CHI E’ IL GILET GIALLO INCONTRATO DA DI MAIO: UN RAZZISTA ISLAMOFOBO, CHE AUSPICA LA GUERRA CIVILE E L’INTERVENTO DEI GENERALI
CHRISTOPHE CHALENCON FINO A TRE ANNI FA ERA UN MILITANTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN
Christophe Chalenà§on è il sedicente leader dei Gilet Gialli che ieri Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno incontrato all’Hotel de France di Montargis in quel di Parigi.
Islamofobo di estrema destra, ieri ha regalato ai media due versioni diverse dell’incontro: «Non parliamo ancora di alleanza, ma certamente di dialogo», ha detto all’Ansa subito dopo.
Ma un’ora dopo, mentre Di Maio e Di Battista sono in volo convinti di avere in tasca un accordo, ha spiegato a Le Parisien: «Nessuna alleanza, volevamo scoprire questo partito e capire bene il suo posizionamento politico rispetto alla Lega”
Anais Ginori, inviata di Repubblica a Parigi, racconta che il gilet giallo che vuole dialogare con i 5S è un ammiratore dei Generali, gli unici — secondo lui — in grado di organizzare un «governo di transizione per ascoltare il popolo».
Qualche settimana prima di sognare pubblicamente un golpe, Chalenà§on aveva immaginato l’arrivo di un “comandante” per guidare l’esecutivo, citando in particolare l’ex capo di stato maggiore Pierre De Villiers, cacciato da Macron un anno e mezzo fa.
Inviso all’ala più “pura” incarnata dal camionista Eric Drouet e dal blogger Maxime Nicolle, che lo vedono come un “traditore”, il gilet giallo del Vaucluse — uno dei feudi di Marine Le Pen — ha subito cercato i riflettori.
Nelle sue riflessioni su Facebook non perde occasione di creare polemiche: ha postato le foto di un maiale da mangiare in porchetta con una dedica speciale «ai musulmani estremisti».
Nel 2015 annunciava la militanza nel Front National per rispondere al “flagello silenzioso” della immigrazione.
Titolare di impresa di serramenti che ha fatto affari in Tunisia, 52 anni, padre di tre figli, Chalenà§on è passato con un altro gruppo di Gilet Gialli, rispondendo al controverso invito dell’ex faccendiere di destra Bernard Tapie per discutere di un lancio in politica.
Su Facebook aveva scritto: “la guerra civile è inevitabile” e ha auspicato la formazione di “un governo di transizione per ascoltare e comprendere la gente”, facendo appello “al signor Macron e, se non vuole piegarsi, ai militari”.
(da agenzie)
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