BOCCHINO, LO SCUDO UMANO CHE SFIDA LA LEGGE DI GRAVITA’ DEL SENSO DEL RIDICOLO
MANDATO IN TV PER DIFENDERE LA PATACCA DELL’ACCORDO CON L’ALBANIA HA MARCIATO IMPAVIDO VERSO L’INFAUSTO DESTINO
Perdonatemi se spezzo una lancia, e pure due, a favore di Italo Bocchino che martedì sera, a Otto e Mezzo, si è sottoposto volontariamente a un’impresa titanica: difendere come un solo uomo (e in effetti in giro non se ne videro altri) il patto sottoscritto da Giorgia Meloni sul trasferimento in Albania dei nostri migranti.
Incurante del fuoco nemico, Bocchino mostrando il petto rispondeva presente: “Sì, l’accordo è molto positivo”.
Mentre il nostro Franti, Marco Travaglio, se la rideva di gusto. Mentre lo sbigottimento s’impadroniva di Lucio Caracciolo e lo sdegno della professoressa Clara Mattei.
Perfino il premier di Tirana, Edi Rama, ammetteva che “non risolverà nulla” trasferire dall’altra parte dell’Adriatico il problema dell’immigrazione irregolare.
Inutilmente. Bocchino preferiva turarsi le orecchie e procedere impavido verso l’infausto destino. E se ci chiederemo cosa lo spinga a sfidare così spesso la legge di gravità del ridicolo ecco spezzata la seconda lancia. Non il farsi semplicemente scudo umano, poiché il sacrificio fine a se stesso non sembra rientrare nelle aspirazioni del genuino spirito napoletano da bon vivant quale egli è.
Meno che mai la cupidigia per scranni e poltrone. Ricordiamo, infatti, che da quando è riapparso sulle reti nazionali il sottopancia lo qualifica, senza tentennamento alcuno, come “direttore editoriale del Secolo d’Italia”. Quale ammirevole modestia.
Nulla infatti egli pretese, a differenza di altri, per il suo trasporto. Non biennali, non gallerie nazionali e neppure una pinacoteca o un museo. Poiché quello di Italo Bocchino verso Giorgia Meloni è amore (politico) che si trasfigura in tv nel senso più puro e commovente.
L’amore che non deve chiedere mai (una prebenda) per celebrare il quale ci sia consentita un’appropriata citazione. “Bizzarra è la mente umana repentina dimentica ma di fronte a grand’uomini e alle loro imprese eccola farsi granito e le parole scolpirla come col coltello romantici cuori nella corteccia d’albero” (Fascisti su Marte).
(da il Fatto Quotidiano)
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