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“LA CHIESA CHE TRIONFA NON È QUELLA CON I SOLDI NELLE BANCHE”: L’INTERVISTA INEDITA DEL 2021 A PAPA FRANCESCO PER LA TV STATUNITENSE IN LINGUA SPAGNOLA “ESNE”

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

“NONOSTANTE LE MIE INFEDELTÀ, PERCHÉ SONO UN PECCATORE COME PIETRO, IL SIGNORE NON MI ABBANDONA. ALLORA SENTO CHE SI PRENDE CURA DI ME” … “MARTIRIO VUOL DIRE TESTIMONIANZA. ANCHE QUELL’UOMO, QUELLA DONNA CHE LAVORA TUTTI I GIORNI PER EDUCARE I PROPRI FIGLI NELLA VITA CRISTIANA E PER DARE LORO TESTIMONIANZA, È UN MARTIRE”

E’ la Chiesa che si mette al servizio degli altri quella alla quale ha sempre pensato Papa Francesco. E’ quanto dice in una intervista inedita del 2021 pubblicata oggi dai media vaticani.
“È questa la Chiesa che trionfa, non la Chiesa con i soldi nelle banche. È questa che trionfa, la Chiesa dei martiri, della testimonianza. Perché martirio vuol dire testimonianza.
Ho menzionato quelli che danno la vita, ma anche quell’uomo, quella donna che lavora tutti i giorni per educare i propri figli nella vita cristiana e per dare loro testimonianza, è un martire”, diceva Papa Francesco.
Si tratta di una registrazione del 2021, che doveva essere inclusa in un documentario. Sarà trasmessa dal canale televisivo Esne “El Sembrador, Nueva Evangelizacion”. Il Pontefice, meditando sui passi biblici dei dialoghi tra Gesù e il suo discepolo, ha espresso nuovamente il desiderio che la Chiesa sia un’umile servitrice in mezzo al mondo.
Parlando del suo ruolo di Pontefice commentava: “Sento che il Signore accompagna, che è Lui che sceglie, è Lui che ha iniziato questa storia. Con me l’ha iniziata Lui, mi ha invitato Lui, mi ha accompagnato Lui. E nonostante le mie infedeltà, perché sono un peccatore come Pietro, Lui non mi abbandona. Allora sento che si prende cura di me”.
(da agenzie)
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“CARO NORDIO, NELLE CARCERI SI MUORE”: GIANNI ALEMANNO, IN CELLA A REBIBBIA DA 5 MESI PER TRAFFICO DI INFLUENZA, SCRIVE AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PER DENUNCIARE IL SOVRAFFOLLAMENTO NEGLI ISTITUTI CARCERARI

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

“LA SITUAZIONE È CONTRARIA AL DETTATO COSTITUZIONALE”. OGGI IN ITALIA CI SONO 62MILA E 400 DETENUTI, A FRONTE DI UNA CAPIENZA REGOLAMENTARE DI 51MILA E 280 POSTI … ALEMANNO RILANCIA LA PROPOSTA DI LEGGE GIACHETTI-BERNARDINI PER LA “LIBERAZIONE ANTICIPATA SPECIALE”, PER AMPLIARE IL SISTEMA DI DETRAZIONE DI PENA

