FRATELLI D’ITALIA, MA SOPRATTUTTO SORELLE: LO “SCRIGNO” DELLA FONDAZIONE ALLEANZA NAZIONALE: IMMOBILI PER 27 MILIONI E 30 MILIONI DI FONDI DEPOSITI BANCARI
UN PATRIMONIO FONDATO SUI SOLDI VERSATI DAI MILITANTI DEL VECCHIO MSI NEL CORSO DEGLI ANNI (CHISSA’ COSA NE PENSEREBBERO)
Qualcuno l’ha ribattezzato lo ‘scrigno’ di Giorgia Meloni. Anche se c’è un legame strettamente politico e non propriamente giuridico con Fdi, di fatto il partito della premier può usufruire del suo vasto portafoglio case.
Stiamo parlando della Fondazione Alleanza Nazionale, costituita il 18 novembre 2011 con apposito rogito notarile, che oltre al ‘tesoro’ dell’ex Msi (formato da immobili del valore di 27 milioni di euro e circa 30 milioni di euro in Fondi di deposito bancari), custodisce il patrimonio culturale dei ‘patrioti’, a cominciare dallo storico simbolo della Fiamma tricolore.
Un logo che identifica anche il ‘partito di Giorgia’ e ne rappresenta la continuità con il passato. Non solo. La vicinanza con la leader di Fratelli d’Italia è anche ‘fisica’ e ‘familiare’: la Fondazione ha i suoi uffici e l’archivio in via della Scrofa 39, stesso luogo della sede nazionale dei ‘meloniani’ e nel suo organigramma (come componente del cda) spunta il nome della sorella del presidente del Consiglio, Arianna, attuale responsabile del tesseramento di Fdi (subentrata a uno dei consiglieri di amministrazione divenuto ministro nell’autunno scorso).
Secondo l’ultimo bilancio chiuso il 31 dicembre 2022, la Fondazione presenta un “disavanzo di esercizio” pari a 1 milione 339mila 629 euro ma non c’è un allarme conti. “E’ un disavanzo strutturale”, garantisce all’Adnkronos il deputato Antonio Giordano, vicepresidente vicario della Fondazione, che spiega le ‘uscite di cassa’: “Facciamo molta attività istituzionale per promuovere la cultura della destra italiana, attraverso varie iniziative ed eventi sul territorio, e lavoriamo tanto per la diffusione del ‘Secolo d’Italia’, che resta uno dei nostri principali costi, giornale on line diventato nel tempo una delle testate di riferimento per l’intera area valoriale”.
Il principale asset, dunque, è rappresentato dai beni immobili: appartamenti e palazzi, sedi di sezioni (la maggior parte periferiche) ma anche garage e scantinati (circa una settantina in tutto) disseminati sull’intero territorio nazionale, compresa la sede storica di via della Scrofa al numero civico 39, provenienti da contributi e risparmi dei militanti del vecchio Movimento sociale italiano, che hanno sempre garantito sonni tranquilli ad An.
Una sorta di polizza a vita per superare indenni qualsiasi tempesta politica. Nel verbale dell’assemblea dei soci che accompagna l’ultimo rendiconto della ‘Italimmobili srl’, la società che fa capo alla Fondazione An, si fa riferimento a una delle ultime operazioni di rilievo: l’acquisto di un negozio situato in vicolo della Vaccarella 12 autorizzato dalla Fondazione ed effettuato, tramite la srl, grazie a un finanziamento della Fondazione stessa.
“Allo stato attuale si aggira intorno ai 27 milioni di euro il valore degli immobili di An confluiti interamente nella società ‘Italimmobili srl’”, precisa Giordano, impegnato, insieme a tutto il Consiglio di amministrazione, ad assicurare una gestione oculata e redditizia dei vari cespiti.
A questa somma vanno aggiunti i circa 30 milioni di euro in ‘titoli immobilizzati’, ovvero ‘Fondi di deposito’ presso istituti di credito (da Unicredit a Intesa San Paolo), che investono prevalentemente in titoli di Stato. Per l’esattezza si tratta di 29 milioni 548mila 102 euro, previsti nella voce ‘Altri titoli’ del rendiconto finanziario. “Abbiamo preferito fare degli investimenti a lungo termine, è stata una scelta di estrema prudenza e trasparenza”, dice Giordano che precisa: “Nessuna scelta arbitraria, nessuna banca amica, semplicemente le banche top italiane e la migliore in Europa”.
Nel dettaglio, i circa 30 milioni di euro di ‘titoli immobilizzati’, si legge nella nota integrativa, sono: “Fondi deposito presso la Banca popolare di Milano (4 milioni 756mila 604 euro); Unicredit/Fineco (4 milioni 998mila 991 euro); Intesa San Paolo/Fideuram (4milioni 999mila 999 euro); Deutsche Invest (5 milioni 45mila 683 euro); Banca Generali (5 milioni 549mila 363 euro); Unicredit Fondi 964 (1 milione 891mila 110 euro); Unicredit Fondi 618 (306mila 352 euro) e Bpm Fondi (2milioni di euro)”.
In particolare, la Fondazione An, presieduta da Giuseppe Valentino, che può contare anche su una liquidità di oltre un milione di euro, detiene il 100 per cento di ‘Italimmobili srl’ con sede legale a Roma, un capitale sociale di 1 milione 530mila euro e un patrimonio netto di 1 milione 341mila 865 euro al 31 dicembre scorso.
Non solo: nel suo portafogli c’è pure il 100 per cento del ‘Secolo d’Italia srl’, con sede legale sempre a Roma, un capitale sociale di 87mila 300 euro e un patrimonio netto di 2 milioni 261mila 646 euro.
Inoltre, nel cda della Fondazione An non compaiono solo i nomi di big Fdi (da Ignazio La Russa a Roberto Menia e Fabio Rampelli, solo per citare i parlamentari di lungo corso, ma anche Italo Bocchino attuale direttore del Secolo d’Italia) ma anche di altri partiti di centrodestra come l’azzurro Maurizio Gasparri
(da Adnkronos)
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