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ALL’ESTERO NON FUGGONO SOLO I CERVELLI, MA ANCHE I RISPARMI DEGLI ITALIANI: SOLO IL 16% DEI FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO SOTTOSCRITTI DAI RISPARMIATORI RESTA NEL NOSTRO PAESE

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

DEI 546 MILIARDI DI EURO AFFIDATI DALLE FAMIGLIE AI GESTORI, APPENA 87,5 SONO INVESTITI IN BOND E TITOLI DI STATO TRICOLORE E AZIONI DI SOCIETÀ QUOTATE A PIAZZA AFFARI. IL RESTO È DIROTTATO SU TITOLI ESTERI O PARCHEGGIATO SU ASSET LIQUIDI

La fuga è ancora in atto. L’esodo dei risparmi delle famiglie italiane verso l’estero prosegue inesorabilmente anno dopo anno e per il momento cadono nel vuoto i tentativi di indirizzarli in misura significativa a sostegno dell’economia reale del Bel Paese.
Le mosse dei gestori
Con il paravento di assicurare un’adeguata diversificazione del rischio Paese, la «quota Italia» all’interno dei portafogli dei fondi comuni di investimento sottoscritti dai risparmiatori italiani è scesa a fine 2023 al 16%. Il minimo storico. Dei 546 miliardi di euro affidati dalle famiglie ai gestori, solo 87,5 miliardi sono investiti in bond e titoli di Stato tricolore (71,9 miliardi) e azioni di società quotate a Piazza Affari (15,6 miliardi).
Il resto è dirottato su titoli esteri (419,4 miliardi) o parcheggiato su asset liquidi (39,1 miliardi). Gli Eltif stentano a decollare e i Pir (Piani individuali di risparmio) si stanno svuotando, senza riuscire nell’intento di valorizzare le ingenti risorse di risparmio degli italiani per metterle al servizio dell’economia reale.
Oggi il patrimonio dei Pir ordinari viaggia intorno a 16 miliardi di euro e i Pir alternativi, che dovrebbero avere nel mirino in particolare le aziende non quotate, non arrivano a gestire 2 miliardi. […] Tutti i ritocchi normativi e relativi benefici fiscali, volti a rendere appetibili i Pir agli occhi degli investitori retail, non sono quindi riusciti ad ottenere l’effetto sperato.
Le scelte previdenziali
Anche i fondi pensione, nel gestire la previdenza integrativa degli italiani, nell’ottica della diversificazione degli asset guardano con poca attenzione agli investimenti in società italiane, nonostante i continui solleciti che ricevono per contribuire in misura maggiore all’economia domestica.
Su un patrimonio di 189 miliardi di euro, solo 36,6 miliardi sono investiti in asset tricolori. E in particolare dei 40,5 miliardi investiti in titoli di capitale, solo 1,7 miliardi (4%) sono investiti direttamente in azioni. Sono più patriottici, invece, gli investimenti delle Casse che gestiscono la previdenza obbligatoria dei liberi professionisti, che su 114 miliardi di masse gestite destinano nel complesso “solo” il 46% a investimenti esteri.
I flussi dall’estero
I risparmi degli italiani che vanno oltreconfine solo parzialmente rientrano per dare fiato anche alle Pmi presenti a Piazza Affari. Le più gettonate dagli investitori esteri sono le 40 grandi società del Ftse Mib. La presenza del capitale straniero nell’azionariato delle società quotate scende via via che diminuiscono le dimensioni delle aziende (vedi grafica a lato), fino ad arrivare a un esiguo 9% nelle Pmi ad alto potenziale di crescita presenti sull’Egm.

(da il Sole 24 Ore)

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“SONO IL CIVILE DE LUCA, BENVENUTA”: LA STOCCATA DEL PRESIDENTE DELLA CAMPANIA NELLO STRINGERE LA MANO ALLA MELONI OGGI A BAGNOLI

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

LA FOTO DI RITO SUL PALCO: “SONO UN POETA, NON MI SOTTRAGGO”… “IN CAMPANIA C’E’ UNA TRADIZIONE: C’E’ CHI CACCIA I SOLDI E CHI FA PASSERELLE, QUINDI HO VOLIUTO PARTECIPARE A QUESTA CERIMONIA ESSENDO IL PRICIPALE CACCIATORE DI SOLDI”