Caro ministro Nordio, nelle celle si muore. Cinque pagine. L’emergenza sovraffollamento nei penitenziari italiani è così grave che non bastano né i moduli prefabbricati, né il riutilizzo degli edifici demaniali. Tantomeno si può attendere “la costruzione delle nuove strutture”.
A riaccedere i fari, al di là della retorica governativa pro-carceri seguita alla morte di Papa Francesco, sono due detenuti da Rebibbia, due profili (diversamente) noti: Gianni Alemanno, l’ex ministro ed ex sindaco di Roma per An, e Fabio Falbo, lo “scrivano” di Rebibbia, che si è laureato in
Giurisprudenza, sette anni fa, a Tor Vergata. In Italia, oggi, sono oltre 62mila e 400 le persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 51mila e 280 posti.
Un tema che in queste ore viene affrontato anche dalla presidente Meloni in un’intervista all’AdnKronos, in cui ribadisce il punto fermo e il no ad amnistia e indulto. “Abbiamo ereditato una situazione pesante, la situazione certamente preoccupa – sottolinea la premier – Ma non ho mai creduto che la strada per ridurre il sovraffollamento siano indulti e svuotacarceri. Uno Stato giusto adegua la capienza alle necessità, non i reati al numero di posti disponibili”.
Alemanno e Falbo mettono nero su bianco un’articolata denuncia. Si lanciano proposte al ministro, e si punta il dito anche sui magistrati per “l’abuso della carcerazione preventiva”. Alemanno, una vita in politica nel Msi e poi in An, fino alla convergenza e poi allo strappo con Meloni, era stato condannato in via definitiva a 1 anno e 10 mesi per traffico di influenza – uno dei filoni dell’inchiesta sul “Mondo di mezzo” – ma era finito in carcere il 31 dicembre scorso perché accusato di “gravissime e reiterate violazioni” delle prescrizioni legate al suo affidamento ai Servizi sociali.
La lettera a doppia firma, in nove punti, inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio, serve a “sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’attuale situazione carceraria che a noi, e non solo a noi, appare insostenibile e contraria al dettato costituzionale”.
Un appello che punta, così come chiede la proposta di legge Giachetti-Bernardini, a ottenere almeno la “liberazione anticipata speciale”, che mira a modificare e ampliare il sistema di detrazione di pena.
Tra i dati posti a fondamento dell’allarme: “Tutte le strutture penitenziarie italiane sono al collasso con tassi di sovraffollamento di oltre il 150 per cento – scrivono i due detenuti – senza considerare che, come lei stesso ministro ha rilevato, le persone detenute crescono circa 5 volte di più rispetto all’aumento dei posti in carcere”.
Quindi, “devono essere utilizzate tutte le misure alternative al carcere, che possono alleggerire la pressione delle presenze negli istituti penitenziari
non rese obbligatorie dalla legge”. Vengono innanzitutto citati i fardelli che gravano sulle vite dei detenuti, e anche sulla polizia penitenziaria: i suicidi in carcere e le morti derivanti dalla denegata assistenza sanitaria negli istituti.
E non a caso vengono ricordate nella lettera le parole di Giuliano Amato, ex presidente della Consulta. “Non si deve morire in carcere perché non ci sono cure adeguate. Perbacco, questo è inammissibile: ci battiamo perché non accada in Africa e l’Africa ce l’abbiamo nelle nostre carceri?”.
La lettera illumina casi specifici: “Le gravi inadempienze del Nucleo Traduzioni e piantonamenti” della polizia penitenziaria di Roma, “causate dall’esiguità del personale a disposizione, che non riesce a coprire le necessità di servizio”; i rischi per la salute legati alle inadeguate certificazioni che spesso definiscono “condizioni generali mediocri” ciò che invece “è una situazione appena sufficiente alla sopravvivenza, omettendo qualunque pronuncia in merito alla possibilità di un’effettiva guarigione”.
E ancora: nonostante il grave sovraffollamento, “gli uffici di Sorveglianza continuano a rigettare i reclami per l’applicazione dello sconto della pena del 10 per cento”, che è conseguenza della violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle 1ibertà fondamentali, come risarcimento per le condizioni di detenzione contrarie al senso di umanità.
“Il ragionamento elementare da fare è questo: se i dati diffusi dal vostro ministero ci dicono che in tutti gli istituti di pena vi è un sovraffollamento dal 150 % al 200 %, con uno spazio nelle celle per ogni singola persona detenuta inferiore agli standard previsti dall’ordinamento, come mai nella maggior parte dei casi il magistrato di sorveglianza non concede il dovuto?”.
La lettera lancia un’altra proposta: “Un intervento legislativo potrebbe rendere automatico questo sconto di pena per tutte le persone detenute recluse in carceiri dove si registra un sovraffollamento superiore al 100 per cento dei posti disponibili”.
Altro allarme, sulle persone detenute nonostante l’avanzata età. “Gli uffici di sorveglianza non tengono conto della sentenza della Corte costituzionale che ha stabilito che i condannati che hanno più di 70 anni possono beneficiare della detenzione domiciliare. Qui a Rebibbia sono diversi gli ultraottantenni, anche non recidivi, che continuano a vedersi rigettare le loro richieste”.
Risultato: “Devono languire in situazione di sofferenza addizionale, si spera non morire, perché allocati anche in celle con altre 5 persone detenute”. Alemanno e Falbo citano, tra gli altri punti, anche quello dell’“abuso della carcerazione preventiva, con 1180 domande di risarcimento per ingiusta detenzione, abuso che non chiama in causa il suo dicastero”, è la frecciata che mira ai magistrati, “ma lei sa bene che contribuisce in modo rilevante ad aggravare il sovraffollamento”.
E si appellano al ministro Nordio perché valuti “la proposta di legge Giachetti” sulla liberazione anticipale speciale che amplierebbe il calcolo della detrazione, passando dagli attuali 45 giorni a 60 giorni per ogni semestre di pena scontata. Concedere questa soluzione, sottolineano Alemanno e Falbo rivolgendosi a Nordio, non vuol dire “cedere a una tentazione permissiva” – leggi: perdere consenso – ma “significa compiere una necessaria conciliazione tra certezza della pena e finalità rieducativa”, come stabilisce la Costituzione.
(da agenzie)

