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ASILI NIDO E COLLEGE GRATIS: BIDEN CANCELLA TRUMP E ALZA LE TASSE AI RICCHI PER AIUTARE LE FAMIGLIE POVERE

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

IL “PIANO PER LE FAMIGLIE AMERICANE” PREVEDE 1.000 MILIARDI DI DOLLARI DI INVESTIMENTI E 800 MILIARDI DI TAGLI ALLE TASSE PER LE FAMIGLIE A REDDITO MEDIO-BASSO

Joe Biden revocherà i tagli alle tasse ai ricchi voluti da Donald Trump per finanziare l’istruzione e una serie di aiuti alle famiglie povere.
Il presidente degli Stati Uniti presenterà oggi al Congresso un piano da 1.800 miliardi di dollari per i prossimi 15 anni, chiamato “Piano per le famiglie americane“, finanziato in parte dai maggiori introiti dovuti alla cancellazione delle politiche fiscali volute dal suo predecessore alla Casa bianca.
La proposta di Biden prevede 1.000 miliardi di dollari di investimenti e 800 miliardi di dollari di tagli alle tasse e agevolazioni per le famiglie a reddito medio-basso. Le varie misure prevedono il finanziamento degli asili nido e dei community college (istituti di istruzione superiore che offrono corsi biennali di livello universitario), che dovranno diventare gratuiti in tutto il Paese, l’estensione fino al 2025 degli assegni familiari, la conferma delle agevolazioni fiscali per i single a basso reddito, il sostegno diretto dello Stato per l’assistenza all’infanzia, investimenti nella formazione degli insegnanti e un programma nazionale per il congedo familiare retribuito.
“Il presidente proporrà una serie di misure per assicurarsi che gli americani più ricchi paghino le tasse che devono, assicurandosi inoltre che nessuno con un reddito inferiore ai 400 mila dollari all’anno si veda aumentare le imposte”, ha rivelato in via anonima un funzionario dell’amministrazione statunitense all’agenzia di stampa Afp. La strategia mira a “ricostruire meglio e a creare un’economia forte e inclusiva per il futuro”. Il piano investirà infatti nei servizi all’infanzia e nell’istruzione primaria, nella cura dei bambini, nelle scuole superiori e in altri settori al fine di rilanciare la classe media americana.
A poco meno di 100 giorni dall’entrata in carica, Biden illustrerà la sua proposta durante il discorso previsto al Congresso alle 21:00 di oggi ora locale (le 3:00 del mattino in Italia), in cui affronterà anche i risultati della campagna vaccinale, i progetti per la ripresa dalla pandemia di Covid-19, le proposte della Casa bianca per contrastare i cambiamenti climatici e l’agenda di politica estera, in particolare le relazioni tra Stati Uniti e Cina.
Il piano richiederà l’approvazione di un parlamento profondamente diviso in cui i Democratici detengono la maggioranza al Senato solo in virtù del voto decisivo della vicepresidente Kamala Harris. Difficilmente infatti i membri più conservatori tra i Repubblicani voteranno la proposta di Biden, ma la Casa bianca punta sul sostegno degli elettori, in particolare in materia di aumento delle tasse ai super ricchi.
La proposta dell’amministrazione Biden prevede infatti un rialzo fino al 39,6 per cento dell‘aliquota massima dell’imposta sul reddito per chi guadagna più di 400 mila dollari all’anno, ponendo fine alla riduzione al 37 per cento voluta da Donald Trump. Il piano del presidente degli Stati Uniti intende inoltre abrogare le agevolazioni fiscali sui redditi da capitale, tassando la ricchezza ereditata, modificando il trattamento fiscale delle plusvalenze e stanziando nuovi fondi per l’Internal Revenue Service (l’Agenzia delle entrate americana) per imporre la riscossione delle tasse e controllare i contribuenti più facoltosi.
Il nuovo progetto segue un piano infrastrutturale da 2.250 miliardi di dollari, ancora al vaglio del Congresso, e un altro di sostegno all’economia per l’emergenza pandemica da 1.900 miliardi di dollari, appena varato dalla Casa bianca. Insieme, queste misure intendono cambiare profondamente il fisco e i programmi di assistenza sociale degli Stati Uniti, ampliando notevolmente il sostegno federale alla classe media e spostando il carico fiscale sui più ricchi.
“Il presidente è stato chiaro: il nostro sistema fiscale non funziona se un gestore di hedge fund che guadagna centinaia di milioni di dollari paga le tasse a un’aliquota inferiore rispetto a chi lavora nel suo ufficio o alla governante della sua villa”, ha sottolineato la consigliera della Casa bianca, Anita Dunn, in un memorandum riservato pubblicato da Bloomberg. “E sta per prendere una serie di misure – sostenute dal pubblico americano – per affrontare l’equità del sistema fiscale“. Il solo “Piano per le famiglie” riguarderebbe infatti circa 17 milioni di lavoratori a basso reddito e 66 milioni di minori.
“Il piano del presidente chiarisce dove dovremmo ridurre il carico fiscale e dove pensa che dovremmo aumentare adeguatamente le tasse“, ha spiegato ad Afp un altro funzionario dell’amministrazione statunitense. “Queste riforme riguardano fondamentalmente l’equità fiscale“.
(da agenzie)

