Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
“LA SCUOLA RIAPRIRA’ IN SICUREZZA”
Ministro Speranza, lei ha detto “mai più lockdown”. In Francia Macron non lo ha escluso, la
Merkel ha parlato alla nazione avvertendo che saranno mesi difficili. Conferma il “mai più” o dipende dall’andamento dei contagi?
Concordo che non saranno mesi facili. Ma penso che l’Italia oggi sia messa meglio degli altri paesi europei. E questo è oggettivo, lo dicono i numeri: il tasso di incidenza del virus è più basso rispetto altri grandi paesi europei come Francia, Spagna e Germania, grazie al lockdown duro che abbiamo realizzato e al comportamento seguito delle persone. Questo non significa che siamo fuori dall’emergenza e c’è ancora bisogno di un livello alto di attenzione. Siamo fuori dalla tempesta, ma non in un porto sicuro. Alla luce di queste considerazioni, escludo l’ipotesi di un nuovo lockdown, anche perchè siamo più attrezzati rispetto a qualche mese fa.
Si riferisce alla consapevolezza delle persone, su cui si potrebbe aprire un dibattito.
Mi riferisco innanzitutto al nostro servizio sanitario nazionale, che si è molto rafforzato. Abbiamo investito più in cinque mesi che in cinque anni e l’esperienza ha reso più bravi i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri professionisti sanitari. Aggiungo un altro elemento: anche dove ci sono molti più casi che in Italia, la ricaduta in termini di pressione sul servizio sanitario nazionale è limitata, perchè la media di età si è abbassata. È chiaro che l’effetto del virus sui trentenni è diverso.
Finora il numero dei ricoveri è ovunque sotto controllo, anche se i contagi sono in crescita, ma che succede se si raggiunge di nuovo un livello di guardia in alcune zone? Prevedete dei lockdown mirati?
Abbiamo un sistema di monitoraggio costruito con l’Iss e le regioni molto attento, costruito attorno a 21 criteri, alcuni dei quali connessi al livello di ospedalizzazione. Al momento in nessuna area d’Italia si riscontrano difficoltà tali da giustificare lockdown territoriali, ma è altrettanto chiaro che dobbiamo essere pronti a intervenire ove necessario. Questo ci hanno insegnato gli ultimi mesi.
Il ministro Lamorgese parlò di tamponi da fare a tutti i migranti che sbarcano. Prevedete una misura analoga anche per i cittadini europei che arrivano?
Approfitto della domanda per rendere pubblica una proposta che ho avanzato nelle ultime ore ai ministri di Francia, Germania e Spagna. E che discuteremo in un prossimo vertice il 4 settembre. La spiego: adesso, ogni volta che si adottano misure nei confronti di un altro paese vengono lette come un atto ostile.
Non ho capito, si offendono per i tamponi?
Tamponi all’arrivo, divieto di accesso e transito, obbligo di quarantena. Quando prendi una misura del genere, il paese coinvolto attualmente lo vive in maniera poco friendly. Io dico: visto che dobbiamo convivere col virus per svariati mesi, lavoriamo sulla reciprocità delle misure e tra grandi paesi europei diamo il buon esempio. Facciamoci i i test reciprocamente a partire dagli aeroporti. Cioè: se uno dall’Italia va a Madrid o Parigi, viene testato all’arrivo e così uno che dalla Spagna o dalla Francia arriva in Italia. Chiaramente la misura va attuata a tutti i cittadini, indipendentemente dalla nazionalità .
Controlliamoci tutti, dice lei.
Esatto, far diventare normalità ciò che stiamo facendo da dieci giorni con successo rispetto ad alcuni paesi. Questo ci consente di tenere aperti i confini con maggiore serenità . Proprio perchè ci muoviamo dentro un orizzonte non di ritorno al lockdown, ma di convivenza col virus, dobbiamo sapere che la convivenza ha bisogno di strumenti concreti.
