Giugno 10th, 2021 Riccardo Fucile
CON LA REGOLA DEI DUE MANDATI PUNTA SUL RICAMBIO GENERAZIONALE… GLI STRALI DI DI BATTISTA
Chi pensava che con il partito di Giuseppe Conte Beppe Grillo cogliesse l’occasione per andare in
pensione si dovrà ricredere.
La “carta bianca” che è stata concessa all’ex premier è appuntata dai paletti del fondatore, che ha affidato le chiavi di una macchina che continua a considerare sua a quello che ritiene il miglior conducente possibile, ma che non ha nessuna intenzione di mollare: “Vorrei vedere un po’ di gente nuova, gente fresca, che ci dia un po’ di energia, abbiamo fatto quella regola proprio perché la politica non diventasse una professione per i nostri”, il senso del ragionamento sul limite dei due mandati che in queste settimane e in questi giorni ha fatto a chi lo ha sentito. Con la consegna dei dati degli iscritti da parte di Rousseau la nuova creatura disegnata dal professore pugliese è pronta a levare gli ormeggi, ma i nodi sul tavolo sono tanti e la strada ancora più difficoltosa del previsto.
Si prenda l’aprire o meno alla possibilità del terzo mandato, la questione potenzialmente più esplosiva per gli equilibri interni.
Il premier ha spiegato che la questione verrà affrontata più in là, che non sarà nel nuovo Statuto. C’è bisogno di tempo per far decantare le tensioni, e far esplodere il tema adesso significherebbe inimicarsi l’altra metà del cielo, a seconda della scelta presa.
L’ex premier vorrebbe una mediazione, un punto di caduta a metà tra il mantenimento della regola tout court e l’abolizione, un sistema di deroghe per salvaguardare meriti e competenze.
Ma è proprio il fondatore, che mantiene salda la golden share sul partito, a non voler fare un passo indietro sulla questione. Parlando con le persone che gli sono più vicine in questo momento di travaglio personale, Grillo avrebbe manifestato la voglia di “cambiare” la classe dirigente, di procedere a un rinnovamento profondo dei vertici di un Movimento che per quanto continui a guidare ad intermittenza non sente più suo.
“Beppe si è man mano scollato da quello che succede a Roma”, racconta uno dei pochi ad avere cognizione di quel che succede a Genova.
E continua: “Lui non ha mai capito le logiche del Palazzo, e per quanto abbia indirizzato il Movimento nei momenti decisivi non capisce fino in fondo la trasformazione che hanno subito tanti dei nostri maneggiando il potere”.
Rimane fisso sull’idea che la politica non debba diventare una professione, ritiene che per tanti, troppi, lo sia diventata, lo raccontano infastidito dalla valanga di messaggi che gli arrivano da Roma, tutti incentrati su questioni che lo appassionano poco e che ritiene lontanissime dallo spirito originale del Movimento.
“Con qualcuno ha mantenuto un buon rapporto – ci spiegano – ma per la maggior parte si è stancato dei professoroni che lo tirano per la giacca a destra o a sinistra”.
Mantenere scampoli di identità e fare un repulisti della vecchia guardia sono le motivazioni di una posizione che sta scatenando una ridda di commenti al vetriolo in Parlamento.
Gli onorevoli si danno di gomito e si scrivono: “Ma allora se è già tutto deciso e non possiamo influire minimamente su quel che diventeremo, che senso ha restare?”, la domanda che serpeggia soprattutto fra chi è al secondo mandato.
“Basta che non si vada più andare avanti con deroghe ad personam, creano solo indecisioni, confusione e malumori”, chiede Sergio Battelli.
È una sfilza di dichiarazioni per scoperchiare il vaso e spingere in direzione contraria. “Bisogna valorizzare le esperienze”, spiega Gianluca Castaldi, ex sottosegretario considerato molto vicino a Conte.
“Le competenze acquisite non vanno disperse”, dice Paolo Parentela, “Decidano gli iscritti” è la proposta di Filippo Gallinella, “È arrivato il momento di superare quel limite”, tira giù dritto Giancarlo Cancelleri.