«Sono il civile De Luca, le rinnovo il mio benvenuto». Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha accolto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’auditorium di Porta del Parco, per la firma del protocollo d’intesa per la riqualificazione e la rigenerazione urbana del Sin Bagnoli-Coroglio.
La premier Meloni ha ringraziato il presidente della Regione e i due si sono stretti la mano. Una frecciata, quella del “governatore” della Campania, che fa seguito alle parole pronunciate le scorso 28 maggio a Caivano dalla premier, che aveva salutato De Luca dicendo “sono quella stronza della Meloni”.
Meloni è a Bagnoli con il Commissario straordinario di Bagnoli e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. La premier è arrivata col sorriso e i due si sono intrattenuti per un brevissimo scambio di battute. Presente anche il ministro del Pnrr, Raffaele Fitto.
Sorrisi e stretta di mano, a Bagnoli, dunque tra la premier e il presidente della Regione Campania. Un saluto sereno dopo le polemiche dell’ultimo incontro tra i due, avvenuto a Caivano il 28 maggio, quando la premier si era presentata al governatore esclamando “Sono quella stronza della Meloni”, citando l’insulto che De Luca le aveva rivolto parlando con i giornalisti in Transatlantico in occasione della manifestazione di protesta dei sindaci campani a Roma.
Dopo la stipula del protocollo d’intesa per Bagnoli con il commissario di governo per il Sin Bagnoli-Coroglio Gaetano Manfredi, Meloni ha invitato sul palco per una foto il presidente De Luca, fino a quel momento seduto in platea. Dopo aver accolto l’invito, De Luca sul palco ha ricordato alla premier e al ministro Fitto l’urgenza di firmare l’accordo di coesione tra Governo e Regione Campania. «Stiamo lavorando, ci vedremo presto», ha risposto Fitto.
Al termine dello scambio Meloni, Fitto, De Luca e Manfredi si sono fermati sul palco per le foto di rito. «Presidente, venga a fare una foto con noi». Un invito per stemperare la tensione al termine della cerimonia della firma del protocollo d’intesa fra il governo e il commissario straordinario per l’area di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio per la realizzazione degli interventi inseriti nel programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio. Oggi il governatore ha comunque accettato l’invito salendo sul palco per la fotografia in questione
Le dichiarazioni di De Luca
«Stavolta niente colpi bassi? No, l’ho salutata come sapete, tutto tranquillo, non ci sono stati problemi particolari. Grande sobrietà» detto il presidente De Luca, parlando con i giornalisti al termine della cerimonia per la firma del protocollo d’intesa, rispondendo a una domanda sul saluto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il “precedente” di Caivano. «Diciamo che, se proprio dobbiamo fare un’osservazione, abbiamo mantenuto una coerenza rispetto a una tradizione molto diffusa da queste parti: c’è chi caccia i soldi e chi fa le cerimonie. Quindi ho voluto partecipare anche a questa bella cerimonia essendo il principale cacciatore di soldi», ha aggiunto De Luca che, alla domanda se fosse contrariato per l’invito a salire sul palco per la foto finale da parte della premier, ha risposto sorridendo: «Non vivo di inviti sui palchi. Mi hanno chiamato alla fine a celebrare l’arte e da questo punto di vista sono un poeta».
(da agenzie)

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GENNY, IL PIÙ FISCHIATO DAGLI ITALIANI: SANGIULIANO È STATO ACCOLTO DA UNA BORDATA DI FISCHI APPENA SALITO SUL PALCO DEL FESTIVAL “LIBRO POSSIBILE” A POLIGNANO A MARE

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

LE CONTESTAZIONI DALLA PLATEA: “CHE CI SEI VENUTO A FARE?”, “VAI VIA”… MENTRE IL MINISTRO DELLA CULTURA RESTAVA IMPASSIBILE, IL GIORNALISTA LUIGI CASILLO HA CERCATO DI RIPORTARE LA CALMA: “METTIAMOCI D’ACCORDO, POLIGNANO È UN POSTO CIVILE”

