CHI È IL PATRON DI MSC, GIANLUIGI APONTE, IL CUI NOME COMPARE PIÙ VOLTE NELL’INCHIESTA PER CORRUZIONE DI GENOVA MA NON È INDAGATO?
IL PADRE DELLA MOGLIE ERA IL FACOLTOSO BANCHIERE EBREO PINHAS DIAMANT, UNO DEI FONDATORI DELLO STATO DI ISRAELE’’… “LUSSEMBURGO, CIPRO E SVIZZERA. TRE PARADISI FISCALI EUROPEI UNITI DA UN NOME: MSC… LA SUA FLOTTA BATTE BANDIERA PANAMENSE E LE NAVI DA CROCIERA LE FA COSTRUIRE IN FRANCIA DA UNA SOCIETÀ COREANA
Gianluigi Aponte, Gigi per gli amici, parla quattro lingue, ha un taglio gentile ed è cortesissimo nei modi. Ascolta senza battere ciglio traspirando una grande padronanza di sé. Taciturno fino all’estremo, le sue risposte sono misurate col bilancino del farmacista. Eppure ha il polso dell’economia mondiale. È uno che vede lontano. Ma qual è il suo segreto? “Sono prigioniero di ciò che ho creato”, ha confessato raccontando la parte di sé che non si vede mai».
Gianluigi Aponte comincia a sgomitare nel 1969, subito dopo il matrimonio con Raffaela, la moglie svizzera. Si trasferisce da Sorrento a Ginevra. In quell’anno trova un impiego presso l’agenzia Bernie Cornfeld (Ios) come consulente finanziario. Vendere fondi però non lo appassiona: si sente come un pesce sull’asciutto. Con l’aiuto di un suo amico compra una piccola imbarcazione tedesca di seconda mano, la Patricia, e la mette a navigare tra l’Italia e la Somalia.
Il padre di Aponte, Aniello, aveva lavorato ed era morto laggiù, prima della guerra, facendo il commercio di frutta e gestendo la Croce del Sud, un albergo di sua proprietà. La prima società con la quale comincia a operare si chiama Aponte Shipping Company, con sede a Monrovia, Broadway 31, Liberia. Dopo la Patricia compra una seconda nave, che prende il nome di Rafaela, sua moglie. Per il finanziamento delle prime due unità si fa aiutare da diverse persone che credono nel suo progetto.
Nel 1972 è la volta della Pazifik, una nave di 6.600 tonnellate di proprietà della Globus Reederei, compagnia tedesca in liquidazione. Gli affari migliorano quando una banca americana, The First National Bank of Chicago, nel 1973, finanzia l’acquisto di un altro mercantile, che sarà chiamato Alexa, il nome della figlia di Aponte. Ma ormai il giovane capitano di lungo corso ha chiaro nella mente il da farsi: rilevare vecchie navi a prezzo stracciato e dedicarsi completamente al trasporto di container. I risultati gli daranno ragione.
Nel 1987 Aponte diversifica gli affari entrando nell’industria delle crociere con l’acquisto della napoletana Starlauro. Più tardi compra tre navi da crociera: la vecchia Monterey nel 1991, la Cunard Princess nel 1995 (che diventa la Rhapsody) e, nel 1997 la Starship Atlantic (ribattezzata Melody).
Sul mercato però ci sono poche buone occasioni di navi da crociera usate, mentre la Msc ha un gran bisogno di allargare la flotta per competere ad armi pari.
Così Aponte decide di investire tutto ciò che può, e per battere la concorrenza ordina nuove navi. Alla fine del 2000, Msc firma un contratto con i Cantieri francesi dell’Atlantico per due navi da 1.560 passeggeri. Prezzo del contratto: 280 milioni di euro ciascuna. Con una cerimonia ad alto effetto, Sophia Loren battezza poi la nuova Lirica nel porto di Napoli il 12 aprile 2003.
A Napoli, non ha mai voluto viverci e mettere radici. Autorevoli personaggi fecero pressioni perché comprasse il Calcio Napoli. Disse di no per un solo motivo: il timore di finire ogni giorno sui giornali.
Un vero e proprio rullo compressore. Più che una portacontainer, il gruppo di Gianluigi Aponte sembra una nave rompighiaccio. Avanza tranquillo e senza fretta, ma è inarrestabile.
Da oltre 50 anni abita in Svizzera, a Ginevra. Il polmone finanziario dell’impero è in Lussemburgo, in un edificio di Boulevard Joseph II situato di fronte all’ambasciata francese. La Shipping Agencies Services, holding che gestisce gli affari del gruppo, si è trasferita qui da circa un anno. Motivo? Ragioni di governance, fiscali e giuridiche consigliano sempre l’esistenza di una holding nel Granducato.
