Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
LA RETE DEL POTERE DELL’EX PREMIER RESISTE AL SUO DECLINO
C’è chi ha una comprovata fede renziana, con trascorsi in Parlamento, come Mr. Ciaone Ernesto Carbone, oggi nel consiglio di amministrazione di Terna.
E chi invece vanta da sempre buoni uffici con il capo di Italia viva. Basti pensare all’attuale amministratore delegato di Consip, Cristiano Cannarsa o al compagno di pedalata, Paolo Bernardini, al comando di Equitalia Giustizia.
Molti fedelissimi di Matteo Renzi siedono tuttora su poltrone importanti. Una mappa che annovera alcuni profili capaci di resistere ai cambi di governo, altri che dovranno provarci nei prossimi mesi. I casi più significativi sono gli ex deputati che hanno trovato un altro posto di prestigio.
Edoardo Fanucci, nella scorsa legislatura, era uno dei volti nuovi del renzismo alla Camera, assumendo il ruolo di vicepresidente della commissione Bilancio. Alle Politiche del 2018 ha fallito il ritorno a Montecitorio e aveva annunciato di dedicarsi alla nuova “esperienza da insegnante”. Successivamente è stato eletto consigliere comunale a Montecatini, diventando capogruppo di Italia viva. Nel 2020 ecco il salto di qualità: la guida della Sin, società chiamata a gestire e sviluppare il Sistema informativo agricolo nazionale, per un compenso di 60mila euro all’anno.
La nomina è arrivata quando al ministero delle politiche agricole c’era la renziana Teresa Bellanova. Il mandato scadrà il prossimo 31 dicembre. Carbone condivide con Fanucci i trascorsi ai vertici della Sin, tra il 2012 e il 2013, e l’esperienza alla Camera nell’ultima legislatura. L’ex parlamentare è ricordato per il ciaone rivolto ai sostenitori del referendum sulle trivelle. Alle elezioni non è entrato di un soffio. Così, nel 2020, mentre Renzi agitava le acque del governo Conte bis, è entrato nel consiglio di amministrazione di Terna, società che gestisce il sistema elettrico nazionale.
Stefania Covello è un’altra ex parlamentare renziana, non rieletta. Attualmente è nel cda di Invitalia, agenzia nazionale per gli investimenti.
A differenza degli altri si è però allontanata da Renzi, come testimonia una lettera, dello scorso aprile, in cui annunciava il commiato da Italia viva in dissenso con le decisioni assunte in Calabria, sua terra d’elezione. E, seppure non sia finita in un cda, Ileana Cathia Piazzoni è un’altra ex deputata, prima eletta con Sel di Nichi Vendola e poi folgorata sulla strada del renzismo (insieme al parlamentare in carica Gennaro Migliore), che ha trovato una ricollocazione. Dall’emiciclo della Camera è finita nello staff della ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, con una remunerazione di 45mila euro.
Fin qui ex onorevoli diventati dirigenti. Ma ci sono altri nomi molto vicini a Renzi, manager a tutto tondo. Su tutti spicca Cannarsa, già capo di Sogei, diventato amministratore delegato di Consip, nel 2017, con il beneplacito renziano. L’incarico è stato confermato nel novembre 2020, quando c’era il dem Roberto Gualtieri al ministero dell’Economia, per un emolumento complessivo di 208mila euro. Altro uomo gradito a Renzi è Andrea Peruzy, con un passato da segretario generale della fondazione dalemiana ItalianiEuropei, avvicinatosi all’ex Rottamatore nel suo momento d’oro.
A fine dicembre 2020 Peruzy è stato nominato presidente del Gestore dei mercati energetici (Gme), controllata dal Gse, a sua volta partecipata al 100% dal Mef. Qualche giorno dopo ha sommato pure il ruolo di amministratore delegato. I compensi non risultano ancora consultabili.
Al renzismo è associabile infine l’ad di Equitalia Giustizia, Paolo Bernardini, confermato in quel ruolo nel 2020, per uno stipendio complessivo di 135mila euro. Il commercialista, ex ciclista, raccontò nel 2014 di una pedalata con Renzi, incontrato per caso, verso Sarzana. Un evento immortalato da una foto.
Da allora sono stati macinati tanti chilometri e Bernardini è scattato al comando della società che gestisce le risorse sottoposte a sequestro penale o amministrativo oppure a confisca di prevenzione. Stare in gruppo con l’ex Rottamatore, insomma, conviene.