Pochi sparuti applausi ma soprattutto fischi e e contestazioni hanno accolto l’arrivo sul palco del ministro Gennaro Sangiuliano a Il libro possibile, il festival sostenuto da Pirelli, che conclude la sua prima parte a Polignano a Mare e poi sarà dal 23 al 27 luglio a Vieste.
Il ministro, rimasto calmo al centro del palco, è stato bersagliato anche con grida come «vai via» e «non capisco che ci sia venuto a fare». La calma è stata riportata dal giornalista Luigi Casillo di Sky che sta conducendo la conversazione con Sangiuliano sui risultati e gli obiettivi della politica culturale e turistica del governo. «Mettiamoci d’accordo – ha detto il giornalista al pubblico poco prima dell’inizio della diretta – perché Polignano è un posto civile non bisogna sottostare alla moda del momento».
Il pubblico si è calmato ma c’è anche chi ha risposto a voce alta «è il governo che non è civile». Sangiuliano ha dato la buonasera e ha iniziato il dialogo durato una ventina di minuti. Alla fine solo pochi applausi e il ministro prima di andare via ha ringraziato «anche chi dissentito perché il dissenso è il sale della democrazia, chi dissente è amico mio»
(da La Gazzetta del Mezzogiorno)

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VENEZIA, CONTRAGGONO EPATITE DOPO AUTOTRASFUSIONI FATTE DA UN MEDICO VICINO AI NO VAX

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

LA PROCURA HA APERTO UN FASCICOLO: VITTIME DECINE DI PAZIENTI

Decine di pazienti di un medico che svolge attività libero professionale nel veneziano si sono ritrovati positivi al virus dell’epatite C dopo essersi sottoposti ad autotrasfusioni di sangue nell’ambulatorio dell’uomo, Ennio Caggiano, ora iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Venezia.
L’accusa di epidemia
L’ipotesi di accusa contenuta nel fascicolo – scrive il Gazzettino – è di epidemia, per presunta violazione della norma speciale che regola le trasfusioni. Il pm Elisabetta Spigarelli ha affidato una consulenza tecnica su una decina di pazienti per verificare il genotipo del virus da loro contratto e poter capire quali possano essere le cause dell’epatite C.
Un’inchiesta iniziata con una segnalazione da parte dell’ospedale di Dolo (Venezia), dove in poco tempo si erano presentate decine di persone risultate positive all’epatite C.
Medico vicino ai no vax
Non un caso, hanno pensato i sanitari: erano infatti tutte pazienti dello stesso medico. Nel corso della procedura ambulatoriale, hanno raccontato, il sangue autotrasfuso sarebbe stato mescolato con altre sostanze non meglio identificate, definite dai pazienti ‘vitamine’. Nessuno dei contagiati, tuttavia, ha per ora sporto denuncia.
Durante il periodo del Covid Caggiano era stato vicino al movimento no vax, cosa che gli è costata la radiazione dall’Ordine dei medici di Venezia, provvedimento ancora aperto perché impugnato dal professionista.
(da agenzie)

