DI MAIO COME RENZI, MISSION DISTRUGGERE IL PARTITO: SALVARE SALVINI E SPOSTARE LA DECISIONE SULLA TAV A DOPO LE EUROPEE
ORMAI E’ TUTTO DECISO, MERCOLEDI’ LA FORMALIZZAZIONE: IL SEQUESTRO DI PERSONA AGGRAVATO NON E’ PIU’ UN REATO SE LO COMMETTE SALVINI, CON I BASISTI CONTE, DI MAIO E TONINELLI… SE NE ACCORGERANNO ALLE EUROPEE QUANDO NON ARRIVERANNO NEANCHE AL 20%, MA LO STIPENDIO E’ ASSICURATO
“Prima si chiude meglio è”, dice Francesco Urraro alzando gli occhi alla magnifica cupola del Borromini di Sant’Ivo alla Sapienza, illuminata dal sole.
Sotto le ombre si sono già allungate, e un vento fresco spinge i senatori a varcare la Giunta per le immunità , dove si decide la sorte di Matteo Salvini.
Il senatore del Movimento 5 stelle aggiunge: “Lo sa quanto lavoro abbiamo da fare? Oggi e domani si discute, poi già martedì, al massimo mercoledì votiamo”.
Il dado per Luigi Di Maio e la sua war room è tratto, solo che al momento lo si tiene nascosto in tasca.
M5s voterà No all’autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, e vuole archiviare la pratica al più presto possibile. Intorno alle 18 la riunione si scioglie, si aggiorna a giovedì, con in programma il voto per martedì o mercoledì prossimi.
Esce Mario Giarrusso, unico dei componenti stellati alla seconda legislatura, un passato intransigente, barricadero, sostanzialmente giustizialista. A chi gli domanda se la base del Movimento 5 stelle capirebbe un ‘No’ all’autorizzazione a procedere, replica serafico: “Gli attivisti sono con noi. E gli attivisti capiscono, capiscono…”.
Riecco Urraro: “Si sta dispiegando un interesse pubblico evidente”. C’è poco da aggiungere.
Se non che la decisione è tutt’altro che pacifica, e investe con violenza quella parte di gruppo (il pallottoliere oscilla tra i dieci e i quindici senatori) che non vuole sentir parlare di votare No a un’autorizzazione a procedere.
“Nemmeno se mi ricoprono d’oro lo faccio”, sbotta un senatore a due passi da Palazzo Madama. “E non sono il solo sai, ricordatelo bene”, aggiunge alterato.
Di Maio lo sa, lo ha messo in conto. E si muove con estrema prudenza.
Al punto che nella seduta pomeridiana della Giunta nessuno dei pentastellati proferisce verbo. Carte coperte, attesa totale. La costruzione della strada verso il No prevede che le carte non vengano scoperte fino all’ultimo.
E l’ultimo è fissato per metà della prossima settimana. Quando si è intravista all’orizzonte la possibilità di calciare il barattolo un po’ più in là , il Movimento ha chiuso subito la porta.
L’invio delle memorie del capo politico e di Giuseppe Conte alla procura di Catania ha per un attimo aperto alla possibilità di sospendere l’iter e aspettare nuove eventuali determinazioni del tribunale dei ministri.
Ma il rischio di vedersi recapitare un nuovo plico a ridosso delle Europee ha sconsigliato di imboccare quella strada, se pur fosse stato tecnicamente possibile.
Levarsi il dente al massimo il 22 marzo, con due mesi di rumore assordante da campagna elettorale a far dimenticare l’accaduto, è stata considerata come la miglior strategia di contenimento dei danni.
“Ma poi i nostri se se ne vanno si spostano a destra — dice un sostenitore fautore del No — non avremo grandi ripercussioni”. Anche per questo è probabile si proceda con un voto-ratifica sul blog, forse all’inizio della prossima settimana.
Contenere i danni da un lato, ristrutturare il Movimento dall’altro.
Lunedì sera il leader ha convocato un’assemblea congiunta dei parlamentari. All’ordine del giorno l’analisi del voto d’Abruzzo. E la nuova organizzazione territoriale dall’altro. In fase di gestazione, ma che prevede apertura ad alleanze con liste civiche e una gerarchia locale (Regioni, Province, Comuni) per governare le istanze che provengono dal territorio e che troppo spesso vengono scaricate su Roma, obbligandola a decisioni dall’alto mal digerite dagli uni e dagli altri.
Il primo passo di una strategia di rilancio che deve tenere conto di un’altra probabile debacle in Sardegna. E che sul tema dei temi di questo periodo, il Tav Torino-Lione, prevede di spostare il dibattito a dopo le europee. Sapendo che è difficile piegare la resistenza di Salvini.
E che un ulteriore cedimento potrebbe infliggere un altro duro colpo alla credibilità del leader. Senza contare che il voto per l’Europarlamento coinciderà con quello per il Piemonte. E il No-Tav rimane pur sempre un ottimo argomento da campagna elettorale.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply