CONCORDIA, LE VERITA’ DELLA SCATOLA NERA, I DIALOGHI IN PLANCIA: “CHE COSA HO COMBINATO…”
COSA SI DICEVA MENTRE LA NAVE DELLA COSTA SI ERA INCAGLIATA AL GIGLIO… LA COMPAGNIA SAPEVA DELL’INCHINO ALL’ISOLA
“Mi sento in colpa!”. Sono le 21.46 e 11 secondi del 13 gennaio scorso – esattamente 1 minuto e 4 secondi dopo l’impatto della Costa Concordia contro uno scoglio davanti all’isola del Giglio, costato la vita a 32 persone – quando il maà®tre Antonello Tievoli esprime il suo rimorso per quell’inchino maledetto di fronte alla sua terra d’origine. Parole che seguono a ruota quelle del comandante Francesco Schettino il quale, alle 21.45 e 22 secondi , sbotta in un inequivocabile «Madonna ch’aggio cumbinato».
L’anticipazione della perizia suppletiva sulla scatola nera della nave, che sarà depositata la prossima settima al Tribunale di Grosseto, fornisce dettagli più precisi rispetto alla prima, presentata a inizio luglio, perchè individua in maniera circostanziata gli autori dei dialoghi – tra il drammatico e il farsesco – intercorsi sulla plancia di comando.
Quanto al maà®tre, Schettino (attualmente con l’obbligo di dimora nella sua abitazione di Meta di Sorrento per disastro colposo, omicidio plurimo e abbandono della nave), già durante il primo interrogatorio rifiutò di essere bollato come l’unico che voleva omaggiare con l’inchino il comandante in pensione Mario Palombo.
Sostenne subito che voleva fare un regalo al gigliese Tievoli.
La scatola nera svela e conferma tutte le indiscrezioni finora trapelate.
La Costa sapeva dell’inchino
Alle ore 18.27 (poco dopo la partenza da Civitavecchia) Schettino annuncia «amm’a fa’ l’inchino al Giglio».
Alle 18.36 e 32 secondi l’addetto alla cartografia Stefano Canessa dice al primo ufficiale Giovanni Iaccarino: «Giovà , per la pratica hai avvisato?» e lui riponde: «Ah, per il passaggio al Giglio…».
Nonostante le bugie successive, già alle 21.51, il comandante Schettino, al telefono con il direttore della sala macchina (allagata) Giuseppe Pillon afferma: «E allora stiamo andando a fondo praticamente, non l’ho capito?».
Le bugie
Sono le 21.54 e 50 secondi quando il capitano accetta di informare i passeggeri, ma non sull’incidente contro lo scoglio: «Di’ che c’è stato un black out».
E alla capitaneria di Civitavecchia, allertata dai carabinieri informati dalla figlia di una passeggera, ripete alle 22.02: «Abbiamo fatto un black out, stiamo valutando… al limite ci mandino un rimorchiatore».
Le giustificazioni con la Compagnia
Se alle 21.56 e 19 secondi, Schettino dice a Roberto Ferrarini, manager delle emergenze di Costa Crociere a Genova: «Roberto ho fatto un casino!… Senti una cosa: io sono passato sotto l’isola del Giglio, qua! È stato il comandante Palombo… mi ha detto “passa sotto, passa sotto”», più tardi minimizza.
Alle 22.06 e 27 secondi gli assicura: «Allora Robè, non andiamo a fondo, a fondo non ci andiamo…bisogna chiamare qualche rimorchiatore che ci porti via».
La confusione di Schettino
Pur essendo ritenuto uno dei migliori della Costa, il comandante perde il controllo della situazione.
Alle 22.29 e 55 secondi, chiede al direttore della sala macchine Pillon: «Allora dobbiamo abbandonare la nave?».
Incertezze anche a proposito della salvezza dell’equipaggio.
Alle 23.31 e 10 secondi il capo della sala macchine (allagata) è disperato: «Noi andiamo al ponte», ma mentre Schettino temporeggia «Fatemi parlare con Ferrarini» è l’ufficiale di coperta Martino Pellegrini a prendere in mano l’emergenza e a dare l’ordine: «Andate via, andate via…».
La confessione alla moglie
Alle ore 23.08 e 2 secondi, mentre i passeggeri stanno evacuando la nave, Schettino telefona alla moglie, Fabiola: «Fabì, ho finito la mia carriera di comandante».
Ma non smentisce la sua fama di «guascone»: «Abbiamo urtato su un basso fondale, la nave si è inclinata ma sto facendo una bella manovra… è tutto sotto controllo».
La paura della capitaneria
Nell’ultima telefonata a Ferrarini, alle 23.11 e 55 secondi: «Cosa dico alla stampa? No, no alla stampa… alla Capitaneria… ho detto del black out…la verità …».
Alle 23.19 e 24 secondi Schettino dice agli ufficiali: «Pigliate le carte… andiamo sul ponte».
Una voce chiede se si deve «abbandonare il ponte», ma lui (forse perchè sa di essere registrato dal Vdr?) replica: «Non ho detto abbandonare, venite con me».
Alle 23.28 e 40 secondi la Guardia costiera di Porto Santo Stefano chiama la plancia, ma dalla Concordia nessuna risposta.
Grazia Longo
(da “La Stampa“)
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