ALTRO CHE EFFETTO RAGGI, IN UN ANNO I VOTI A OSTIA DEL M5S SONO PASSATI DA 69.869 A 35.000
DIMEZZATI I CONSENSI DEL M5S… E LA GENTE NON VA PIU’ A VOTARE
Come da pronostici, Giuliana Di Pillo del MoVimento 5 Stelle vince a Ostia contro Monica Picca e diventa presidente del X Municipio. Alla fine si presenta a votare un terzo degli aventi diritto e 35691 scelgono la candidata M5S, mentre quella del centrodestra raccoglie 24196 voti.
Il M5S rispetto al voto dell’Effetto Raggi è passato dai 38.622 voti di giugno del 2016 ai 19.136 del primo turno.
Nel 2016 al primo turno Virginia Raggi a Ostia prese addirittura 42.538 preferenze, più di quelle prese da Giuliana Di Pillo al ballottaggio.
In termini percentuali il M5S è passato invece dal 43,82 al 30,28%. Il centrodestra ha invece tenuto.
Le liste a sostegno di Giorgia Meloni, candidata a sindaco di Roma nel 2016, arrivarono a 14.869 voti, rispetto ai 16.815 presi da Monica Picca.
Il centrodestra però nel 2016 non andò unito, e Forza Italia sostenne Alfio Marchini ottenendo 4.925 voti.
Al ballottaggio invece Raggi prese 69869 voti e una percentuale del 76%. Giuliana Di Pillo ha preso il 48% dei voti in meno rispetto a Virginia Raggi il 19 giugno 2016. Inutile confrontare i dati del centrodestra perchè al ballottaggio andò il centrosinistra. Ma questa emorragia di voti si spiega perfettamente con l’astensionismo: al voto sono andati un terzo degli aventi diritto e 4mila in meno rispetto al primo turno: al ballottaggio nel 2016 i voti validi furono 90mila, ieri sono stati sessantamila.
A risultato acquisito il MoVimento 5 Stelle parla di vittoria “dei cittadini” e di “effetto Raggi positivo”, con scarso senso della realtà per un partito che puntava al voto degli astenuti.
La vittoria, netta e prevedibile, del M5S a Ostia è invece oggi frutto soprattutto del meccanismo del ballottaggio che al secondo turno ha portato gli elettori di sinistra a scegliere Giuliana Di Pillo rispetto a Monica Picca.
Un aiuto è arrivato anche dai voti di Franco De Donno e dal meccanismo che dava più consiglieri ad alcune liste rispetto ad altre in caso di vittoria del M5S.
Anche l’accusa di Monica Picca — “Il 5 Stelle vince per i voti di Spada e Casapound” — pare abbastanza fantasiosa e preparata a priori per giustificare la sconfitta.
La verità è che il meccanismo del ballottaggio favorisce chi si propone come terzo tra i due poli.
Un meccanismo che non esiste alle elezioni politiche nazionali. O meglio, c’era: era nell’Italicum.
Proprio quel sistema elettorale che il M5S ha sempre combattuto.
(da “NextQuotidiano“)
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