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PARVENZA DI GIUSTIZIA PER MARTINA: DOPO 11 ANNI CONDANNATI A TRE ANNI I DUE SOGGETTI PER TENTATA VIOLENZA DI GRUPPO

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

LA SOFFERTA VOLONTA’ DEI GENITORI DELLA RAGAZZA GENOVESE HA VINTO, ANCHE SE GRAZIE ALLA PRESCRIZIONE I DUE NON ANDRANNO MAI IN GALERA…. PER SFUGGIRE ALLA VIOLENZA LA RAGAZZA PRECIPITO’ DAL BALCONE

La corte di appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati nel processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina Rossi, la studentessa 23enne deceduta il 3 agosto 2011 precipitando da un balcone dove era in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna.
I due imputati sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo. Per la giustizia, i due hanno dunque cercato di violentare la ragazza causandone la morte, come affermato nel 2018 dalla sentenza di primo grado del tribunale di Arezzo. Accolte le richieste dell’accusa. Il pg Luigi Bocciolini aveva chiesto per loro tre anni di reclusione, dopo che l’accusa di morte in conseguenza di altro reato è andata prescritta. “Esprimo soddisfazione per il provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Firenze, che è in linea con la sentenza di condanna di primo grado e con il pronunciamento della Cassazione e al tempo stesso in linea con la realtà dei fatti. E’ stata riconosciuta la colpevolezza piena degli imputati”, è stato il primo commento dell’avvocato Stefano Savi, legale dei genitori di Martina.
Il padre: “Oggi il sole è andato ai giusti”
“Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita”. Così Bruno Rossi, padre della ventenne genovese Martina Rossi, commenta la sentenza bis della corte di appello di Firenze. I due imputati “hanno avuto tre anni di prigione per aver fatto male a Martina. Occorre rivedere il rapporto fra giustizia e pena”, ha anche detto Bruno Rossi, inoltre “le donne devono essere più tutelate”. Per il padre di Martina “in questi processi chi ci rimette sono sempre i poveri. Se non fossimo stati economicamente all’altezza, non avremmo potuto fare un processo lungo 10 anni”.
La vicenda
Era la notte tra il 2 e il 3 agosto del 2011. Martina Rossi, in vacanza a Palma di Maiorca con le amiche, salì in camera dei due giovani perché nella sua stanza le coetanee erano in compagnia degli altri della comitiva di aretini. All’alba Martina precipitò dal balcone della stanza di Vanneschi e Albertoni. Secondo la ricostruzione della procura, Martina cercava di scavalcare il parapetto del balcone per mettersi in salvo sul terrazzo della stanza accanto. Dopo indagini in Spagna, dove il caso fu archiviato frettolosamente come suicidio, i genitori di Martina Bruno Rossi e Franca Murialdo hanno lottato a lungo per far riaprire l’inchiesta in Italia.
La pronuncia di primo grado del tribunale di Arezzo è arrivata solo nel 2018, con la condanna di Vanneschi e Albertoni a 6 anni ciascuno per i reati di tentata violenza sessuale di gruppo e morte in conseguenza di altro reato. Due anni dopo, nel 2020, la caduta del reato più pesante, quello di morte in conseguenza di altro reato, per avvenuta prescrizione, e l’assoluzione in appello da entrambi i capi di imputazione sia per Vanneschi che per Albertoni. Decisione bocciata tre mesi fa dalla Cassazione, che ha ordinato un nuovo processo d’appello a Firenze parlando di “incompletezza, manifesta illogicità e contraddittorietà” della sentenza, “priva di una visione sistematica dell’intero quadro istruttorio”.
(da La Repubblica”)