Le decisioni strategiche, però, si prendono in terra elvetica, per la precisione sul lago Lemano, dove ha sede il quartier generale. Riservato, sempre garbato, attaccato ai valori familiari e all’Italia, l’armatore ha poche e selezionate amicizie. Il segreto del suo successo sta nella visione strategica e nella capacità di navigare nelle agitate e oscure acque dello shipping.
Qualità che ben si accoppiano con le doti della moglie Rafaela Diamant, figlia di Denat Diamant, uno dei fondatori dello stato di Israele. Nel 1969, dopo il matrimonio, Aponte lasciò Sorrento, seguendo la moglie che aveva residenza in Svizzera. Ben presto si trasferì a Londra e poi a Bruxelles, dove intraprese la professione di broker di carichi marittimi. Nel 1970 coronò il suo sogno: comprare una nave. Si trattava di un cargo tedesco, Patricia, che gli diede la possibilità di fondare la prima impresa. Costituì la Aponte Shipping Company, con sede a Monrovia, in Liberia.
Nel 2020 il gruppo fatturava circa 30 miliardi e impiegava 100mila persone. Alcuni giornali svizzeri sostengono che in questi anni il patrimonio dell’armatore sia molto cresciuto ed è stimato valere circa cento miliardi. Il che lo renderebbe uno degli uomini più ricchi al mondo. Ma Msc resta una family company. I figli Diego e Alexa, insieme con il genero Pierfrancesco Vago, ricoprono i ruoli chiave. Aponte è il chairman, il figlio Diego è diventato il presidente operativo mentre Soren Toft, ex capo di Maersk, è l’amministratore delegato.
Un amico, l’avvocato Carmine Castellano, direttore del Giro d’Italia dal 1993 al 2003, sorrentino emigrato a Milano, racconta gli anni spensierati trascorsi con Gigi. “Ci siamo innamorati della stessa ragazza, ma non abbiamo mai litigato. Aveva le spalle larghe da nuotatore, parlava poco, era discreto ed elegante. Eravamo una bella compagnia, allegra, divertente.
Andavamo alla spiaggia della Marinella, non c’erano le discoteche, allora. Qualcuno di noi portava il mangiadischi arancione, c’erano le villeggianti, ascoltavamo i cantanti urlatori: Adriano Celentano, Mina. Si studiava in scuole diverse, io al liceo, lui all’Istituto nautico di Piano di Sorrento. Poi ci si trovava e si stava insieme a parlare di sport, donne, sogni e futuro. Pensava in grande, aveva in testa molte idee. Io volevo fare l’avvocato, lui era un uomo di mare. Viveva tra le onde. Si è iscritto a Economia e commercio, ma aveva dentro il suo mondo d’acqua”.
Gli Aponte erano armatori, controllavano un piccola flotta, racconta Castellano: “Si chiamava Libera Navigazione del Golfo e c’era una folla di parenti. Uno zio, Giovanni, durante la guerra stava attraversando il Golfo, una motovedetta tedesca gli intimò l’alt e sparò subito, lo colpì a una gamba e rimase zoppo. Frequentavo la loro famiglia, ero amico di Lella una sua cugina iscritta a Legge. Gigi studiava e lavorava sulle barche a motore.
Aveva il patentino, era catturato dal mare. Gli piaceva. Era rimasto solo con la mamma, il papà era stato a Mogadiscio dove aveva un albergo. Poi si è ammalato e Gigi è rimasto orfano”. Lavora sui traghetti, s’imbarca e durante una traversata conosce Rafaela, un vero colpo di fulmine, comincia così una storia che sembra presa dalla fiction Love Boat. Gigi dice agli amici: “Vado in Inghilterra”. Lascia la penisola Sorrentina, le barche, il mare. Si ferma a Ginevra, poi a Bruxelles infine sulle rive del lago Lemano convola a nozze con l’amata.
“Aponte si fa vedere ogni giorno e controlla tutto”, spiega ancora la fonte interna all’azienda. “Segue le trattative per l’acquisizione delle navi ed è pronto a intervenire direttamente se qualcosa non va. Conosce i prezzi imposti dai concorrenti e le loro strategie”»
È l’armatore più riservato e schivo del mondo. A Londra, negli ambienti dello shipping lo chiamano “the stealth fighter” (il combattente invisibile)
I figli Alexa e Diego hanno studiato all’estero. Le sue aziende italiane sono controllate da un dedalo di finanziarie off shore. La sua flotta batte bandiera panamense e le nuove gigantesche navi da crociera le fa costruire in Francia da una società a capitale coreano. Un uomo di mondo, Aponte.