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CHE GALANTUOMINI, GLI AMICI DI GIORGIA MELONI: IL LEADER DI VOX, SANTIAGO ABASCAL, CON L’ELEGANZA DEL NEO-FRANCHISTA, DÀ DEL “CRETINO E COGLIONE” AL PREMIER SPAGNOLO, PEDRO SANCHEZ, PER AVER SOSTENUTO CHE “L’ECONOMIA SPAGNOLA VA VELOCE COME UN MISSILE”

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

GIÀ ALLEATO DELLA DUCETTA IN EUROPA (PRIMA DI SBARCARE NEI PATRIOTI DI SALVINI E LE PEN), “SANTI” DUE ANNI FA VENNE IN ITALIA, OSPITE DI ATREJU, E SI SBACIUCCHIÒ LA MELONI … LA REAZIONE DI SANCHEZ: “QUESTE PAROLE DICONO TUTTO DI UN PARTITO ESTREMISTA”

In Spagna stanno facendo discutere parole con cui il leader degli ultraconservatori Vox, Santiago Abascal, ha insultato il premier Pedro Sánchez durante un comizio.
“Sánchez dice che l’economia spagnola va veloce come un missile, che è alla guida di tutte le economie internazionali. Bisogna essere un cretino e un c… per dire una cosa del genere agli spagnoli”, affermava ieri Abascal intervenendo in un atto pubblico organizzato in occasione del primo maggio dal sindacato filo-Vox ‘Solidaridad’ a Fuenlabrada (Madrid), Il leader ultraconservatore ha sostenuto inoltre che i “dati macroeconomici” del governo “non arrivano” alle vite dei cittadini.
“Questo è insultare le persone, e poi si lamenta che non può andare per strada perché lo insultano… Normale, e lo insultano anche poco”, ha aggiunto. Una replica a questi insulti è arrivata oggi da uno degli uomini
più vicini a Sánchez, il ministro della Presidenza e della Giustizia Félix Bolaños.
“Queste parole dicono tutto di un partito estremista, che punta solo sulla divisione e sull’odio”, ha detto su Rtve, “il problema attuale della nostra democrazia sono questi comportamenti e chi si allea agli estremisti per governare”. Sempre ieri Abascal ha anche accusato Sánchez di essere “l’origine” del blackout che ha colpito Spagna e Portogallo lunedì.
(da agenzie)

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I CONSERVATORI AMERICANI SI PREPARANO ALLA GUERRA DEL CONCLAVE, LA GALASSIA DEI TRADIZIONALISTI A STELLE STRISCE HA CREATO UN SITO CON LE RECENSIONI DI TUTTI I CARDINALI, PER INDIVIDUARE I POSSIBILI CANDIDATI COME PROSSIMO PAPA

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

IL CRITERIO-BASE CON CUI VENGONO ANALIZZATI I PORPORATI, A SUON DI “X” E FRECCETTE, È LA PRESUNTA DIFESA DELLA DOTTRINA, PER ANNULLARE, LE APERTURE DI BERGOGLIO… IL QUARTIER GENERALE DELLE “TRUPPE” CONSERVATRICI È LA CASA DEL CARDINALE RAYMOND LEO BURKE, IL GRANDE REGISTA DELLE OPERAZIONE DI RECLUTAMENTO CONSENSI CHE SI VESTE COME MALGIOGLIO