È una rivolta in piena regola, il tema è così scottante che interviene anche Alessandro Di Battista dal Sudamerica: ”È avvilente leggere le dichiarazioni di moltissimi parlamentari del M5s che oggi, a pandemia non ancora finita, con la classe media al collasso, con Confindustria che fa il bello ed il cattivo tempo e con una crisi sociale fuori dal comune, preferiscono metter bocca sulla regola del doppio mandato ovviamente con l’obiettivo di cancellarla e poter continuare a vivacchiare nelle istituzioni”.
In mezzo Conte, che fatica a divincolarsi tra le intemerate del fondatore e il malumore dei gruppi: “A lui di chi c’è o non c’è importa poco, lui e Rocco (Casalino) pensano che il brand vincente sia il suo e basta”, spiega un deputato lasciando intendere che in fondo, se rimanesse lo stop al terzo mandato, l’ex premier avrebbe più margine di manovra per costruire il nuovo Movimento a propria immagine e somiglianza. Dall’entourage del premier smentiscono recisamente che il nuovo capo politico voglia inserire un riferimento al suo nome nel simbolo, raccontano di un Grillo contrarissimo a questa eventualità, ma il solo fatto che se ne parli dà l’idea del campo che Conte si ritroverà a dover sminare. Garante permettendo.
(da Huffingtonpost)
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Maggio 10th, 2021 Riccardo Fucile
“LA LEGGE CI VIETA DI COMUNICARE GLI ELENCHI A PERSONE DIVERSE DAL LEGITTIMO RAPPRESENTANTE LEGALE”
“Rousseau per legge non può assolutamente comunicare gli elenchi di iscritti a
persone diverse dal legittimo rappresentante legale o addirittura, come richiesto, a persone neanche iscritte al Movimento”.
Così l’associazione in un post in cui aggiunge: se comunicasse i dati “ad un soggetto terzo”, violerebbe il “Codice Privacy che prevede fino alla pena della reclusione per comunicazione e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala. Per questo non è possibile neanche comunicare la lista ad una neo forza politica che abbia una diversa associazione con un diverso Statuto e un diverso simbolo”.
“Oggi l’Associazione Movimento 5 Stelle, non ha alcun rappresentante legale politico né un soggetto legittimato ad amministrare e/o rappresentare il Movimento ossia, in altre parole, l’Associazione Movimento 5 Stelle non ha oggi alcun Capo Politico”.
Lo ribadisce Rousseau in un lungo post pubblicato sul blog delle Stelle dove punta l’indice: “il componente anziano del Comitato di Garanzia Vito Crimi, coadiuvato dagli altri componenti del Comitato di Garanzia Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, nel redigere le modifiche dello Statuto non ha inserito all’interno dello stesso una norma transitoria che prevedesse il mantenimento della figura del Capo Politico, o di altra figura legittimata, fino all’insediamento del Comitato direttivo.
Oltre a questa mancanza strutturale nella modifica statutaria, il Comitato di Garanzia ha deciso di non dare seguito alla decisione degli iscritti, omettendo di aprire le candidature per il Comitato Direttivo necessarie per il voto. Tutto ciò ha determinato, come detto e confermato dal Tribunale di Cagliari, l’assenza di un rappresentante legale”.
“Ci perdonerete l’ironia, ma la vicenda dei dati degli iscritti del Movimento 5 Stelle sta assumendo dimensioni grottesche. E’ nata addirittura una nuova categoria di persone: I NO LEX. Persone che negano l’esistenza delle leggi”.
Così l’Associazione Rousseau in un post sul blog dove spiega: “nelle ultime settimane siamo stati letteralmente inondati da comunicazioni di iscritti preoccupati che ci hanno diffidato dal comunicare i loro dati a persone non legittimate a gestirli e noi, ovviamente, vogliamo rassicurarli. Ogni passo, a dispetto di quanto richiesto, sarà strettamente aderente alla legge e alla volontà degli iscritti”.
Consegnare i dati degli iscritti al M5s a chi non ha diritto di riceverli “paradossalmente sarebbe come comunicare tutti i dati degli iscritti del Movimento a soggetti politici diversi come Italia Viva o il Partito Democratico o la Lega”. Lo scrive l’associazione Rousseau in un post sul blog.
