CALCIO-SCOMMESSE: 17 ARRESTI, C’E’ MAURI. INDAGATI GLI AZZURRI CRISCITO E BONUCCI
PERQUISIZIONE NEL RITIRO DELLA NAZIONALE, INDAGINI ANCHE SUL TECNICO BIANCONERO CONTE E SUL PRESIDENTE DEL SIENA MEZZAROMA… COINVOLTI DIVERSI EX GENOANI: TRA GLI ALTRI SCULLI, MILANETTO E KALADZE
Lo scandalo del calcioscommesse sembra non finire mai.
L’inchiesta della Procura di Cremona si allarga come una macchia d’olio e oggi registra un nuovo capitolo.
All’alba sono state arrestate 17 persone e tra queste i giocatori di Lazio e Padova Stefano Mauri e Omar Milanetto.
E’ emerso che tra gli indagati c’è anche l’allenatore della Juventus Antonio Conte (per fatti risalenti a quando guidava il Siena).
Ma sul registro degli indagati è finito anche il nome del difensore dello Zenit San Pietroburgo Domenico Criscito, che è stato raggiunto dall’avviso di garanzia mentre si trovava in ritiro con la Nazionale che si prepara per gli Europei.
Una notizia che ha spinto il ct Cesare Prandelli a escluderlo dalla lista definitiva dei giocatori.
Ma tra gli indagati c’è un altro azzurro, notizia uscita nel pomeriggio: è Leonardo Bonucci, oggi difensore della Juventus, allora tesserato del Bari.
Anche lui rischia il posto in Nazionale.
L’esclusione di Criscito.
La polizia stamani all’alba, in contemporanea con l’arresto di Mauri e Milanetto, ha fatto scattare anche una perquisizione nel centro sportivo di Coverciano dove si allenano, come accade di solito, gli azzurri del calcio.
In una conferenza stampa il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini ha letto la lista dei convocati: Criscito (il cui posto non pareva in discussione) non compare.
“E’ stata una scelta condivisa tra Prandelli e la federazione — ha spiegato Albertini — e anche dal giocatore: anche lui era dispiaciuto per le ripercussioni sulla nazionale e sullo spogliatoio”. Ha pesato la volontà di “tutelare il gruppo e la situazione”.
Il coinvolgimento di Bonucci.
La procura di Bari è titolare del fascicolo d’indagine che riguarda la squadra pugliese, in cui militava Bonucci all’epoca dei fatti.
Spetterà dunque ai magistrati pugliesi vagliare la posizione del giocatore, chiamato in causa dal suo ex compagno di squadra al Bari Andrea Masiello.
Di Bonucci si parla anche nell’ordinanza con cui il gip di Cremona Guido Salvini motiva le 19 misure cautelari di stamani, tra i quali gli arresti di Mauri e Milanetto. Sentito dai pm cremonesi lo scorso 15 marzo — scrive il gip — Masiello ha raccontato che in occasione di Udinese-Bari del campionato 2009-10, il ristoratore Di Tullio (indagato a Bari, ndr), gli propose di manipolare l’incontro.
“Io — mette a verbale Masiello — girai la proposta ai miei compagni di squadra trovando dei consensi.
Ne parlai con Bonucci, Salvatore Masiello, Belmonte e Parisi.
Arrivati ad Udine, Salvatore Masiello contattò telefonicamente Simone Pepe, giocatore dell’Udinese (ora alla Juve, ndr) chiedendogli se voleva acquistare una Ferrari”.
La combine, dice Masiello, alla fine saltò. “Per quanto non avessimo raggiunto l’accordo con i calciatori dell’Udinese, almeno per quello che mi era stato riferito, io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di tre reti”.
Le dichiarazioni di Masiello, scrive il gip, “indicano altri giocatori ‘corrotti’ della sua compagine (il Bari, ndr), anche in stagioni precedenti, tra cui il difensore della Juventus e della Nazionale italiana Leonardo Bonucci”.
Diciassette arresti, 10 sono calciatori.
La nuova ondata di arresti costituisce una nuova tranche dell’inchiesta che a dicembre aveva portato alla cattura di altre 17 persone (tra questi i calciatori Gervasoni, Carobbio, Doni e Sartor), mentre in una prima fase, nel giugno 2011, erano state tratte in arresto 16 persone e tra queste Giuseppe Signori.
In tutto i provvedimenti eseguiti oggi su ordine del tribunale di Cremona sono 19: 10 di questi riguardano calciatori o ex calciatori di serie A, B e Lega Pro.
Il gip Guido Salvini ha invece respinto l’arresto dell’attaccante del Genoa Giuseppe Sculli.
Dei 19 provvedimenti, 14 sono ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 2 provvedimenti di obbligo di firma.
