AL TERMINE DELLA RIUNIONE DELL’EUROGRUPPO, IL PRESIDENTE PASCAL DONOHOE AVREBBE VALUTATO UN PIANO B PER AGGIRARE IL NO ITALIANO AL MES
SAREBBE PARTITO UN SONDAGGIO INFORMALE TRA I 19 PAESI CHE L’HANNO GIÀ RATIFICATO PER SAPERE QUANTI ERANO D’ACCORDO A FAR FUORI L’ITALIA DELLA DUCETTA DAL FONDO SALVA STATI. UNA QUINDICINA AVREBBERO ACCETTATO. E VISTI I REGOLAMENTI, L’OPERAZIONE PUÒ ANDARE IN PORTO
Sul rifiuto italiano alla ratifica del Fondo salva-Stati, il direttore del Mes, Pierre Gramegna, ha chiesto una relazione al ministro Giancarlo Giorgetti. Il semolino varesotto ha biascicato la poesia di natale della Meloni: ‘sto Mes è troppo vincolante. L’ipotesi della Ducetta di apportare modifiche è stata subito sfanculata dall’Eurogruppo: per apportare cambiamenti occorrono da uno a due anni.
“Una fonte di un paese Ue informata sulla discussione all’Eurogruppo ha indicato che è difficile che 19 paesi su 20 che hanno già ratificato il trattato possano e vogliano cambiarlo perché un paese non rispetta l’impegno alla ratifica: semmai occorre definire una narrativa positiva sul ruolo del Mes affinché il trattato venga ratificato dall’Italia, aiutando il ministro italiano in questa direzione”, informa il Sole24ore.it.
Al termine della riunione, i soliti beni informati riferiscono che il presidente dell’Eurogruppo, Pascal Donohoe, avrebbe valutato un piano B per aggirare l’ostacolo italiano. Sarebbe partito un sondaggio informale tra i 19 paesi che hanno già ratificato il Mes per sapere quanti erano d’accordo a far fuori dal Fondo l’Italia della Ducetta.
Una quindicina avrebbero accettato. E visti i regolamenti, l’operazione può andare in porto, tra le titubanze di rito di Paolo Gentiloni in modalità Saponetta. La prossima riunione, che dovrebbe essere fatale per far abbassare le penne alla Meloni, è in agenda il prossimo mese.
(da Dagoreport)
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