoria «non deve quindi contenere ulteriori dati personali contrastanti con il richiamato principio di pertinenza e non eccedenza, fermo restando il divieto di pubblicare dati idonei a rivelare lo stato di salute». Ed è per questo che anche laddove i nomi e i cognomi dei partecipanti al bando vengono pubblicati non viene indicato quale alloggio, a quale indirizzo e quale interno sia stato assegnato. Inutile poi sottolineare come chi presenta la domanda ha dato l’autorizzazione alla diffusione dei propri dati all’azienda che gestisce l’edilizia residenziale pubblica e non a chiunque passi per strada. Bignami ha chiesto «perchè a Bologna il 60% degli alloggi
popolari viene dato ogni anno a non italiani?».
A rispondere a questa domanda sull’edizione bolognese di Repubblica è il presidente dell’ACER Alessandro Alberani che smentisce i numeri dati da Fratelli d’Italia: «Non è vero niente. Attualmente il 78,95% degli assegnatari dei 28 mila edifici di edilizia pubblica sono italiani». Nessun assedio quindi da parte degli stranieri anche perchè «per ottenere una casa bisogna avere la residenza da almeno tre anni. E poi si considerano l’Isee e il numero di familiari».
C’è poi da sottolineare, come spiegava LaVoce.info qualche tempo fa, che un conto sono le domande presentate un altro sono gli alloggi effettivamente assegnati. Ed è vero che i residenti di origine straniera presentano più domande, ma la spiegazione è semplice: sono più poveri, hanno un reddito più basso, a differenza degli italiani la percentuale di stranieri con una casa di proprietà è molto basso così come non dispongono di una rete familiare in grado di aiutarli quando sono in difficoltà (e per ottenere un alloggio popolare bisogna essere in difficoltà ). §
Invece che chiedersi come mai ci sono così tanti stranieri (il numero reale è molto più basso di quello che vorrebbero far credere) nelle case popolari FdI potrebbe interrogarsi sul perchè i cittadini stranieri siano mediamente più poveri. E non c’è alcun “sopruso” nell’assegnare un appartamento ad uno con il cognome straniero: del resto è la Costituzione a stabilire che la nostra Repubblica tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso , di razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
La Digos della Questura di Bologna ha acquisito il materiale video pubblicato nei giorni scorsi su Facebook, e poi rimosso, dal deputato Galeazzo Bignami, ex Forza Italia passato a Fratelli d’Italia, e da Marco Lisei, consigliere comunale ex Fi e ora anch’egli FdI.
Nel filmato i due politici passavano in rassegna nomi e cognomi di famiglie di origine straniera sui citofoni delle case popolari a Bologna. L’acquisizione del video è stata fatta come prassi, a seguito dell’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno sulla vicenda, firmata dall’intero gruppo Pd alla Camera.
A quanto risulta, al momento non c’è un’indagine della Digos sul ‘caso’, nè d’iniziativa nè delegata dalla Procura. Il filmato è stato acquisito in caso di eventuali accertamenti che potrebbero essere disposti in futuro.
Oltre all’interrogazione parlamentare, contro il video sono stati presentati anche esposti al garante della privacy.
(da “NextQuotidiano”)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
IL SOCIAL CINESE DI BYTEDANCE E’ FREQUENTATO DA RAGAZZINI CHE GLI DEDICANO CENTINAIA DI COMMENTI NEGATIVI CHE LO SFOTTONO
Matteo Salvini è sbarcato su TikTok per acchiappare i giovanissimi ma per adesso l’utenza non
sembra entusiasta: i video del Capitano sul suo account ufficiale sono pieni di commenti che lo sfottono.
C’è chi gli fa notare che potrebbe dedicare il suo tempo andando a Venezia (ma lui ci è già passato per farsi un selfie)…
E chi gli fa notare che forse si sta autoperculando, chi si augura che si butti…
E chi gli dice “Tutto pur di non lavorare, eh?”
Salvini è andato su TikTok perchè vuole “colonizzare” uno spazio in vista di futuri ed eventuali sviluppi o dietro c’è una strategia più complessa?
Al momento il social cinese di proprietà di ByteDance è frequentato prevalentemente da ragazzini e da minorenni. E il core-business del social network non è la comunicazione politica ma per farsi due risate.
Nei commenti ai post del Segretario della Lega c’è chi lo sfotte, chi si lamenta per l’arrivo della politica su TikTok e chi spera in una svolta: «se inizia a fare balletti a cadenza settimanale allora giuro che appena ne avrò l’età voterò per te e per la lega. Non importa lo schifo che porterà ».
Nel frattempo è sempre più evidente che quel politico che si lamenta spesso di quelli che strumentalizzano i bambini (ma poi fa salire la bambina “rubata” dai servizi sociali sul palco di Pontida) e la cui ex compagna rivolge accorati appelli ai giornalisti affinchè lascino stare sua figlia Mirta sta puntando sui giovanissimi.
Se ne era accorto già Giorgio Mottola di Report nella sua inchiesta sulla Fabbrica della paura. Il giornalista del programma di Sigfrido Ranucci aveva scoperto che quando Salvini doveva sponsorizzare certi contenuti lo faceva rivolgendosi ad un audience composta anche da giovanissimi.
(da “NextQuotidiano”)
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Novembre 17th, 2019 Riccardo Fucile
ADRIANO PALOZZI E’ TRA I FONDATORI DI “CAMBIAMO”, IL MOVIMENTO DELLO “ZERO VIRGOLA” DI GIOVANNI TOTI ED E’ RINVIATO A GIUDIZIO PER IL CASO PARNASI
«Stefano Cucchi ha avuto finalmente giustizia (Bah)! La sorella finalmente è soddisfatta e si lancia in una nuova e brillante carriera politica o nello spettacolo ( insomma cerca un modo per guadagnare). Stefano Cucchi sarà anche stato maltrattato e per questo ci sono state delle condanne (giuste? Bah)»!
«Va però ricordato che non parliamo di uno studente modello o di un bravo ragazzo di città bensì di un Tossico preso con 20 grammi di hashish e con alcune dosi di cocaina destinate evidentemente allo spaccio e pure abbastanza spocchioso! Per carità nessuno può morire e deve morire di botte ma neanche puo’ passare per vittima o per eroi lui e tantomeno la sorella che sta sfruttando il fratello tossico per il propio successo».
La frase più bella del ragionamento del consigliere regionale, a parte gli errori di grammatica, è quella sul fatto che Cucchi non può “passare per vittima”, quando Cucchi è oggettivamente una vittima.
Subito dopo l’uragano di commenti che si è scatenato nel post, Palozzi ha cancellato tutto e ha scritto quest’altro post in cui chiede scusa.
Anche qui ci sono interessanti perle che dimostrano la raffinatezza della logica di Palozzi: “non è possibile esprimere una opinione senza essere giudicati“…
Palozzi, ex sindaco di Marino ed eletto con Forza Italia, è stato rinviato a giudizio nel caso Parnasi. Il processo è cominciato il 5 novembre.
(da “NextQuotidiano”)
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