Ministro, a pochi giorni dall’inizio della scuola, c’è ancora grande confusione sulle modalità del rientro: aule che mancano, insegnanti che forse non bastano, regioni disallineate. Non pensa che siamo di fronte a un clamoroso ritardo, aggravato dal fatto che siamo il paese che le ha chiuse per primo, e dunque c’era tutto il tempo per pensarci?
Sapevamo che non sarebbe stato facile. E anche altri paesi come Francia, Germania o Israele hanno registrato delle difficoltà . Mettere in moto dieci milioni di persone comporta rischi che dobbiamo gestire e nessuno ha la bacchetta magica per risolvere in un minuto i problemi storici della scuola italiana, che ci sono da molto prima del Covid, dal deficit di personale, alle classi con troppo allievi.
È da marzo… Un tempo congruo per decidere. Domani lei co-presiederà una conferenza dell’Oms proprio sulla scuola. Cosa dirà della confusione che c’è in Italia?
Nessuna confusione. Vorrei trasmettere un messaggio di serenità : le scuole riapriranno il 7 a Bolzano, il 14 nella maggioranza delle regioni e il 24 in altre. Abbiamo messo ingenti risorse, i protocolli per riaprire in sicurezza sono pronti. Questa, per me, è la vera fine del lockdown.
Lei dice: chi apre il 7, chi il 14, chi il 24. È accettabile per il governo che alcune regioni posticipino il rientro in modo discrezionale?
Le regioni del Sud hanno sempre avviato le scuole con un po’ di ritardo anche per ragioni di carattere climatico, quindi non mi scandalizzo, l’autonomia lo consente. Con loro stiamo lavorando costantemente. Venerdì all’unanimità in conferenza unificata con Comuni e Province, oltre che con le Regioni abbiamo approvato le linee guida sulla gestione dei casi e focolai Covid. Queste regole saranno vigenti in tutta Italia, da Bolzano alla Sicilia.
Scusi se insisto. Ma questo “federalismo virale” è un tratto costante della crisi sin dall’inizio: sulle chiusure, sulle discoteche, sui migranti, ora sulle scuole. È solo l’effetto della campagna per le regionali oppure questo è dovuto all’incertezza decisionale del governo a livello centrale?
Il governo ha le idee chiare e una linea da sempre costruita sulla priorità del diritto alla salute. Io non voglio pensare alla campagna elettorale di qualcuno perchè la gestione dell’emergenza è questione troppo delicata. In questi mesi il mio giudizio è che abbiamo lavorato bene insieme. Dal 16 maggio le regioni possono attuare misure non solo più restrittive, ma anche meno restrittive. Per questo ad esempio alcune hanno riaperto le discoteche che il governo aveva lasciato chiuse.
Torniamo ai nodi da sciogliere, in vista delle riaperture. I trasporti. C’è una discussione attorno alle modalità con cui saranno riempiti mezzi di trasporto pubblici e scuolabus. Riesce a darci qualche certezza?
Sui trasporti c’è una preoccupazione dei territori che temono che le norme finora vigenti siano troppo stringenti rispetto alla necessità della ripartenza. Il Cts ha offerto un ventaglio di soluzioni possibili per risolvere il tema, tra cui il riempimento fino al 75 per cento. Penso che si possa arrivare a una soluzione condivisa.
Non si è capito nemmeno come saranno gestiti eventuali focolai nelle scuole. Il Cts dice: se uno è positivo in una classe, sta a casa tutta la classe. E gli insegnanti? Come funziona? I presidi decidono?
Il cuore del documento approvato all’unanimità di cui le dicevo è un nuovo rapporto organico tra servizio sanitario nazionale e sistema scolastico. Nel caso di un positivo, studente o insegnante, la valutazione viene fatta dal dipartimento di prevenzione, a partire dal contact tracing. Così si decide come intervenire: tamponi, quarantena, eccetera. È chiaro che con un solo caso non si chiude la scuola.
Dunque nessun automatismo. Decide il dipartimento di prevenzione a seconda dei casi.