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L’ESEMPIO DEGLI IMPRENDITORI VERI, CUCINELLI E ISABELLA SERAGNOLI

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

PROFITTI DIVISI CON LA COMUNITA’ E TASSE TUTTE PAGATE IN ITALIA

«Dare soldi è una cosa facile ed è in potere di ogni uomo. Ma decidere a chi darli e quanti e quando, e per quale scopo e come, non è in potere di ogni uomo e non è una questione facile» (Aristotele). In effetti è un tema difficile perché per donare soldi bisogna averli, e va considerato anche il «come» sono stati accumulati. Per dare concretezza a un concetto elevato, prendiamo come modello due esempi: Brunello Cucinelli, imprenditore del lusso, e Isabella Seràgnoli, azionista unico del Gruppo Coesia. Hanno in comune due cose: pagano per intero le tasse in Italia, non dove conviene di più, e pensano che nessuno faccia i soldi da solo, pertanto una parte deve tornare alla collettività. In quale modo? Un punto non banale.
I dipendenti
Brunello Cucinelli nel 1978, a 25 anni, si mette a produrre abbigliamento di lusso nel borgo di Solomeo, alle porte di Perugia. La materia prima è il cachemire che, fino ad allora, veniva venduto solo nelle sue tinte naturali (bianco, marrone e beige). Lui si inventa di colorarlo, i suoi capi diventano riconoscibili in tutto il mondo, le vendite decollano e oggi l’azienda fattura 1,144 miliardi di euro l’anno. Al contrario di prestigiosi marchi del made in Italy produce realmente tutto nel nostro Paese e le tasse versate per intero in Italia. Nel quartier generale di Solomeo, a Gubbio, a Carrara e in Abruzzo lavorano 1.500 dipendenti e altri 1.500 nei negozi sparsi un po’ in tutto il mondo. Si pratica il modello di sostenibilità economica, ambientale, culturale. Lo stipendio dei dipendenti è fino al 40% in più di quanto prevede il contratto nazionale del manifatturiero (tradotto: la busta paga di una sarta è di 2.300 euro netti al mese, a fronte dei 1.500 previsti dal contratto nazionale del manifatturiero), non si lavora il sabato e la domenica, la mensa aziendale è un ristorante, bonus cultura (i dipendenti possono spendere 500 euro l’anno – per chi ha figli la cifra è più alta – per acquistare libri, ingressi a teatro, concerti).
No consumo di suolo
I luoghi di lavoro sono in aree verdi. Operano per Cucinelli anche 391 laboratori privati, il 75% in Umbria, che danno lavoro ad altri 7.800 artigiani. Tutta la filiera di appalti e subappalti è vigilata e deve rispettare il rigidissimo codice etico di Cucinelli. Anche le materie prime arrivano da fornitori per il 94,5% operativi sul territorio italiano. Il piano ambientale va nella direzione del non consumo di suolo: 1) acquisto di aree degradate, 2) abbattimento di capannoni e bonifica, 3) trasformazione in siti aziendali con intorno coltivazioni
Beneficio alla collettività
Nel 2010 nasce la Fondazione Cucinelli e negli anni ha investito un centinaio di milioni di euro nella ristrutturazione dell’antico borgo di Solomeo, dotato la collettività di un teatro, una biblioteca universale e una Scuola di Alto Artigianato dove gli studenti percepiscono uno «stipendio» mensile (fino a 1.500 euro netti) per imparare un mestiere. Ha costruito e donato al Comune il campo sportivo per i ragazzini del paese. Ora sta finanziando il restauro dell’acquedotto medievale di Perugia. Dal 2020 i capi invenduti vengono donati in beneficenza alle Ong internazionali
Tes Pharma
