I CINESI NON SONO COLONIALISTI? ANDATELO A CHIEDERE AI LORO VICINI
PER SBUGIARDARE LA PROPAGANDA DI PECHINO, È SUFFICIENTE LIMITARSI AL PASSATO RECENTE. HA PARTECIPATO ALL’AGGRESSIONE CONTRO LA SUCOREA (1950-53), HA ATTACCATO L’INDIA (1962), HA INVASO IL VIETNAM (1979). POI CI SONO LE REPRESSIONI IN TIBET, LO STERMINIO DEI MUSULMANI, RINCHIUSI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
L’organo del partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo , espone «La Nuova teoria della sicurezza di Xi». Sfida le dottrine occidentali delle relazioni internazionali, come il realismo (o realpolitik) e il liberalismo. Offre una visione sull’ascesa della Cina: in quanto potenza globale sarà «diversa dagli egemoni del passato».
Propone «un’innovazione sistemica: il pensiero tradizionale è centrato sullo Stato, invece la nostra sicurezza globale guarda all’umanità nel suo complesso. È la manifestazione di una visione olistica del mondo, rappresenta una trasformazione del paradigma teorico».
La dottrina di Xi «supera la teoria occidentale secondo cui la sicurezza è antagonistica; al contrario afferma l’indivisibilità della sicurezza. La teoria occidentale sostiene che gli Stati debbano massimizzare il potere per garantire la propria sicurezza, cercando di costruirla sull’insicurezza altrui.
Così, quando la potenza di un paese cresce, provoca la reazione di altri attraverso corse agli armamenti. Quando uno Stato non ha abbastanza potere per garantire la propria sicurezza, ricorre ad alleanze militari, dirette contro terzi. Questo aggrava i conflitti. Invece il principio cinese della sicurezza indivisibile rifiuta la logica selettiva, spinge a passare dalla frammentazione all’integrazione sistemica».
Non è una risposta specifica a Trump.
Questa propaganda antioccidentale risale all’inizio del millennio, sotto Bush e Obama.
Da allora il partito comunista diffonde il concetto che la Cina «è una potenza pacifica, non ha mai praticato il colonialismo dei bianchi, non invade e non fa guerra».
I paesi vicini sanno che la realtà è diversa. Per limitarsi al suo passato recente e comunista: la Cina ha partecipato all’aggressione contro la Corea del Sud (1950-53), ha attaccato l’India (1962), ha invaso il Vietnam (1979), ha scagliato le forze armate contro i propri civili (Pechino 1989), ha represso con interventi militari rivolte etniche nelle sue colonie interne, regioni storicamente non-cinesi (Tibet, Xinjiang, 2008-2009), ha calpestato gli impegni presi sull’autonomia di Hong Kong (2019-2021). Inoltre moltiplica le prepotenze militari per intimidire tutti i vicini con cui ha contese territoriali. Ma la storia non conta, Pechino incassa la disponibilità del Grande Sud globale a legittimare la narrazione di Xi. E alla Parata ci saranno pure Serbia e Slovacchia, un tempo nella sfera imperiale russa, oggi destinatarie di importanti investimenti cinesi.
(da agenzie)
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