Esatto. È un lavoro sanitario. Non lasceremo soli insegnanti e docenti.
E sulle mascherine? Anche Galli dice che, per un bambino, è difficile stare con la mascherina a scuola per un numero prolungato di ore.
La mascherina, e noi siamo l’unico Paese che ne garantisce a studenti e personale oltre dieci milioni al giorno, è obbligatoria, oltre i 6 anni, per andare a scuola, e va tenuta nei momenti di ingresso, uscita e ogni volta ci può essere rischio di stare sotto la distanza di un metro. Al banco, dove c’è un metro di distanza, si può togliere.
Crisanti sostiene che il modo per mantenere sicure le scuole non sono tanto le mascherine ma i tamponi di massa. Non era meglio investire tutto in controlli di massa per le scuole, invece che spendere tre miliardi sui banchi?
Le due cose non sono in contrapposizione. Se questa è l’occasione di avere i banchi nuovi che non siano quelli dei nostri nonni, noi siamo contenti, poi è chiaro che i test sono fondamentali e, segnalo, siamo arrivati a 100mila test al giorno.
Ministro, di tutto si parla tranne che del Mes. Non sarebbe logico utilizzarlo ad esempio per aprire presidi sanitari nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle fabbriche?
Io penso che ogni euro che si mette sulla salute è sacrosanto. Il nostro piano è pronto per utilizzare i finanziamenti europei, Mes compreso. L’importante per me è che i soldi arrivino: dal bilancio dello Stato, dal Recovery o dal Mes. Quello che per me non è accettabile è dire: non c’è il Mes, non ci sono risorse.
C’è una gigantesca ipocrisia sul tema. Abbiamo preso il fondo Sure, 27 miliardi di prestiti. Perchè non dite che quei soldi sono come i 35 del Mes e che il prestito del Mes costa meno del Recovery fund?
Io eviterei qualsiasi battaglia ideologica. A me pare ragionevole utilizzare il Mes, ma non dico “o Mes o nulla”. Il servizio sanitario nazionale ha bisogno di una stagione straordinaria di investimenti, discorso che facevo già prima del Covid. Ricordo che dal primo settembre non si pagherà più il superticket, ed è stata una delle prime misure per cui mi sono battuto.
Il tema delle risorse riguarda anche il modo in cui si affronterà il delicato passaggio autunnale con l’arrivo dell’influenza stagionale. Inevitabilmente saranno presi d’assalto ambulatori e medici di base. Come pensa di potenziare gli strumenti di prevenzione o cura?
Non c’è dubbio, sarà un autunno impegnativo. Stiamo lavorando a una grande campagna sulle vaccinazioni ordinarie. Le regioni hanno di molto rafforzato la capacità di offerta del vaccino. Essendo i sintomi simili, sarà fondamentale avere più persone vaccinate possibile, per abbassare la pressione sulle strutture sanitarie.
Ultima domanda: quando ci sarà , il vaccino, sarà obbligatorio o avrete il problema dei “no vax” come lo avete dei “no Mes”?
L’obiettivo di oggi è avere il vaccino nel più breve tempo possibile. E quando arriverà purtroppo non sarà disponibile per tutti immediatamente. Dovremo scegliere da chi partire. Per questo il problema non si pone come lo solleva lei. Partiremo dagli operatori sanitari, dai soggetti più fragili, dagli anziani con altre patologie.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
ENTRO MERCOLEDI SARANNO CINQUE LE NAVI DESTINATE ALLA QUARANTENA PER SVUOTARE LAMPEDUSA
Poche ore dopo la protesta dell’isola, da Roma arrivano buone notizie. Stasera 120 migranti saranno trasferiti dopo il risultato del tampone, e tre navi arriveranno per la sorveglianza sanitaria e nuovi trasferimenti, 300 entro domani.
