Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
“REGISTRATO AL PORTALE DELLA REGIONE DA DUE MESI, NESSUNO MI HA MAI CHIAMATO, ME NE FREGO DELLE SCUSE”
“Non me ne frega nulla delle scuse della Regione”. A dirlo è uno di tanti over 80 che per più di un mese e mezzo ha aspettato la chiamata per ricevere la prima dose di vaccino.
Si era registrato sul portale di Aria a metà febbraio senza mai ricevere una chiamata ma oggi si è potuto recare spontaneamente al centro vaccinale Niguarda.
Qui gli operatori lavorano senza sosta per smaltire le persone che si sono presentate senza appuntamento ma che si erano registrate sul portale.
“Queste sono le indicazioni che ci sono arrivate dalla Regione”, spiega la responsabile della vaccinazione anti Covid del Niguarda, Simona Giroldi, mentre gestisce la fila di anziani con un megafono.
“Siamo arrabbiati con la Regione – spiega una delle signore in coda – avevano detto che si poteva venire liberamente, poi hanno detto di no, ieri sera mio fratello mi ha detto che si ripoteva e così ci abbiamo provato”.
Le informazioni discordanti da parte dei vertici della Lombardia non hanno contribuito a fare chiarezza, ma come conclude la responsabile del centro vaccinale, “il periodo che abbiamo passato è stato complicato dunque non ci fa più paura nulla”
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
NEL REGNO UNITO ORA IL VACCINO E’ “SCONSIGLIATO” AGLI UNDER 30
Per loro la questione è risolta, visto che hanno altre alternative: agli Stati Uniti
non serve il vaccino AstraZeneca. “Abbiamo tre eccellenti vaccini. Anche se l’Fda deciderà che è un ottimo vaccino, noi non abbiamo bisogno di un altro vaccino, ce ne abbiamo abbastanza”, ha detto alla Cnn il virologo della casa Bianca Anthony Fauci.
“Non c’è un piano per iniziare ad usare subito AstraZeneca, abbiamo già fatto contratti per abbastanza vaccini, da Moderna, Pfizer e J&J”.
REGNO UNITO
La raccomandazione di offrire un vaccino diverso, Pfizer o Moderna, alle persone con meno di 30 anni. Questa è la prescrizione contenuta nel rapporto aggiornato della Mhra, l’autorità britannica del farmaco, su AstraZeneca.
L’ente regolatore dei farmaci (Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency) ha riferito che sviluppato dall’Università di Oxford ha enormi vantaggi, ma alle persone sotto i 30 anni non verrà offerto a causa del raro rischio di coaguli di sangue.
Nel Regno Unito, fra le circa 20 milioni di persone che hanno utilizzato finora il vaccino AstraZeneca, sono saliti a 76 i casi di trombosi rare e a 19 quelle fatali. “Il che significa che il rischio complessivo di questi coaguli di sangue è di circa 4 persone su un milione che ricevono il vaccino”, ha sottolineato la Mhra. Il suo rapporto arriva nello stesso giorno in cui l’Ema ha concluso che i “coaguli di sangue combinati con bassi livelli di piastrine” sono un “possibile effetto collaterale molto raro” del vaccino Astrazeneca. L’Agenzia europea però non ha raccomandato “misure restrittive”, né in base all’età né al genere.
Le trombosi rare rilevate su alcune decine di pazienti sottoposti e al vaccino anti Covid di AstraZeneca sono “un effetto collaterale potenziale sospetto” del siero “su un numero estremamente limitato” di casi, ha spiegato la dottoressa June Raine, numero uno dell’agenzia britannica Mhra. Raine ha aggiunto che “esiste la forte possibilità” di un qualche legame “anche se occorre ulteriore lavoro per provare oltre ogni dubbio” Intanto in Gran Bretagna alle persone sotto i 30 anni verrà offerta un’alternativa ad AstraZeneca se sarà disponibile un altro vaccino, come ha confermato il comitato di consulenza del governo di Londra sui vaccini (Jcvi).
Secondo i dati forniti dalla dottoressa Raine, i casi di trombosi venose cerebrali o trombosi associate a mancanza di piastrine hanno riguardato “51 donne e 28 uomini, di età compresa fra 18 e 79 anni” (con tre morti su 19 sotto i 30 anni). Tutti i casi sono avvenuti dopo la somministrazione della prima dose.
Raine ha quindi aggiornato la lista dei sintomi più delicati da tenere a bada dopo la vaccinazione. “Chiunque abbia sintomi persistenti dopo 4 giorni o più deve rivolgersi a un medico”, ha ricordato raccomandando di reagire rapidamente in particolare in caso di “mal di testa acuto e persistente, vista appannata, affanno nella respirazione, dolore al torace, gonfiori alle gambe, dolori addominali insistenti e lividi insoliti o macchie localizzate sulla pelle a parte il segno dell’iniezione”.