La galassia conservatrice americana accelera le manovre per il Conclave. Nelle giornate di congregazioni generali, in cui si discute sul futuro della Chiesa e si delinea il profilo del nuovo pontefice, alcuni circoli tradizionalisti mandano ai cardinali il sito, tradotto adesso anche in italiano, con i profili dei papabili. Criterio-base con cui vengono analizzati i porporati, a suon di «x», spunte e freccette: la difesa della dottrina.
E si è formata la struttura organizzativa della «campagna elettorale»: il quartier generale è la casa del cardinale statunitense Burke, il kingmaker, il grande regista delle operazione di reclutamento consensi.
I cardinali cercano momenti e angoli e trattorie e abitazioni in cui parlarsi davvero. E ascoltare. Capire chi la pensa in un certo modo, chi è pronto a spostarsi, chi spinge per un nome. «È stato un primo maggio di telefonate. Lunghe, numerose, mirate. Soprattutto tra i kingmakers», confida a bassa voce un alto prelato. Sono ore in cui non si decide nulla, eppure si prepara tutto.
Nel frattempo, sui cellulari di molti cardinali arriva il sito conservatore The College of Cardinals Report, da qualche giorno tradotto anche in italiano. L’iniziativa è sostenuta dal Sophia Institute Press, con base a Manchester, New Hampshire, Stati Uniti, che ha già promosso pubblicazioni di stampo tradizionalista e non in linea con il pontificato di Francesco.
Il sito guarda direttamente, senza giri di parole, al Conclave. I cardinali elettori (con meno di 80 anni) sono descritti dal punto di vista pastorale e spirituale e della loro predisposizione al governo.
E poi, viene indicato se sono favorevoli o contrari ai temi sensibili per le Sacre Stanze: ordinazione delle diaconesse; benedizione delle coppie dello stesso sesso; rendere il celibato sacerdotale facoltativo; limitare l’antica messa in latino; l’accordo Vaticano-Cina; la Chiesa sinodale, attenzione al cambiamento climatico, comunione ai divorziati risposati. Anche con simboli grafici: x se sono contrari, la spunta se favorevoli, due frecce indicano «posizione ambigua», il punto interrogativo «non nota».
Lo scopo appare chiaro: convincere i tanti cardinali indecisi e i numerosi porporati arrivati da posti remoti e che spesso non conoscono profili e storia neanche dei papabili. Questo aspetto può fare la differenza per
raggiungere il quorum. Il messaggio prioritario che emerge tra le pagine del sito è: priorità alla dottrina e alla liturgia. In altre parole: correggere, o annullare, le aperture e i temi forti di Jorge Mario Bergoglio.
L’enclave Usa d’Oltretevere ha il suo comando strategico nell’abitazione del cardinale Raymond Leo Burke, patrono emerito del Sovrano Militare Ordine di Malta, un tempo legato a Steve Bannon, ora non più. Burke indica la rotta, navigando sicuro tra le onde del web: 65mila «seguaci» e posizioni ben più tradizionali del suo modo di twittare.
È stato il capofila dell’opposizione a Francesco, e ora teme un proseguimento del «bergoglismo», come si evince dal suo monito fissato su X: «La Chiesa e il mondo sono giunti a un momento tra i più turbolenti delle loro storie, storie che sono intimamente connesse, poiché la Chiesa, in quanto Corpo Mistico di Cristo, è lo strumento mediante il quale il Signore continua la Sua missione: la salvezza del mondo»
E invita a unirsi a lui «in una Novena di nove giorni per il Conclave, a Nostra Signora di Guadalupe, affinché Ella interceda per la Chiesa in un tempo di grande prova e pericolo». Nella sua residenza sta ricevendo porporati conservatori, degli Stati Uniti e non solo. E anche moderati, cercando alleanze che potranno spostare l’asse del Conclave, a maggioranza di nomina «bergogliana».
Ma su chi punterebbero i conservatori per il Soglio di Pietro? Péter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest, canonista e teologo, che ha già avuto un ruolo chiave nei sinodi passati. Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa. Albert Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo. Robert Sarah, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Trapela che, se per uno o più di questi porporati il pacchetto di voti non crescerà, potrebbero virare su una sorpresa: Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma. Oppure su due tra i favoriti. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, un moderato che «piace molto per la sua autorevolezza di governo», dice a La Stampa un monsignore.
E poi, Pietro Parolin, già segretario di Stato vaticano, annoverato tra i progressisti ma in realtà è un moderato; «in caso di stallo nella Cappella
sistina, Parolin potrà sempre rientrare in gioco e ricucire – sostiene un presule – Anche perché i tradizionalisti riconoscono in lui un custode della dottrina».
(da agenzie)

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I NUMERI SUL LAVORO SMENTISCONO LA DUCETTA, L’ISTAT PUBBLICA I DATI CHE SMONTANO LE SUE FANFALUCHE: A MARZO IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE È SALITO AL 6,0% (+0,1 PUNTI) E QUELLO GIOVANILE È ARRIVATO AL 19,0% (+1,6 PUNTI)

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

AUMENTANO LE PERSONE IN CERCA DI LAVORO TRA GLI UOMINI E UNDER 50… TRA FEBBRAIO E MARZO IL NUMERO COMPESSIVO DEGLI OCCUPATI È CALATO DI 146MILA UNITÀ