In carcere sono finiti il capitano della Lazio Stefano Mauri, l’ex giocatore del Genoa e ora al Padova Omar Milanetto, Alessandro Pellicori (ex di Grosseto, Mantova, Torino e ora svincolato dal Queen’s Park Rangers), Paolo Domenico Acerbis (Vicenza), Ivan Tisci (ritirato da due anni, ma con un lungo passato in B e C), Marco Turati (Modena), Cristian Bertani (ex del Novara, ora alla Samp), Matteo Gritti (Albinoleffe).
In manette, oltre a 5 cittadini ungheresi (Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Lazlo Schultz, Laslo Strasser, Istvan Borgulya, anche un italiano, Vittorio Gatti.
Il giocatore del Pergocrema Inà¡cio Josè Joelson è finito agli arresti domiciliari. Per altri due italiani, Luca Burini e Daniele Ragone (rispettivamente amico e commercialista di Signori), sono scattati i domiciliari.
Ai 17 arresti si aggiungono le misure dell’obbligo di firma per l’ex del Piacenza Kewullah Conteh e il calciatore del Padova (ex del Parma e della Nazionale Under 21) Francesco Ruopolo.
Tra gli indagati a piede libero figura anche il nome dell’ex difensore del Milan e del Genoa Kakhaber Kaladze, quello del capitano del Genoa Giuseppe Sculli e del giocatore dell’Ascoli Andrea Soncin.
Nel registro degli indagati anche il presidente del Siena Massimo Mezzaroma: a chiamare in causa il presidente dei bianconeri è stato Carlo Gervasoni, tra i primi a essere coinvolti nell’inchiesta e poi a collaborare.
Gervasoni agli inquirenti aveva raccontato di aver saputo tramite il gruppo degli “Zingari” che Mezzaroma avrebbe pagato due giocatori di un’altra squadra.
“Mauri e Milanetto disponibili a combine”.
Il capitano della Lazio, Mauri, così come l’ex giocatore del Genoa, ora al Padova Milanetto sono accusati di associazione a delinquere finalizzato alla truffa e alla frode sportiva.
Gli investigatori avrebbero ricostruito che sia Mauri sia Milanetto erano disponibili, in cambio di denaro, a combinare gli incontri delle loro rispettive squadre.
Sarebbero stati anche accertati diversi contatti tra i giocatori e gli esponenti dell’organizzazione criminale che gestiva l’operazione.
Antonio Conte indagato.
Di associazione a delinquere finalizzata alla frode e alla truffa sportiva deve rispondere anche il tecnico della Juventus Conte.
Anche l’abitazione dell’allenatore è stata perquisita dagli investigatori. Il coinvolgimento di Conte è dovuto al periodo in cui era allenatore del Siena.
E’ stato in particolare il calciatore Filippo Carobbio a chiamarlo in causa per Novara-Siena del 30 aprile 2011. “Lo stesso allenatore Antonio Conte — aveva raccontato Carobbio — ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l’accordo con il Novara per il pareggio”.
La polizia a Coverciano.
L’inchiesta scuote anche la Nazionale.
Tra gli indagati c’è infatti Domenico Criscito, giovane difensore dello Zenit San Pietroburgo e convocato in Nazionale dal ct Cesare Prandelli.
Gli agenti che hanno effettuato le perquisizioni nel ritiro della nazionale di calcio e hanno consegnato a Criscito l’avviso di garanzia sono arrivati a Coverciano alle 6.25. Due auto e cinque agenti hanno varcato il portone del centro tecnico federale quando la nazionale di Prandelli ancora dormiva, e si sono fermati nelle strutture dell’impianto fiorentino per oltre 2 ore.
In mattinata è attesa la diramazione della lista dei 23 azzurri per Euro 2012, nella quale era prevista la presenza di Criscito.
E’ stata perquisita stamani anche l’abitazione di Criscito. I poliziotti hanno eseguito controlli nella sua casa di Nervi, nel levante genovese.
“Criscito è tranquillo perchè estraneo alla vicenda”. “Ho sentito Mimmo questa mattina ed è assolutamente tranquillo. E’ caduto dalle nuvole perchè è totalmente estraneo a qualsiasi vicenda”.
Sono le parole di Andrea D’Amico, l’agente di Criscito.
“Mimmo auspica di essere sentito al più presto perchè è prontissimo a spiegare qualsiasi cosa che possa avere gettato la lente di ingrandimento su di lui”, dice D’Amico a TgCom24.
“I legali stanno lavorando affinchè la magistratura possa ascoltarlo al più presto perchè, non dimentichiamoci, che il nostro è un sistema garantista e sarebbe veramente un peccato se dovesse rinunciare agli Europei e poi magari, fra quindici venti giorni, tutto si risolvesse in una bolla di sapone. Il nostro auspicio è che possa essere chiarito tutto velocemente”.
Invece alla fine Criscito è stato escluso.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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