(da agenzie)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
IL MODO INFAME IN CUI E’ STATA GESTITA LA VICENDA DALLA TV RUSSA
Olesya Rostova non è Denise Pipitone. Lo conferma a Fanpage.it Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, la madre della bambina scomparsa da Mazara Del Vallo l’1 settembre 2004.
Una storia, quella arrivata dalla Russia, che aveva tenuto l’Italia con il fiato sospeso, divisa tra la speranza che mamma Piera potesse finalmente riabbracciare la sua Denise e lo sgomento per la gestione che la televisione russa ha avuto della vicenda. Una sorta di reality show consumatosi sulla pelle di una madre che da 17 anni aspetta di riabbracciare sua figlia.
L’avvocato Frazzitta specifica di avere ceduto alla richiesta della produzione di Let Them Talk, lo show russo che sta trattando la storia della giovane Olesya, per poter mettere velocemente un punto alla vicenda.
Una vicenda che ha assunto contorni grotteschi, in una specie di thriller a puntate allestito dall’estero con lo scopo nemmeno troppo nascosto di cavalcare un caso fortemente sentito dall’opinione pubblica italiana.
Avviare una rogatoria internazionale, che avrebbe obbligato la produzione di Let Them Talk a condividere in privato l’esito dell’esame del DNA cui si è sottoposta Olesya, avrebbe richiesto almeno quattro mesi, spiega Frazzitta a Fanpage.it.
È per evitare che il caso diventasse ancor più mediatico che l’avvocato di Piera Maggio ha accettato di partecipare in collegamento alla registrazione di Let Them Talk di ieri 6 aprile, una puntata che ha chiarito che Olesya non è Denise. Una puntata che farà cessare le speculazioni su questa storia dolorosa.
Ma in collegamento con lo show russo Frazzitta non è riuscito a contenere lo sgomento. Ha dato voce alla rabbia per come questa storia è stata gestita dalla televisione russa. Come se fosse un reality show.
Ha ribadito di essere felice di essere italiano. In Italia, ha detto, qualcosa del genere non sarebbe mai accaduto. Non in questi termini. Mai con questa modalità. A ricostruire la vicenda e la vergognosa gestione di un caso diventato un’epopea costruita sulla pelle di una bambina scomparsa sarà la puntata di Chi l’ha visto in onda questa sera su Rai3.
(da Fanpage)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
FINALMENTE AMMETTE CHE “L’INCIDENZA STATISTICA IN PERSONE VACCINATE CON ASTRAZENICA E’ SUPERIORE A QUELLA DELLA POPOLAZIONE GENERALE” (DOPO CHE PER SETTIMANE PSEUDO-SCIENZIATI CI HANNO MARTELLATO CON LE LORO BALLE)
“Gli eventi di trombosi cerebrale sono effetti collaterali molto rari del vaccino di
AstraZeneca”. Lo conclude l’Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione che tuttavia al momento non raccomanda alcuna limitazione alle inoculazioni per specifiche categorie o fasce d’età in quanto non ci sono dati ed evidenze sufficienti per farlo a livello europeo. La decisione spetta alle autorità nazionali.
Si tratta della terzo rapporto su AstraZeneca del Prac, il Comitato sulla sicurezza dei farmaci composto dai rappresentanti dei governi Ue, delle autorità nazionali e da personale Ema.
In precedenza i tecnici non avevano escluso un legame tra le trombosi e il vaccino anglo-svedese, ma avevano spiegato che non vi erano prove di un link diretto.
Ora invece l’Agenzia Ue parla di “probabile” legame e indica che l’incidenza statistica di trombosi in persone vaccinate con AstraZeneca è superiore a quella della popolazione generale.
Si tratta di 62 eventi di trombosi celebrale e 24 di altro genere su 25 milioni di vaccinati tra Unione europea e Regno Unito.
Alle 18 i ministri europei della Salute si riuniranno in videoconferenza per fare il punto della situazione e decidere se mettere limitazioni all’uso di AstraZeneca. Un documento preparatorio indica che la nuova analisi dell’Ema avrà un impatto sulle campagne vaccinali del Ventisette.
