ABBIAMO BUTTATO NEL CESSO 600 MILIONI DI EURO: LA PRONUNCIA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA SUI PAESI SICURI RIDUCE A CARTA STRACCIA LA POLITICA MIGRATORIA DEL GOVERNO MELONI E LE SPESI FOLLI PER COSTRUIRE I CENTRI IN ALBANIA
I GIUDICI NON INTERVENGONO SULLA ‘POLITICA MIGRATORIA’ DEL GOVERNO, MA VERIFICANO CHE TALE POLITICA SIA CONFORME ALLE NORME, E QUELLE EUROPEE PREVALGONO SULLA DISCIPLINA NAZIONALE
1 Cosa ha stabilito la sentenza della Corte europea?
Che un Paese dell’Unione Europea può redigere una propria lista di Paesi di origine dei migranti considerati sicuri ai fini del rimpatrio. Ma che il controllo ultimo, effettivo, sulla sicurezza e sul rispetto dei diritti è affidato ai giudici.
2 Ad oggi potevano essere rimpatriati migranti in Paesi non sicuri per alcune categorie?
Sì se il migrante non apparteneva a quelle categorie non tutelate: ad esempio un eterosessuale poteva essere rimpatriato in un Paese che non riconosce i diritti Lgbt3 Cosa avevano deciso i giudici italiani?
In alcuni casi avevano accolto le impugnazioni dei migranti, richiamando l’attuale normativa comunitaria che non prevede la possibilità per gli Stati membri di designare come Paese di origine sicuro un Paese con eccezioni territoriali (zone non sicure) o eccezioni per categorie di persone che non possono
dirsi protette. In altri si erano rivolti alla Corte Europea.
4 A chi ha dato ragione la Corte Europea?
Ai giudici italiani, stabilendo che un Paese può essere considerato sicuro solo se lo è in tutto il territorio e per tutte le categorie di persone.
6 Qual è l’obbligo dello Stato nei confronti del migrante al quale viene negata protezione?
Deve garantire accesso sufficiente e adeguato alle fonti di informazione sulla motivazione della designazione del Paese terzo come Paese di origine sicuro. In modo che al migrante sarà consentito di difendere i suoi diritti. E al giudice sarò reso agevole esercitare il proprio sindacato sulla decisione della domanda di protezione.
7 Qual è l’obbligo del giudice secondo questa sentenza?
Dare adeguata motivazione sul perché non ritiene sicuro il paese di rimpatrio, accertandosi dell’affidabilità delle fonti.
8 Cosa cambierà con le nuove regole europee?
Il Patto asilo migrazione, che entrerà in vigore il prossimo 12 giugno 2026, prevede espressamente la possibilità per gli Stati membri di designare come Paese di origine sicuro un Paese con eccezioni territoriali o per categorie di persone. L’obiettivo è gestire l’immigrazione regolare e irregolare, rafforzare il controllo alle frontiere esterne, velocizzare le procedure di rimpatrio.
9 Il giudice potrà ancora avere l‘ultima parola sui Paesi sicuri?
Secondo fonti di governo no. La lista di Paesi sicuri sarà unica. È già stata compilata, contiene Bangladesh, Egitto, India, Tunisia, Marocco, Colombia, Kosovo più i candidati ad entrare in Unione
Europea, a cominciare dall’Albania. Ma anche Bosnia-Erzegovina, Georgia, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, e Turchia. E non dovrebbe essere sottoposta al controllo giurisdizionale successivo all’impugnazione del migrante da rimpatriare.
10 Nel frattempo, secondo la sentenza, i centri in Albania dovranno chiudere?
No. La Corte europea non fa riferimento ai centri in Albania. E il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito ieri che continueranno a funzionare come Cpr: centri permanenza per i rimpatri.
(da Corriere della Sera)
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