UN POPOLO, ZERO STATI
I “CAUTI” AL SERVIZIO DEGLI STERMINATORI
I governanti europei più cauti (diciamo così) dicono che lo Stato della Palestina non può essere riconosciuto perché non esiste: prima va costruito (recente dichiarazione di Tajani). Potrebbe essere preso come un incitamento all’abuso edilizio: benedetti palestinesi, intanto cominciate a mettere giù un po’ di mattoni, qualche tettoia, magari un paio di semafori, e poi se ne parla.
Il problema è che quella procedura è stata già tentata, lungo i decenni e le generazioni, ma con risultati uguali a zero: i mattoni, e anche qualcosa di più, tipo ospedali e scuole, già c’erano. A Gaza, e qualcosina pure in Cisgiordania. Ora quasi tutto è raso al suolo; oppure occupato abusivamente dai coloni israeliani.
Estirpata ogni traccia di possibile territorio palestinese, e ricacciati costoro quasi al completo nella condizione di homeless, senzacasa che vagano a cielo aperto con le loro masserizie, come si può avere la faccia di bronzo di dire che non è possibile riconoscere la Palestina perché la Palestina non esiste?
Finalmente dev’essersi fatta qualche domanda in proposito anche la presidente Meloni, cauta tra i cauti e cautamente disposta a discutere di un cauto riconoscimento della Palestina, con tutta calma e a patto che i palestinesi accettino condizioni che potremmo definire di spalle al muro. Se Palestina deve essere,
sia una Palestina cauta.
Il tanto inutilmente citato “due popoli, due Stati”, alla luce degli eventi, sembra una folle utopia, per altro severamente smentita dai fatti. E dai rapporti di forza. Se qualcosa si muoverà, in soccorso dei palestinesi in fuga, non sarà il diritto, sarà una tardiva compassione.
(da repubblica.it)
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