BOSCHI ANNUNCIA UNA NUOVA SCOSSA SULL’ETRURIA: “DO PER SCONTATA AZIONE DI RESPONSABILITA’, MA NON RIGUARDA IL MIO LAVORO”
SU TEMPA ROSSA GETTA ACQUA SUL FUOCO: “SUL PETROLIO NE’ SEGRETI NE’ BLITZ”
Il sorriso è quasi una maschera, indossata per tutta l’intervista a Porta a Porta.
Le parole usate come un estintore, per spegnere l’incendio o almeno provarsi.
Anzi il doppio incendio nel quale Maria Elena Boschi si trova in mezzo.
Da un lato il conflitto di interessi di Federica Guidi, emerso dall’inchiesta Tempa Rossa, che ha portato alle dimissioni del ministro e alla convocazione della Boschi da parte dei pm, come “persona informata dei fatti”.
Dall’altro il suo, ovvero di Maria Elena, inteso come caso Etruria: “Immagino — dice – che la posizione processuale di mio padre come degli altri colleghi che hanno amministrato Banca Etruria possa avere evoluzioni, lo do quasi per scontato. Ma questo non riguarda la mia attività ”.
Tradotto, in modo grezzo: non mi dimetto se sarà rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta o se gli sarà contestata l’azione di responsabilità .
Solita Terza Camera, insolito Bruno Vespa, nei panni dell’intervistatore unico.
Battute dei cronisti, che assistono alla registrazione: “Il Vespometro dice che qualcosa scricchiola, l’intervista non è affatto compiacente”.
La Boschi, forse per la prima volta da quando è — assieme a Renzi — il simbolo del governo, evita il linguaggio dell’asfaltatrice.
Innanzitutto con l’Anm e i giudici: “Quando ho letto sui giornali, sono stata io a chiamare i magistrati e ho chiesto di essere ascoltata il prima possibile. Io sono a disposizione e ieri è stato il primo giorno utile. Se per caso dovessero avere bisogno di altre informazioni da chiedermi sanno dove trovarmi”.
Soprattutto la ministra sgombra il campo dal pensiero che questo governo condivida la tesi berlusconiana della giustizia a orologeria: “Alcuni — spiega – cercano di leggere una connessione tra l’inchiesta Tempa Rossa e il referendum del 17 aprile sulle trivelle. Ma non credo sia corretto vedere dietrologia e complotti. Credo solo che la magistratura sia arrivata ora a conclusione di un lavoro”.
Toni lontani anni luce dalla retorica dei gufi, anche nei confronti della minoranza. Vespa lancia il video in cui Cuperlo dà a Renzi dell’arrogante.
Al rientro in studio, il ministro, sempre sorridendo, risponde così: “Non me lo aspettavo da Cuperlo perchè solitamente ha altri toni. Ma nel nostro partito non ce le mandiamo a dire… Molti altri partiti non hanno questo tipo di confronto, noi discutiamo. In questo caso penso che Cuperlo un po’ abbia sbagliato”. Addirittura si spinge a dire che un’eventuale no della minoranza al referendum sulle riforme non metterebbe a rischio l’unità del partito: “Ma no… Non cacciamo nessuno”.
Il combinato disposto Tempa Rossa-Etruria ha cambiato il clima.
Per la prima volta è tangibile la preoccupazione. Renzi non andrà a Matera. La Boschi, il cui nome veniva dato dai giornali siciliani come guest star della Leopolda sicula nel prossimo week end, non andrà a Palermo.
Nel Palazzo si rincorrono voci di paura delle contestazioni. Lo spartito pensato a palazzo Chigi per far fronte all’emergenza comunicativa pare aver influenzato poco i giornali.
La Boschi lo ha ripetuto a Porta a Porta, con meno enfasi del premier: il governo che sbocca le opere ferme da vent’anni, il paese bloccato finalmente in moto.
“Nessun interesse nascosto” scandisce nel difendere quello che è ormai viene chiamato l’emendamento Guidi: “Il punto vero è se il governo aveva o meno un interesse generale a fare quella norma, a sbloccare investimenti per fare assunzioni nel sud. Abbiamo riavviato le opere pubbliche e anche private ferme da anni, non perchè ci sia un interesse di chissà che tipo, ma per creare posti di lavoro. Per fortuna il nostro governo in questi due anni di opere ne ha sbloccate tante, a cominciare da Expo”.
Chi ha parlato col ministro racconta che, per quanto riguarda il suo ruolo, sia stato chiarito tutto sia dai magistrati che di fronte all’opinione pubblica.
E che non teme un avviso di garanzia. Forse anche per questo già si prepara alla prossima scossa: “Io immagino che la posizione processuale di mio padre avrà un’evoluzione: immagino ci sarà un’azione di responsabilità , lo do per scontato. Io credo di dover rispondere del mio operato, del mio lavoro in Parlamento. Al momento credo di aver dimostrato di aver fatto del mio meglio, soprattutto con grande onestà ”. Dei vari fuochi, l’Etruria è — almeno per la ministra — il più difficile da spegnere.
(da “Huffingtonpost”)
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