GENOVA BLOCCATA DA 4 GIORNI DALLO SCIOPERO DEGLI AUTOBUS: LE VERITA’ SCOMODE, L’ARROGANZA E LA INCOERENZA DELLE SCELTE
UN BUCO DI BILANCIO DI 9 MILIONI DI EURO: SE FOSSE UN’AZIENDA PRIVATA AVREBBE GIA’ DOVUTO PORTARE I LIBRI IN TRIBUNALE E DICHIARARE FALLIMENTO… MA PRIVATIZZARE NON SERVE, OCCORRE PAREGGIARE IL BILANCIO
Oggi è il quarto giorno che Genova è bloccata nel suo servizio di trasporto pubblico, essenziale per garantire la mobilità dei cittadini.
Da quattro giorni va in scena una vergognosa commedia delle parti che penalizza solo i ceti meno abbienti, i lavoratori che non possono raggiungere uffici e aziende, gli studenti che non riescono ad andare a scuola, gli anziani che devono sbrigare qualche pratica.
In teoria ci si può muovere con la propria auto, purchè non si incappi in qualche blocco stradale dei dipendenti Amt che peraltro hanno dato il meglio di sè quando hanno invaso l’aula del Consiglio comunale, impedendo di fatto il suo svolgimento e insultando sindaco e assessori qualora non venisse ritirata una delibera che prevede la possibilità dell’ingresso di privati nell’azienda.
Il sindaco Doria ha prima permesso che i contestatori arrivassero nell’aula del Consiglio, confidando di poter gestire la situazione, salvo poi chiedere (senza ottenerlo) l’impiego della forza pubblica per liberarla.
Il senso del rispetto delle istituzioni per qualcuno è ormai un optional cosi come quello della legge.
Le forze di polizia sono gestite dai loro vertici come uno studio fotografico: fare foto ma non intervenire.
Ovvero se viene violata la legge fare finta di nulla, fotografare e, tra qualche settimana, denunciare.
Il prefetto fa il compitino, precetta e ricorda che chi viola la precettazione rischia una multa fino a 500 euro al giorno, ma non rammenta come anni fa finì una vicenda analoga: centinaia di autisti denunciati, nessuna condanna penale, riduzione al minimo dell’ammenda, concorso nel pagamento dei sindacati, collette varie: in pratica chi viola la legge non rischia nulla.
Cortei non autorizzati, blocchi stradali, interruzione di pubblico servizio, “dissuasione” nei confronti di una associazione dei consumatori che aveva noleggiato un autobus per portare al lavoro qualche abitante della Valbisagno, violenza privata per aver fatto irruzione nell’aula del Consiglio comunale e impedito lo svolgimento dello stesso, picchettaggio alle autorimesse.
Tutto lecito per chi dovrebbe far rispettare la legge.
Il sindaco Doria è una persona per bene alla guida di una coalizione sgangherata e alla fine rimedia una brutta figura: prima vuole aprire ai privati, poi torna sui suoi passi e chiede gli stessi sacrifici che i lavoratori avevano accettato l’anno scorso in cambio di un altro anno di attesa senza dover portare i libri in tribunale per dichiarare il fallimento di Amt.
Ma i sindacati devono fare i duri e puri (visto che hanno perso centinaia di iscritti) e lo sciopero va avanti: i soldi devono metterceli altri.
Peccato che, a causa dei tagli statali, il Comune non possa buttare a mare più di 30 milioni l’anno per Amt, resta un buco di 9 milioni, ridotti fose a 4 da nuovi calcoli odierni.
Doria sbaglia ad auspicare una parziale entrata di privati, ma eredita colpe non sue.
Dallo sfascio creato dalla giunta Pericu, scendendo per scelte che hanno sempre penalizzato il servizio pubblico a vantaggio del traffico privato, dall’aver assorbito debiti della società di manutenzione, il declino viene da lontano.
Perchè i vertici Amt non dicono quanti dirigenti ci sono in rapporto agli impiegati?
Le clientele pagano elettoralmente, ma chi paga di tasca sono poi gli utenti.
E che dire di quei dipendenti Amt “passati” al Comune per fare gli ausiliari del traffico e improvvisamente malati al 70% di fronte alla prospettiva “poco dignitosa” di staccare multe?
La soluzione non sta nel privatizzare, è già stata tentata la strada con i francesi di Transdev che dopo qualche anno se la sono data a gambe.
Chi è mai il folle che investe quattrini in una azienda che non solo non produce utili, ma deficit certificati e sicuri?
O che se entrasse ridurrebbe le corse a un paio di linee redditizie e tutti gli altri andrebbero a piedi?
Chissà come mai nessuno propone la cancellazione del biglietto integrato bus + treno che permette di utilizzare il biglietto Amt anche sui treni locali nel tratto cittadino, un lusso che costa ad Amt 7,5 milioni l’anno da versare alle Ferrovie dello Stato.
Il debito di 4 o 9 milioni che sia sarebbe quasi azzerato con buona pace di tutti.
Obiezione: ma da Voltri a Genova uno col treno ci mette molto meno che con il bus: a parte che nessuno vieta di prendere il treno e pagarselo, basterebbe che si facessero le corsie preferenziali ( e che venissero fatte rispettare) e i bus raddoppierebbero la velocità di percorso.
Un po’ di coraggio Doria, vieta la circolazione delle auto in determinate zone nevralgiche del centro città e vedrai che aumenteranno anche gli utenti del servizio pubblico: funziona così in tante capitali europee e non è mai morto nessuno per eccesso di passeggio, molti invece certamente per inquinamento.
Magari ci sarebbero anche meno auto in giro e meno multe da comminare, così i dipendenti Amt “prestati” al Comune come ausiliari del traffico ritornerebbero a fare gli autisti.
E siamo certi che riacquisterebbero subito un’ottima salute.
Ultima osservazione: i dipendenti Amt e i politici, messi insieme, rappresentano al massimo l’1% dei cittadini genovesi.
Il restante 99% si è rotto le palle di pagarsi un taxi o di perdere una giornata di lavoro per la loro arroganza e/o insipienza.
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