A marzo il tasso di disoccupazione sale al 6,0% (+0,1 punti), quello giovanile al 19,0% (+1,6 punti). L’aumento delle persone in cerca di lavoro (+2,1%, pari a +32mila unità) si osserva soltanto per gli uomini e i minori di 50 anni d’età. E’ quanto fa sapere l’Istat.
Il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,1%, pari a -11mila unità) coinvolge gli uomini e i 35-49enni a fronte di un aumento tra le donne e nelle altre classi d’età, con l’eccezione dei 15-24enni che registrano una stabilità. Il tasso di inattività è invariato al 32,9%. Rispetto a marzo 2024, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,8%, pari a -208mila unità) sia quello degli inattivi (-0,9%, pari a -107mila).
A marzo il numero di occupati, pari a 24 milioni 307mila, scende
lievemente rispetto al mese precedente. La diminuzione dell’occupazione (-0,1%) risulta pari a -16mila unità. Nel confronto annuo il numero di occupati supera quello di marzo 2024 dell’1,9%, pari a +450mila unità, sintesi della crescita dei dipendenti permanenti (+673mila) e degli autonomi (+47mila), a fronte del calo dei dipendenti a termine (-269mila).
Lo comunica l’Istat, diffondendo i dati provvisori su occupati e disoccupati. Su base mensile sono stabili il tasso di occupazione, al 63,0%, e quello di inattività, al 32,9%.
La diminuzione dell’occupazione su base mensile registrata a marzo (-0,1%, pari a -16mila unità) riguarda le donne, gli under 35 anni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Nelle altre classi d’età, tra gli uomini e tra i dipendenti permanenti il numero di occupati cresce. Lo indica l’Istat.
In particolare per gli under 35 anni il calo del tasso di occupazione si associa all’aumento di quello di disoccupazione, risultando particolarmente marcato per i 15-24enni. Tra le donne, invece, i tassi di occupazione e disoccupazione diminuiscono (-0,1 punti in entrambi i casi), a fronte di un aumento del tasso di inattività (+0,2 punti).
(da Il Sole24Ore)

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INTERVISTA AD ANDREA RICCARDI, FONDATORE DI SANT’EGIDIO: “CON PAROLIN CI DIAMO DEL TU, HA POSSIBILITÀ DI ESSERE ELETTO PAPA PERCHÉ CONOSCE IL MONDO. ZUPPI PAPA? LO VUOLE LA POVERA GENTE”

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

LA CENA CON MACRON “DAL BOLOGNESE” … “LE MANOVRE DA PALAZZO CHIGI PER OSTACOLARE ZUPPI? STIMO MANTOVANO, NON PENSO CHE QUESTE VOCI CORRISPONDANO A VERITA’”

