CONTRO LA RUSSA, NOVELLO CARADONNA: CON GLI STUDENTI, RIBELLI MA NON VIOLENTI, BISOGNA SAPER DIALOGARE
I GIOVANI MANIFESTANO CONTRO UN SISTEMA DI POTERE CHE LI IGNORA E COSTRUISCE CONSENSO SULLA LORO PELLE… NON TUTTI, COME IL FIGLIO DI LA RUSSA, ARRIVANO AI VERTICI DELL’ACI PER NOMINA DALL’ALTO…NON SI ENTRA A PIEDI UNITI CONTRO I GIOVANI SENZA ASCOLTARLI, LA DESTRA NON HA BISOGNO DI ALTRI CARADONNA
Ricordate Giulio Caradonna?
Per i più giovani, si trattava di un deputato del Movimento Sociale Italiano, noto, tra l’altro, per aver guidato le pattuglie dei 200 missini e “volontari nazionali” che fecero irruzione all’Università “La Sapienza” nel 1968 per mettere fine, con metodi non certo ortodossi, all’occupazione studentesca. Scelta che, anche all’interno della destra di allora, aveva provocato qualche malumore soprattutto tra i più giovani, perchè chiudeva definitivamente le porte di quell’occasione storica di ribellismo giovanile alla parte non di sinistra di quella generazione.
Ecco, giovedì Caradonna si è reincarnato in Ignazio La Russa, ministro della Difesa del governo Berlusconi, che ospite di Santoro ad Annozero si è scagliato con una violenza verbale inaudita contro un rappresentate del movimento studentesco che stava esponendo la propria opinione, con qualche ragione e altrettanti torti, sui fatti del 14 dicembre che hanno messo a ferro e fuoco Roma.
Ecco, su quegli atti violenti, si è già espresso Filippo Rossi su Farefuturo e Roberto Saviano su quelle di Repubblica.
E non c’è molto da aggiungere.
Violenza mai, ribellismo non violento magari.
Ma sull’atteggiamento della destra dei Caradonna di oggi ci sarebbe molto da dire.
C’è da dire, ad esempio, che mentre migliaia e migliaia di giovani manifestano legittimamente e pacificamente contro un sistema di potere che li ignora e costruisce consenso e clientele sulla loro pelle, altri giovani, magari figli proprio di un ministro, arrivano ai vertici dell’Aci di Milano per nomina dall’alto.
Ecco perchè quei figli, forse, non erano in piazza.
Perchè quei figli hanno il sedere coperto e non hanno certo bisogno di contestare chicchessia.
Ma l’atteggiamento di una certa destra nei confronti del ribellismo giovanile è un cancro che ha provocato mostri, proprio perchè nessuno ascoltava le ragioni di una protesta, condivisibile o meno, di intere generazioni abbandonate e smarrite.
Ecco, non abbiamo bisogno di altri Caradonna, che entrano a piedi uniti contro i giovani senza ascoltarli e prendendoli solo a manganellate (anche solo verbali).
C’è bisogno di ascoltare le ragioni di questa generazione smarrita e tradita, proprio per evitare che si rifugi nel ventre di una violenza senza senso, alla ricerca di risposte estreme e inconcludenti che alla fine rafforzano proprio il sistema che vuole i giovani fuori da tutto.
Ecco perchè La Russa, novello Caradonna, rappresenta l’atteggiamento peggiore nei confronti dell’improcrastinabile questione giovanile.
Ecco perchè, se proprio dobbiamo, scegliamo di stare con i giovani, contro un ministro della Repubblica che non lascia parlare un ventenne e lo attacca con parole offensive e vigliacche.
Ecco perchè, se Ignazio La Russa farà quello che ha fatto Caradonna, noi saremo lì, con i giovani, ad aspettarlo.
Domenico Naso
Farefuturoweb
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