Il ministero dell’Interno “segue con estrema attenzione la grave situazione legata allo sbarco di circa 400 migranti la scorsa notte a Lampedusa e nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro Luciana Lamorgese hanno deciso di ricorrere all’utilizzo di ulteriori tre navi, in aggiunta alle due già operanti, per la sorveglianza sanitaria dei migranti irregolari in arrivo”.
La prima arriverà a Lampedusa entro domani notte, le altre due entro mercoledì.
L’allarme era scattato ieri a Lampedusa, dopo che un barcone con centinaia di migranti a bordo, circa 450 secondo una prima stima, era strato soccorso dalle motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, che hanno scortato l’imbarcazione in porto
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
LA DEPUTATA DEM LANCERA’ LA SUA SFIDA DOPO LE REGIONALI… UN CANDIDATO CREDIBILE: VENTI ANNI IN CAMPIDOGLIO E PALADINA DEI DIRITTI CIVILI… OBIETTIVO SIA DEL M5S CHE DEL PD E’ ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO E POI GIOCARSELA CON IL CENTRODESTRA
Il Pd lavora sul candidato sindaco, il M5s sugli elettori di centrosinistra. In questa corsa alle
comunali 2021, i due partiti alleati di governo e nemici in Campidoglio hanno condividono la stessa determinazione di arrivare al ballottaggio contro il centrodestra e pur giocando (in teoria) dalla stessa parte della barricata, puntano all’obiettivo con strategie differenti.
Da una parte i dem cercano di evitare a tutti i costi alleanze con gli stellati, a maggior ragione se guidati dalla sindaca Virginia Raggi e mentre la linea indicata dal segretario Nicola Zingaretti e condivisa da molti è quella di aspettare le elezioni di settembre per proporre un candidato sindaco di livello internazionale (l’obiettivo sarebbe David Sassoli), una parte del centrosinistra lavora alla candidatura della senatrice Monica Cirinnà , il cui nome circola da tempo e che sarebbe pronta a mettersi in gioco. Dal 1993 all’epoca Alemanno ( unica donna del Pd in consiglio comunale), ha passato vent’anni in Campidoglio e, una volta a palazzo Madama, si è costruita un profilo incentrato sulla difesa dei diritti civili.
Il suo nome avanza in sordina, spinto tra le fila dell’attivismo sociale, dell’ambientalismo e del movimento delle donne.
Intanto i 5s, che al netto di colpi scena la candidata ce l’hanno dal 10 agosto, si muovono per recuperare voti. Non dei grillini, visto che i fan della Raggi vengono dati per acquisiti ma degli elettori di centrosinistra.
Ieri il capostaff della sindaca Max Bugani sul Fatto Quotidiano ha aperto al dialogo coi dem e con tutta la sinistra proprio in vista delle elezioni comunali 2021, romane e non.
La sindaca però è un punto fermo perchè ” gli iscritti al Movimento l’hanno già promossa ” e visto che su questo punto l’accordo tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti è impossibile, la strategia è puntare all’elettorato dell’avversario.
Anche perchè, spiegano fonti del Campidoglio, la sindaca è convinta di poter arrivare al ballottaggio contro il centrodestra. Per farlo serve recuperare lì dove ha perso consensi ad esempio nel mondo fatto di attivismo e femminismo che gravita attorno alla Casa Internazionale delle donne e di cui Cirinnà è tra le paladine.
Su questo terreno, assicurano, ci sarà un cambio di paradigma ma, ammesso si concretizzi, non sarà facile far cambiare idea a chi vede Raggi come la donna, prima sindaca della capitale, che ha tradito e fatto guerra a suon di sfratti proprio alle donne.