Le multinazionali farmaceutiche ritengono antieconomico investire nella ricerca per la cura delle malattie che colpiscono un limitato numero di persone. A occuparsene restano quindi università e centri di ricerca che si sostengono con donazioni e modesti finanziamenti pubblici. Solo quando il loro lavoro dà risultati incoraggianti possono sperare che le big pharma acquistino il brevetto per concludere lo sviluppo del farmaco e metterlo in commercio. I 25 ricercatori di Tes Pharma fanno proprio questo: studiano molecole per la cura di alcune forme di tumore raro e per patologie renali acute per le quali non esistono ancora delle cure. A fondare Tes è stato il professor Roberto Pellicciari, esperto (anche) di malattie rare, che per dieci anni fa contemporaneamente il ricercatore, il manager e il procacciatore di finanziamenti. La svolta arriva nel 2020 quando Brunello Cucinelli decide di sostenerlo mettendoci 3 milioni di euro. Oggi la start up dispone di macchinari all’avanguardia e di un team che comprende biologi, chimici, informatici. Spiega il professor Pellicciari: «Trovare una cura alle malattie è sempre molto costoso e, senza risorse adeguate, anche l’idea migliore è destinata a fallire»
Il Gruppo Coesia
Isabella Seràgnoli è presidente e azionista unico del Gruppo Coesia, con sede a Bologna. Un secolo fa si chiamava Gd e faceva motociclette, poi il padre Enzo la trasformò in un’azienda di macchine incartatrici, diventando una delle più importanti al mondo nel settore del packaging. Oggi fattura 2 miliardi di euro, dà lavoro a oltre 8mila persone ed è presente in 36 Paesi. Non fa operazioni di ottimizzazione fiscale: paga interamente le tasse in Italia
Filantropia sanitaria e sociale
Negli anni Settanta l’azienda costruisce e dona all’ospedale Sant’Orsola l’Istituto di ematologia oncologica e, negli anni, ne finanzia l’ampliamento e l’ammodernamento. Nel ‘98 costruisce a Bentivoglio uno dei primi hospice italiani. Nel 2003 nasce la Fondazione Seràgnoli, un modello di filantropia imprenditoriale che opera attraverso quattro enti, ciascuno attivo in settori diversi: Fondazione Mast, con mostre temporanee sul mondo dell’industria e del lavoro, attività di formazione legata all’ innovazione e sviluppo tecnologico rivolta ai dipendenti del gruppo e ai giovani del territorio; la Fondazione Gruber, che si occupa di disturbi alimentari con un centro ambulatoriale, ricovero e l’Accademia delle scienze della nutrizione; la Fondazione Alsos, che finanzia studi e ricerche in ambito sociale. Ma c’è soprattutto la Fondazione Hospice Chiantore Seràgnoli, interamente dedicata al finanziamento e alla gestione di strutture sanitarie destinate ad alleviare la sofferenza dei pazienti con malattie incurabili. Negli ultimi 15 anni ha finanziato l’apertura del reparto di cure palliative presso l’ospedale Bellaria, l’hospice di Casalecchio, l’Accademia delle scienze di medicina palliativa e, da ultimo, l’hospice pediatrico.
L’hospice per i bambini
Il rapporto sull’attuazione della legge sulla terapia del dolore stima, in Italia, una necessità di 35.000 posti letto per cure palliative dedicate a bambini. Solo il 10% di questo fabbisogno trova una risposta. La Fondazione Seràgnoli ha messo 50 milioni di euro nella costruzione dell’Arca sull’Albero, uno dei rari hospice che accoglie pazienti da 0 a 18 anni con patologie inguaribili o di grave complessità clinica. L’edificio, che a tutto somiglia fuorché a un ospedale, è stato inaugurato a Bologna il 14 giugno scorso e progettato da Renzo Piano: «Volevo costruire una struttura che assomigliasse a un luogo fatato, dove la morte purtroppo non diventa migliore, ma diventiamo migliori noi». Si tratta di 8.350 metri quadrati di spazi sospesi come palafitte immerse in un parco di 16mila metri. La struttura, dotata di 50 operatori, è in grado di ospitare 14 piccoli pazienti e le loro famiglie, ma alcune terapie si possono fare anche in day hospital. Ogni camera ha una parete di vetro circondata da alberi e sul soffitto un oblò per vedere sempre la luce del cielo. C’ è una piscina per l’idrochinesiterapia, l’angolo di arte-terapia, la sala del commiato e uno spazio meditativo. In questo e negli altri tre hospice i pazienti non pagano nulla perché le strutture sono accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale che rimborsa alla Fondazione il costo vivo giornaliero per ogni paziente in cura. A quel 40% che manca per coprire i costi di gestione ci pensa sempre la signora Seràgnoli.
Milena Gabanelli e Andrea Priante
(da corriere.it)