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BERLUSCONI AL COLLE? FONTI PD SMENTISCONO: “IL SUCCESSORE DI MATTARELLA DEVE ESSERE DRAGHI”

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

RICOSTRUZIONI FANTASIOSE DI ACCORDI, PER IL PD L’UOMO GIUSTO E’ DRAGHI: “GARANTISCE IL RECOVERY CON L’EUROPA”

Cosa c’è di vero nell’ipotesi che Silvio Berlusconi possa essere il prossimo Presidente della Repubblica? In queste ore circolano ricostruzioni più o meno fantasiose sulla corsa al Quirinale, come quella, appunto, che potrebbe essere addirittura Silvio Berlusconi a sedere sulla poltrona del Colle.
A suggerire l’ipotesi, secondo alcuni, sarebbe stato addirittura Paolo Mieli, che sul Corriere della Sera del 25 aprile parlando della maggioranza Ursula (Pd, M5S e FI che nel luglio 2019 sostennero la Von der Leyen), scriveva: “Se Salvini entrerà in urto con Draghi, Enrico Letta otterrà che si spalanchi la via per la riconquista, nel nome di Ursula, del cuore di Berlusconi. Cui potrebbe miracolosamente toccare in sorte di essere indicato, dall’intera sinistra, come il nuovo punto di riferimento fortissimo di tutte le forze progressiste”.
L’ipotesi è che Pd e Forza Italia spingano per un ritorno della maggioranza Ursula proprio in vista della partita più importante, quella con vista sul Quirinale.
In realtà, spiega un big del governo, non c’è nessun tipo di accordo sul nome di Silvio Berlusconi. Anzi, come fanno notare fonti di altissimo livello del Nazareno “l’ipotesi semplicemente non esiste…”.
“Ma ti pare che potremmo mai accettare un nome del genere dopo quanto accaduto negli ultimi vent’anni in Italia?” Questo il refrain. Stesso discorso in casa 5 Stelle; e i voti dei grillini saranno fondamentali per eleggere il prossimo inquilino del Quirinale.
In realtà, spiega una fonte di primo piano della maggioranza di governo, se non vorrà restare Mattarella, il prossimo Presidente della Repubblica sarà Mario Draghi.
Perché? Perché “l’Italia da sempre si governa dal Quirinale” e per garantire gli impegni presi con l’Europa in sede di Recovery Plan bisognerà spedire Super Mario al Colle. Così da lì potrà continuare a metterci la faccia e a garantire Bruxelles che l’Italia nei prossimi anni non farà scherzi qualunque sia l’inquilino di Palazzo Chigi.
Altro che Berlusconi al Quirinale…
(da TPI)

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ALLARME DEI SERVIZI SEGRETI AL PARLAMENTO: I SOVRANISTI CI COPRONO DI FAKE NEWS

