FORTE DEI MARMI SI È TRASFORMATA IN “FORTE DEI MORTI”; DALL’ATMOSFERA SCANZONATA E POPOLARE DEGLI ANNI ’60, SI È PASSATI A UN FORTINO PER RICCHI TURISTI STRANIERI: VIA I RUSSI, SONO ARRIVATI GLI ARABI (GLI ITALIANI NON. SI POSSONO PIU’ PERMETTERE GLI HOTEL DA 300 EURO A NOTTE)
E POI LE RESTRIZIONI ALLE SERATE IN SPIAGGIA HANNO TRASFORMATO LA “PERLA DELLA VERSILIA” IN UN MORTORIO – SOPRAVVIVONO, COME ZOMBIE, LE “SCIURE” MILANESI RIFATTONE
Da “Sapore di Mare” a morte (non a Venezia), ma a Forte dei Marmi. Dall’ atmosfera spensierata degli anni sessanta in cui tutto era permesso alle restrizioni che han fatto della perla della Versilia un mortorio: in bici nel deserto.
Certo non c’è Dirk Bogarde che in “Morte a Venezia”, il capolavoro di Luchino Visconti, moriva in spiaggia osservando l’efebico Tadzio mentre la tinta dei capelli gli colava sul viso, ma poco ci manca tra spiagge vuote e carenza di clienti in hotel, spiagge e ristoranti quasi tutti con prezzi inavvicinabili.
È calato un velo di tristezza su Forte dei Marmi. Le ordinanze, che con spirito lodevole hanno tentato di arginare gli eccessi, hanno di fatto vietato musica e balli in spiaggia.
Insomma l’operazione è andata bene, ma il paziente è morto. Sopravvivono, come gli zombie di “The Waking Dead”, le infaticabili sciure (non solo) milanesi con o senza marito che si divertono alle feste dove canta (quasi) sempre Alessandro Ristori, il cantante più sudato della storia, con i Portofino’s, la sua band, che mette una certa tristezza, ma mancano i russi sostituiti dagli arabi.
Le note dolenti superano quelle positive con ristoratori e albergatori che ormai confidano solo sull’ arrivo degli stranieri visto che sono pochi gli italiani disposti a spendere almeno trecento euro a notte con prima colazione compresa.Ma abbassare i prezzi, no? Il vuoto del mese di Luglio era stato salutato con la speranza di un agosto diverso, ma così non è stato.
E l’amministrazione è pronta a limitare drasticamente il numero di serate con musica. L’obiettivo condiviso è salvaguardare il decoro delle spiagge di Forte dei Marmi.
Ma è il sistema di accoglienza turistica che è in affanno. Gli stipendi da fame e l’inflazione hanno spinto gli italiani a restare a casa. Chi puo’ concedersi qualche giorno di villeggiatura lo fa al risparmio. L’Istat ha certificato che la percentuale di italiani che riesce ad andare in vacanza è calata del 15%.
L’attore Alessandro Gassmann ha tuonato: “La situazione economica del Paese spinge gli italiani a scegliere una spiaggia libera. Abbassate i prezzi e le cose, forse, andranno meglio”. Ma i concessionari delle spiagge fanno orecchie da mercante: impongono i tornelli all’ingresso della spiaggia, come in Sicilia; vietano ai bagnanti di portare la “schiscetta” con il cibo sotto l’ombrellone; pretendono cifre folli per un ombrellone e due lett
Dalla Versilia alla Riviera romagnola, Liguria e Salento, l’andazzo è lo stesso. Il turismo tricolore è in crisi. E infatti sono gli stranieri a tenere in vita il settore.
Eppure il governo sventola risultati trionfalistici, inA Forte dei Marmi si vive ormai di balorda nostalgia. Il futuro più roseo è alle spalle. Qualcuno si illude di veder spuntare l’iconica Selvaggia del film “Sapore di Mare”, interpretata da Isabella Ferrari, o i giovani Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro del sequel che mangiano pizza fredda e beveno birra calda. Altri tempi, altra Italia.
(da agenzie)
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