(da agenzie)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
QUANDO MUSSOLINI DISSE AL DIRETTORE DELLA GAZZETTA DEL POPOLO: “BASTA DEMAGOGIA, FACENDO CREDERE AI MIRACOLI OSTACOLATE L’AZIONE DEL GOVERNO”
Da ex alpino, ho il massimo rispetto per il Comm. Str. Gen. C.A. F. P. Figliuolo e soprattutto per le medaglie, le mostrine e i nastrini che gli piastrellano il lato sinistro dell’uniforme (e forse anche il retro).
Ma l’altro giorno, quando ha dichiarato che ad aprile avremo 8 milioni di vaccini, dunque ne faremo 500mila al giorno, mi è venuto in mente un aforisma di Aldous Huxley: “Ci sono tre tipi d’intelligenza: l’intelligenza umana, l’intelligenza animale e l’intelligenza militare”.
Ma benedetto Figliuolo: non l’ha ancora capito che il numero dei vaccini dipende dai galantuomini di Big Pharma e dai geni delle Regioni?
Che, se dài i numeri a caso, la gente si ricorda e s’incazza?
E che 8 milioni diviso 30 giorni fa 266mila, non 500mila?
Si teme che lo sventurato generale (ma chi gliel’ha fatto fare?) sia caduto in preda della sindrome del “bugiardo sincero”: come B. che – notò Montanelli – “crede alle bugie che racconta”.
Anche perché la stampa, che di solito critica i potenti aiutandoli a sbagliare meno, dacché governano i Migliori li convince di essere infallibili e li aiuta a sbagliare di più.
Il 1° marzo, quando rimpiazzarono Arcuri col Generalissimo senza spiegare perché, fu tutto un coro di “finalmente!”, “era ora!”, “arrivano i nostri!”.
Ma Bersani disse in tv: “Con Arcuri siamo stati per giorni i primi nella Ue per vaccinazioni, poi col taglio delle dosi siamo rimasti alla pari dei grandi. Segnatevi i dati e rivediamoci fra un mese: se avremo fatto meglio, chapeau; se avremo fatto peggio, qualcuno dovrà spiegare”.
Dopo cinque settimane, l’Italia scivola verso il fondo-classifica. Qualcuno prima o poi spiegherà perché l’ad di Invitalia, esperto in sistemi industriali, organizzazioni complesse e contratti commerciali, è stato sostituito da un esperto in guerre e ospedali da campo (quando per la logistica vaccinale l’esercito era già coinvolto).
Ieri, dopo settimane passate a titolare su “cambi di passo”, “svolte”, “accelerazioni”, “sprint” sui vaccini, “500mila al giorno”, anzi “600mila”, chi offre di più, ieri i giornaloni han cominciato a parlare di “flop”.
Il boomerang sta tornando indietro. Come volevasi dimostrare.
Il 23 novembre 1930, infastidito dagli eccessi laudatorii della Gazzetta del Popolo diretta dal fascistissimo Ermanno Amicucci, Benito Mussolini telegrafò al prefetto di Torino: “Moderi atteggiamento ultra-demagogico della ‘Gazzetta’ che, facendo attendere i miracoli, finisce per sabotare l’opera del governo”.
Non sappiamo se il dispaccio abbia sortito l’effetto sperato. Ma sappiamo cosa accadrebbe oggi se gli uffici stampa di Draghi e Figliuolo ne inviassero uno identico ai direttori dei giornaloni: questi penserebbero a un pesce d’aprile ritardatario.
(da il Fatto Quotidiano)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
SI SCANNANO PER UNA POLTRONA E POI SI PRESENTANO INSIEME ALLE ELEZIONI
Come mai Salvini e Meloni vogliono governare insieme l’Italia, comandano da
alleati in più di metà delle Regioni, e poi si menano come fabbri per la poltrona di una Commissione parlamentare?
La vicenda, che ha messo in subbuglio gli uffici giuridici e di ricerca del pelo nell’uovo sia della Camera che del Senato, riguarda la presidenza del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, il Copasir, tradizionalmente appannaggio del maggiore partito dell’opposizione
Dunque Fratelli d’Italia ne ha chiesto il possesso, sbattendo da due mesi sul netto rifiuto della Lega, che occupa la posizione con il suo deputato Raffaele Volpi, asserragliato in difesa del prezioso incarico manco fosse in trincea.
Evidentemente poter controllare in qualche modo gli 007 è considerato di importanza fondamentale dal Carroccio, che – non va dimenticato – ha un’inchiesta aperta su una serie di presunti rapporti politici e finanziari con Mosca.
Tra partiti vicini questa circostanza non dovrebbe essere particolarmente divisiva, ma le botte da orbi che si stanno dando Giorgia e Matteo ci raccontano un altro film, dove i peggiori nemici sono nella stessa coalizione, e non ci si può più fidare gli uni degli altri, anche perché i due si stanno rubando gli elettori a vicenda, e il distacco non è più incolmabile.