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

SUI SOCIAL DILAGANO CAMPAGNE DI DISINFORMAZIONE

Dall’inizio della pandemia sono aumentate a dismisura le fake news. Un fenomeno inquietante. Al punto tale da essere monitorato con attenzione dalle stesse agenzie di intelligence.
Con simili notizie c’è chi ha tentato anche di influenzare le scelte del Governo. Una piaga in cui un ruolo pesante, come sostengono sempre gli 007, l’avrebbero avuto in Italia gli estremisti.
IL PUNTO
Il premier Mario Draghi ha presentato al Parlamento il rapporto che viene periodicamente stilato sulla politica dell’informazione per la sicurezza, sottolineando che il Covid ha agito su più piani, abbattendosi sulle economie e sul commercio internazionale, condizionando le dinamiche geopolitiche, aggravando “vulnerabilità sistemiche e tensioni sociali”, dilatando gli spazi per manovre ostili e gli “inserimenti strumentali di vario segno e matrice”.
Per quanto riguarda nello specifico le fake news, gli 007 hanno lanciato l’allarme su quella che definiscono minaccia ibrida, caratterizzata “da costanti tentativi di intossicazione del dibattito pubblico attraverso attività di disinformazione e/o di influenza, nel contesto di più ampie campagne ibride”, ovvero che vengono veicolate su campi diversi, da quello diplomatico a quello militare, da quello economico e finanziario a quello dell’intelligence.
I servizi segreti hanno infatti registrato una elevatissima produzione di fake news e di narrazioni allarmistiche, sfociate in un surplus informativo, definito infodemia, considerato di difficile discernimento per la collettività.
“Fattore di rischio intrinseco al fenomeno della disinformazione online – si legge nella relazione – ha continuato a risiedere nelle logiche e negli algoritmi alla base dello stesso funzionamento dei social media, tendenti a creare un ambiente autoreferenziale ed autoalimentante, fondato sulla condivisione dei contenuti e delle relazioni di interesse che, polarizzando l’informazione disponibile, ne alimenta quindi la percezione parziale e faziosa”.
Una piaga a cui ha prestato attenzione la stessa Ue e che ha portato a scoprire un utilizzo combinato, “da parte dei principali attori ostili di matrice statuale”, di campagne disinformative e attacchi cibernetici, volti a sfruttare l’onda emotiva provocata dalla crisi sanitaria, nel tentativo di trasformare la pandemia in un vantaggio strategico di lungo termine, anche attraverso manovre finalizzate ad influenzare l’opinione pubblica ed i processi decisionali nazionali, nonché a danneggiare gli assetti economici italiani.
I SOVVERSIVI
A sfruttare le fake news per il proprio tornaconto, in Italia, sarebbero poi stati l’estrema destra, gli anarco-insurrezionalisti, i marxisti-leninisti e le varie realtà del movimento antagonista. Gli anarchici, come appurato dall’intelligence, hanno intensificato sul web i messaggi istigatori contro la “militarizzazione” del territorio e l’asserita volontà dello Stato di enfatizzare la pericolosità del virus per promuovere il “controllo sociale”.
A preoccupare è stata però soprattutto la destra radicale, che proprio con l’emergenza coronavirus ha lanciato vere e proprie campagne di disinformazione e teorie cospirative, accompagnate a retoriche ultranazionaliste, xenofobe e razziste, oltre che a interventi propagandistici dai toni accesi antisistema.
Tutto “nel tentativo di sfruttare il tema del disagio economico correlato alla crisi e guadagnare consensi tra le categorie sociali più in difficoltà, con riguardo soprattutto ai cittadini delle periferie urbane”.
(da La Notizia)

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STRANO CONCETTO DI TRASPARENZA: NON SI SA CHI C’E NELLO STAFF DI FIGLIUOLO E PALAZZO CHIGI NON HA ANCORA PUBBLICATO I REDDITI DI DRAGHI