Si vedrà , intanto l’altro terreno su cui battere è quello delle periferie, altra questione cara alla sinistra. Basta guardare gli ” Aggiornamenti del Campidoglio” pubblicati ieri sul sito del comune e rilanciati sul profilo social della sindaca: da San Basilio a Malafede passando per Casalotti, Casal Bruciato e Tor Sapienza è qui, in periferia che Raggi va alla ricerca di consenso.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
MA RISPETTO ALLE EUROPEE DI UN ANNO FA LA LEGA SCENDE DAL 38% AL 23%, IL M5S DAL 18,4% AL 9% MENTRE FDI SALE DAL 6% AL 18%… SALE IL PD CHE DAL 22% RIESCE CON IL SUO CANDIDATO AD ARRIVARE AL 36%
Secondo il sondaggio Winpoll-Cise per il Sole 24 ore, il candidato del centrodestra Francesco Acquaroli è in vantaggio su Maurizio Mangialardi del centrosinistra di quasi 16 punti.
L’esponente di Fratelli d’Italia guida la coalizione di centrodestra unita con il 51,8%, mentre l’esponente del Pd è stimato al 36,1%. Terzo il candidato del M5s Gian Mario Mercorelli con l’8,9%.
A circa 20 giorni dal voto per le elezioni Regionali, a fare da ago della bilancia sono quindi in parte gli elettori grillini, ma soprattutto gli indecisi, che rappresentano il 24% del campione, e chi pensa di astenersi dal voto, circa il 22%.
Ben più limitato il bacino elettorale del M5s al quale potrebbe puntare il candidato del centrosinistra per colmare il divario. Un’impresa resa ancora più complicata dalla legge elettorale prevista nelle Marche, secondo la quale non è previsto il voto disgiunto, che avrebbe permesso al M5s di puntare ai voti di lista, sacrificando quelli per il candidato presidente.
Interessante notare che rispetto al recente voto per le Europee di un anno fa la Lega scende dal 38% al 23%, il M5s dal 18,4% a 9%, mentre Fdi sale dal 6% al 18%, grazie anche al fatto che il candidato presidente è suo.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
PER L’INPS MANCA UNA BASE GIURIDICA PER RIVELARNE L’IDENTITA’… RESTA UN DATO DI FATTO; SONO TALMENTE VIGLIACCHI DA NON USCIRE ALLO SCOPERTO
La Camera si aspettava un elenco. Con cinque nomi e altrettanti cognomi. Ma nella lettera
di risposta che l’Inps ha inviato sabato sera l’elenco è a metà .
L’identità dei due deputati (tre si sono autodenunciati) che hanno chiesto il bonus da 600 euro per le partite Iva, messo in campo dal Governo durante l’emergenza Covid, resta segreta.
Nella lettera – di cui Huffpost ha preso visione – l’Istituto comunica che i due deputati hanno fatto richiesta e che le domande sono state però respinte perchè i due sono iscritti a un’altra gestione previdenziale.
Ma perchè i nomi non ci sono? Fonti di primo livello spiegano che non c’è una base giuridica per autorizzare la pubblicazione di dati relativi a chi è risultato solo richiedente e non beneficiario: “La norma sugli accessi generalizzati, quella che permette di accedere a informazioni e documenti in possesso della pubblica amministrazione, riguarda solamente coloro che che ricoprono cariche pubbliche e che ricevono soldi pubblici”.
Tra l’altro il Garante per la privacy, che ha sollecitato l’Inps a rendere noti i nomi, ha sempre fatto riferimento ai “beneficiari” del bonus. Così si legge nelle due comunicazioni inviate all’Istituto rispettivamente l′11 e il 17 agosto, dove si parla di “chiarimenti sulla pubblicazione e comunicazione dei dati dei beneficiari del bonus 600 euro che ricoprono cariche elettive pubbliche”.
Cosa dice la lettera dell’Inps sugli onorevoli del bonus
Nella lettera della segreteria di presidenza dell’Istituto si conferma l’identità dei tre deputati che hanno richiesto e ottenuto il bonus. Sono Andrea Dara e Elena Murelli della Lega e il pentastellato Marco Rizzone.
L’Inps comunica che i tre hanno chiesto e percepito l’indennità di 600 euro per due volte, quindi 1.200 euro a testa. E poi viene assicurato che non ci sono altri componenti della Camera o del Senato ad aver beneficiato del sussidio. Mancano invece, come si diceva, i nomi e i cognomi dei deputati che hanno provato a chiedere il bonus.
