Novembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile
UN MESSAGGIO AI CRIMINALI NO VAX
Giuseppe Giuca, 66 anni, di Belvedere – una frazione di Siracusa – è morto per
complicazioni dovute a Covid-19.
Ma prima di morire ha fatto una richiesta ben precisa: ha voluto che sul suo necrologio fosse scritto che si sarebbe salvato se avesse creduto alla gravità del «Se avessi creduto alla pandemia, se avessi creduto al Covid, oggi racconterei un’altra storia, ma non questa storia», si legge sul suo annuncio funebre.
Una specie di avvertimento neanche troppo velato per il popolo No vax.
L’uomo era conosciuto in paese per aver mostrato sempre diffidenza sia nei confronti della malattia che del vaccino anti Covid. Tanto che dall’inizio della campagna vaccinale ha sempre rifiutato l’inoculazione del farmaco. Intanto però, come riporta ragusanews.com sul letto di morte, «avrebbe chiesto espressamente alla sua famiglia di fare scrivere il messaggio nel necrologio».
(da agenzie)
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Novembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile
LE BANALITA’ ESPRESSE DAL DUO LEGHISTA SUI SOCIAL VENGONO SPAZZATE VIA DALLA MATURITA’ DEGLI STUDENTI
Il liceo Cavour di Torino ospita un indirizzo “Classico” e uno “Musicale”. E forse anche per questo motivo hanno deciso, con toni e melodie dolci, di “suonarle” dialetticamente a tutti quei politici che si sono scagliato contro la decisione di utilizzare l’asterisco al termine della vocale finale per evitare discriminazioni di genere nella comunicazioni ufficiali.
A prendere la parola, dopo giorni in cui sono stati tirati in ballo senza mai rispondere, sono gli stessi studenti che hanno deciso di replicare a quella serie di dichiarazioni social fatte dai vari Salvini, Pillon ed esponenti di Fratelli d’Italia.
Il leader della Lega ha polemizzato sulla scelta del liceo Cavour di Torino attraverso il suo profilo Twitter.
“Uno conto è il rispetto, altro conto è una folle corsa verso il niente”, ha tuonato il segretario del Carroccio. “Il niente”.
Parole che vanno di pari passo con il post pubblicato su Facebook da un altro leghista, il senatore Simone Pillon, che dimostra di aver capito poco (anzi niente) della scelta coraggiosa (aggettivo necessario, viste le reazioni smodate e sconclusionate) del liceo torinese.
Comicità da “Bagaglino” – forse è per questo che avevano scelto di candidare Pippo Franco a Roma – che non fa ridere neanche per sbaglio. E la risposta degli studenti del liceo Cavour – dopo giorni di silenzio – è puntuale e precisa e dimostra una maturità molto più elevata rispetto a quella mostrata dalla nostra classe politica. E lo hanno fatto attraverso alcune stories pubblicate sul loro canale Instagram.
“Supportiamo questa decisione poiché possiamo dire che siamo stati noi i primi a usarla, tempo fa, nelle comunicazioni ufficiose proprio tra noi. Dallo scorso anno è così, il preside l’ha formalizzato, ma era una scelta spontanea di noi studenti, nessuna grande novità. Non sta a noi entrare in ambito politico e non lo faremo. Ci tenevamo a ribadire che anche la componente studentesca è assolutamente a favore di quello che è stato deciso dalla nostra scuola, ci teniamo a far sì che ogni appartenente alla nostra comunità si senta accettato e libero di esser ciò che vuole”.
Essere liberi di essere se stessi, senza discriminazioni. Perché anche dalla comunicazione deve passare un messaggio inclusivo. E questo lo hanno capito anche gli studenti, ma non un arco della nostra politica.
La futura classe dirigente, dunque, ha una maturità di gran lunga superiore rispetto a quella attuale. O almeno rispetto a una parte di essa.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile
IL LEGALE DELL’INFETTIVOLOGO: “COSPICUA RICHIESTA DI RISARCIMENTO DANNI, HA DIFFAMATO PURE UN UOMO INTEGRO COME SUO PADRE”
L’aveva detto, e alla fine l’ha fatto: Matteo Bassetti ha denunciato per diffamazione
Gianluigi Paragone dopo la lite scoppiata in diretta tv lo scorso 17 settembre a Non è l’arena.
L’infettivologo aveva annunciato che avrebbe intrapreso le vie legali dopo che il senatore di Italexit aveva sostenuto che il suo trasferimento da Udine al San Martino di Genova come primario fosse avvenuto “perché suo papà ce l’ha piazzato”.
“La notizia è evidentemente falsa – sottolinea a Today Rachele De Stefani, avvocato di Bassetti – visto che il padre del professor Bassetti è morto nel settembre del 2005, quando lui aveva 35 anni e aveva appena finito il dottorato. La circostanza che gli viene attribuita è chiaramente falsa, e questa mattina è stata depositata una denuncia-querela in procura a Genova per. Seguirà anche una cospicua richiesta di risarcimento danni anche in sede civilistica, visto quanto detto davanti a milioni di spettatori. La diffamazione non è solo verso Bassetti, ma anche verso il padre”.
La discussione era nata durante un dibattito sui vaccini, di cui Bassetti è un fermo sostenitore. Dopo aver ascoltato le parole di Paragone, l’infettivologo è intervenuto: “Quello che ho sentito stasera – ha detto – è il nulla cosmico. Lo scopo principale del vaccino è quello di evitare la malattia grave e quindi il ricovero in terapia intensiva. Il secondo obiettivo è quello di ridurre il contagio. Non è vero che il vaccino non previene il contagio, lo prevede in tre quarti dei vaccinati. Prima si studia, si prende una laurea in medicina e poi si parla”.