“Continuiamo ad attendere che la promessa pubblica di saldare i debiti venga onorata visto che ad oggi continua ad essere solo un annuncio sui social. I dipendenti di Rousseau sono in cassa integrazione. Inoltre, la gestione dei dati degli iscritti e la responsabilità del trattamento comportano costi notevoli che sono sulle spalle” di Rousseau visto che “chi ritiene di essere il gruppo dirigente del Movimento ha deciso di non pagare più i servizi che devono essere comunque attivi perché previsti dalla legge e che noi, con profondo senso di responsabilità, continuiamo a erogare a nostre spese”.
(da agenzie)
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Maggio 9th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX PREMIER ANDRA’ DAL GARANTE PER CHIEDERE CHE CASALEGNO CONSEGNI I DATI SUGLI ISCRITTI
Ormai è troppo tardi. Trapelerebbe questo da chi è vicino all’ex premier Giuseppe Conte: Davide Casaleggio ha avuto tempo per rimetterci, e ha preferito lo scontro aperto. Anche se ora – come fa chi si pente di quanto (non) ha fatto – il figlio del fondatore del 5 Stelle sembra che abbia cambiato idea. Ma ripercorriamo la storia.
La questione è questa: Giuseppe Conte deve essere legittimato. Per tutti, militanti e non, lui ora è il capo politico del Movimento: l’ha incoronato proprio Beppe Grillo, di fatto rompendo con Casaleggio. Figlio di Gianroberto, con cui il comico aveva fondato il 5 Stelle.
Perché rompendo? Perché proprio nei giorni in cui Beppe Grillo prendeva questa decisione, sulla piattaforma Rousseau (che è dove i militanti si possono esprimere tramite quella che loro chiamano “democrazia diretta”) si votava per il direttorio a 5. In buona sostanza: cinque donne e uomini che dovevano sostituire la figura del Capo politico, dopo che quel ruolo lo avevano ricoperto Beppe Grillo, Luigi Di Maio, e poi (ma solo ad interim) Vito Crimi.
Ma il Movimento – si sa – non stava andando un granché bene. E proprio in quelle settimane il governo Conte cadeva, lasciando di fatto il premier (ex) senza un incarico politico, destinato quindi a far rientro all’Università di Firenze.
E allora ecco l’idea di Grillo: Conte sarà il nuovo leader. Ma Casaleggio non vuole, o almeno: vuole (per non far perdere di credibilità alla propria piattaforma) che quella decisione venga presa dai militanti. Ok, dice Conte. Ma, a una condizione risponde Casaleggio. E cioè: per votare dovete dare tuti gli arretrati a Rousseau.
E già, perché i parlamentari del 5 Stelle si sono ammutinati, e da qualche periodo non versano (non tutti) la cifra mensile dovuta all’M5s.
Tanto che avrebbero accumulato un debito considerevole: 450mila euro. Ma Conte, che già non nutriva grande simpatia per Casaleggio e che vuol rinnovare il Movimento, ha fatto no col capo, e ha rimandato al mittente la richiesta.
Tanto che nei giorni scorsi sia lui che Rousseau hanno annunciato la fine del loro rapporto. E va beh, Conte si è detto dispiaciuto, non disperato, ma dispiaciuto sì. Prima di salutarsi ha però chiesto a Rousseau tutti i dati degli iscritti, che appartengono solo al Movimento, ma che sono custoditi dalla piattaforma. Casaleggio ha detto di no. E Conte ha preparato le carte da presentare all’Autorità Garante della Privacy, lasciando capire che si finirà in Aula con tempi e costi lunghi.
Tanto che il figlio di Gianroberto ci avrebbe ripensato, e avrebbe detto a Conte: aspetta, forse ho cambiato idea, veniamoci incontro. Ma per l’ex premier, ora, il tempo potrebbe essere scaduto.
(da agenzie)
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Aprile 25th, 2021 Riccardo Fucile
ALLA BASE MOTIVAZIONI PERSONALI, DOPO IL VIDEO IN DIFESA DEL FIGLIO… CONTE BLOCCATO SENZA IL VOTO ON LINE CHE CASALEGGIO NEGA SE PRIMA NON VIENE PAGATO
Beppe Grillo dice addio al MoVimento 5 Stelle? A scriverlo oggi è il Corriere della Sera, che racconta come dopo il video in difesa del figlio Ciro la posizione del Garante del M5s sia sempre più precaria. Anzi, prevale l’idea di limitare i suoi poteri.
