CHI E’ EYAL ZAMIR, IL CAPO DELL’ESERCITO ISRAELIANO CONTRARIO AL PIANO DI OCCUPARE GAZA
HA RICOPERTO VARI RUOLI NELLA SUA CARRIERA MILITARE
Sembra durata poco la luna di miele tra il capo di Stato maggiore delle Idf, il generale Eyal Zamir, e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che lo scorso febbraio lo ha scelto per sostituire Herzi Halevi.
Zamir, 24esimo capo delle Idf, ha infatti espresso dubbi e mostrato resistenza rispetto al piano di Netanyahu di occupare Gaza. «Se non è d’accordo si dimetta», hanno fatto sapere fonti dell’ufficio del premier.
Eppure secondo Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz, Zamir è sempre stato il favorito a sostituire Halevi, che, lasciando a gennaio, si era assunto la responsabilità per il fallimento del 7 ottobre.
E’ riuscito ad avere la meglio sugli altri due candidati, il generale Amir Baram vice di Halevi e sul generale Tamir Yadai, capo delle forze di terra delle Forze di difesa israeliana. E questo grazie alla sua notevole esperienza nella gestione dei sistemi di sicurezza e delle sfide alla sicurezza nazionale.
In precedenza, Zamir ha ricoperto il ruolo di vice capo di Stato maggiore, capo del comando meridionale delle Idf e segretario militare del primo ministro. Nominato nel 2023 direttore del ministero della Difesa dall’allora ministro Yoav Gallant, Zamir aveva espresso l’intenzione di dimettersi a novembre dello scorso
anno, ma poi aveva fatto marcia indietro su richiesta di Katz. Alla vigilia del rilascio dei primi tre ostaggi, Zamir ha dato indicazioni al ministero della Difesa perché tutte le risorse fossero rese disponibili per l’attuazione dell’accordo, l’accoglienza degli ostaggi rientrati e per il sostegno alle loro famiglie.
Durante la riunione ristretta il capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha messo in guardia contro le conseguenze di un’occupazione completa della Striscia di Gaza. «L’operazione metterà seriamente in pericolo la vita degli ostaggi e causerà un logoramento significativo alle forze armate», ha dichiarato, chiarendo che supporta «l’approccio basato sull’accerchiamento e raid mirati da posizioni di controllo per logorare Hamas, ma si oppone a un’occupazione totale che includerebbe anche aree dove si trovano ostaggi».
Lo riferiscono le tv israeliane. Zamir ha aggiunto che «un’operazione del genere potrebbe durare mesi, aggravando la pressione sull’esercito regolare e sulle riserve»
(da agenzie)
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