“TUTTI CANDIDATI PER TRAINARE MICHETTI” TUONA IL CAPITANO, MA DI FRONTE ALL’INSURREZIONE DELLA TRUPPA, LA PRECETTAZIONE OBBLIGATORIA DIVENTA “CHI VUOLE”
LA LEGA A ROMA ARRANCA AL 10%, MA FAR PRESENTARE EURODEPUTATI E PARLAMENTARI VUOL DIRE SCONTENTARE LE SECONDE FILE (E PURE LE PRIME),,, E TUTTO FINISCE IN FARSA
L’ultima uscita di Matteo Salvini spiazza il suo partito: ha chiesto ai suoi eurodeputati, parlamentari e consiglieri regionali eletti a Roma la “disponibilità” a candidarsi alle prossime Comunali a sostegno di Michetti. Richiesta cortese ma ferma.
Con l’impegno esplicito a dimettersi dal consiglio comunale se eletti. Solo per “trainare” le liste leghiste, che i sondaggi migliori piazzano tra il 12 e il 14%, ma che per alcune rilevazioni superano di poco il 10%.
Una “chiamata alle armi” che riguarderebbe eurodeputati come Cinzia Bonfrisco, Simona Baldassarre, Luisa Regimenti e Antonio Rinaldi, professore e volto televisivo. Poi la deputata Sara De Angelis, ex presidente del municipio Parioli, mentre senatori capitolini non ce ne sono.
E sono coinvolti anche il vicepresidente del consiglio regionale Pino Cangemi più i suoi consiglieri Daniele Giannini e Laura Corrotti.
Ma la prospettiva ha scatenato malumori nel partito.
Intanto a livello comunale, dove i tanti potenziali candidati sul territorio non hanno molta voglia di essere “azzoppati”, ovvero di fare campagna elettorale – correndo tra sagre, mercati e piazze – come “soldatini” destinati a finire secondi o terzi nelle liste guidate dai big.
I quali, a loro volta, non sono entusiasti né di doversi contare – con il rischio di sorprese spiacevoli – né di dover sommare ai già numerosi impegni una campagna a risultato zero.
La questione è spinosa e non è ancora stata risolta. Sebbene le numerose doglianze abbiano convinto il leader a una riflessione più approfondita.
Con un embrione di compromesso: trasformare la richiesta erga omnes in una faccenda volontaria.
Se la candidatura fosse facoltativa, qualcuno potrebbe farsi avanti: senza la sgradevolezza della competizione e con maggiore dedizione da parte dei colleghi di partito.
E’ il caso di Rinaldi, che nicchia ma potrebbe convincersi. O della Bonfrisco, agevolata anche dal fatto che la preferenza o è unica o è di genere: in quel caso potrebbe fare cordata proprio con Cangemi, che ha un buon bacino di voti.
Qui però sorge un altro problema: alla Pisana sono già in cantiere le prime mosse per il “dopo Zingaretti”. E nessuno ha voglia di aprire altri tavoli.
(da Huffingtonpost)
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