Secondo il quotidiano il suo ruolo verrà ridimensionato: Grillo non avrà più possibilità di veto secondo le indiscrezioni. Una scelta che potrebbe portare a un’ulteriore clamorosa svolta.
In ambienti genovesi circola la voce che il garante (anche sulla scorta di motivazioni personali) potrebbe lasciare.
Voci per ora che rendono ancora più nebulosa la transizione verso la leadership di Giuseppe Conte. Che ieri ha scritto un post per difendere il Superbonus 100% dopo le brutte notizie dal Recovery Plan.
E poi ne ha scritto un altro per prendere posizione su Rousseau. “Personalmente auspicavo che si potesse trovare il modo di continuare ad andare avanti insieme, con la volontà comune di collaborare, ma nel segno della massima trasparenza e con una più chiara e netta distinzione di ruoli”. Poi però ha chiesto “il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau al Movimento 5 Stelle, che è l’unico ed esclusivo titolare del trattamento di questi dati”. Assicurando che il M5s si farà carico di eventuali debiti da ripianare con la piattaforma.
Ma Rousseau, spiega ancora il quotidiano, consegnerà l’elenco degli iscritti solo al rappresentante legale: Crimi —e tantomeno Conte, in questo momento — non sono riconosciuti come tali.
Conte per diventarlo dovrebbe essere votato dalla piattaforma. Ma la piattaforma non fa più votare gli iscritti M5s finché deputati e senatori non pagano. Difficile uscire da questa impasse in tempi brevi. Anche se invece Conte spera di sì. Visto che sempre ieri ha annunciato il debutto del “suo” M5s «all’inizio di maggio nel corso di un grande evento online, aperto e partecipato».
(da La Notizia)
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Aprile 25th, 2021 Riccardo Fucile
IL GESTORE DELL’APPARTAMENTO: “HO CAPITO DOPO CHE LE ERA SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE”
“Io non posso sapere se è vero o no quello che raccontano le ragazze e che ho
sentito in questi giorni, ma so che quella notte di certo qualcosa è successo”.
Ad affermarlo al Corriere della Sera è Daniele Ambrosiani, gestore del B&B Surfhouse di Barrabisa, una località del Comune di Palau, in Gallura, dove alloggiavano le due ragazze che accusano Ciro Grillo, il figlio del garante del Movimento 5 Stelle, e il suo gruppo di amici di aver abusato di loro perchè ubriache.
“Quel giorno le abbiamo viste tornare verso le tre del pomeriggio”, continua il gestore. Sono scese dal taxi e la mia compagna ha notato che avevano gli stessi vestiti che indossavano la sera prima, quando sono uscite. Ci sembrava strano che avessero passato la notte fuori perché erano qui da parecchi giorni e non erano ragazze che uscivano tutte le sere, se non ricordo male non erano proprio mai uscite di sera e men che meno erano rimaste fuori a dormire. Sono passate veloci, occhiali scuri, testa bassa, e si sono infilate in camera. Da quel momento in poi il loro umore ci è sembrato più scuro, diverso. Non erano più serene come il giorno prima, erano silenziose e pensierose, soprattutto la ragazza italo-svedese. Noi ci siamo immaginati che probabilmente avevano litigato fra loro. Ci siamo dati quella spiegazione anche gli altri giorni che sono rimaste qui perché continuavano a sembrarci turbate. Poi un giorno dopo ferragosto sono arrivati due carabinieri in borghese a farci domande e abbiamo capito…”.
La Procura di Tempio Pausania ricostruisce la violenza, prima singola e poi di gruppo, ai danni della ragazza italo-svedese e gli atti sessuali rivolti all’altra ragazza e compiuti mentre lei dormiva sotto l’effetto dell’alcol. Ambrosiani, poi, commenta anche il video che Beppe Grillo ha pubblicato qualche giorno fa, non senza polemiche: “Penso che abbia fatto un danno a suo figlio e a se stesso”
(da agenzie)
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Aprile 24th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX PREMIER LAVORA A UNA NUOVA PIATTAFORMA E A UNA SEDE A ROMA… CASALEGGIO MINACCIA LA SCISSIONE
M5s in un vuoto normativo, proprio il partito che più degli altri ha fatto dello Statuto e
del codice etico l’architrave della sua politica.