Lussemburgo, Cipro e Svizzera. Tre paradisi fiscali europei uniti da un nome: Msc. In queste tre nazioni, caratterizzate da scarsa trasparenza societaria e imposte bassissime, sono dislocate le holding principali del gruppo scelto dal governo italiano come possibile acquirente di Ita Airways, la ex Alitalia. Conseguenza: gli eventuali dividendi staccati un domani dalla compagnia aerea italiana potrebbero finire offshore.
L’Italia occupa di sicuro un posto speciale nelle strategie globali di Aponte, ma prima di tutto vengono gli interessi del suo gruppo, anche a costo di tradire l’italianità delle origini. E così, come ricordano bene nelle stanze del ministero dell’Economia, il patron di Msc non si fece scrupoli a ostacolare lo sbarco in Francia di Fincantieri, che aveva già concluso un accordo per rilevare i cantieri navali di Saint-Nazaire.
Era un’operazione di enorme importanza strategica per l’azienda pubblica, che è stata di fatto costretta a ritirarsi dopo l’intervento del governo di Parigi. A giugno del 2017, quando ormai l’affare sembrava concluso, Aponte rilasciò un’intervista al quotidiano Le Monde per stroncare l’affare: “Impediremo il saccheggio di Saint-Nazaire”, dichiarò testualmente al giornale transalpino.
Il motivo è semplice: l’unione di Fincantieri e dell’azienda francese avrebbe ridotto pesantemente il potere negoziale del gruppo Msc, che è grande cliente di entrambi, con commesse miliardarie per la costruzione di navi di crociera. La sortita dell’armatore trovò subito una sponda all’Eliseo, dove si era appena insediato Emmanuel Macron.
Aponte ha raggiunto il suo scopo. Fincantieri si è ritirata dall’acquisizione in Francia, mentre i cantieri di Saint-Nazaire sono passati sotto il controllo dello Stato francese. I bilanci di entrambe le aziende, insieme a migliaia di posti di lavoro, adesso dipendono dalle commesse dell’armatore con base a Ginevra».
Aponte era stato reclutato insieme ai “capitani coraggiosi” che dovevano salvare l’Alitalia nel 2008 sotto l’egida del governo Berlusconi. La Cai, come si chiamava la nuova società, era lo schiaffo in faccia all’intesa di massima con Air France sostenuta dal governo di Romano Prodi.
Il 28 ottobre di quell’anno il capitano Aponte viene nominato nel consiglio di amministrazione: fa appena in tempo a vedere qualche carta e scambiare due idee con gli altri quindici soci, poi riprende il volo per Ginevra. Al suo posto entrerà in fretta e furia Emilio Riva, che allora possedeva l’Ilva
Nominato Cavaliere del lavoro da Giorgio Napolitano il 31 maggio 2013, Aponte era pronto ad acquisire la maggioranza di Ita con Lufthansa in minoranza. Sennonché l’onorevole Rampelli ha innescato una forte polemica sostenendo che Aponte, nato e vissuto a Sorrento, fosse svizzero, vivendo ora effettivamente in Svizzera, avendo sposato una signora svizzera.
Il cerino acceso da Rampelli ha provocato altre reazioni fino al punto che Aponte ha deciso di non farne più niente: ha subito acquistato una piccola flotta di aerei da trasporto, integrando le navi con gli aerei, e Altavilla è stato messo in condizione di lasciare la presidenza.
Il vero punto di forza di Aponte, però, è l’immensa liquidità in cassa, una montagna di denaro fresco che fornisce al gruppo una potenza finanziaria pressoché illimitata.
Basti pensare che la sola Sas Shipping company alla fine del 2022 poteva contare su cash per 4,3 miliardi di dollari (4,1 miliardi di euro). Questi numeri bastano e avanzano per spiegare come il gruppo abbia trovato le risorse, anche grazie al sostegno delle banche, per completare una raffica di acquisizioni miliardarie nell’arco degli ultimi due anni.
L’elenco completo è molto lungo, ma qui basta citare le due operazioni più importanti. A dicembre del 2022 Msc ha rilevato le attività portuali in Africa del gruppo Bollorè, con un investimento di 5,6 miliardi di euro.
Risale invece all’estate scorsa lo sbarco nel settore ospedaliero. Il Comandante si è messo in società con il miliardario sudafricano Johann Rupert e insieme hanno rilevato per circa 4 miliardi di euro Mediclinic, una rete di cliniche, per lo più di lusso, che si estende tra Svizzera, Dubai e Sudafrica. Più volte nel recente passato Roma ha fatto ponti d’oro all’armatore con base a Ginevra.
Gran parte dei finanziamenti per gli ordini delle nuove navi da crociera sono garantiti dalla Sace, controllata dal ministero dell’Economia. E in un settore strategico come quello dei porti Aponte ha avuto campo libero per allargare una rete di scali che va da Trieste a Genova passando da Venezia, Ancona, Gioia Tauro, Napoli e La Spezia.
(da Dagoreport)
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