I nomi degli amministratori locali che hanno preso il bonus? La patata bollente nelle mani del Garante per la privacy
I cinque deputati, che possono contare su uno stipendio di 12mila euro al mese, non sono i soli ad aver chiesto il bonus da 600 euro. L’hanno fatto anche circa duemila amministratori locali.
Sono consiglieri comunali o regionali, ad esempio, cioè rappresentanti delle istituzioni che non hanno uno stipendio da migliaia di euro, ma assai più ridotto, alcuni solo un gettone di presenza. Alcuni di loro si sono autodenunciati, ma l’elenco è lungo e ancora ignoto.
Anche la loro identità resta ignota.
Nella lettera dell’Inps, infatti, viene spiegato che l’Istituto ha ricevuto numerose richieste di accesso civico generalizzato (un’altra procedura per conoscere i dati), ma viene ricordato, come anticipato da Huffpost il 25 agosto, che esiste un termine di trenta giorni per il riscontro.
L’iter per arrivare a conoscere l’identità di questi amministratori locali attraverso l’accesso civico è farraginoso. L’Inps, infatti, deve prima mandare una comunicazione ai soggetti in questione attraverso una raccomandata o per via telematica. I destinatari possono però opporsi alla richiesta di rendere noti i loro dati. Ecco allora che i trenta giorni per arrivare a chiudere la questione diventano di più: i tempi cioè si allungano perchè subentra una sospensione, determinata appunto dal tempo che si deve dare a chi volesse opporsi alla consegna dei dati.
Ma al netto delle lungaggini di questa procedura, l’Inps non rende noti i nomi perchè è in corso un’istruttoria da parte del Garante per la privacy.
Da una parte, infatti, il Garante ha dato il via libera a rendere pubblici i dati degli amministratori locali, dall’altra ha acceso un faro in casa Inps. Proprio sull’operato relativo ai dati. L’istruttoria, infatti, si è materializzata sotto forma di una lettera che il Garante ha inviato all’Istituto. In questa lettera si chiede conto sulla metodologia adottata in riferimento ai dati dei beneficiari del bonus.
Il Garante è molto dettagliato nella richiesta, a iniziare dalla volontà di conoscere dall’Inps quale è “la base giuridica del trattamento effettuato sui dati personali dei soggetti interessati, l’origine e tipi di dati personali trattati”, dei deputati e degli amministratori locali, ma anche le modalità di trattamento di questi dati.
L’istruttoria è ancora in corso e l’Inps, nella lettera inviata alla Camera, riferisce di aver sospeso ogni ulteriore attività di trattamento dei dati in questione. Tutto congelato fino all’esito dell’istruttoria del Garante. Si legge nella lettera che l’Istituto “sta valutando l’ipotesi di differire la decisione sull’ostensione o meno” dei dati all’esito delle determinazioni che verranno assunte dalla predetta Autorità ”. Tocca al Garante.
E il Pd, attraverso Debora Serracchiani, presidente di quella commissione Lavoro della Camera che si sta occupando del caso bonus, chiede che il Garante vada in Parlamento per spiegare le condizioni che ancora rendono impraticabile la comunicazione dei nominativi da parte dell’Inps. Gli ultimi due onorevoli del bonus sono per ora salvi.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
PREVEDE DI ARRIVARE A 300.000 TAMPONI AL GIORNO
Uno studio per un ‘piano nazionale di sorveglianza’ sul Coronavirus, per quadruplicare il numero di tamponi, da 75-90.000 a 300.000 al giorno, è stato chiesto dal ministero della Salute al microbiologo Andrea Crisanti, considerato il ‘padre’ del progetto dei tamponi di massa realizzato dalla Regione in Veneto.