Oltre ad essere senza un capo, poiché i 30 giorni di “reggenza pro tempore” del comitato direttivo sono scaduti il 20 marzo, da oggi il Movimento è anche senza Davide Casaleggio, il figlio del co-fondatore, che ha dato l’addio portandosi via la piattaforma Rousseau, pilastro della democrazia diretta.
In questo contesto pesa l’assenza del Garante. Beppe Grillo, apparso giorni fa in un video in cui ha difeso il figlio accusato di stupro, attaccando invece la ragazza che lo ha denunciato, si è esposto alle prese di distanza dei parlamentari e anche di Giuseppe Conte finendo per auto-isolarsi.
Infine l’ex premier non può essere eletto nuovo capo politico. Per quale ragione? Non c’è una piattaforma su cui votare.
Casaleggio non ha messo a disposizione Rousseau in queste settimane in attesa che i parlamentari morosi saldassero i debiti. Ma così non è stato e in un post apparso sul blog oggi ha annunciato che le rispettive strade si sono separate. Salvo poi aggiungere su Facebook che “il Movimento è dove sono le persone che ne rispettano i principi e ne portano avanti le idee. Rousseau sarà sempre la casa di queste persone”. Qualcuno in questa frase legge venti di scissione, perché in fondo Casaleggio non è così solo.
Con il presidente dell’associazione Rousseau c’è Alessandro Di Battista, anche se per ora non si espone. Ma diversi parlamentari sono disposti a seguirlo.
“Davide non lascerà morire così il progetto originario del Movimento”, qualcuno è pronto a scommettere. Con lui c’è anche un’ampia frangia di amministratori e attivisti locali, un bacino che guarda con preoccupazione il dibattito sul terzo mandato e quello delle alleanze locali con il Pd.
Questa situazione di stallo non serve alla costruzione del Movimento targato Conte. L’ ex premier sente diversi esponenti Pd e agisce in piena sinergia con Luigi Di Maio, ma non è legittimato a prendere decisioni mentre le amministrative sono alle porte.
Prima della fine di aprile difficilmente il suo Movimento vedrà la luce, ma tra le novità potrebbe esserci quella della sede romana a due passi dalla Camera, come anticipato dal Foglio, nel palazzo dove si trovava il partito di Francesco Rutelli.
Nel frattempo Conte si muove sia in chiave interna, per placare i crescenti malumori dei parlamentari, sia sul versante Comunali. Dove la crisi del Movimento rischia di far franare sul nascere qualsiasi alleanza con il Pd.
Per accelerare i tempi Vito Crimi sta chiedendo con insistenza a Casaleggio di consegnargli la lista degli iscritti M5S così da farli migrare su un’altra piattaforma perché ormai tutti sono convinti che la leadership di Conte sarà votata altrove. “Il neo-Movimento con Conte deve continuare a dotarsi degli strumenti digitali alternativi necessari”, dice il deputato Carlo Sibilia che già guarda oltre a un partito diverso da quello che si conosce adesso.
Ma quando Conte ha proposto a Beppe Grillo di ripartire da zero anche con un nuovo simbolo è stato prontamente stoppato.
Ora il Garante tace e chi lo conosce bene pensa che resterà a lungo in silenzio provato dalle questioni di famiglia e dalle critiche ricevute, per la prima volta, dai suoi parlamentari.
Come se non bastasse per ora il presidente dell’Associazione non sta andando incontro alla richiesta arrivata dal reggente, forte anche della sentenza del tribunale di Cagliari che non riconosce Crimi come rappresentante legale del Movimento.
Nei fatti il Movimento non ha neanche un elenco dei iscritti. Significa che bisognerebbe ricominciare tutto da zero, o quasi. Opzione che a Conte non dispiace affatto.
(da Huffingtonpost)
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Aprile 21st, 2021 Riccardo Fucile
INVECE DI FOMENTARE LA POLEMICA, NON SAREBBE PIU’ SAGGIO LASCIARE DECIDERE LA MAGISTRATURA?
Questione di consapevolezze. La vicenda che riguarda Ciro Grillo – figlio di Beppe
accusato di stupro di gruppo nei confronti di una giovane nell’estate del 2019 – è stata fomentata dal quel video pubblicato dal comico genovese, fondatore e garante del Movimento 5 Stelle, che ha catalizzato l’attenzione mediatica su un caso giudiziario che ancora deve entrare nel vivo e nel dibattimento in tribunale.
