“EXTRA OMNES!”, COME VIVRANNO DURANTE IL CONCLAVE I 133 CARDINALI CHIAMATI A ELEGGERE IL SUCCESSORE DI BERGOGLIO: DOPO LA MESSA “PRO ELIGENDO”, I PORPORATI ENTRERANNO NELLA CAPPELLA SISTINA E INIZIERÀ IL PERIODO DI CLAUSURA
I CARDINALI NON POTRANNO COMUNICARE CON IL MONDO ESTERNO, PENA LA SCOMUNICA “LATAE SENTENTIAE” … I PORPORATI, A CUI VIENE SEQUESTRATO IL TELEFONO, DORMIRANNO A SANTA MARTA DOVE CONSUMERANNO PASTI “SOBRI”
Vesti rosse, silenzi assoluti, telefoni ritirati e sigillati, stanze assegnate per
sorteggio. Mentre il mondo attenderà la fumata bianca, i cardinali vivranno giorni di clausura, preghiera, tensioni e discernimento nel cuore del Vaticano. La mattina del 7 maggio, nella basilica di San Pietro, si aprirà ufficialmente uno dei momenti più carichi di storia, fede, fascino, mistero e potere che il mondo conosca:
il Conclave per l’elezione del nuovo papa. A presiedere la Messa Pro eligendo Romano Pontifice sarà Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio. La Celebrazione, cui parteciperanno anche i cardinali ultraottantenni (senza diritto di voto), dà inizio al rituale secolare che condurrà all’elezione del Successore di Pietro.
Gli elettori si raduneranno nella Cappella Paolina, e da lì, in processione e al canto delle Litanie dei Santi, si dirigeranno verso la Cappella sistina. All’ingresso, si intonerà il Veni Creator Spiritus, l’invocazione allo Spirito Santo che accompagna l’inizio dell’elezione.
Ogni cardinale si presenterà singolarmente al centro della Sistina, dove su un leggio sarà aperto il Vangelo. Appoggiando la mano sul testo sacro, pronuncerà il giuramento di segretezza. Solo allora risuonerà l’antico comando latino: Extra omnes!, fuori tutti, scandito dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli. Da quel momento, nessuno – se non gli elettori e pochi addetti – potrà più accedere alla Cappella: il Conclave ha inizio.
I 133 elettori vivranno a Casa Santa Marta, la residenza vaticana in cui ha scelto di abitare Francesco rinunciando all’appartamento papale. Le stanze vengono assegnate per sorteggio, come ha confermato il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni. Ogni cardinale ha una camera singola: semplice, essenziale, con un piccolo bagno privato.
I pasti sono sobri e preparati da un personale selezionato, anch’esso sottoposto a rigide regole di segretezza. Saranno consumati nel refettorio. La Santa Sede non ha ancora dato indicazioni, ma si tratterebbe di una colazione leggera a base di tè, caffè, pane e marmellata; a pranzo e cena pasta o riso, carne bianca o pesce, pane, verdure e frutta di stagione.
Vino previsto in piccole quantità, niente superalcolici. Il dolce solo per eventuali occasioni particolari. Cuochi e camerieri non possono avere contatti con l’esterno, né scambiare parole inutili con gli elettori
Ogni giorno i cardinali saranno accompagnati alla Cappella sistina a bordo di autobus isolati, lungo un percorso protetto da ogni contatto col mondo. Sono tassativamente vietate le comunicazioni con l’esterno. Pena: la scomunica latae sententiae. Tutti i dispositivi elettronici – cellulari, smartphone, tablet, computer – verranno schermati e ritirati prima dell’ingresso. Niente televisori, niente giornali. Le finestre della Sistina oscurate, ogni ambiente sigillato e bonificato.
Per garantire l’assoluto riserbo, tutta l’area della Sistina e di Casa Santa Marta sarà sottoposta a un sofisticato sistema di bonifica elettronica, con tecnologie anti-intercettazione. Anche nelle stanze dei cardinali sarà applicata una bonifica ambientale per escludere la presenza di microspie. Dispositivi anti-spionaggio verranno installati anche nelle aree comuni e nelle cucine. Durante le ore libere, sarà possibile fare passeggiate o restare nella propria stanza.
I primi due scrutatori leggono in silenzio i nomi; il terzo li pronuncia ad alta voce. Le schede vengono poi forate, legate con ago e filo, e bruciate nella stufa. Se l’elezione non è avvenuta, una mistura colorante fa salire fumo nero dal comignolo. Se invece si raggiungono i due terzi dei voti per un candidato, il fumo sarà bianco.
In quel momento, all’eletto viene posta la doppia domanda: «Accetti l’elezione?» e «Con quale nome vuoi essere chiamato?». Dopo le risposte, si accede alla cosiddetta «stanza delle lacrime», dove il nuovo pontefice si veste con l’abito bianco. Il protodiacono Dominique Mamberti si affaccerà dalla loggia delle benedizioni per annunciare l’Habemus Papam. Il nuovo vescovo di Roma benedirà la città e il mondo con l’Urbi et Orbi, mentre in piazza San Pietro si alzerà il boato della folla. Il conclave si chiuderà.
(da La Stampa)
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