IL MINISTRO DELLA SALUTE ORAZIO SCHILLACI FIRMERÀ IL DECRETO DI REVOCA DEL COMITATO SULLE VACCINAZIONI, DOPO LE POLEMICHE PER LA NOMINA DI DUE NO-VAX, EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE
IL MINISTRO È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI: A INSERIRE QUEI DUE NOMI SONO STATI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA – SULLA VICENDA SI È MOSSO ANCHE FAZZOLARI, CHE HA PROVATO A FAR CAMBIARE IDEA A SCHILLACI, CHE, IN RISPOSTA, HA PAVENTATO LE SUE DIMISSIONI
La decisione è presa. Orazio Schillaci firmerà il decreto di revoca del Nitag, il gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni del ministero alla Salute, che è pronto da mercoledì. Le polemiche da parte del mondo medico e scientifico per la scelta di inserire due membri, su 22, ritenuti contrari ai vaccini,
addirittura definiti dai critici “ultrà No-Vax”, cioè Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, sono andate avanti per giorni.
C’è stato un tentativo di far dimettere i due “esperti”, che non ha dato risultati, e così Schillaci ha scritto un decreto per annullare quello di nomina, che risale al 6 agosto e che lui ha probabilmente firmato con troppa leggerezza, fidandosi dei suoi uffici e senza studiare i profili dei componenti. Erano stati esponenti di Fratelli d’Italia a far inserire, attraverso la capa della segreteria politica del ministero Rita Di Quinzio, quei due nomi.
Mercoledì il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giovanbattista Fazzolari aveva espresso dubbi riguardo alla sua presa di posizione, chiedendo di rimandare ogni decisione a dopo l’estate. Altri esponenti di FdI erano addirittura dell’idea di non toccare niente, lasciare il Nitag così com’è. Schillaci aveva fatto capire di essere disposto a lasciare l’incarico se non avesse potuto fare subito il nuovo decreto.
La firma sull’atto potrebbe essere messa oggi stesso, ma visto che è Ferragosto non si esclude uno slittamento, a questo punto a lunedì 18. Poi, dopo l’estate, verranno rifatte tutte le nomine. Le parole di Schillaci sul «rigore scientifico» che deve guidare le scelte sulla salute dei cittadini non lasciano comunque dubbi sulle sue intenzioni. A questo punto, se qualcuno dentro Fdi o al governo volesse fermare il decreto costringerebbe il ministro tecnico, da sempre apprezzato dal Quirinale, a dimettersi e farebbe partire la complessa ricerca del sostituto.
C’è anche da valutare la questione di Forza Italia. Oltre alle voci fortemente critiche delle opposizioni, che si sono mosse appena reso noto il primo decreto, ci sono state le rimostranze per la
presenza di Serravalle e Bellavite di società scientifiche e della Federazione che raccoglie gli Ordini dei medici.
(da La Repubblica)
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