Insomma, un autogol sulla pelle della vittima che ha denunciato le violenze perpetrate nei suoi confronti nella notte tra il 15 e il 16 luglio di due anni fa. Eppure è la stessa famiglia di Grillo a voler proseguire nell’attirare su di sé questa spasmodica attenzione (lamentandosene).
Oramai quel filmato è noto a tutti. Ogni virgola, ogni esclamazione e ogni gesto di Beppe Grillo sono stati analizzati e contestati. Beppe Grillo, in quel minuto e 39 secondi di video ha – di fatto – messo la ceralacca sulla cultura dello stupro, senza pensare minimamente alla ragazza che ha denunciato la violenza subita e ai genitori che soffrono con lei da quasi due anni e, ora, chiedono giustizia.
Una giustizia che arriverà nell’aula di un Tribunale in base agli atti concreti che, per il momento, sono nelle mani della Procura di Tempio Pausania.
Tutto il resto è mera apparenza social sbagliata e perpetrata da Ciro Grillo nella giornata di ieri, quando ha deciso di rendere di nuovo pubblico il suo profilo Instagram – epurato dei contenuti precedenti (ma non nelle foto e nei video in cui è stato taggato) – dove ha condiviso quel video di suo padre.
La reazione degli utenti non poteva che essere negativa. In molti hanno sottolineato come questa difesa non debba passare dai social, ma debba avvenire nella aule competenti. Altri si sono concentrati sulle parole di Beppe Grillo. Ovviamente non sono mancati commenti volgari, ma ce ne sono alcuni che dovrebbero far riflettere la famiglia Grillo sulla gestione mediatica (nata e costruita da loro) su questa vicenda.
“Il solo fatto che un padre ed i suoi sostenitori ritengano legittimo che esista un video del genere (che dovrebbe addirittura essere una testimonianza a favore, invece che generare intimo ripudio), mi fa pensare che, quantomeno come padre, Beppe Grillo abbia fallito su tutta la linea genitoriale, umana, civica e sociale: una persona che non sia in grado di sentire nella propria anima la differenza tra bene e male, tra seduzione e stupro, tra violenza verbale e difesa della propria posizione, tra perdita dei sensi e consenso, viene definita clinicamente in un solo modo: psico-apatico (nel senso etimologico del termine). Il resto lo dirà la giustizia”.
E anche: “Visto il clamore della vicenda, posso suggerire un atteggiamento più ‘low profile’?
Tra i tanti temi dibattuti dopo l’esplosione mediatica di questo caso, c’è quello della denuncia “dopo 8 giorni” fatta dalla ragazza. Ed è questo uno dei punti toccati da Beppe Grillo in quel famoso video. Uno dei tanti punti sbagliati.
“Il punto è che ci si appella sul fatto che lei abbia aspetto 8 giorni per denunciare. Ma che ne sapete voi cosa passava per la testa di quella ragazza! Secondo voi era facile per lei denunciare un avvenimento del genere? È ovvio che ci ha pensato su, non ci si può attaccare a questo tipo di cose”.
“Potrai anche essere innocente ma l’ignoranza nelle parole di tuo padre è tanta ed è molto triste. questo video, oltre che essere un atto di difesa, è un insulto verso tutte le donne che hanno subito violenza e già solo per questo dovreste tenere la testa bassa”
Alla fine, come molti sottolineano, saranno i giudici a valutare e decidere se Ciro Grillo e i suoi amici sono colpevoli e innocenti. Ma resta quel video di difesa che stona su tutto lo spartito
(da agenzie)
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Aprile 20th, 2021 Riccardo Fucile
DOPO LE SENTENZE CHE CI AMMONIVANO PER COME ERAVAMO VESTITE O SE AVESSIMO URLATO DURANTE LA VIOLENZA, ORA ARRIVA IL MANUALE DI ISTRUZIONI DI GRILLO
Ascolto Grillo urlare il suo dolore e la sua disperazione di padre di ragazzo accusato
di stupro di gruppo (il fatto di aver precisato di gruppo non è un dettaglio) e ancora una volta mi scontro con un copione, un patentino, un libretto che tutte le ragazze stuprate dovrebbero seguire
Lui afferma che chi è stata stuprata, il giorno dopo non va in kite Ok. Sarà la magistratura a dirci se questo ragazzo è colpevole o meno. Spero per lui di no.