(da La Notizia)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“NECESSARIO CONTRO LE MISTIFICAZIONI DEI NO VAX”
“Sono del tutto favorevole all’obbligo vaccinale”. A dirlo, in un’intervista rilasciata a Il
Mattino, il professor Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano secondo cui la misura rende ormai necessaria “di fronte alle mistificazioni che si vedono, si sentono e si leggono sulla pandemia, diffuse a piene mani dai No Vax”.
La quarta ondata di contagi che sta travolgendo l’Europa dimostra che la campagna vaccinale ha avuto effetti positivi sia sulle ospedalizzazioni che sui decessi: nei paesi che hanno somministrato una percentuale inferiore dei vaccini le infezioni e i morti sono saliti alle stelle, mentre in altri – Italia compresa – i numeri appaiono ancora sotto controllo: “La priorità di chiunque abbia sotto controllo la vita e la nostra salute – secondo Galli – è intensificare senza se e senza ma la campagna vaccinale. I numeri, i fatti, ci dicono che il vaccino è un freno efficace per evitare di schiantarci. Questa è la strada che sta riducendo a un ventesimo i decessi e gli esiti infausti di una malattia che, lasciata correre, provocherebbe ancora un’ecatombe”.
Per questo l’infettivologo si è espresso a favore dell’obbligo vaccinale, sebbene non sfuggano le difficoltà per farlo applicare alla popolazione: “Servirebbe un approfondimento di indagine da parte della politica per far applicare la norma”.
L’obbligo vaccinale è stato annunciato due giorni fa dal primo ministro austriaco. Entrerà in vigore a partire dal primo febbraio 2022. Nel frattempo ieri Hans Kluge, direttore dell’OMS per l’Europa, ha dichiarato che a causa della diffusione della variante Delta e della scarsa copertura vaccinale in alcuni stati l’Europa rischia nei prossimi mesi un’altra carneficina: fino a 500mila persone infatti rischiano di morire per Covid-19 entro marzo se governi e autorità sanitarie non adotteranno misure urgenti per arginare i contagi.
(da Fanpage)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
IL TAMPONE VALIDO SOLO PER IL LAVORO
La stretta è ormai inevitabile, il nuovo decreto a cui lavora il governo punta a frenare la quarta ondata di Covid e a smuovere lo zoccolo duro di italiani che non vogliono immunizzarsi.
Al vertice con le Regioni di domani o martedì e poi alla cabina di regia di metà settimana saranno sul tavolo diverse ipotesi, dal super green pass, all’obbligo vaccinale. Toccherà al premier Mario Draghi trovare il punto di equilibrio, ma la filosofia che orienterà le scelte è chiara: non far pagare restrizioni e chiusure agli italiani che si sono vaccinati. Il capo del governo ha ancora molti dubbi, eppure non è certo sordo alle pressioni di chi — a cominciare dai governatori Fedriga e Toti — chiede che il prezzo lo paghino i no vax. Speranza parte dai numeri di contagi e vittime e ricorda che «abbiamo un vantaggio rispetto ai Paesi come Austria, Germania, Olanda e Belgio costretti a imporre misure rigorose e chiusure drammatiche».
Il primo passo potrebbe essere rilasciare il green pass soltanto ai vaccinati e ai guariti. Chi non lo avrà, dovrà sottoporsi al tampone per andare al lavoro. Obiettivo: evitare di finire in zona gialla entro la fine di dicembre, con obbligo di mascherina all’aperto, riduzione dei posti a sedere nei ristoranti e delle capienze nei luoghi dello spettacolo. E con la chiusura delle discoteche in vista delle festività di fine anno. Si procede dunque, pur consapevoli delle resistenze di Salvini e delle inevitabili proteste del fronte no vax.
GREEN PASS SUL BUS
La novità importante di cui si discute è la possibilità di estendere il green pass alle categorie che erano state lasciate fuori dal decreto del 15 ottobre, a cominciare dai fruitori dei servizi e dei mezzi pubblici. Se passerà la linea del rigore, non si potrà più salire sull’autobus o in metropolitana senza green pass. Sarà richiesto anche al pensionato che dovrà recarsi all’Inps, al cliente dello studio notarile e agli impiegati della P.A. che lavorano a contatto con i cittadini.
LA DURATA
Certamente il green pass avrà una durata più breve: non più gli attuali 12 mesi, ma 9 mesi in modo che il calo della copertura vaccinale — calcolato oltre i 6 mesi dall’ultima dose — venga attutito.