Lo rende noto lo stesso Crisanti, sul ‘Corriere del Veneto’. Il progetto, viene riportato, sarebbe al vaglio del ministero e del Cts da alcuni giorni. Prevede una spesa iniziale di 40 mln, più 1,5 mln al giorno per la gestione.
“Tutto è nato da un colloquio informale con il ministro D’Incà e il sottosegretario Sileri – spiega Crisanti – che mi hanno chiesto cosa fare per affrontare la nuova ondata di contagi. Ho dato il mio contributo di idee e loro mi hanno sollecitato a mettere tutto nero su bianco”.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
ARRESTI E INTIMIDAZIONI NON FERMANO LA PIAZZA, ARRESTATE ALTRE 120 PERSONE
Sono decine di migliaia i manifestanti scesi in piazza oggi a Minsk per una nuova giornata di
protesta che invoca l’uscita di scena del presidente Aleksandar Lukashenko, questo nonostante un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, con agenti pesantemente armati, decine di persone fermate e l’esercito che blocca strade e piazze della capitale bielorussa.
E’ la terza settimana di protesta, innescata dalle elezioni dello scorso 9 agosto in cui Lukashenko ha rivendicato la vittoria. La nuova manifestazione cade nel giorno del 66esimo compleanno di Lukashenko, definito “l’ultimo dittatore d’Europa”.
Più di 120 persone sono state arrestate a Minsk per aver partecipato a un’azione di protesta non autorizzata contro il presidente. Lo ha detto all’agenzia russa Interfax la portavoce del ministero dell’Interno bielorusso Olga Chemodanova. “Alle ore 16, 125 cittadini sono stati arrestati a Minsk”, e contro di loro ”è stato avviato un processo amministrativo per aver partecipato a eventi di massa non autorizzati”, ha detto la portavoce.
In Bielorussia anche lo sport ha deciso di scendere in campo chiedendo nuove elezioni. Oltre 300 atleti di alto livello, tra cui diversi medagliati olimpici e membri di squadre nazionali, in una lettera aperta, hanno denunciato brogli nelle elezioni presidenziali del 9 agosto scorso chiedendo nuove votazioni. La lettera, pubblicata dal sito sportivo Tribuna.com, chiede anche la fine delle violenze della polizia e il rilascio di tutti i prigionieri politici, ripetendo le richieste dell’opposizione guidata dalla candidata alla presidenza, Svetlana Tikhanovskaya. Nella lettera gli sportivi chiedono elezioni trasparenti e la fine delle violenze da parte della polizia oltre al rilascio degli arrestati per cause politiche.
Tra i 363 firmatari della lettera ci sono diverse medaglie olimpiche, tra cui la sciatrice freestyle Anna Guskova, che ha vinto l’oro, la nuotatrice Alexandra Gerasimenya, due volte medaglia d’argento, e la ginnasta ritmica Anna Glazkova, seconda classificata alle olimpiadi. Ha firmato anche il calciatore della Dynamo Minsk Igor Shitov, nonchè l’allenatore della squadra nazionale di sci freestyle Nikolai Kozeko e diversi membri delle attuali ed ex squadre nazionali in sport come pallavolo, pentathlon e nuoto. Non sono invece tra i firmatari grandi star dello sport bielorusso, come la quattro volte campionessa olimpica di biathlon Darya Domracheva, che aveva comunque condannato le violenze a seguito delle elezioni su Instagram. Assenti anche i membri delle squadre di hockey sul ghiaccio, lo sport preferito di Lukashenko.Lukashenko questa settimana aveva promesso di reprimere le manifestazioni.
Stamattina, di fatti, le forze dell’ordine avevano bloccato l’accesso a piazza Indipendenza e sbarrato con autobus e mezzi pesanti carichi di uomini e idranti le stradi principali. Mentre ai pochi giornalisti rimasti e autorizzati a coprire gli eventi, dopo le detenzioni e la revoca degli accrediti stampa dei giorni scorsi, era stato intimato di tenersi a 100 metri di distanza dai cortei.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
ARRESTATE 300 PERSONE… MINORE PARTECIPAZIONE A MANIFESTAZIONI ANALOGHE A PARIGI E ZURIGO
Sono circa 300 le persone arrestate ieri a Berlino dalla polizia tedesca intervenuta per disperdere la marcia contro le misure anti Covid a cui hanno partecipato 30mila persone.