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

DOPO DUE MESI NESSUN CONOSCE LA STRUTTURA COMMISSARIALE

Da chi è abituato ad essere talmente limpido con i propri interlocutori da mostrare ad ogni visita e incontro pubblico le tante medaglie che ha sul petto, forse ci si sarebbe aspettati qualcosina in più.
E invece a distanza di quasi due mesi dalla sua nomina, il generale Francesco Paolo Figliuolo non si è distinto in fatto di trasparenza: la struttura commissariale per la gestione dell’emergenza Covid-19 ancora non specifica chi siano i soggetti che lavorano al fianco del generale, nominato dal presidente del Consiglio Mario Draghi il primo marzo scorso al posto di Domenico Arcuri.
TABULA RASA
Scorrendo ogni pagina del sito istituzionale si rimane piuttosto sorpresi: a distanza di quasi 60 giorni l’unico riferimento che si ritrova è l’organigramma. Uno schema piuttosto complesso e che annovera al suo interno diverse figure specifiche. Si menziona, ad esempio, un “consulente giuscontabile” che si affianca a un ufficio legale per eventuali contenziosi. Senza dimenticare, ancora, un ufficio di gabinetto, un ufficio per le relazioni istituzionali e una direzione operativa. Non solo.
La struttura può contare anche su una “Unità Analisi e Programmazione” e una “Unità di Pianificazione”. Due strutture che, dette così, sembrerebbero quasi identiche. Ma senz’altro avranno compiti talmente specifici e distinti che risultano necessarie entrambe. Sarebbe però curioso sapere chi sia a capo dell’una e dell’altra, esattamente come sarebbe interessante conoscere i dirigenti degli altri uffici.
Ovviamente il nostro giornale ha contattato la struttura commissariale e lo staff di Figliuolo, ma non è giunta alcuna risposta.
Di fatto, non solo ad oggi è impossibile sapere chi siano i soggetti che lavorano insieme al generale, ma anche avere una risposta in merito. Non proprio un dettaglio considerando che parliamo di chi cura la campagna per l’emergenza Covid.
ZERO DATI
Resta a questo punto la domanda: c’è da stupirsi? Probabilmente no. Ad oggi infatti non sono noti neanche i nomi e i dettagli di rito riguardanti la Presidenza del Consiglio (a cui la struttura commissariale fa capo). Per carità: è bene precisare che Palazzo Chigi ha tempo 90 giorni prima di comunicare, ad esempio, il curriculum e la situazione patrimoniale non solo del presidente Draghi ma anche dei vari ministri senza portafoglio e dei sottosegretari.
Fino al 13 maggio, dunque, nessuno è fuori regola. Sta di fatto, però, che certamente non sarebbe una cattiva idea essere puntuali quando si tratta di questioni così delicate. Tanto per quanto riguarda Palazzo Chigi, tanto per la struttura commissariale, a maggior ragione se è gestita da un generale che ama rafforzare l’idea della sua serietà e del suo amor di patria non abbandonando mai la divisa militare. Ma c’è di più.
ORGANIGRAMMA
A scorrere le ordinanze del generale Figliuolo se ne trova una, la prima, in cui esplicitamente si stabilisce il nuovo organigramma “in sostituzione della struttura prevista con Arcuri e si prevede che “le attribuzioni e il personale di ciascuna unità organizzativa della struttura […] sono definiti con atti dispositivi del Commissario straordinario”.
Atti che, tuttavia, non compaiono nell’elenco dei provvedimenti adottati da Figliuolo. Un dato di fatto da cui sorge una dubbio: o il generale si gestisce da sé, cosa ovviamente improbabile, oppure c’è un serio problema di trasparenza dato che non solo i nomi, ma neanche i relativi provvedimenti ci sono. Magari, chissà, qualcuno potrebbe intanto rispondere alle nostre domande. Attendiamo con ansia.
(da La Notizia)

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IERI SOLO 246.000 VACCINATI, LA MEDIA DELL’ULTIMA SETTIMANA E’ DI 339.000 AL GIORNO