I presidenti Casellati e Fico hanno chiesto di trovare comunque una quadra, ma le scene che abbiamo visto non si cancellano. E per il Centrodestra si tratta dell’ennesimo spettacolo rivelatore delle faide interne. E di quale capacità ha di guidare il Paese.
(da agenzie)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
ABUSO DI FUTURO, TASSIAMO I PROCLAMI
Il futuro è sopravvalutato. È un concetto che contiene tutto: prospettive, speranze, desideri di cambiamento, annunci roboanti, promesse. Persino lo slogan appeso a balconi e finestre (un anno fa: oggi suona grottesco) era al futuro: “Andrà tutto bene” (sic).
Andrà quando? Dopo, un domani, o un dopodomani, o chissà. Andrà, vedremo.
Così emerge un piccolo sospetto, di quelli che rodono e stanno lì in agguato come un retropensiero: che il futuro, il coniugare ogni verbo di speranza al futuro, sia solo un tentativo per spostare l’attenzione al domani, una speranzosa distrazione alla desolazione dell’oggi.
Non passa giorno – si può dire non passa ora – che non si sentano proclami su quel che succederà.
Tutti i lombardi vaccinati entro giugno (questo era Bertolaso), no, tutti quelli di Brescia vaccinati entro luglio (ancora Bertolaso, il mago Do Nascimiento era più credibile), no, tutti gli italiani entro l’estate (Speranza), no, vaccineremo mezzo milione di persone al dì (il generale Figliuolo), no, tutti gli anziani entro aprile, no, il 60 per cento della popolazione entro settembre.
Si sposta l’asticella in su e in giù, e a ogni proclama sul luminoso futuro segue il contro-proclama a stretto giro: vi ricordate quello che si diceva ieri sul vostro futuro? Be’, non era vero. Doccia scozzese, un po’ bollente, un po’ gelata, ed è passato un altro giorno.
Ora, da qualche settimana, tiene banco la promessa più solenne, quella del generale Figliuolo, che insiste sulla sua previsione (o sarà una speranza?) di 500 mila vaccinazioni al giorno.
Se arrivano i vaccini, se la macchina si metterà in moto, se tutti sapranno fare il loro, se…
Insomma, si tratta di un futuro, sì, ma con molte incognite, condizioni e varianti, e già in contemporanea (non domani, ma oggi) il futuro annaspa un po’ e i titoli recitano: “Il cambio di passo slitta a maggio”. Voilà, un futuro con l’elastico.
Nel frattempo, viene accolto come un proclama di vittoria il quotidiano arrivo di fiale: oggi scaricato un milione di dosi! Oggi ne arrivano un milione e mezzo! Ma la piccola esultanza dei telegiornali, svapora poi nell’accavallarsi delle cronache, con gli ottantenni ancora in cerca di una puntura, le categorie furbette che tentano il salto della fila, i problemi logistici, le Regioni che barano, i governatori che fanno il gioco delle tre carte, il governo che fa la faccia militaresca dell’efficienza, e noi che aspettiamo ’sto famoso futuro, sotto forma di iniezione.
Ora l’allarme è chiaro: se oltre a confondere il presente si pasticcia anche con il futuro, ogni proclama e previsione diventerà quel che è: parole al vento, rassicurazioni che non rassicurano nessuno, anzi, che finiscono col creare una diffidenza naturale, un’irritazione endemica.
E se si può avere un sogno declinato al futuro, oggi, sarebbe quello di cominciare a sentir parlare al passato.
Esempio: “Ehi, voi! Ieri abbiamo vaccinato mezzo milione di persone!”; oppure: “Ecco fatto! Tutti i vecchi e i deboli sono al sicuro!”.
Urge una moratoria sui verbi declinati al futuro, una tassa sulle previsioni che somigliano più a un afflato della speranza che a un calcolo reale, forse addirittura serve il reato di falsa promessa sulla salute. “È lei che disse ad aprile tutti vaccinati? Ci segua in questura, per favore”.
Non succederà, ovvio, e il balletto sul “domani” continuerà, come un enorme esperimento sociale: vediamo quanto futuro ipotetico riusciamo a darvi in cambio di un presente di merda.
Domani. Vedremo. Chissà.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
VACCINI LENTI E RABBIA SOCIALE, IL PREMIER FATICA A IMPRIMERE UN CAMBIO DI PASSO
Sono passati solo 10 giorni da quando Mario Draghi ha evocato l’esigenza di
tornare a provare il “gusto del futuro”. Una esortazione precisa e pregna di significato, indirizzata non solo ai governatori regionali a cui era specificamente rivolta ma un po’ a tutta la classe dirigente del paese, inclusi imprenditori e politici, travolti dalla navigazione a vista imposta dalla pandemia.