A quel punto il senatore di Italexit aveva replicato: “Lei ha ragione, peccato che non ho un papà che mi piazza nello stesso reparto suo.
(da agenzie)
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Novembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile
PRENDE POSIZIONE IL CLUB PIU’ IMPORTANTE DELLA BAVIERA, LA REGIONE PIU’ COLPITA DALLA QUARTA ONDATA DI COVID
Un contagiato su quattro in Germania risiede in Bavaria.
La quarta ondata sta investendo in pieno il Paese e anche lo sport ne risente: il club calcistico più importante del Land, ma anche dell’intera lega nazionale, il Bayern Monaco, nella giornata di sabato 20 novembre ha annunciato che 7 giocatori sono stati messi in quarantena per essere stati a contatto con persone risultate positive.
Ma c’è di più: per cinque di loro, che avevano deciso di non vaccinarsi, la società ha deciso la riduzione dello stipendio. Secondo quanto riportato dall’edizione domenicale della Bild, il settimanale Bild am Sonntag, il primo a venire sanzionato è stato Joshua Kimmich.
Il giovane 26enne era peraltro recidivo: era uscito da un periodo di isolamento appena martedì scorso, dopo essere entrato in contatto con il compagno di squadra Niklas Suele, risultato poi positivo sempre la scorsa settimana.
La sua decisione di non vaccinarsi sta di fatto danneggiando il Bayern Monaco, che rischia di non poter usufruire delle sue prestazioni sportive per via della mancata immunizzazione.
Secondo la stampa tedesca gli altri calciatori che non si sono vaccinati sono Serge Gnabry, Jamal Musiala, Eric Maxim Choupo-Moting e Michael Cuisance.
La società per adesso non ha voluto commentare la vicenda. L’attenzione nel Paese però cresce, visti i tassi d’infezione da record. Sabato l’allenatore del Werder Brema Markus Anfang si è dimesso dopo essere rimasto coinvolto in uno scandalo ed essere stato accusato di avere un certificato vaccinale falsificato.
Il Paese, con solo il 67,9% della popolazione vaccinata, corre ai ripari. I Governi regionali tedeschi di Baviera e Sassonia hanno annunciato venerdì la cancellazione di tutti i mercatini di Natale, oltre ad altre restrizioni locali. Non appena la soglia dei ricovero supererà i tre pazienti Covid ogni 100.000 abitanti, solo vaccinati e guariti potranno accedere ai luoghi pubblici come ristoranti, cinema, sale da concerto o eventi sportivi.
(da agenzie)
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Novembre 23rd, 2021 Riccardo Fucile
IL VIA LIBERA DOPO UN ITER DI 13 MESI DEL COMITATO ETICO A UN UOMO IMMOBILIZZATO DA 10 ANNI: “MI SENTO PIU’ SOLLEVATO”
Un 43enne paziente marchigiano tetraplegico immobilizzato da 10 anni è “il primo
malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia”.
A darne notizia è l’Associazione Coscioni. Il Comitato etico dell’azienda sanitaria di riferimento la Asur Marche ha deciso che nel suo caso ci sono le condizioni per accedere al farmaco letale.
L’Associazione Coscioni, dopo la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 sul caso di Dj Fabo, si è battuta affinchè nel rispetto delle condizioni indicate dalla Consulta, si potesse estendere all’Italia il suicidio assistito, a cominciare dal caso di Mario, camionista di Pesaro immobilizzato al letto dopo un incidente stradale.
La decisione del Comitato etico dell’Azienda sanitaria è arrivata dopo un iter lungo e faticoso di 13 mesi in un’equipe di medici e psicologi ha verificato la sussistenza di tutte e quattro le condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale, tra cui l’irreversibilità della malattia, l’insostenibilità del dolore e la chiara volontà del paziente.
L’ex camionista di Pesaro, immobilizzato al letto dopo un incidente stradale, ha commentato: “Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”. Accudito dalla madre, sarebbe potuto andare in Svizzera, ma ha scelto di combattere per cambiare la legislazione italiana.
“Il comitato etico ha esaminato la relazione dei medici che nelle scorse settimane hanno attestato la presenza delle 4 condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Cappato-Dj Fabo” spiega Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni, “ovvero che Mario è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale. È quindi affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili. È pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e che non è sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda. È molto grave che ci sia voluto tanto tempo, ma finalmente per la prima volta in Italia un Comitato etico ha confermato per una persona malata, l’esistenza delle condizioni per il suicidio assistito”.
Secondo Marco Cappato, il “tortuoso percorso” che sta trovando davanti a sé ”è anche dovuto alla paralisi del Parlamento, che ancora dopo tre anni dalla richiesta della Corte costituzionale non riesce a votare nemmeno una legge che definisca le procedure di applicazione della sentenza della Corte stessa. Il risultato di questo scaricabarile istituzionale -rileva – è che persone come luisono costrette a sostenere persino un calvario giudiziario, in aggiunta a quello fisico e psicologico dovuto dalla propria condizione. È possibile che la decisione del Comitato etico consentirà presto a Mario di ottenere ciò che chiede da 14 mesi. Ma è certo che per avere regole chiare che vadano oltre la questione dell’aiuto al suicidio e regolino l’eutanasia in senso più ampio – conclude Cappato – sarà necessario l’intervento del popolo italiano, con il referendum che depenalizza parzialmente il reato di omicidio del consenziente”.
(da agenzie)
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