OBBLIGO VACCINALE
È la prospettiva più estrema, ma a Palazzo Chigi il ragionamento è apertissimo. Se i numeri dovessero peggiorare ancora il governo potrebbe decretare l’imposizione per tutti gli italiani, oppure fermarsi un passo prima decidendo di estendere l’obbligo, già previsto per i sanitari, a categorie come gli insegnanti e gli agenti di pubblica sicurezza.
CERTIFICATO 2G E 3G
Alcuni governatori hanno proposto un modello simile a quello tedesco delle 2G, che sta per vaccinati (Geimptf) e guariti (Genesen). Il green pass verrebbe rilasciato solo a queste due categorie, mentre con il certificato 3G, che consente di ricorrere al tampone, non si avrebbe accesso alle attività culturali, sociali e ricreative. Nella lista dei luoghi proibiti ai no vax sono inclusi ristoranti e bar, palestre e piscine, cinema e teatri, discoteche e stadi. Impossibile anche partecipare alle feste dopo le cerimonie. Sembra invece confermata la possibilità di poter salire sui treni dell’alta velocità e sugli aerei se si ha soltanto il tampone. Con questa modalità sarà consentito l’ingresso nei luoghi di lavoro, pur non potendo escludere un’ulteriore stretta almeno per alcune categorie, se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare.
I 5 MESI
Appena arriverà il via libera dell’Aifa, il ministero della salute autorizzerà la terza dose o il richiamo del vaccino dopo 5 mesi dall’ultima inoculazione. Una decisione dovrà invece essere presa sulla validità dei tamponi, ma appare scontato che sarà ridotta: 48 ore per i molecolari e 24 ore per gli antigenici.
ZONE A COLORI
Un altro nodo da sciogliere riguarda l’estensione delle nuove regole a carico dei no vax: per tutta l’Italia, o solo per le fasce di rischio più alte? Per il governatore Fedriga e per il ministro Brunetta i divieti dovrebbero scattare solo con il giallo, l’arancio e il rosso: «Se una regione cambia colore, i divieti li applichi solo ai non vaccinati, quindi se hai solo green pass col tampone non vai a sciare», la posizione del titolare della Pubblica amministrazione. Altri ministri spingono invece per imporre le restrizioni anche in zona bianca.
(da Il Corriere della Sera)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“IL 75% DI CHI CONTRAE IL COVID FINISCE IN OSPEDALE E MUORE SE NON E’ VACCINATO”
Palazzetti dello sport per il triage per la profilassi vaccinale e le grandi aree per
sistemarci letti per malati. Così la Croazia, come nella prima ondata, si prepara ad affrontare il boom di contagi di Coronavirus.
Con quattro milioni di abitanti, venerdì scorso sono stati raggiunti i 7.270 casi. Il paese inoltre è al terzultimo posto dei paesi vaccinati d’Europa e gli ospedali sono di nuovo vicini alla soglia di pressione. Intanto il premier, Andrej Plenković, ha ordinato ai funzionari pubblici di munirsi di Green pass: la richiesta è stata rivolta soprattutto a medici e insegnanti.
Ma come racconta la Repubblica già metà del Paese si è ribellata. E così da lunedì sono cominciate le manifestazioni contro il governo. «Non vogliamo perdere il lavoro, restituiteci tutto quello che il lockdown ci ha tolto», dicono i cittadini. Il ministero della Salute, per mettere in allerta gli abitanti, ha fatto sapere che «Il 75% delle persone che contrae il Covid, finisce in ospedale e muore non è vaccinato».
C’è poi il problema delle mascherine: quasi nessuno le porta nei luoghi al chiuso. Per questo il ministro dell’Interno, Davor Božinović, ha chiesto alla polizia di controllare bus, bar, ristoranti. I morti da Covid hanno superato la soglia dei diecimila, ma il dato pare non essere sufficiente a una popolazione che solo ieri ha invaso Piazza Jelačić a Zagabria per ribellarsi contro le misure di contenimento.
Anche qui, come per la Slovenia, «una nuova serrata rischia di mettere il Paese in bancarotta». Sasa Ceci, fisico e giornalista scientifico, ha spiegato che «la comunità degli scienziati è costantemente minacciata dalla destra e nel consiglio scientifico che assiste il governo il biochimico Gordan Lauc minimizza il rischio Covid e vede un legame tra l’aumento della mortalità in Croazia e le vaccinazioni».