Ciò che a me interessa è che ancora una volta un uomo ci spiega come ci si comporta dopo uno stupro
Dopo sentenze che ci ammonivano, in quanto donne, per come eravamo vestite o se avessimo urlato durante la violenza, ora arriva il manuale di istruzioni su cosa fare il giorno dopo l’abuso
Avete sorriso, mangiato, dormito a qualche ora di distanza? Perché il manuale dice che la perfetta stuprata soffre di insonnia, è vestita con un saio, è piena di lividi, ha urlato e pianto, il giorno dopo tenta (ovviamente) il suicidio.
Sì perché nel nostro immaginario, cattolici o atei, per noi la donna giusta, l’unica a cui possiamo dare la definizione di “vittima perfetta” è Santa Maria Goretti
E invece ogni mente reagisce in modo diverso. I corridoi del dolore sono imperscrutabili
Anni fa intervistai una ragazza apparentemente molto serena, equilibrata e realizzata (pareva addirittura felice) che anni prima fu violentata. Alla domanda come fosse sopravvissuta (intendevo mentalmente) lei sorridendo mi rispose: “Ma io non sono sopravvissuta”.
Ecco, sta tutto qui
A Grillo, a tutti gli uomini e le le donne che vogliono appiccicarci addosso un corretto modello di vittima vorrei spiegare che ognuna muore, risorge o sopravvive come può, come sa
E ora sarà la giustizia a dirci cosa successe realmente quella sera
I padri e le madri degli accusati dovrebbe stare in silenzio e non usare la loro popolarità per spostare il processo sui media. Fatelo per il vostro ragazzo. Che fino a prova contraria è innocente.
(da Globalist)
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Aprile 20th, 2021 Riccardo Fucile
DOPO L’ASSURDO SFOGO MEDIATICO SUL FIGLIO “INNOCENTE”, L’IMBARAZZATO SILENZIO DI CONTE
Ieri Giuseppe Conte ha pubblicato un post su Facebook per criticare la SuperLega.
Ma su Grillo e il suo video in difesa del figlio, accusato di violenza sessuale, è calato un imbarazzato silenzio.
Oggi Annalisa Cuzzocrea su Repubblica racconta che dietro alcune dichiarazioni “mild” di vari esponenti 5 Stelle come ad esempio Vito Crimi e Paola Taverna che si sono limitati ad esprimere vicinanza umana a Grillo e a chiedere di non fare sciacallaggio mediatico, ci sia il grande sconcerto nelle chat pentastellate che analizzano le esternazioni dell’Elevato considerandole un disastro.
A farne le spese, spiega la giornalista di Repubblica, è proprio l’ex presidente del Consiglio giallorosso, che su Grillo contava per prendere in mano il Movimento 5 Stelle mentre ora si trova preso tra l’incudine e il martello di un Partito Democratico che condanna le parole del fondatore. A partire dalla dichiarazione di Enrico Letta che parla di frasi inaccettabili:
Giuseppe Conte tace e non potrebbe fare altro. È in un momento delicatissimo. Aveva deciso che questa sarebbe stata la settimana del lancio del nuovo statuto e della carta dei valori. Aveva spiegato alle persone a lui più vicine il perché di alcune scelte. Ma ora? Cosa ne sarà di quell’accelerazione in un clima in cui il principale alleato del nuovo Movimento – il Partito democratico – ha dovuto prendere con tutte le sue forze le distanze dal Garante M5S? Tutte le donne del Pd si sono schierate. Solo gli oppositori interni della linea filo-M5S, deputati come Andrea Romano e Matteo Orfini, si sono spinti a dire che questo dovrebbe cambiare tutto e far stracciare ogni intesa. Ma se anche le loro parole non vengono raccolte, se anche i vertici dem possono dire di trattare con Conte, non con Grillo, il problema c’è ed è gigantesco. «Nonostante sia evidente l’impatto emotivo per il coinvolgimento personale – dice Enrico Letta a Repubblica – sono frasi inaccettabili»
Cosa succederà ora?
(da NextQuotidiano”)
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