Tra gli arrestati figura Attila Hildman, conosciuto difensore delle teorie del complotto sul virus.
La polizia ha deciso di intervenire per disperdere il corteo perchè non venivano rispettate le misure di distanziamento sociale e protezione previste appunto dalla normativa anti Covid che i partecipanti contestavano.
A questo punto un gruppo di manifestanti dell’estrema destra, circa 3mila, hanno iniziato scontro con la polizia in cui, ha reso noto il consigliere per l’Interno di Berlino, Andreas Geisel, sono rimasti feriti sette agenti.
La manifestazione, promossa dai negazionisti della pandemia, era stata autorizzata dopo una battaglia in tribunale: le autorità volevano inizialmente vietare lo svolgimento del corteo, che si è tenuto mentre nel Paese sono stati registrati 1.479 nuovi contagi e un morto nelle ultime 24 ore.
Migliaia di persone sono scese a manifestare anche a Trafalgar Square a Londra contro l’uso delle mascherine, i vaccini e le possibili quarantene di cui ha parlato il governo.
Parole d’ordine dello stesso tenore, anche se con numeri nettamente inferiori, si sono viste a Parigi: circa 300 persone si sono riunite in Place de la Nation per protestare contro l’uso obbligatorio delle mascherine al grido di “libertà , libertà ” e con il sostegno di alcuni gilet gialli.
Nel Paese è stata una delle prime manifestazioni di questo genere. Gli agenti hanno multato 123 persone che non indossavano la mascherina.
Anche a Zurigo, in Svizzera, un migliaio di dimostranti si sono radunati sull’Helvetiplatz scandendo slogan simili e rifiutandosi di indossare i dispositivi di protezione.
(da agenzie)
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Agosto 30th, 2020 Riccardo Fucile
IL VANTAGGIO DEL CANDIDATO DEMOCRATICO SI RIDUCE DA 10 A 6 PUNTI
Si è ridotto il vantaggio del candidato democratico Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca
dopo la convention repubblicana, anche se i sondaggi a livello nazionale lo mostrano ancora all’inseguimento. Emerge da un sondaggio condotto da ‘Morning Consult’ società privata di intelligence, su 4.035 potenziali elettori.
Secondo l’istituto, Biden mantiene un vantaggio di sei punti a livello nazionale sul presidente, con il democratico al 50% e Trump al 44%. Prima della convention repubblicana, secondo ‘Morning Consult’, l’ex vice presidente era avanti 52% a 42%.
Donald Trump e tutta la sua famiglia sono stati i protagonisti assoluti della 4 giorni che ha debuttato a Charlotte e poi è proseguita in remoto dalla Casa Bianca. I suoi interventi hanno conquistato, secondo la società , più elettori bianchi e più gente delle periferie.
La settimana precedente, dopo la convention democratica, il vantaggio di Biden su Trump era invece rimasto invariato, e questo recupero ricorda l’impulso che diede a Trump la convention repubblicana del 2016.
Tuttavia, scrive Morning Consult, a causa di una quota minore di elettori indecisi, Biden, che continua ad avere circa la metà del sostegno dell’elettorato, rimane in una posizione significativamente più forte rispetto alla candidata democratica Hillary Clinton quattro anni fa.
I risultati del sondaggio arrivano dopo una convention che è stata meno seguita di quella democratica. Secondo il New York Times, una media di 19,4 milioni di persone ha guardato la convention repubblicana ogni sera in diretta tv, rispetto ai 21,6 milioni che hanno guardato Biden.
Il discorso di accettazione di Trump è stato visto in diretta da 23,8 milioni, meno dei 24,6 milioni di Biden la settimana prima.
(da agenzie)
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