PIAGGIO AEROSPACE, LIBRI IN TRIBUNALE: A RISCHIO 1.200 LAVORATORI
RICHIESTA DI AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA, PESANTI RESPONSABILITA’ DI DI MAIO: LA COMMESSA SUI DRONI E’ FERMA DA TEMPO NEI CASSETTI DEL MINISTERO
Insolvenza e amministrazione straordinaria. Dopo mesi passati inutilmente ad attendere segnali dal governo, Piaggio Aerospace imbocca una strada quanto mai rischiosa, ma inevitabile visto lo scenario in cui si sta muovendo da tempo.
Sulla richiesta di insolvenza presentata al Tribunale e su quella di amministrazione straordinaria il pronunciamento arriverà nei prossimi giorni, ma e’ molto probabile che si procederà in questa direzione, aprendo la delicata fase del commissariamento.
A questo punto, per l’azienda ligure che occupa 1.200 persone nei due poli di Villanova d’Albenga e Genova e su cui pesano 438 milioni di perdite, si aprirà una nuova pagina che, come primo risultato, porterà alla cassa integrazione per tutti gli addetti non occupati, circa seicento.
A far precipitare la situazione, probabilmente, l’ennesimo nulla di fatto nell’incontro al ministero dello Sviluppo Economico mercoledì scorso con i sindacati.
I rappresentanti del governo, di fronte al pressing dei rappresentanti dei lavoratori, avevano genericamente parlato di “progetti in campo”, di “interlocuzioni”, di “importanti sviluppi” a breve.
Nulla di concreto, però, per garantire all’azienda di affrontare serenamente il proprio futuro. Nulla sulla commessa da 766 milioni degli aerei a pilotaggio remoto P.1HH per l’Aeronautica Militare, nulla nemmeno sul ruolo, anche societario, che avrebbe potuto svolgere Leonardo.
E’ a questo punto che l’azionista di Piaggio, il fondo sovrano degli Emirati Arabi, ha detto basta, ricordando in una nota di aver “sempre investito in Piaggio ma ora di non essere più in grado di apportare ulteriori risorse in assenza di prospettive concrete”. Amaro anche il commento di Piaggio che ricorda come “le assunzioni fondamentali del piano non si sono concretizzate”. Il riferimento e’ alla mancata cessione dei motori, ma soprattutto al blocco della commessa sui droni, già decisa dal governo Gentiloni, ma tenuta al palo dall’attuale esecutivo.
In assenza di indicazioni al proposito, infatti, anche le commissioni competenti di Camera e Senato sono sempre rimaste ferme. Fino all’atto finale. Ora si apre uno scenario nuovo, che desta grande preoccupazione e che dovrà affrontato celermente da enti e istituzioni prima che la situazione precipiti.
(da agenzie)
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