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SONDAGGI, GUERRA E’ IL SINDACO PIU’ AMATO, FEDRIGA SORPASSA ZAIA TRA I GOVERNATORI

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

IL PODIO DEI PRIMI CITTADINI E’ DI CENTROSINISTRA

Tra i sindaci è Michele Guerra (Parma, 63%) il vincitore del Governance Poll 2024.
Secondo posto per Gaetano Manfredi (Napoli, 62%) mentre in terza posizione si piazza Michele De Pascale (Ravenna, 61%), in un podio tutto di centrosinistra.
Tra i presidenti di Regione a conquistare la prima posizione è Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, 68%) che scavalca sia Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, 67%) che Luca Zaia (Veneto, 66%). Si conferma così il trio di testa che caratterizza da anni la classifica, ma ancora una volta a piazzamenti invertiti.
Il Governance Poll 2024, la classifica sul gradimento dei primi cittadini e governatori, è stata realizzata per il ventesimo anno consecutivo dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi per il Sole 24 Ore. Sempre per quanto riguarda i sindaci, al quarto posto ci sono Luigi Brugnaro (Venezia), Giuseppe Cassì (Ragusa), Claudio Scajola (Imperia) e Matilde Celentano (Latina).
Il dato più vistoso del ventesimo Governance Poll – si legge in una nota – è però il calo di popolarità della maggior parte dei primi cittadini. Solo un sindaco su quattro incrementa il consenso rispetto al giorno delle elezioni. Tra questi, la migliore performance è quella di Clemente Mastella, Benevento (+6,3%), seguito da Jamil Sadegholva di Rimini (+6,2%) e Luigi Brugnaro, Venezia (+5,9%). Per ben tre sindaci su quattro si è invece registrato un calo.
Un trend che non ha risparmiato i primi cittadini delle grandi città metropolitane, per esempio Roberto Gualtieri (Roma) registra una flessione del 15,2% rispetto al giorno delle elezioni, attestandosi in penultima posizione con il 45%, ex aequo con il palermitano Roberto Lagalla. Anche il sindaco di Reggio Calabria è tra quelli penalizzati da questa tendenza, Giuseppe Falcomatà si piazza infatti al 77° posto con il 45,5% (-12,9% rispetto al risultato ottenuto nelle urne).
Trend in discesa anche per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, 57° con il 51,5% (-7.7%) e per il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore, che pur posizionandosi al 37° posto con il 54,5%, perde il 7,4%.
Stessa tendenza per Marco Bucci (Genova) che perdendo il 6,5% cala al 67° posto con il 49%. Stabile invece Beppe Sala a Milano che riconferma il 57% e conquista la 19° posizione.
Ritornando ai governatori, al quarto posto la coppia Vincenzo De Luca (Campania, 60%) e Roberto Occhiuto (Calabria, 60%).
Per il campano De Luca si tratta di una risalita dopo il tonfo dell’anno scorso, mentre per il calabrese Occhiuto di una riconferma in relazione al trend degli ultimi anni.
Altro ex aequo al sesto posto tra Francesco Roberti (Molise) e Donatella Tesei (Umbria) entrambi con il 57,5%. Ottava posizione invece per il Presidente della Sicilia Renato Schifani che raggiunge il 57%. Il Lombardo Attilio Fontana consolida il risultato ottenuto nel giorno delle elezioni e con il 55% (+0,3%) è al 9° posto.
In calo il governatore del Lazio Francesco Rocca che dalle elezioni dello scorso anno perde il 6,4% e con il 47,5% si piazza in 11° posizione. Tra quelli che hanno fatto registrare, invece, il maggiore incremento di consenso rispetto al giorno delle elezioni c’è sia Bonaccini (+15,6%), che lo stesso Schifani (+14,9%)
“Le strade di sindaci e presidenti di Regione si separano – dice Antonio Noto – seguendo tendenze divergenti. Osserviamo infatti un calo di gradimento per un governatore su due, tutto sommato fisiologico, mentre ben tre primi cittadini su quattro perdono consenso. A quanto emerge dalla rilevazione, il ruolo dei presidenti di Regione è percepito più incisivo, sia in termini di governo del territorio che di capacità di portare le istanze locali all’attenzione del governo. È anche da considerare che proprio la legge sull’autonomia differenziata ha riacceso negli ultimi mesi il protagonismo dei presidenti di Regione, sia di quelli che si sono dichiarati a favore che contro. La visibilità dei sindaci in questo tema è stata marginale, indipendentemente dalle loro posizioni. Insomma, i presidenti di Regione sembrano contare di più e, di conseguenza, poter determinare la crescita di un territorio, il suo sviluppo infrastrutturale e l’implementazione di servizi”.
Il Governance Poll 2024 ha preso in considerazione 80 comuni capoluogo di provincia e le Regioni in cui vige la regola dell’elezione diretta. Non sono state testati i Comuni e le Regioni in cui si è votato nel 2024, oltre alla Liguria in cui il presidente è sospeso dallo scorso maggio. Le interviste sono state effettuate tra maggio e luglio 2024.
(da agenzie)

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LA PRIMA COSA CHE FA MORATA AL FISCHIO FINALE DEGLI EUROPEI: LA SPAGNA ESULTA, LUI CORRE IN LACRIME IN TRIBUNA AD ABBRACCIARE LA MOGLIE E I QUATTRO FIGLI

