I SOCIAL MEDIA STANNO DEVASTANDO L’AUTOSTIMA DEI RAGAZZINI: CIRCA L’80% DEGLI ADOLESCENTI SI VERGOGNA DEL PROPRIO CORPO E PROVA RABBIA PER COME E’ FATTO
PER GLI PSICHIATRI, È LA DIRETTA CONSEGUENZA DELLA SOVRAESPOSIZIONE SUI SOCIAL: “ IL CONFRONTO CON IMMAGINI IRRAGGIUNGIBILE PERCHÉ FILTRATE E CORRETTE DAL PHOTOSHOP, CREA NEI PIÙ FRAGILI UN TALE SENSO DI INADEGUATEZZA”
Non si piacciono. Anzi si detestano. Hanno spesso vergogna del proprio corpo. Esibito o nascosto, nudo o vestito, plasmato, modificato, a volte odiato, soprattutto mai adeguato. Otto su dieci, in quell’età di trasformazione tumultuosa che si chiama adolescenza, affermano di essere arrabbiati con ciò che vedono nello specchio.
Perché il fisico degli adolescenti oggi vive nella continua rifrazione dei social, confronto perenne dove, così racconta una approfondita indagine di ActionAid su 14.700 teenager tra i 14 e i 19 anni, il corpo dei ragazzi e in particolare delle ragazze
diventa terreno di battaglia tra giudizi, apprezzamenti, insulti o derisione, un tribunale che si scatena ogni attimo emettendo verdetti su foto, video, immagini, parole.
«Quello che tormenta oggi gli adolescenti non è tanto il desiderio di diventare belli, quanto la vergogna di sentirsi brutti, dunque di non essere all’altezza di abitare il mondo», spiega la psichiatra Laura Dalla Ragione, che all’ossessione della perfezione fisica tra i più giovani ha dedicato il libro “Social fame”.
«L’adolescenza è sempre metamorfosi, ma quello che sta accadendo non è in alcun modo paragonabile anche soltanto a vent’anni fa. La pressione dei social, la loro pervasività, il confronto continuo con immagini irraggiungibile perché filtrate e corrette dal photoshop, crea nei più fragili un tale senso di inadeguatezza che nei casi estremi porta ai disturbi alimentari, all’autoreclusione, all’autolesionismo».
Si chiama “Affettività e stereotipi di genere. Come gli adolescenti vivono relazioni, genere e identità” questa indagine da “Webboh Lab” per ActionAid che ha indagato i desideri e le difficoltà di oltre 14mila teenager, “tutti uniti da una forte domanda di ascolto da parte degli adulti”.
«Oltre 7 su 10 riconoscono come i corpi online siano irreali, eppure vorrebbero cambiare per apparire all’altezza di quegli standard». Si chiama bullismo estetico, oggi colpisce chi ha l’acne, domani chi è sovrappeso, chi non ha la pancia piatta o i muscoli a tartaruga. Aggiunge Dalla Ragione: «La particolarità è che spesso il “tribunale social” è composto da quasi bambini. Tik Tok è un contenitore pazzesco di video dove delle dodicenni
insegnano ad altre dodicenni come vestirsi, truccarsi, addirittura come “non” mangiare. Ma il fine, anche tra i più grandi, non è di tipo sessuale: è a uso e consumo della propria platea di followers».
Matteo Lancini, psichiatra e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, spiega invece che l’esporsi, nonostante il rischio di farsi del male, è quasi inevitabile per questa generazione.
«Noi parliamo di adolescenti il cui corpo è stato perennemente fotografato e poi esposto sui social dai genitori fin dalla nascita, anzi prima, nell’ecografia che annunciava il loro arrivo. Non c’è recita, torneo di calcetto, compleanno che non venga condiviso. Quindi esistere, per questa generazione, vuol dire essere inquadrati in una vetrina social». In un culto estetico dove chi decide di apparire così com’è, nella propria bellezza naturale, viene attaccato da schiere di haters, ancor più se fa parte di famiglie famose.
(da agenzie)
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