BRUNETTA INIZIA IL CENSIMENTO PER REGOLARIZZARE I PRECARI E AVVERTE: “BACCHETTERO’ LE AMMINISTRAZIONI CHE HANNO FATTO PORCHERIE”
I DATI DELLA RAGIONERIA DI STATO SONO TROPPO VECCHI E BRUNETTA E’ COSTRETTO A CENSIRE I PRECARI….INVIATE MIGLIAIA DI MAIL A TUTTE LE AMMINISTRAZIONI CON RISPOSTA A STRETTO GIRO PER CONOSCERE LA SITUAZIONE.….FINALMENTE PREVISTI CONCORSI RISERVATI GRAZIE A UN DECRETO AD HOC.….ORA ASPETTIAMO FATTI CONCRETI
La Pubblica Amministrazione è talmente sgangherata che non esistono altri metodi per controllare il numero di dipendenti precari. Gli unici dati sono quelli della Ragioneria di Stato del 2007, troppo vecchi per prendere qualsiasi iniziativa in merito alla regolarizzazione dei precari: l’unico modo per avere dati precisi è quello di scrivere migliaia di mail a tutte le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato per monitorare la reale situazione, sperando di potersi fidare delle risposte. Brunetta ha iniziato tre giorni fa, con risposte che dovranno arrivare entro il 23 marzo in modo tassativo.
L’intenzione del ministro è di garantire un percorso di “chiarezza, equità e giustizia”, per i lavoratori che attendono, in presenza dei requisiti necessari, l’assunzione definitiva, alla quale si arriverà tramite concorsi riservati grazie a un decreto ad hoc.
Per la prima volta, se fosse così, si arriverebbe a un percorso corretto, lineare e trasparente. I concorsi pubblici devo essere pubblici e quelli interni, senza favoritismi e intrallazzi vari, nella massima tutela di tutti.
Brunetta ha precisato che lo scopo dell’operazione è la salvaguardia del lavoro: ” Non voglio licenziare nessuno, non sono un ammazza precari” e ha chiesto la collaborazione dei precari stessi nel monitoraggio della loro realtà .
Esso dovrebbe consentire di censire nelle amministrazioni il numero dei lavoratori flessibili, la loro modalità di assunzione, la durata del contratto e quindi l’idoneità alla stabilizzazione, oltre ai posti vacanti in organico.
Brunetta è stato chiaro: “Voglio fare le cose per bene, magari bacchettando le amministrazioni che hanno fatto porcherie”.
Secondo il ministro, il fenomeno ha avuto troppi padri e patrigni interessati in passato ed è ora di mettere fine al todos caballeros.
Ha assicurato che si affronterà la questione con senso di responsabilità e senza strumentalizzazioni. Il censimento è rivolto ai soli contratti di lavoro a termine.
Sono le norme vigenti del governo Prodi che consentono la stabilizzazione solo per coloro che hanno almeno tre anni di anzianità e solo per i contratti a termine, escludendo i collaboratori coordinati e continuativi.
Speriamo che alle parole ora seguano i fatti concreti e si ponga fine alla divisione tra precari di serie A, raccomandati da qualche potente di turno e quelli di serie B che sono stati o stanno per essere liquidati dopo anni di lavoro.
E che si ponga fine a un sistema di sfruttamento del lavoratore, costretto a lavorare persino a cottimo per 600 euro al mese.
Se non si può garantire dignità al lavoro non si assuma, non si prendono per i fondelli dei ragazzi illudendoli di anno in anno di diventare fissi, per poi liquidarli con un calcio nel posteriore dopo tanti sacrifici.
Se Brunetta riuscirà in questo avrà tutta la nostra solidarietà , altrimenti saranno solo state promesse non mantenute.
Secondo il ministro i precari non sono 300-400mila, nel 2007 i contratti a tempo determinato nella PA erano circa 112mila, esclusi i co.co.co.
Nello stesso anno sono stati assunti in 10.982 con procedure di stabilizzazione e in 39.956 erano in possesso dei requisiti ma non stabilizzati.
Ora i sindacati annunciano che senza un intervento preciso dal 1° luglio verranno mandati a casa quasi 60mila lavoratori. Occorre avere un quadro preciso per mettere a punto un piano adeguato. Ma noi siamo lo Stato che non conosce neppure il numero dei dipendenti che lavorano per esso, bisogna fare un censimento d’urgenza, in assenza di una banca dati centrale che nessuno si è mai sognato di fare.
Restiamo alla finestra per ora, segnalando la novità : il giudizio dipenderà se alle parole seguiranno o meno i fatti concreti e tangibili.
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