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

BEN LONTANI DAI 500.000 PROMESSI

Meno di ventiquattr’ore alla resa dei conti. Sì, perché domani scatta di d-day. Il giorno di scadenza per centrare l’obiettivo dichiarato – ma più volte rimandato – dal commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo: tagliare il traguardo delle 500mila vaccinazioni in un giorno
Missione che per il generalissimo, ingaggiato proprio con l’obiettivo di trasformare la campagna vaccinale una vera e propria macchina da guerra in grado di condurre il Paese all’agognata meta dell’immunità di gregge, si è rivelata finora impossibile.
Anche perché il robusto ottimismo della volontà del commissariato all’emergenza si scontra con il pessimismo della realtà delle dosi centellinate, che costringono diverse Regioni a rallentare. A poco è servito il petto in fuori del generalissimo con i ritardi ed i tagli annunciati dalle case farmaceutiche.
AstraZeneca, come sempre, arriva in ritardo e con tagli annunciati all’ ultimo minuto, ma anche Johnson & Johnson non decolla e fa arrivare nei depositi meno dosi del previsto.
Nonostante questo, l’obiettivo dei 500mila vaccinati al giorno è slittato ma resta confermato e, anzi, c’ è una data e un numero preciso: se tutto andrà come previsto, oggi si dovrebbero superare abbondantemente le 400mila dosi al giorno, mentre domani, giovedì 29 aprile, il numero di vaccini inoculati dovrebbe arrivare a 504.484.
È ottimista anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Sono fiducioso. I nostri numeri sono allineati ai maggiori Paesi dell’Ue. Ora siamo nelle condizioni di accelerare. L’obiettivo dei 500mila vaccini al giorno è alla nostra portata”.
Nonostante tutto l’ottimismo l’ambizioso obiettivo di Figliuolo non sarà facile da raggiungere. Almeno a guardare la serie degli ultimi dati giornalieri sulle vaccinazioni.
Nell’ultima settimana, infatti, abbiamo viaggiato ad una media che si attesta attorno ai 339.623 vaccini giornalieri. Con picchi di circa 390 mila somministrazioni il 22 e 23 aprile (rispettivamente 391.335 e 395.032), ma anche con giornate nere come quella di ieri, con appena 245.851 dosi iniettate.
Giocata d’azzardo del generale
Davvero ben lontani dai 500mila al giorno previsti. Certo è che ad incidere sono soprattutto le forniture. Entro il 5 maggio, ha fatto sapere Figliuolo nei giorni scorsi, sono attese in Italia ben cinque milioni di dosi. La struttura per l’emergenza non specifica con esattezza i quantitativi e la provenienza, per evitare di dover poi rettificare in corsa a causa dei cambi di programma, imposti spesso soprattutto da AstraZeneca. Per inciso: copione già visto.
Saranno distribuite oggi 2,2 milioni di dosi Pfizer, un buon quantitativo, superiore a quanto preventivato. Per vedere AstraZeneca, salvo ulteriori cambi di programma, occorrerà aspettare il 3 maggio. E di dosi ne arriveranno 1,8 milioni.
Molto meno, e meno del previsto, i vaccini di Johnson & Johnson che saranno appena 150 mila. Secondo i contratti in essere dovrebbero arrivare da aprile a giugno 10 milioni di dosi di AstraZeneca, una ventina di milioni di Pfizer, 7,3 di Johnson & Johnson, 7,3 del nuovo Curevac e 4,6 di Moderna.
Non poco, se tutto andrà come deve, con più di un’incognita, però, sui tempi. Per AstraZeneca, per esempio, avendo un richiamo lungo a 12 settimane, cominceranno a maggio le inoculazioni delle seconde dosi per chi ha già avuto la prima.
La Lombardia, non avendo richiami a sufficienza, ha sospeso le prime dosi di AstraZeneca. E del resto sono diversi gli elementi che rallentano la corsa del vaccino anglo-svedese.
Nell’ultima settimana la media è stata di 339mila
A parte i quantitativi a scartamento ridotto, resta ancora la raccomandazione a usarlo per gli over 60. E c’è un dato che, oltre ai timori per i rarissimi casi di effetti collaterali, potrebbe far decrescere la richiesta: se per andare in vacanza in alcuni luoghi fosse richiesta la vaccinazione completa, essendo previsto un intervallo di 12 settimane, chi ottenesse la prima dose ai primi di maggio avrebbe la seconda solo ad agosto e prima non potrebbe partire. J&J ha lo stesso problema del tetto per gli under 60, ma ha un grande vantaggio: è monodose.
Il Lazio attende che aumenti la fornitura, perché a questo vaccino ha riservato il canale delle farmacie. Ma sono mille e, anche ipotizzando un numero minimo di venti vaccinazioni al giorno, ne servirebbero 20 mila al giorno. E alla Regione ne stanno per arrivare solo 15 mila, meno della prima fornitura. Ancora nessuna notizia, invece, di Curevac, nuovo vaccino a Rna messaggero, di cui è prevista una fornitura superiore a quella di Moderna.
(da La Notizia)