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

IL SAPER DIVIDERE UN SUCCESSO CONIUGANDOLO CON I SENTIMENTI VERI

La Spagna per la quarta volta ha vinto gli Europei, un successo ottenuto sul filo contro un’indomita Inghilterra. Il trofeo lo ha alzato per primo il capitano Alvaro Morata, che però prima di festeggiare il successo con i suoi compagni di squadra si è fiondato sugli spalti dove ha abbracciato la moglie Alice Campello e i loro figli. Per lui, questo oltre a essere un grande trionfo è anche una grande rivincita contro tutti quelli che lo hanno criticato in tutti questi anni.
C’è qualcosa per un calciatore professionista di vincere un grande trofeo internazionale con la propria nazionale? La risposta è sì, ed è festeggiare il trofeo con la propria famiglia.
Alvaro Morata non ha mai fatto mistero di essere molto legato alla sua famiglia, composta dalla dolce metà Alice Campello e dai loro quattro figli. Una famiglia molto unita, con la moglie che lo ha anche supportato in tutti questi anni, che non sono stati tutte rose e fiori, a livello calcistico. Perché il capitano della Roja è stato sin troppe volte criticato e attaccato, nonostante i gol segnati e prestazioni di alto livello.
L’arbitro fischia la fine dell’incontro: ha vinto la Spagna. I calciatori che erano in panchina corrono tutti in campo, dove ci sono i propri compagni: c’è da festeggiare il successo. Tutti in campo meno che uno: Alvaro Morata, che invece di essere lì con gli altri decide di scalare gli spalti e si reca in quello parte di tribuna dedicata a familiari e amici dei calciatori della Spagna. In un video postato su Instagram si vede Morata in lacrime che abbraccia e bacia la moglie e poi saluta con affetto tutti e quattro i suoi figli.
Scene davvero belle, commoventi a loro modo, che fanno anche capire in primis il legame forte e l’unità della famiglia, ma anche la liberazione che ha provato il calciatore, che è stato troppo spesso criticato, anche la scorsa settimana. Alice Campello era scesa in campo, postando due articoli in cui il numero 7 della Spagna veniva attaccato.
‘El Confidencial’ ha scritto addirittura che Morata è un capitano che fa vergognare la nazionale, queste le parole di Campello: “È davvero questo quello di cui ha bisogno il nostro paese nel giorno della semifinale contro la Francia? Che vogliamo ottenere con articoli del genere? Credo serva a creare solo più odio nei confronti di un calciatore. E direi, che è proprio il momento giusto per farlo. È assurdo normalizzare comportamenti e articoli di questo genere. È uno dei tantissimi insulti che riceviamo quotidianamente io penso che ognuno possa esprimere liberamente la propria opinione, ma che allo stesso tempo ci voglia rispetto. E qui non sanno nemmeno cos’è, il rispetto”.
Dopo la partita Morata, anche nelle interviste in TV, ha mostrato la propria gioia e non ha chiuso le porta alla Serie A, lo aspetta il Milan: “Non ho mai mollato, ho meritato di alzare questa coppa. In questo campionato mi sono dovuto mettere i vestiti di muratore, non ho segnato tanti gol ma ho lavorato come fossi un tifoso. Anche tanti italiani tifavano per noi, Chiellini mi ha detto di alzarla prima della partita. Alla fine abbiamo vinto. Ora è il momento di festeggiare, poi andrò in vacanza. Ritorno in Serie A? Vedremo”.
(da Fanpage)

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LE FERIE STANNO DIVENTANDO UN MIRAGGIO: IL 16% DEGLI ITALIANI NON ANDRÀ IN VACANZA A CAUSA DELL’AUMENTO DEI COSTI

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

IL RITORNO IN MASSA DEI TURISTI STRANIERI HA PORTATO A UN BOOM DEI PREZZI DELLE ATTIVITÀ TURISTICHE… I RINCARI PRINCIPALI RIGUARDANO I VOLI NAZIONALI (+24%), MA ANCHE GLI ALLOGGI, I TRASPORTI FERROVIARI, GLI STABILIMENTI BALNEARI

Adesso che la spinta dei lavori legati al Superbonus si sta via via affievolendo e le imprese di costruzioni, assieme a quelle manifatturiere, segnano il passo, se l’economia italiana continua a crescere anche nel secondo trimestre dell’anno, anche solo a ritmo moderato, lo si deve ai servizi ed in particolare alla spinta che arriva dal turismo, «che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri», segnala Bankitalia nel suo ultimo Bollettino trimestrale.
BOOM DI TURISTI RICCHI
Già l’anno passato tutte le voci legate al turismo sono tornate a crescere mettendo a segno un +5,3% con la componente estera che ha ripreso il sopravvento su quella domestica raggiungendo il 52,4% dei pernottamenti ed un aumento della spesa reale del 10,5% rispetto al 2022 che alla fine dell’anno ha generato un saldo attivo pari a 1,1 miliardi di euro.
L’EFFETTO SUL COSTO DELLA VITA
Il rovescio della medaglia è legato all’inflazione. Perché l’arrivo in massa di turisti stranieri con alta capacità di spesa determina inevitabilmente una impennata di tutti i prezzi. Lo ammette la stessa Banca d’Italia spiegando che già da un paio di anni, «per effetto della ripresa della domanda l’inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi , ristoranti, pacchetti vacanze, e trasporti) è stata nettamente superiore alla media dei servizi». Portando il fenomeno alle estreme conseguenze il Codacons, che ieri ha definito gli aumenti quest’anno «del tutto ingiustificati»,
VOLI NAZIONALI +24%
L’analisi dei rincari elaborata dall’Unione nazionale consumatori in base ai dati provvisorio sull’inflazione di giugno comunicati dall’Istat, mette al primo posto assoluto i voli nazionali, che il mese scorso sono saliti del 24,4%; a ruota villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (12,7%) e quindi i voli internazionali (+7,3%). Rispetto ad un anno i pacchetti vacanza nazionali costano ben il 20,5% in più, +9,3% il trasporto ferroviario, +7,9% i parchi di divertimento, mentre stabilimenti balneari, piscine e discoteche sono saliti del 5,7% così come villaggi vacanze e campeggi, più 5,2% invece per alberghi e pensioni.
Altroconsumo ha svolto un’indagine a campione per verificare i costi del soggiorno per due persone in hotel o B&b in sei località che vanno per la maggiore (Cervia, Ortisei, Gallipoli Valdisotto, Firenze e Napoli) per concludere che i prezzi al mare sono saliti del 23% e quelli in montagna del 27%. Nelle città d’arte il soggiorno per una notte costa in media 95-96 euro, un hotel in montagna in media può arrivare anche a 165 euro, mentre i B&b più cari sono quelli del mare (137 euro). In questo modo per trascorrere la prima settimana di agosto in una delle città analizzate due persone arrivano a spendere almeno 1.000 euro.
Anche spostarsi in auto sarà più caro: in attesa del prevedibile rincaro dei carburanti di Ferragosto, quest’anno rispetto al 2023 bisogna mettere in conto l’aumento medio del 2,4% dei pedaggi autostradali scattato a inizio anno ed il raddoppio del canone base del Telepass scattato il primo luglio. Poi ci sono i prezzi «stellari» delle soste in autogrill: sempre secondo Altroconsumo un panino può infatti arrivare a costare anche 8 euro (il 70% di quanto costa in un normale bar), un caffè 1,35 euro (+14% rispetto al bar) e 3 euro una bottiglia d’acqua che al supermercato costa 0,67 euro.
IN TANTI RINUNCIANO ALLE FERIE
Risultato di tutto questo? Secondo un sondaggio Swg-Confcommercio il 16% degli italiani quest’anno non andrà in vacanza: un terzo di loro dichiara infatti di non avere sufficiente disponibilità economica, mentre un altro 23% ha la necessità di risparmiare.
(da agenzie)

