LA BEFFA DI “IGOR IL RUSSO”, IL GRANDE SUCCESSO DELLO SCERIFFO MINNITI
DA SEI MESI E’ UN FANTASMA, LA RABBIA DELLA MOGLIE DI FABBRI: “NON SI E’ PIU’ VISTO NESSUNO” ( NEANCHE I POLITICI CHE ANDAVANO A SPECULARE A BUDRIO)
«Che cosa mi aspettavo? Un incoraggiamento, una pacca sulle spalle. Magari delle scuse, qualcuno che dicesse: ce l’abbiamo messa tutta ma non l’abbiamo preso. Invece nulla, nulla, non si è più visto nessuno».
La tabaccheria di Budrio, dove adesso Maria Sirica si affanna da sola, ha riaperto il 12 aprile.
Il primo dello stesso mese il marito Davide Fabbri è stato ucciso in quel locale semplice semplice: una stufetta, quattro tavoli, il bancone, le poche sigarette appilate. Fabbri è stato ucciso da Igor il russo, alias Norman Feher il serbo. Perchè inizia qui, esattamente sei mesi fa, una delle più grandi fughe criminali della storia italiana.
Sei mesi e non una traccia, facendosi beffe di un dispiegamento di forze inusitato, mai visto: mille uomini a dargli la caccia nei paesi, sulle strade, nei casolari, tra gli acquitrini paludosi. Ogni giorno un falso allarme: forse è lui. Invece nulla.
Di Igor non si è più saputo nulla e la maggior parte degli uomini che lo hanno cacciato è tornato alle rispettive basi.
«Io sono qua, da sola e con un padre anziano – prosegue Maria Sirica – e nessuno mi ha più dato una mano. Non ce la faccio più, non so quanto potrò resistere. Ricordate le visite, la solidarietà , la vicinanza di tanta gente nei primi giorni dopo il delitto? Beh, non si è più fatto vivo nessuno. Nemmeno per consolarmi, per sapere come sto. Aiuti materiali? Ma da chi? Ma quando?».
La vedova e gli amici ci hanno provato persino raggranellando i soldi per una taglia . Cinquantamila euro per chi avesse permesso di prenderlo vivo, 25 mila morto.
Ma il termine della ricompensa scade il 22 ottobre «e nessuno si è fatto vivo».
Iniziativa voluta dall’avvocato della donna Giorgio Bacchelli e persino contestata dagli avvocati penalisti di Bologna: «È inconciliabile con i principi fondanti dello Stato di diritto».
Legittimo o meno che sia, il tentativo non ha sortito nessun effetto. Nel frattempo la lista dei delitti di Igor, o di quelli di cui è sospettato, si è allungata.
L’8 aprile, Norbert Feher-Igor Vaclavic, a Portomaggiore,uccide la guardia ecologica volontaria Valerio Verri e ferisce la guardia provinciale, Marco Ravaglia: l’avevano fermato per un controllo. Poi si scopre, ma solo dopo, che è il probabile autore un altro delitto nel 2015, quando il 30 maggio aveva già ucciso vicino a Ravenna la guardia giurata Salvatore Chianese.
La lista è finita? Macchè.
Adesso si sospetta di lui anche per un altro omicidio irrisolto: è la morte di Mor Seye, un venditore ambulante senegalese ammazzato il 12 settembre di due anni fa sul litorale con quattro colpi di pistola calibro 22.
Coincide l’identikit ispirato dai testimoni: i capelli lunghi, incolti e brizzolati. L’altezza tra i 170 e 180 centimetri. la carnagione chiara, l’accenno di barba. L’età : tra i 40 ed i 50 anni. Un movente incomprensibile, ma soprattutto la stessa capacità di sparire in maniera fulminea dopo l’assassinio come fosse un fantasma.
C’è il tentativo inconscio degli inquirenti, quando vengono esaminati i casi irrisolti, a voler attribuire una responsabilità al killer di Budrio in fuga?
In realtà in Italia, dopo il caso di Donato Bilancia, che insanguinò la Liguria con 13 delitti e 17 vittime, ogni ipotesi seriale non viene più accantonata. Pensare che all’epoca dei delitti di Bilancia chi sospettava l’azione di un serial killer veniva nei primi tempi beffeggiato e deriso.
Dov’è Igor? Tra gli inquirenti si affrontano due ipotesi.
La prima: è fuggito subito dopo l’omicidio della guardia provinciale l’8 aprile, prima che scattasse la caccia all’uomo.
Come? Tutta la zona è attraversata da linee ferroviarie del trasporto locale percorse da treni merci. Un balzo a bordo di un vagone e via, in un paio d’ore si è già a decine di chilometri di distanza. Forse Igor è già all’estero.
C’è chi ritiene non possa essere in un altro Paese: con i confini super blindati per l’emergenza migranti, soprattutto a Est, non sarebbe mai passato. È qui, in Italia, protetto da qualcuno.
Solo congetture, nel nulla più assoluto.
Intanto Maria la vedova ricorda bene che in quel giorno anche lei finì nel mirino del killer. «Sono rimasta sola, perchè non ha sparato anche a me invece di lasciarmi a soffrire così?»
(da “La Stampa”)
Leave a Reply