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LA MOZIONE DI FRATELLI D’ITALIA E’ UN FLOP: IL SENATO BOCCIA LA SFIDUCIA A SPERANZA

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

SOLO 29 A FAVORE, I CONTRARI SONO STATI 221

29 voti a favore, 221 quelli a sfavore. Il Senato si è così espresso riguardo la mozione di sfiducia presentata nei confronti del ministro della Salute Roberto Speranza presentata dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.
Archiviato lo scoglio sul coprifuoco, che sarà ridiscusso a maggio, il governo Draghi è tornato in Parlamento per un altro test di tenuta della maggioranza con tre mozioni di sfiducia.
Ora l’aula proseguirà con il voto delle altre due, presentate rispettivamente dal senatore Gianluigi Paragone del Gruppo Misto e da Mattia Crucioli di “L’alternativa c’è”.
Il discorso del ministro Speranza
«Nessuno dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali», ha detto nel corso della discussione al Senato il ministro della Salute Roberto Speranza.
«In un grande Paese non si fa politica su una epidemia. Con amarezza vedo prevalere invece lo scontro politico, spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Si afferma il tentativo di sfruttare l’angoscia degli italiani per miopi interessi di parte: è sbagliato, perché produce danni enormi, non a me o al governo, ma al Paese che deve restare unito in un passaggio delicato».
E ha aggiunto: «Questa rimarrà sempre la mia linea: unità, unità, unità! Ho fatto tutto quanto in mio potere e nelle mie forze per difendere la salute degli italiani».
Piano pandemico non aggiornato: «Facile far finta di non vedere, tema che viene da lontano»
«Il mancato aggiornamento del piano pandemico antinfluenzale è un tema che viene da lontano. Tutte le mozioni sottolineano come il piano non sia stato aggiornato secondo le linee guida dell’Oms per molti anni. Fanno dunque riferimento a 180 mesi durante i quali si sono alternati ben 7 governi, con diverse maggioranze parlamentari. Adesso il piano pandemico aggiornato c’è». E poi: «Tutti i gruppi di quest’aula – ha proseguito – compresi quelli che hanno sottoscritto le mozioni oggi in discussione, hanno sostenuto alcuni di questi governi. Troppo facile oggi far finta di non vedere. Io ho fiducia e rispetto per il delicato lavoro che sta svolgendo la magistratura. Credo fermamente che chiunque, nessuno escluso, chiunque abbia avuto responsabilità in questi mesi così difficili, dai vertici dell’Oms fino al sindaco del più piccolo comune, debba essere pronto a rendere conto delle proprie azioni. Questa è la forza e la bellezza di una grande democrazia come la nostra»
Il centrodestra di governo «ha fiducia in Mario Draghi» e non ha motivo di appoggiare mozioni ritenute «inutili», fanno sapere da fonti vicine a Lega e Forza Italia.
(da Open)

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ABOLIZIONE COPRIFUOCO, COSA SUCCEDE IN EUROPA

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

E’ IN VIGORE NELL’80% DEL TERRITORIO EUROPEO, CON BUONA PACE DI SALVINI E DELLA MELONI (COMPRESI I GOVERNI SOVRANISTI)