Riccardi, lei conosce il cardinale Parolin? “Con Parolin ci diamo del tu”. Zuppi è di sinistra? “E’ un prete vescovo. Non è un uomo di sinistra, lo fanno di sinistra”. Parolin o Zuppi? “Parolin ha possibilità di essere eletto Papa perché conosce il mondo. Zuppi non è un candidato, ma un nome”.
Sant’Egidio è la Bilderberg della Fede? “Io non so cosa sia il Bilderberg”. Ma è vero che è lei il “regista” del Conclave, il king maker? Che film ha in mente? “Non mi interesso di voti. E’ un Conclave nuovo, io lo definisco un conclavone”. Riccardi, il fondatore di Sant’Egidio, l’uomo che cena con Macron, non ci ha offerto neppure un escargot. Alors!
Abbiamo il privilegio di parlare con Riccardi, ma Riccardi ci dà subito un
papagno, una sberletta sinodale, perché dice che lui “non è la barbetta di Dio” e che forse ritira l’intervista. Riccardi, non lo faccia. Ma è vero che lei, nella sua rubrica, possiede i numeri di telefono dei presidenti americani, della Merkel, dei futuri Papi? “Ho anche i numeri dei giornalisti impertinenti”.
Bisogna pregare di più. Fondatore Riccardi, ci perdoni ancora, ma da giorni leggiamo che lei insieme a Macron e Brigitte, con cui ha cenato amabilmente al ristorante “Dal Bolognese”, cercate voti per eleggere Papa il francese Aveline. Innanzitutto, cosa avete mangiato? “Io il presidente abbiamo ordinato delle fettuccine bolognesi”. E Brigitte? “Mia madre ha insegnato che non si guarda nel piatto accanto”. Due Ave Maria in ginocchio. Torniamo alla cronaca. Non ce ne voglia, caro Riccardi, ma i quotidiani della destra la descrivono come l’uomo più potente della cristianità, ovviamente dopo il Papa. Si imbucherà con Macron al Conclave? “Purtroppo molti giornalisti non studiano”.
E’ vero, siamo peccatori, ah, sapesse quanto. Ci evangelizzi. “Dall’esterno non si capisce cosa accade all’interno del Conclave. Agisce una dinamica a tre livelli. Un primo livello, quello spirituale, poi si esamina la situazione, successivamente interviene la conoscenza dei cardinali. E’ un conclave nuovo come il pontificato di Francesco. Il compito del prossimo Papa sarà raccogliere la sua eredità”.
Noi siamo poverissimi di spirito ma la storia del “complottone” francese ci fa cadere da cavallo: ci dice qualcosa sul “patto dell’escargot? “Sono finiti i tempi in cui il presidente De Gaulle agiva sui cardinali francesi”. Ah, dunque i francesi intervenivano? “Da presidente chiese ai cardinali francesi di appoggiare Roncalli, ma oggi la compagine cardinalizia francese è sparuta. Troppe chiacchiere sul Conclave che suscita tanta attenzione”.
Le risulta che a Palazzo Chigi qualcuno stia lavorando per non agevolare il partito di Zuppi. Lei conosce personalmente Mantovano? “Lo stimo, magistrato serio, preciso, da quando è al governo ha sempre risposto con serietà, non penso che Mantovano stia facendo alcuna azione sul Conclave. Ricordo che La Pira si permise di suggerire un nome a Fanfani”. E come è finita? “Che Fanfani gli mandò una lettera dicendogli che il governo era rispettoso dell’autonomia della Santa sede?”. Il nome che La Pira aveva suggerito? “Era Montini”. E l’hanno fatto Papa. Riccardi, ma la comunità di Sant’Egidio, in pratica, cos’è? “Basta leggere cosa facciamo e quello che diciamo. Siamo una Comunità internazionale ma anche molto romana.
Siamo presenti in 70 paesi. Organizziamo i corridoi umanitari, lavoriamo per i poveri, in Ucraina.
Ha fatto il ministro e Goffredo Bettini la voleva pure al Colle come presidente della Repubblica. Ci spiega perché torna sempre Riccardi come il prezzemolo? “Ho fatto il ministro in un governo tecnico, per servire il Paese e perché me lo ha chiesto il presidente Napolitano”. Ma è vero che le hanno proposto di federare anche la sinistra? Lo sa che serve un Papa? “Ho sentito dire questa cosa ma la mia risposta è stata no”. Questo equivale al gran rifiuto, lo sa? “Ho 75 anni, ho rinunciato varie volte anche a fare il sindaco di Roma”. Lei parla con Meloni? “Non c’è stata occasione da quando è Presidente”.
Ha sentito parlare della foto di San Pietro, quella con Trump e Zelensky e delle critiche a Meloni? “Mi scandalizza la lettura dei giornali. L’incontro era a due, basta. Meloni non doveva esserci”. Ma cosa ne pensa di Meloni? “In politica estera è brava, si muove bene in una situazione difficile.Ma sono preoccupato del riarmo. Mi preoccupa molto il riarmo tedesco, mi preoccupa che più della metà dei tedeschi voglia archiviare i discorsi su nazismo e Shoah. Ho stima del nuovo cancelliere Merz, ma ricordo cosa mi disse il cancelliere Kohl. Mi disse che la Germania non deve essere mai lasciata sola perché ha i demoni dentro”.
Non rimpiange Angela Merkel? “E’ venuta Sant’Egidio perché apprezzava il nostro lavoro in Mozambico”. E Biden? “Mai incontrato”. Obama? “Neppure. Solo Bush jr che voleva venire a fare visita a Sant’Egidio ma il governo di centro-sinistra di allora non volle che venisse a Trastevere e lo incontrai ugualmente in Ambasciata”.
Ha sentito che a Trump non dispiacerebbe fare il Papa ma dato che ha qualche impegno tifa per il cardinale Dolan? “Dolan è simpatico, sereno, sorridente. Resta l’incomunicabilità tra Europa e America. Trump non riconosce l’Europa, dall’altra, l’Europa, delega la sua politica estera a una commissaria baltica che difficilmente può interpretare i bisogni dell’Unione. I nostri paesi europei sono piccoli e fragili”. Ci dica la verità: Macron cosa pensa di Meloni? “Sono leale al mio paese anche sento la Francia come una mia seconda patria, dove ho fatto studi. Non parlo con Macron di questo, mi sento di dire soltanto che Francia, Italia, Germania, dovrebbero andare più d’accordo”. Riccardi, ma a Sant’Egidio si dicono le parolacce? “Qualche volta”. La sinistra vuole Zuppi Papa e magari lei federatore del Campo largo, lo ammette? “Zuppi Papa lo vuole la povera
gente. Deciderà lo spirito santo”. Se non la indicano federatore, la faranno Papa, magari per chiamata divina. “Non c’è questo rischio”. Riccardi, non ci castighi. Anche Gesù fece un’ultima cena. Fettuccine?
(da Il Foglio)

