CARFAGNA FURIOSA VOTA CON L’OPPOSIZIONE
IN COMMISSIONE BOCCIATA LA PROPOSTA DI LEGGE CONTRO L’OMOFOBIA, RINVIATA QUELLA SUL BIOTESTAMENTO
Impossibile, per un giorno, mettere da parte l’ideologia e pensare solo ai cittadini.
Anche ieri il Parlamento ha dato prova dell’impossibilità di trovare una mediazione tra maggioranza e opposizione sebbene sul piatto ci fosse la pelle dei cittadini.
à‰ stata bocciata infatti dalla Commissione Giustizia di Montecitorio la proposta di legge contro l’omofobia firmata dalla deputata democratica Paola Concia.
Il testo, frutto di una lunga mediazione durata 959 giorni è arrivato ieri al voto finale della Commissione che lo ha respinto con 26 no e 17 sì.
Contro il testo hanno votato i deputati del Pdl, della Lega e e dei Responsabili mentre l’Udc si è divisa: Luisa Santolini e Roberto Rao hanno votato contro, mentre Lorenzo Ria si è astenuto.
Il risultato ha scatenato l’ira del Ministro per le Pari opportunità , Mara Carfagna, che molto si è spesa a favore di una nuova normativa che tutelasse i diritti degli omosessuali.
“Il Popolo della libertà , col voto di oggi in Commissione, ha perso un’occasione — ha detto il Ministro — il testo, infatti, non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio, una norma di stampo europeo. Voterò a favore del provvedimento non appena arriverà in aula”.
Del resto la proposta Concia rispecchiava le richieste europee in tema di diritti per gli omosessuali, e ora l’opposizione è decisa a calendarizzarla lunedì prossimo, “perchè il governo ci allontana sempre di più dall’Europa e ci avvicina alle dittature africane” ha commentato il Partito democratico.
E l’omofobia non è l’unico tema strumentalizzato ieri dal Parlamento.
In mattinata, infatti, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto assicurava che nel pomeriggio si sarebbe votata la legge sul testamento biologico.
Poi, dopo quattro bocciature sulle mozioni relative alle carceri, la maggioranza si è resa conto di non avere i numeri per votare una proposta sui temi etici, e ha rimandato l’esame del testo a data da destinarsi, “sicuramente dopo i ballottaggi”.
L’annuncio è arrivato prima della ripresa della seduta pomeridiana della Camera, ma il Partito democratico ha finto di non conoscerla ed è andato all’incasso : “Mi appello alla coscienza di tutti — ha dichiarato in aula il deputato Walter Veltroni all’inizio dei lavori — mi auguro che la materia del fine vita verrà sottratta allo scontro politico ed elettorale in un momento in cui il conflitto politico è aspro e duro, contraddistinto dal fuoco del ballottaggio delle amministrative”.
Obiezione naturalmente accolta, ma non esattamente per ragioni di coscienza.
Ma c’è chi non ha gradito l’ennesimo rinvio di una legge che sembrava urgentissima dopo la morte di Eluana Englaro.
Su posizioni opposte, Udc e Idv hanno chiesto di non rimandare la discussione.
“Ci limitiamo a prendere atto della decisione del Pdl — hanno dichiarato dal partito di Casini — anche se noi eravamo qua, tutti pronti, prima che si arrivi all’eutanasia della legge”.
Mentre per l’Italia dei valori, la maggioranza “deve avere il coraggio di andare fino in fondo” e quindi avrebbe dovuto prendersi la responsabilità di discutere la legge, che riduce le libertà di scelta sulle cure mediche nel fine vita, proprio durante la campagna elettorale.
Invece ha vinto ancora il calcolo politico e il testo torna nel cassetto dove ha trascorso gli ultimi 27 mesi.
Caterina Perniconi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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