(da agenzie)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
FERMARE OGNI TENTATIVO DI CORTEO, CONTENERE, ISOLARE E IDENTIFICARE: LA NUOVA STRATEGIA DELLA QUESTURA SEMBRA FUNZIONARE
Prevenire e contenere. Segnalare e blindare. Con questa strategia le forze dell’ordine hanno gestito l’ennesimo sabato di protesta contro il green pass a Milano.
Rendendola di fatto innocua per la mobilità della città e per lo shopping. Le identificazioni cominciano già intorno alle 16, quando l’inizio della manifestazione è previsto per un’ora dopo.
Partono in corteo, non fanno più di 100 metri e vengono fermati dai cordoni di carabinieri e polizia. Il copione è lo stesso del sabato precedente: una formula ormai rodata.
Non mancano alcuni momenti di tensione – con una donna che morde a una mano un funzionario della questura rifiutandosi di dare il documento di identità – ma in generale la dinamica è sempre la stessa in piazza Duomo: gruppi di manifestanti che vengono isolati dalle forze dell’ordine, l’invito ad andare via, l’identificazione dei più esagitati.
Secondo quanto ricostruisce il Corriere della Sera ieri a Milano sono state identificate 257 persone, sono stati avviati due Daspo urbani e comminati 31 ordini di allontanamento e 49 multe per occupazione di aree urbane e due denunce.
Due le persone denunciate: un uomo di 57 anni per resistenza a pubblico ufficiale e uno di 62 per lo stesso reato – non ha voluto «fornire le proprie generalità». A quella che è ormai la 18esima manifestazione i partecipanti sono un migliaio e restano in quantità assai lontane dagli annunci vai chat e gruppi Telegram.
Il “nuovo corso” è partito sabato scorso e si conferma quindi anche per ieri, 20 novembre Nelle 16 volte precedenti infatti i cortei (con un numero di manifestanti che oscilla tra i 5 e i 10mila) avevano di fatto bloccato la città e le vie dello shopping. Ora, spiega il Corriere, la strategia del questore Giuseppe Petronzi è chiara: grazie anche alle novità decise dal ministero dell’Interno, il “trucco” è quello di “bloccare” cortei e manifestazioni sul nascere.
I No Green pass hanno rifiutato qualsiasi mediazione e non vogliono inviare preavvisi in questura. L’annuncio, per loro, passa solo da Telegram e dai social.
L’appello per ieri era quello di occupare e difendere il luogo diventato simbolo delle proteste, ovvero piazza Fontana. Ma nella piazza i manifestanti hanno trovato solo agenti in tenuta antisommossa a fermare e identificare le persone in arrivo. I manifestanti a un certo punto hanno provato a reagire, togliendo transenne e cercando di raggiungere via Cardinal Martini. Sono stati isolati e il tentativo di corteo è stato bloccato, mentre diverse persone sono state identificate.
(da agenzie)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“DA QUANDO IN AUSTRIA HANNO DECISO DI RENDERE OBBLIGATORIO IL VACCINO NOTIAMO UN AUMENTO DELLE PRIME DOSI”
Nel Lazio ci sono duemila prime dosi in più al giorno. La vaccinazione contro
Covid-19 ha ripreso un’improvvisa fiammata da quando i paesi d’Europa hanno cominciato a stringere le maglie sul lockdown per i non immunizzati.
E l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato lo chiama “effetto Austria”: «Da quando Vienna ha deciso di rendere obbligatorio il vaccino notiamo un aumento delle prime dosi anche qui da noi».
Da quel giorno i No Vax pentiti finiscono in fila per l’iniezione anti-Covid: dall’inizio della inizio settimana se ne contano in media 2.000 al giorno. E ieri, per la prima volta, ci sono state più prime dosi che seconde.
«È un dato molto positivo, in aumento. Vuol dire che si stanno convincendo a vaccinarsi anche molti dei duri e puri, i più ostinati», dice l’assessore all’edizione romana di Repubblica.
Secondo il quotidiano a spingere gli scettici ci sono però anche i dati sulle ospedalizzazioni: il 75% dei ricoverati nei reparti di Malattie infettive e in terapia intensiva è No Vax o non ha ancora completato il ciclo vaccinale. Mentre ieri l’Iss ha detto che il tasso di decesso tra i non vaccinati è nove volte più alto.
(da agenzie)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
AVEVA OSATO CHIEDERE IL GREEN PASS PER ENTRARE NEL LOCALE AI CRIMINALI: “COSI’ TUTTI I GIORNI, CERCANO IL PRETESTO”
Momenti di tensione al bar “075” a ridosso del Circo Massimo dove sabato si è tenuta la manifestazione No green pass “Un milione in piazza a Roma“.