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IL SINDACO DI ANACAPRI: “UNA BARRIERA ANTI-MOTOSCAFI PER L’ISOLA, DOBBIAMO DIFENDERCI DAI CAFONI”

Luglio 15th, 2024 Riccardo Fucile

“BASTA ILLEGALITA’ COME PRASSI QUOTIDIANA, ANCHE IL POVERO DEVE POTER VENIRE, NON E’ LUI CHE INSOZZA, SONO I RICCHI”

Franco Cerrotta è il sindaco di Anacapri. Dal 1995 ha fatto due mandati da sindaco e un quinquenni da vicesindaco, poi altri due mandati e un altro quinquennio da vicesindaco. Adesso è di nuovo primo cittadino a 72 anni. Dice che la sua città è perfetta: «Le strade non hanno buche, i servizi comunali funzionano, i luoghi dello sport sono vivi, per i più fragili c’è attenzione e cura. La società civile si sente soddisfatta e protetta, ben rappresentata».
E in un’intervista al Fatto Quotidiano annuncia una barriera di boe anti motoscafo all’ingresso della Grotta Azzurra: «Dobbiamo fare qualcosa per fermare il sistema cafone dell’illegalità come prassi quotidiana. Difenderci dallo strapotere del motoscafo puzzolente che spesso non rispetta le distanze dall’ingresso della grotta, testimone meravigliosa di quanto la natura abbia destinato a noi».
Aumentare il fatturato
Cerrotta dice che a Capri, rispetto ad Anacapri, «ci sia anche una cultura politica e imprenditoriale che ansima (direi, senza offesa, che erutta) all’idea di aumentare sempre più il fatturato. Penso che invece bisogna rispettare i limiti che la natura impone».
Secondo la vulgata Capri è l’isola dei ricchi: «Io sono più di sinistra e dico che anche il poveriello deve poter venire a Capri. Prende il vaporetto, a Marina grande c’è la spiaggia libera, magari mangia un panino. Così addio allure! E perché? Chi è povero insozza, dicono. In verità insozza di più il ricco». E sulla teoria che il povero intristisce l’isola, replica: «Secondo me la teoria inversa è assai più vicina alla realtà. Purtroppo non riesco a stare in casa. Sono stato eletto per l’ennesima volta l’8 giugno scorso. Completerò i cinque anni quando avrò compiuto 77 anni. Non le nascondo che vorrei ricandidarmi, fare un altro giro ancora. Però vedo Biden e mi affloscio, mi preoccupo. Non voglio fare quella fine».
(da agenzie)

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