GIORGIA MELONI SI ATTOVAGLIA A “DOMENICA IN” SU RAI1 PER UNA MARKETTA ELETTORALE: MENTRE CALA IL GRADIMENTO PER IL GOVERNO, CI PENSA LA RETE AMMIRAGLIA DELLA RAI A DARE IL VIA ALLE DANZE
LA SORA LELLA PIGOLA: “PER ME IL PRANZO DELLA DOMENICA È LEGATO ALLE PASTARELLE”… IL TEATRINO E’ ORGANIZZATO DAL MINISTERO DELLA AGRICOLTURA GUIDATO DAL FU COGNATO LOLLOBRIGIDA E DAL MINISTERO DELLA CULTURA DI ALESSANDRO GIULI: LA MARKETTA E’ SERVITA
Mentre Ilvo Diamanti su Repubblica sottolinea il calo di gradimento per la Premier Meloni e per il suo governo, bocciato da sei italiani su dieci, ci pensa Rai1 a dare il via alle danze. A “Domenica In” c’è il balletto della campagna elettorale, con l’alibi dell’evento dedicato alla cucina italiana con la proposta di renderla patrimonio dell’Unesco.
Tutto organizzato dal Ministero della Agricoltura guidato dal fu cognato Lollobrigida e dal Ministero della Cultura di Alessandro
Giuli con la supervisione del sottosegretario “televisivo” Gianmarco Mazzi (ha capito che non è l’amministratore delegato della Rai?). È tutto un ‘magna magna’? La marketta è servita. Mara Venier, affiancata da Massimo Bottura, per circa un’ora gira l’Italia con i vari collegamenti. Al Tempio di Venere appare Giorgia Meloni, con lei Gualtieri nel ruolo di figurante speciale, le due spalle Sabrina Ferilli e Paolo Bonolis, accomodati al tavolo Giuli e Mazzi.
“Io di solito passavo il pranzo della domenica con i nonni. Per me il pranzo della domenica è legato alle pastarelle”, racconta la Premier. “E’ una delle tante iniziative per celebrare la cucina italiana. Vogliamo prendere una delle cose più straordinaria che abbiamo, che raccontano meglio la nostra forza, la nostra economia, la cucina italiana vale circa 250 miliardi di euro nel mondo”, aggiunge Meloni.
Indossa poi gli occhiali da sole, si siede, ascolta gli altri ospiti. Si ricomincia il giro con Carlo Conti da Livorno, Antonella Clerici da Genova, Gigi D’Alessio da Napoli, Elisa Isoardi da Palermo, Bru-neo Vespa da L’Aquila, Piero Chiambretti da Alba, Gianna Nannini da Verona e Peppone da Matera. Poi la mazzata finale: l’inno cantato in studio da Al Bano. Testo di Mogol. In attesa del talk del meloniano Cerno. Nessuna polemica: TeleMeloni non esiste.
(da Dagoreport)
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