DA BERLUSCONI A RENZI, FINO A SALVINI E NORDIO: 30 ANNI DI OFFESE E MINACCE AI GIUDICI
BERLUSCONI LI DEFINI’ “DISTURBATI”, BOSSI AVVISO’ ABATE: “TI RADDRIZZIAMO”… ORA TOCCA A MELONI & C.
Dal governo è un susseguirsi di attacchi scomposti ai magistrati, da bravi allievi del fu maestro Silvio Berlusconi. L’ultima randellata verbale è quella del ministro della protezione civile e del mare, Nello Musumeci, che attacca pure i giornalisti: “Il magistrato ha il compito di fare il killer, la stampa ha il compito di darne notizia”. Appena cinque giorni fa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal palco di Cl, aveva sciorinato la solita teoria delle toghe politicizzate: “Andremo avanti con la riforma della giustizia nonostante le invasioni di campo di una minoranza di giudici politicizzati che provano a sostituirsi al Parlamento e alla volontà popolare”.
Che il governo sia figlio del Berlusconi pensiero è confermato anche da altre dichiarazioni contro le toghe. In questo caso potremmo dire che si tratta quasi di “fuoco amico” dato che le accuse, senza prove, sono arrivate dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia, che ha pure accusato i pm di essere “super poliziotti” che hanno “inventato” indagini e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ex consigliere di Cassazione. Al congresso del Consiglio nazionale forense di aprile si è lasciato andare a siluri che nulla hanno dello stile ecumenico a cui ci ha abituati: i magistrati attuali sono peggio delle “toghe rosse di cui aveva senso parlare trent’anni fa e ora è macchiettistico. È qualcosa di più complesso e grave. È un ormai cronico sviamento della funzione giudiziaria, perché quest’ultima deraglia dai propri confini e decide, insieme alle norme, le politiche sui temi più
sensibili”. È il caso, aggiunge, “di leggi sistematicamente disapplicate in materia di immigrazione”.
Mantovano ha citato le “toghe rosse” di berlusconiana memoria e a Berlusconi è impossibile non pensare quando, da leader di Forza Italia e da presidente del Consiglio, pluri processato, non solo si fece approvare dalla maggioranza di centro-destra leggi ad personam ma usò le tv a reti quasi unificate per attaccare quotidianamente i magistrati. Quello che pensava di loro lo disse nel 2003 a villa Certosa, in Sardegna, ai due giornalisti inglesi del settimanale The Spectator: “Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa perché lo sono politicamente; secondo, sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dalla razza umana”. Un paio di mesi prima Berlusconi aveva definito la magistratura “un cancro da estirpare”. Oltre vent’anni dopo, a difendere la memoria di Berlusconi, scomparso da poco, ci ha pensato Matteo Renzi: “La procura di Firenze guidata da Luca Turco sostiene che le stragi di mafia del 1993 fossero finalizzare a sostenere Silvio Berlusconi. Siamo oltre il ridicolo… Mai vista una Procura più delegittimata e squalificata”, ha scritto nel giorno della perquisizione a casa di Marcello Dell’Utri. Tanti gli attacchi alla procura di Firenze nel periodo in cui i suoi genitori erano sotto processo e per l’inchiesta sulla fondazione Open che l’ha coinvolto. “Il processo Open è uno scandalo assoluto” e i pm sono responsabili di “violazione della costituzione e delle leggi”.
Anche l’omonimo Matteo, l’attuale ministro dei trasporti Salvini, se l’è presa con i magistrati palermitani che lo hanno indagato per la vicenda Open arms, e con i consiglieri di Cassazione per il risarcimento che deve il governo ai migranti bloccati sulla nave Diciotti, sette anni fa: “Sentenza vergognosa, li accolgano loro”. Nel 2016 il leghista, al congresso di Torino fu lapidario: “La
magistratura è una schifezza”. Non gli era andata giù l’inchiesta a carico dell’ex assessore ligure Edoardo Rixi per “Rimborsopoli”. Il suo ex mentore, Umberto Bossi, non fu da meno. Nel 1995 usò un linguaggio violento contro Agostino Abate, allora pm di Varese, che aveva messo sotto inchiesta il senatore leghista Giuseppe Leoni per finanziamento illecito dei partiti: “Ti raddrizzeremo la schiena” disse contro Abate che portava i segni di una poliomielite. Ora la storia si ripete.
(da ilfattoquotidiano.it)
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