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MEDIA SONDAGGI: NELLA SETTIMANA DI PASQUA IL PD È RISALITO AL 22,4%, IL M5S È CALATO ALL’11,7%, FDI SCENDE AL 29,4%.

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

FORZA ITALIA CRESCE AL 9,3%, LA LEGA DI SALVINI STABILE ALL’8,7%… BONELLI E FRATOIANNI RAGGIUNGONO IL 7%

Secondo la media sondaggi pubblicata lo scorso 28 aprile da Termometro politico, che ha messo a confronto i sondaggi politici elettorali tra il 13 il 19 aprile 2025, in particolare quelli diffusi da Swg, Tecnè, Lab2101, Winpoll, il primo partito italiano è ancora Fratelli d’Italia, anche se risulta in lieve calo.
Sono pochi gli istituti che hanno effettuato un sondaggio nella Settimana Santa, ma i dati di quelli che hanno realizzato delle rilevazioni mostrano un
recupero per il Partito Democratico di Schlein, che risale al 22,4%, lo stesso livello di un mese fa, anche se il consenso della europee rimane lontano.
Nel campo del centrosinistra, ritorna ai valori degli ultimi mesi anche l’Alleanza Verdi Sinistra, che è ora al 6,2%; mentre il Movimento 5 Stelle di Conte, terza forza italiana, scende all’11,7%, il valore minore dai primi di marzo. Restando sempre all’opposizione, al centro bene +Europa che cresce al 2,1%, ma risulta più indietro rispetto a i principali competitor, Italia viva e Azione. Il partito di Carlo Calenda, in particolare, arretra al 3,4%, comunque un valore migliore di quello medio degli ultimi mesi.
Nella maggioranza di centrodestra si segnalano dei piccoli cali: Fratelli d’Italia di Meloni, come dicevamo, scende al 29,4%; Forza Italia di Tajani, al quarto posto nella classifica dei partiti, passa al 9,3%; per la Lega un risultato più rincuorante: il partito di Salvini rimane stabile all’8,7%.
(da Fanpage)

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IL CARDINALE KASPER, 92 ANNI: “IL PROSSIMO PAPA? NELLE ESEQUIE UN VOTO DI POPOLO PER LA CONTINUITÀ CON FRANCESCO. TORNARE INDIETRO NON HA SENSO”

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

“BERGOGLIO È STATO AMATO, AL NUOVO PONTEFICE SERVE LA CAPACITÀ DI COMUNICARE CON TUTTI, ANCHE FUORI DALLA CHIESA CATTOLICA”

Come vede il clima di questi giorni? Che succederà, eminenza?
«Cosa vuole che dica, non sono un profeta, non so come andrà a finire. Però Francesco è stato amato da molti, come si è visto nella folla che è arrivata a Roma per il suo funerale, nell’affetto generale. E questo ha un significato, anche per noi…».
Il cardinale Walter Kasper, 92 anni, per dieci responsabile della Santa Sede nei rapporti con le altre confessioni cristiane e con gli ebrei, è uno dei massimi teologi contemporanei, amico e antagonista di Joseph Ratzinger da quando negli anni Sessanta stavano all’università di Münster, mezzo secolo di frequentazione e «duelli» intellettuali.
Francesco gli affidò la relazione introduttiva al Sinodo sulla famiglia e lo elogiò pubblicamente come modello di «teologia in ginocchio». Nel suo primo Angelus, il 17 marzo 2013, spiegò ai fedeli di avere appena letto il libro di Kasper «Misericordia» (ed. Queriniana), «e mi ha fatto tanto bene, quel libro, questa parola cambia tutto, cambia il mondo, abbiamo bisogno di capire bene la misericordia di Dio…».
E cosa significa tutto questo affetto?
«È stato una sorta di voto di popolo. Certo, magari la gente non ha conoscenza di tutte le questioni che si devono discutere in questi giorni, ma il messaggio fondamentale è chiaro: il desiderio che il prossimo sia un Papa, fondamentalmente, sulla linea di Francesco. È naturale che i Papi siano diversi, ma l’importante è che prosegua nell’essenziale».
E qual è, l’essenziale?
«La sua vicinanza alle donne e agli uomini del nostro tempo, a tutti. Francesco è stato un buon pastore, un pastore del suo gregge. Chi verrà dopo di lui non potrà essere un altro Francesco, ma sarà importante che sappia continuare ad essere vicino alle persone, testimoniare una vita semplice come ha sempre fatto Bergoglio».
C’è qualcosa di irreversibile, nel pontificato di Francesco, dal quale non si potrà tornare indietro?
«Questo non lo so, è difficile dirlo adesso. Spero di no, che non si possa tornare indietro, non avrebbe senso».
Ma c’è un aspetto in particolare che esprima questa vicinanza, un esempio per il successore?
«Il linguaggio. La capacità di comunicare a tutti, anche al di fuori dei confini della Chiesa cattolica. Il buon pastore può rivolgersi al popolo e consolarlo se è capace di esprimersi con un linguaggio semplice, diretto, non attraverso una lingua astratta e remota ma attraverso immagini che tutti possano capire, come nei Vangeli del resto».
Il conclave troverà un accordo presto?
«È difficile dirlo, spero di sì».
(da Il Corriere della Sera)