Un gruppetto di manifestanti si è rifiutato di mostrare il green pass ed è iniziato un confronto con la proprietaria del bar, Isabella Massaccesi, a cui il manifestante ha rivolto ingiurie volgari fino a tirarsi giù i pantaloni.
Ne è sortito un parapiglia che è stato interrotto da agenti in borghese che sono intervenuti identificando i presenti.
“Non denuncio perché passerei le mie giornate a denunciare – dice all’Ansa Isabella Massaccesi – è un anno e mezzo che fanno le manifestazioni al Circo Massimo e vengono nel bar senza mascherina o non vogliono mostrare il green pass. Se la prendono con noi piccoli esercenti che siamo tenuti per legge a chiedere il green pass”.
(da il Mattino)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
POLIZIA ASSENTE, LO RIBADIAMO: LEGITTIMA DIFESA CONTRO I CRIMINALI
Un uomo le si avvicina con fare minaccioso, aggredendola prima verbalmente e poi
fisicamente. È quanto ha documentato Selvaggia Lucarelli, aggredita ieri al Circo Massimo.
I fatti risalgono a ieri, durante il corteo dei No Green pass e No vax al centro di Roma dove era andata per documentare la manifestazione.
A raccontarlo è stata lei con un post su Twitter, in cui mostra un breve video: «Ieri sono andata al Circo Massimo per la manifestazione no vax con cappello, occhiali, mascherina – ha scritto lei sui social -. Nessuno sapeva chi fossi. Per il solo fatto di chiedere “perché è qui oggi?” sono stata aggredita in ogni modo possibile, lo denuncerò.
La testata (di cui pubblica le immagini, ndr) era a me. E aggiungo che tutto questo è stato possibile grazie alla totale assenza delle forze dell’ordine nell’area del Circo Massimo».
(da agenzie)
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Novembre 21st, 2021 Riccardo Fucile
“I SOLDI FINITI AI FURBI SONO POCA COSA RISPETTO ALLE SITUAZIONI DI POVERTA’ CHE HA FINALMENTE CONTRASTATO”
“Per quanto riguarda il Reddito di cittadinanza gli importi che sono finiti a dei furbi che non ne avevano diritto, sono davvero poca cosa rispetto alle situazioni di povertà che il reddito è andato finalmente a contrastare”.
Lo dice in un’intervista a Il Tempo Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. “Si tratta di una misura che aiuta i poveri”, sottolinea il Cavaliere difendendo il sostegno economico mensile introdotto dall’ex premier Conte, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle e reinserito nell’ultima manovra dal governo Draghi
Una posizione, quella del leader di Forza Italia, che contrasta con quanto da lui stesso dichiarato nel 2018, quando definì il sostegno economico come “negativo e distruttivo”.
Oggi, però, Berlusconi sembra aver cambiato totalmente idea e prova a tendere una mano ai 5 Stelle, una mossa che appare come un tentativo per avvicinarsi ai grillini e tendere loro la mano in vista (e nella speranza) di una sua elezione al Quirinale come successore di Mattarella. Un’ipotesi a cui il Movimento finora si è sempre opposto.
L’atteggiamento di favore di Berlusconi al reddito di cittadinanza è comunque completamente opposto a quella dei suoi alleati del centrodestra.
Salvini e Meloni, infatti, da tempo si battono, così come (nel centrosinistra) il leader di Italia viva Matteo Renzi, per l’abolizione del reddito di cittadinanza.
E proprio Salvini oggi ribadisce il suo no al reddito di cittadinanza. “Chiederò un incontro a Draghi in settimana, perché è necessario trovare subito altri soldi per bloccare gli aumenti delle bollette”.
Ma il Cavaliere al Colle ci spera e la difesa del reddito di cittadinanza sembra una tattica ben studiata. Proprio parlando di Quirinale, rispetto alla possibile elezione di Draghi il leader di Fi dice: “Qualunque domanda su questo tema è prematura e rispondervi sarebbe irrispettoso, sia verso il Presidente della Repubblica in carica che verso il lavoro dello stesso Draghi”.
Infine, Berlusconi ha ricordato che quello attuale è un “governo di emergenza, che abbiamo proposto noi per primi, con due obbiettivi da realizzare: contrastare la pandemia con una campagna vaccinale capillare e rimettere in moto l’economia usando al meglio le risorse del Pnrr”.
(da agenzie)
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