Un appello a tornare a programmare e soprattutto rischiare, chiave per far ripartire l’economia, proteggere la salute e tornare a una vita quanto più normale possibile. Ebbene, a 10 giorni di distanza, quello che purtroppo sembra essersi impantanato nelle sabbie mobili dell’eterno presente è proprio il Presidente del Consiglio.
Il mese di aprile infatti è per lui sicuramente il più difficile, intrappolato com’è nelle due questioni dalle quali al momento non si vede una via d’uscita: la campagna vaccinale che arranca e le rabbia sociale che monta.
Delle due, i vaccini sono certamente la croce senza delizia che angoscia le notti del premier. Per dare una vera svolta e arrivare presto a una vaccinazione di massa servono dosi e purtroppo dosi non ne arrivano, o ne arrivano col contagocce.
Se tutto andrà bene, e non è detto, ad aprile ne verranno inviate in Italia solo 8 milioni, più o meno la stessa cifra di marzo: basti pensare che per l’intero trimestre il commissario Figliuolo ha previsto di fare affidamento su 50 milioni, quindi fra maggio e giugno ne dovrebbero essere consegnate 42 milioni, cifra che per ora somiglia più a un atto di fede che a una concreta previsione.
Come se non bastasse, il governo poi deve anche fare i conti con la grana Astrazeneca: se sarà costretto a limitarne l’utilizzo agli over 60 – come già hanno fatto Germania, Francia, Olanda e altri -, si aprirebbe un’altra falla nella campagna, visto che la maggior parte delle dosi previste da qui fino a fine estate sono proprio a marchio Astrazeneca. Insomma, se ora si va lenti, non c’è nessuna garanzia che nei prossimi mesi si possa accelerare in maniera decisa. Purtroppo.
Altra questione a cui non è semplice trovare una soluzione sono le proteste sociali. Al netto degli infiltrati di destra e dei personaggi folcloristici come lo sciamano modenese, le piazze pongono un problema serio: gli aiuti a pioggia da soli non bastano più per tenere buoni le categorie più colpite dalla pandemia (anche se stiamo parlando, giova ricordarlo, di categorie che non sono così ligie quando stilano le dichiarazioni dei redditi come invece quando chiedono sussidi statali).
Ma Draghi è bloccato in questa opera di programmazione dai dati implacabili del contagio: la curva sta scendendo troppo lentamente e l’unico tesoretto per le riaperture è stato speso tutto per la scuola.
Quindi è molto probabile che il dibattito su chi far ripartire e chi no si protrarrà stancamente nei prossimi giorni mentre tutti sanno che prima del 3 maggio nulla cambierà nella sostanza.
Il problema è che da qui al 3 maggio ci sono altre 4 settimane da impiegare per cercare di governare questi due fenomeni. E se Draghi non vuole che la sua corsa s’inchiodi al primo ostacolo, si deve inventare qualcosa per arrivare a un cambio di passo . Altrimenti quel “gusto del futuro” rischia di scadere nel sapore stantio di uno stagnante presente.
(da Huffingotonpost)
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Aprile 7th, 2021 Riccardo Fucile
DOVEVA ALZARSI E OFFRIRE LA SUA SEDIA ALLA VON DER LEYEN O ANDARSENE
Non basta lamentarsi di ciò che è accaduto ad Ankara, occorreva reagire subito. Il presidente Michel doveva alzarsi e offrire la sua sedia alla Von der Leyen oppure se ne dovevano andare via assieme immediatamente.
Così hanno dato l’impressione di essere proni a un atteggiamento arrogante e manipolatore, in cui l’immagine di una donna trattata in quel modo è servita ad affermare davanti all’opinione interna turca la superiorità di Erdogan nei confronti di tutti gli Europei.
Ed è proprio ciò che ricercava il leader turco. Farsi trattare così è stato, da parte in particolare del presidente Michel, un atteggiamento vergognoso. Michel si dovrebbe dimettere solo per questo.
Ci si chiede anche a cosa serva il cerimoniale della UE: queste visite sono preparate in anticipo con advanced team che vedono prima tutti i luoghi e in particolare come e dove ci si siede. Avevano già accettato questa vergogna? Oppure si sono fatti cogliere alla sprovvista?
Stanno lì anche durante le visite: in entrambi i casi sono responsabili. Anche il cerimoniale della UE dovrebbe dimettersi in blocco.
(da Huffingtonpost)
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