CASO OPEN ARMS, ALTRA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO SALVINI PER SEQUESTRO DI PERSONA
SEQUESTRATI PER 19 GIORNI, DOVETTE INTERVENIRE LA PROCURA DI AGRIGENTO A ORDINARE LO SBARCO PER EMERGENZA SANITARIA DOPO CHE IL TAR AVEVA INTIMATO A SALVINI DI PORRE FINE AL SEQUESTRO
È arrivata in Senato la comunicazione di una nuova richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio: la richiesta è relativa a un soccorso della Open Arms che Salvini ha bloccato per 19 giorni al largo di Lampedusa a cavallo di Ferragosto.
Salvini è stato indagato ad Agrigento per aver impedito lo sbarco di 164 migranti soccorsi in zona SAR libica. La vicenda fu sbloccata dal sequestro dell’imbarcazione disposto, per motivi di emergenza sanitaria, dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Patronaggio aprì di conseguenza una indagine per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
Gli ultimi 83 migranti furono fatti sbarcare a Lampedusa il 21 agosto scorso dopo 19 giorni passati in navigazione. A sbloccare la situazione era stato il sequestro dell’imbarcazione, disposto dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che aveva di conseguenza ordinato l’entrata in porto della Open Arms.
La decisione sullo sbarco venne presa all’epoca al termine di un vertice che si era svolto alla Capitaneria di Porto di Lampedusa tra il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che nel pomeriggio aveva fatto una ispezione sulla nave con uno staff di medici, e i vertici della Capitaneria. All’epoca in molti si erano gettati in mare ed erano stati poi caricati a bordo della Guardia Costiera e portati a riva.
Il gip di Agrigento Stefano Zammuto nel provvedimento di convalida di sequestro della nave Open Arms aveva scrittoscritto: ”Sussiste il fumus del reato di sequestro di persona da parte dei pubblici ufficiali in corso di identificazione sulla base del fatto che il Tar aveva sospeso il divieto di ingresso in acque territoriali e i migranti sono, quindi, stati trattenuti indebitamente dal 14 agosto“.
Per il gip “è stato omesso il preciso obbligo di individuare un porto sicuro spettante all’Italia in quanto primo porto di approdo in base al trattato di Dublino”.
E il giudice aveva anche disposto la restituzione della nave alla Ong spagnola ravvisando che “non sussistono, dopo l’evacuazione e il soccorso dei migranti, esigenze probatorie anche in considerazione del fatto che non si ascrive all’organizzazione e all’equipaggio alcuna responsabilità ”, convalidando il sequestro. Il provvedimento era stato disposto il 20 agosto dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella nell’ambito del filone di inchiesta che ipotizzava, per il momento a carico di ignoti, il reato di rifiuto di atti di ufficio in relazione alla mancata evacuazione della nave della Ong spagnola che aveva salvato, in acque libiche, due gruppi di migranti.
(da agenzie)
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