FUGA DALL’ISOLA DELLA MAGA CIRCE: PERCHE’ SI LASCIA IL PDL PER FUTURO E LIBERTA’
INTERVISTA AD AGOSTINO MILANI, CONSIGLIERE COMUNALE DI SIENA, BANDIERA STORICA DELLA DESTRA SOCIALE SENESE.. “NESSUNA NOSTALGIA, MA UN CAMMINO PER COSTRUIRE UNA NUOVA STORIA: LIBERTA’, SOCIALITA’, COMUNITA’ LE LINEE GUIDA
Allora Milani, lei se ne è andato dal PDL per confluire nel nuovo partito di Fini, Futuro e Libertà per l’Italia. Nessun rimpianto? Nessuna perplessità ?
Considero Futuro e Libertà il partito di tutti coloro che aderiscono ad un progetto politico che vada al di là di capi più o meno carismatici: per me FLI non è solamente “il partito di Fini”.
Nessun rimpianto e nessuna perplessità : andarmene dal PDL è stata una liberazione, la fuoriuscita da un incubo, all’interno del quale non intendevo più rimanere.
Non sia così eccessivo nei confronti del suo ex partito…
No, non sono eccessivo e non nutro neppure del risentimento. Ma il permanere nel PDL contrastava con la mia storia politica e soprattutto con quei valori di partecipazione che di tale storia politica sono stati nel tempo uno dei punti fermi. A proposito di eccessivo, si figuri che qualcuno dei miei amici ha paragonato l’uscita dal PDL alla fuga di Ulisse dall’isola della maga Circe.
Paragonarsi ad Ulisse è un’immagine affascinante e al tempo stesso presuntuosa. Lei si ritrova in questa immagine?
No. Innanzitutto il PDL non è l’isola di Eeana e tanto meno Berlusconi può essere paragonato alla maga Circe che comunque possedeva un suo fascino ed una dignità tragica. L’unica similitudine è che nel PDL gli uomini dopo essere stati invitati ad un banchetto, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura. E’ chiaro che la trasformazione cui faccio riferimento è puramente allegorica, ma lo spogliare qualcuno -anche se consenziente- della propria dignità corrisponde per me a spogliarlo del suo essere uomo.
Vada avanti.
Non mi ritrovo nell’immagine di Ulisse. Ho amato, come tutti credo, la sua figura, ma non ne ho mai condiviso la scaltrezza elevata a valore. L’Odissea è la storia di un uomo, che attraversa il mondo per tornare alla propria piccola isola, a consumare vendetta nei confronti di coloro che gli hanno insidiato la sposa e ripristinare l’ordine che precedeva la sua partenza per Troia.
E allora cosa c’è che non va bene?
Credo che l’immagine più calzante sia fornita dall’Eneide: la storia di un popolo che abbandona la patria, distrutta ed incendiata dagli eserciti nemici, e attraversa il mare, portando sulle spalle i propri vecchi e nel cuore i propri dei, per incontrare e contaminarsi con nuovi popoli ed infine fondare Roma e costruire una nuova storia. Senza nessuna nostalgia e senza mai voltarsi indietro.
Tradotto in termini politici?
Nessuno di noi ha intenzione di ricostruire nè AN nè Forza Italia. Vorremmo costruire uno spazio dove ognuno porti il meglio della propria storia, pronto a contaminarsi con esperienze differenti. Dal passato porto addosso la volontà di costruire una comunità politica, incardinata sui valori di partecipazione e solidarietà , con una identità plurale dove le diversità costituiscono una ricchezza e le idee sono strumento di analisi e non di confronto.
Fini ha più volte ribadito la sua volontà di costruire un partito liberale europeo. Non le sembra che le sue idee, sociali e comunitarie confliggano con tale volontà ?
No! Non c’è conflitto, perchè socialità e comunità non confliggono con libertà . Non vorrei citare Gaber, ma anch’io sono convinto che “libertà è partecipazione” e la partecipazione può esistere solo in una dimensione comunitaria. L’importante è che la comunità sia aperta, inclusiva e sopra tutto disponibile al confronto ed al rispetto reciproco.
(intervista a cura di Luca Mosè Sanna)
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