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NIENTE CPR PER IL GIOVANE MIGRANTE, PERCHE’ “NON E’ STATO INFORMATO DEI SUOI DIRITTI”

Maggio 2nd, 2025 Riccardo Fucile

LA DECISIONE DEI GIUDICI DI TORINO “NON E’ STATO MESSO AL CORRENTE DELLA FACOLTA’ DI RICHIEDERE LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE”

Il migrante, anche se formalmente risulta irregolare, deve sempre essere
informato in tempo utile dei suoi diritti. È con questa motivazione che la corte di appello di Torino ha annullato l’ordine di trattenimento di un immigrato originario del Marocco, destinatario di un decreto di espulsione, in un Cpr piemontese.
I giudici, accogliendo un ricorso dei suoi avvocati, hanno preso atto che manca la prova del fatto che sia stato messo al corrente in maniera adeguata della facoltà di chiedere la protezione internazionale. Di conseguenza, non può essere rinchiuso in un centro di permanenza per i rimpatri. L’uomo, giunto in Italia attraverso il valico di Ventimiglia a inizio marzo, era stato portato nella struttura il 18 aprile.
La sentenza della Cassazione
La decisione dei giudici di Torino si basa su una sentenza recentissima della Cassazione, che lo scorso 22 aprile, pronunciandosi su un caso simile, aveva annullato «con rinvio» un decreto di convalida emesso proprio dalla Corte d’appello di Torino.
Il giovane marocchino, secondo quanti si apprende, era fuggito dal Paese di origine quando era ancora minorenne e aveva raggiunto la Spagna. Dopo il suo arrivo in Italia, il 31 marzo la Prefettura di Torino ha emesso un decreto di espulsione che è stato eseguito il 18 aprile dalla questura di Bologna, dove nel frattempo l’uomo era stato individuato. Il 28 aprile, una volta portato nel Cpr, il migrante ha chiesto la protezione internazionale.
L’obbligo informativo arrivato in ritardo
A quel punto è stato disposto un nuovo ordine di trattenimento perché si riteneva che la sua domanda fosse stata presentata solo per ritardare l’espulsione. La difesa sostiene però che, dall’esame dei documenti, non risulta che le autorità abbiano rispettato «l’obbligo informativo» imposto dalla legge sull’immigrazione del 1998.
Dagli accertamenti emergerebbe, inoltre, che quando è stato portato nel Cpr gli sia stato consegnato un opuscolo ma, secondo la Corte, «non si comprende né il momento esatto in cui l’informazione è stata fornita, né quali informazioni siano state fornite, né se le stesse siano state veicolate in una lingua comprensibile». In ogni caso, scrivono i giudici, «l’informazione è stata fornita solo dopo l’espulsione».
Un nuovo braccio di ferro tra governo e giudici?
La sentenza della corte d’appello di Torino rischia di dare vita all’ennesimo braccio di ferro tra governo e magistratura in tema di immigrazione. Alcune iniziative politiche dell’esecutivo, in particolare per
quanto riguarda i centri di rimpatrio in Albania, sono state più volte bloccate dall’intervento di giudici, che hanno rilevato illegittimità nei provvedimenti o profili di incostituzionalità
(da Open)

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