Agosto 22nd, 2020 Riccardo Fucile
LA BARCA “EL PASADOR” ERA STATA POSTA DAI FRATI MINORI DEL CONVENTO SANT’ANTONIO NEL 2015
Un incendio, quasi certamente doloso, ha distrutto l’imbarcazione “El Peskador”, simbolo dell’accoglienza e della fraternità , installata nel belvedere del quartiere San Francesco, a Favara.
Il barchino era stato posto dai Frati Minori del convento Sant’Antonio nel dicembre del 2015, come emblema dell’accoglienza, ma di questo luogo oggi non rimane nulla.
Ignoti, in piena notte, avrebbero appiccato alle fiamme alla piccola barca, distrutta in pochi minuti. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri della tenenza di Favara che adesso sono sulle tracce di coloro che avrebbero distrutto l’imbarcazione su cui era scritto “Ero forestiero e mi avete accolto”.
Con “El Peskador” erano arrivati sulle coste siciliane, dopo la grande tragedia del 2013, diversi migranti: nel 2015 Fra’ Giuseppe Maggiore decise di erigerla a simbolo di fraternità e accoglienza del prossimo, lasciandola sulla piazza del belvedere San Francesco
(da agenzie)
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Agosto 22nd, 2020 Riccardo Fucile
I VECCHI METODI DEL KGB PER ELIMINARE GLI OPPOSITORI NON CAMBIANO MAI
Alexei Navalny, il dissidente russo in gravi condizioni dopo un sospetto avvelenamento, è
atterrato all’aeroporto Tegel di Berlino nel primo mattino di oggi, sabato 22 agosto, con un volo speciale partito nella notte da Omsk, in Russia.
Lo ha riferito la sua portavoce, Kira Jarmysh. Secondo quanto riferisce l’Ong tedesca Cinema for Peace, che ha organizzato il volo, Navalny sarà ricoverato all’ospedale berlinese della Charitè.
L’oppositore 44enne del leader russo Vladimir Putin è in coma e respira attraverso un ventilatore, dopo essersi sentito male mentre si trovava a bordo di un areo che da Tomsk, in Siberia, lo stava riportando a Mosca.
I suoi sostenitori sospettino che sia stato avvelenato, ma i medici dell’ospedale di Omsk — dove è stato ricoverato — hanno affermato di non aver trovato nessuna traccia di veleno nel suo organismo.
Gli stessi medici ieri avevano inizialmente negato l’autorizzazione al volo per la Germania, ritenendo troppo gravi le condizioni di Navalny. In serata poi — dopo un braccio di ferro internazionale — è arrivato il via libera: “Sta migliorando”, hanno spiegato i sanitari.
“Dopo tutto questo tempo, non saranno più rimaste tracce di veleno e sarà impossibile stabilire la sostanza tossica usata” per avvelenarlo, ha affermato Anastasija Vasilieva, dottoressa personale del dissidente russo, intervistata dal quotidiano italiano La Repubblica.
A suo giudizio il ritardato via libera al trasferimento puntava proprio a “nascondere la causa delle sue gravi condizioni”. “I medici di Omsk non volevano lasciar andare Navalnyj. Sostenevano che non fosse trasportabile, ma era una menzogna palese”, ha detto Vasilieva.
“È illegale e criminale trattenere un paziente in un ospedale che non ha le attrezzature necessarie a garantirgli le cure di cui ha bisogno”, ha aggiunto. In Russia anche se “trovassero la causa, la nasconderebbero, nessuno vuole uno scandalo internazionale”.
(da agenzie)
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Agosto 22nd, 2020 Riccardo Fucile
MENTRE IL TURISTA SCHERNIVA IL CAPITANO E UN MARINAIO CHE LO INVITAVANO A INDOSSARE LA MASCHERINA, SCOPPIA LA RIVOLTA DEI PASSEGGERI
È scattata la rissa a Venezia tra alcuni passeggeri a bordo di un vaporetto affollato, dopo che un turista si era rifiutato di indossare la mascherina.
Come riporta La nuova Venezia, alla fermata San Zaccaria, l’uomo si è presentato a volto scoperto e a poco sono serviti gli inviti del capitano e di un marinaio perchè indossasse la mascherina, non solo perchè obbligatoria per le misure di contenimento dei contagi di Coronavirus, ma anche perchè il vaporetto era strapieno.
L’uomo dal canto suo ha cominciato a insultarli, al che sono intervenuti gli altri passeggeri, in particolare un uomo che ha spintonato il turista, ha provato a sferrare qualche pugno e calcio e lo ha spinto sulla banchina fuori dalla nave.
(da Open)
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Agosto 22nd, 2020 Riccardo Fucile
IL 27 GIUGNO E’ ANDATA IN OSPEDALE, DOPO DUE ORE ERA GIA’ FUORI E IL GIORNO DOPO AL MARE CON LA FAMIGLIA
«Viviana Parisi non ha tentato il suicidio a giugno, ma ha soltanto ripreso dei medicinali che
le avevano dato a marzo all’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, forse però ha esagerato con un sovradosaggio. Spero che nessuno voglia speculare anche su questo». È quanto ha detto l’avvocato Pietro Venuti, legale della famiglia Mondello, in collegamento con la trasmissione ‘In Onda’, su La7.
In un articolo pubblicato sulle pagine de Il Corriere della Sera veniva tirata in ballo l’ipotesi del suicidio di Viviana Parisi. Una supposizione prontamente smentita dal legale: «Ho avuto modo di parlare con Daniele Mondello di questa cosa. Il 27 giugno la signora aveva ripreso la terapia che aveva sospeso a fine marzo: prende alcune pillole, ma quel giorno ha assunto un sovradosaggio. Ha informato il marito, perchè non si sentiva bene, e il marito la accompagna immediatamente in ospedale, dove Viviana Parisi rimane per circa due ore, dopodichè la stessa lascia l’ospedale, le sue condizioni sono ottimali, altrimenti non avrebbe potuto lasciare l’ospedale, tanto è vero che il giorno dopo va al mare tutta la giornata insieme al marito e al figlio. Questo è un particolare di un episodio che è stato descritto come un tentativo di suicidio», ha detto il legale della famiglia Mondello.
In una nota congiunta, pubblicata insieme all’altro legale della famiglia Mondello, Claudio Mondello, gli avvocati mostrano parte del contenuto del ‘verbale di pronto soccorso’ di quel giorno, in cui Viviana Parisi è stata accolta in ‘codice giallo’ e descritta come ‘paziente in atto eupnoica (frequenza respiratoria normale), in atto vigile, orientata, collaborante, cute e mucose rosee’.
«Circa due ore dopo l’accesso Viviana era a casa. Il giorno seguente: a mare con la propria famiglia. Cosa era accaduto? Nel dubbio, Viviana non ne era certa, che avesse assunto un quantitativo leggermente maggiore del farmaco prescrittole ha parlato di questa circostanza ai familiari, i quali — come sempre solerti, attenti, amorevoli e premurosi — nel dubbio, preferivano accedere a un pubblico nosocomio per i dovuti accertamenti. Quindi nessun tentativo di suicidio», si legge nella nota.
(da agenzie)
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