IL PORTO DI VASCO: IL CONCERTO DEI RECORD A MODENA, UN PALCO COLOSSALE CHE E’ APPRODO E PARTENZA
GRU E CARROPONTE PER FAR SBARCARE IL ROCK
Si dimenticano adesso le corse e le zuffe e le contese. Si dimentica l’avvio problematico d’un appuntamento rock che non ha precedenti, quanto a biglietti acquistati per un solo artista: saranno in 225 mila, domani, che verranno ad ascoltare Vasco Rossi qui, al Modena Park.
Roba che nemmeno Londra o New York. Anche un affare succulento: la guerra sul «secondary ticketing» ha coinvolto appetiti ansiosi, e alcuni promoter non hanno fatto una gran figura, scatenati com’erano attorno a quell’osso prezioso da 10 milioni di investimento e almeno 12 milioni di incasso.
Vasco li ha dribblati che neanche Ronaldo, e la macchina implacabile si è messa in moto su una terza via, macinando biglietti come una stampante impazzita: le richieste, poi, erano tali da rendere possibile una ulteriore serata, ma l’artista non ne ha voluto sapere.
E non ci vuole grande fantasia a pensare che domani si parlerà di lui molto più che delle presenze che a Roma impreziosiranno la chiamata di Pisapia per un nuovo Centrosinistra, disegnando in qualche modo il nostro futuro.
Dopo 40 anni di onorata e movimentata carriera, ci si accorge che c’è un po’ di Vasco in ognuno di noi. E bisogna pur accettare di cantare la nostra collettiva Vita spericolata.
Eppure il divo più gettonato è un vecchio ragazzo di provincia rimasto testardamente tale, a dispetto del successo in salita esponenziale dal 1990: dopo il carcere per droga, dopo la rinascita artistica di Liberi liberi, riuscì a battere come numero di spettatori i Rolling Stones e Madonna, a far tornare gli italiani ai concerti degli italiani.
Uno che non se l’è mai tirata, e se si sottrae alle folle è soltanto per sopravvivenza.
Uno che pur non essendo un grande oratore ha un grande carisma, perchè canta sempre la propria verità . Uno che ha raramente praticato i campi degli appelli, anche se sono in centomila a tirargli ogni giorno la giacchetta (e la sua implacabile addetta stampa, Tania Sachs, ha il suo bel daffare a tenerli lontani).
Uno che non frequenta salotti, ama le belle donne ma fa periodiche visite a ospedali e istituti di gente in difficoltà , nemmeno poi molto pubblicizzate.
Uno che non piace alla gente che piace, ma domani sera in tv ci sarà una folta compagnia, ciascuno a raccontare il proprio Vasco nello «speciale» messo su da Rai 1 con un outsider prestato da Mediaset, Paolo Bonolis.
Uno, se dobbiamo dirla tutta, che non piace neanche alla critica più esigente.
Vengono mal tollerati la discontinuità nella proposta artistica, quei contenuti giovanilistici attraverso i quali lui raccorda le generazioni che si succedono (e molti Millennials saranno a Modena).
Pare non sia chic l’insistenza su stilemi e stile rock, che con lui si ammanta di significati antichi. In realtà , dopo quattro decenni, il Vate di Zocca è ancora capace di piazzare brani di tutto rilievo come Dannate Nuvole.
Ha imparato a mettere le letture filosofiche dentro le canzoni, ma la sua resta un’arte popolare, per tutti.
Figlio unico, solitario di montagna, vincitore di un concorso canoro da bambino, autore di una messa rock andata in scena in chiesa a Zocca nel 1980 (appena svelata da Marco Mangiarotti nel libro Il giovane Vasco, La mia favola rock e ora su YouTube) il vecchio ragazzo di provincia non è stato contaminato dai rituali metropolitani.
Ha continuato a trasformare in canzoni i propri percorsi mentali, e anche se i testi si sono fatti con il tempo più severi, persino dolenti, c’è tutto l’irresistibile repertorio della gioventù che continua ad aggregare cuori e anime.
Modena Park, il titolo della kermesse di domani, è ispirato a una delle sue canzoni più amate, Colpa d’Alfredo: la ragazza che lui inseguiva (la frase non politically correct «È andata a casa con il negro, la troia»), gli diceva: «Abito fuori Modena, Modena Park…», e lui: «Ti porterei anche in America/Ho comperato la macchina apposta».
L’Alfredo del titolo lo si può trovate in ogni backstage dei suoi concerti. Tutto è genuino, qui nella provincia di Vasco.
Che sarebbe ancora pronto a portare in America quella ragazza, se appena ne avesse la forza, dopo tre ore di concerto davanti a 225 mila persone.
(da “La Stampa”)
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