L’Italia si divide dsul coprifuoco: dichiarare chiusa la movida alle 22? Ritardarla alle 23 o abolire del tutto il limite?
Ma come si stanno comportando gli altri Paesi europei che hanno adottato restrizioni anti Covid?
Sono almeno 15 i governi che hanno introdotti limiti di orario per bar e ristoranti e l’Italia, va detto, «sta nel mezzo in quanto a severità delle restrizioni. ecco una rapida panoramica di quello che sta succedendo al di fuori dei confini italiani.
* La Francia impone lo stop ai locali pubblici dalle 19 alle 5 del mattino successivo: è lo Stato che ha adottato i limiti più rigidi
* La Svizzera consente i tavoli all’aperto fino alle 23. Il 12 maggio il governo deciderà se modificare la norma
* La Germania ha introdotto poche settimane fa il coprifuoco a partire dalle 21 in coincidenza con una nuova impennata di contagi
* La Spagna impone lo stop alla movida a partire dalle 23.
* L’Austria chiude tutto a partire dalle 20 ma il provvedimento è in fase di ridiscussione e varia da regione a regione
* Il Belgio e l’Olanda imitano l’Italia: stop alle 22 ma ordinanza destinata a essere rivista alla luce dei dati epidemiologici.
Gli altri governi che impongono limiti sono Romania (ore 20), Ungheria (21.30), Repubblica Ceca (22), Slovacchia (20), Lussemburgo, Grecia e Cipro.
* La Gran Bretagna ha invece abolito ogni restrizione puntando tutto sulla campagna vaccinale a tappeto
(da agenzie)

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GALLI DISTRUGGE BONACCINI: “RIAPRIRE NON E’ STATA UNA SCELTA TECNICA, QUA DI SCIENTIFICO NON C’E’ NULLA”

Aprile 28th, 2021 Riccardo Fucile

“NON DITE CHE RIAPRIAMO IN SICUREZZA, E’ FALSO. DITE CHE SIETE DISPONIBILI A FAR SI’ CHE CI SARANNO MIGLIAIA DI MORTI IN PIU'”

Lo scontro tra il governatore della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli va in scena in diretta su Rai Tre, nella trasmissione condotta da Bianca Berlinguer, Cartabianca.
Si parla dei temi caldi del giorno, quindi: riaperture e coprifuoco. Sul coprifuoco la conduttrice chiede un commento sull’odg di Giorgia Meloni che oggi è stato respinto alla Camera.
Bonaccini risponde dicendo di non essersi interessato della faccenda, perché oberato di lavoro. Però poi si esprime, e sostiene una tesi che è un po’ nel mezzo, e cioè, dice: non posso dire che sia una stupidaggine, perché se vediamo che ci saranno i margini e i miglioramenti sufficienti, sarà giusto far slittare oltre l’orario. Che, comunque, è un po’ quello che la maggioranza ha sempre sostenuto.
Ma poi lo scontro con Galli sulle riaperture. Perché a un certo punto il governatore cita il famoso “rischio calcolato. Diamo qualche segno di fiducia agli italiani”.
E lì il professore non ci vede più, si fa paonazzo e urla:
“I calcoli non sono stati fatti su base scientifica. Queste decisioni sono state decisioni di tipo politico, diciamo chiaramente che si vuole questo. Diciamo che siamo disponibili a vedere che ci saranno qualche centinaio o migliaio di morti in più.”
Bonaccini si sente colpito, e chiede: “Perché è così nervoso? Lasci parlare anche gli altri”.
E qui la situazione in studio peggiora, perché l’infettivologo non ci vede più, e continua a parlare: “Lei continua a confondere la politica con il Paese, e guardi che gli italiani se ne accorgono. Dovrebbe vergognarsi!”.
A questo punto interviene Bianca Berlinguer, che chiede al medico: “La politica si è presa questa responsabilità senza tenere conto del comitato tecnico scientifico?”. Ecco la risposta di Galli: “Mi sembra di capire che di tecnico in questa questione c’è stato pochissimo, è stata una decisione politica. Dovete accettare una serie di conseguenze, ma non cercate di dire che possiamo riaprire in sicurezza. Questo non è vero. Prima di riaprire avremmo avuto bisogno (almeno) di altre 15 milioni di dosi.
(da “NextQuotidiano”)

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