IL SONDAGGIO DI “REPUBBLICAâ€: CHI SI ACCONTENTA… SI ILLUDE
RISPETTO ALLE POLITICHE, IL PD CALA DI 4 PUNTI, DI PIETRO NE RECUPERA 3,4, LA SINISTRA RADICALE 3 … IL PDL DOPO AVER TOCCATO IL 42% ORA E’ DATO AL 39%, SEMPRE UN 1,7% IN PIU’ RISPETTO ALLE ULTIME ELEZIONI, MA LA LEGA SCENDE DELLO 0,8%, L’UDC DELL’ 1,6%, LA DESTRA DELL’1%… ALLA FINE L’AREA DI CENTRODESTRA PERDE UN 2%
Il sondaggio pubblicato da “Repubblica” un paio di giorni fa è stato oggetto di analisi forse un po’ superficiali, anche se giustificate dal fatto che sembrava importante sottolineare il calo di consensi che sta investendo il Pd, sotto pressione per le vicende giudiziarie che stanno travolgendo molte amministrazioni locali gestite dal centrosinistra.
Dato che è nostro costume leggerci attentamente i dati, prima di emettere giudizi, non ci accodiamo a coloro che gioiscono delle disgrazie in casa altrui, preferendo guardare agli scricchiolii di casa nostra.
Fermo restando le riserve sulle “intenzioni di voto” degli Italiani per le prossime europee che si svolgeranno tra sei mesi, con tutto il tempo di cambiare quindi 20 volte opinione, limitiamoci a considerarle attendibili al momento attuale e a trarne qualche elemento di approfondimento.
Cominciamo dalla sinistra non governativa o radicale che si voglia definire: unita, alle ultime politiche prese il 3,8%.
Ora avremmo Rifondazione al 2,3%, Comunisti Italiani allo 0,6%, Verdi all’1,3%, Sinistra Democratica all’1,3%, ovvero totale 5,5%, quindi aumenta dell’1,7%.
Il partito socialista passa dallo 0,9% all’1,3%, quindi segna anch’esso un + 0,4%. Totale area sinistra + 2,1%
Passiamo al Pd: insieme ai radicali alle politiche aveva preso il 33,2%, ora è dato al 28% e i radicali all’1%, quindi segna un calo del 4,2%.
L’Italia dei Valori aveva il 4,4%, ora è dato al 7,8%, quindi segna un aumento del 3,4%. La coalizione pertanto limita le perdite ad uno 0,8%.
Passiamo al Pdl: aveva il 37,3%, ora viene accreditato di un 39%. Qualcuno esulta ma si dimentica che fino a qualche settimana fa era dato al 42-43%, per non parlare dei sondaggi di Berlusconi che gli attribuivano anche qualcosa in più.
In ogni caso il Pdl segna un aumento dell’1,7%. Ma cala la Lega dall’8,3% al 7,5% (-0,8%) e il MPA di Lombardo dall’1,1% allo 0,9% ( -0,2%).
Totale coalizione quindi: aumento minimo dello 0,7%. Rispetto ai 5 punti in più di poco tempo fa c’è poco da festeggiare.
Non solo: guardiamo i dati dei due altri bacini elettorali di centro destra, ovvero l’Udc che calerebbe dal 5,6% al 4% e la Destra di Storace che scenderebbe dal 2,4% all’1,5%. La perdita dei due partiti di area tocca complessivamente il 2,5%.
Prima considerazione: Se sommiamo Pd, Idv e Sinistra estrema abbiamo un segno positivo dell’1,3%. Se sommiamo PdL, Lega, Mpa, Udc e Destra, vediamo l’area complessiva di centrodestra ridursi dell’1,8%.
Seconda considerazione: Il boom del “viaggio di nozze” del centrodestra è finito, il Pdl sta ritornando sulle posizioni di partenza e non ha neanche riassorbito il calo di Udc e la Destra. Non solo: la tanto decantata ascesa della Lega non esisterebbe, anzi ci sarebbe un calo di quasi un punto rispetto alle politiche.
Terza considerazione: il centrodestra è favorito dal casino generalizzato in cui versa il Pd, diviso su tutto e travolto dagli scandali.
Il giorno che la sinistra riuscisse a “rifarsi una reputazione” e una classe dirigente adeguata che accadrebbe? Vale la pena festeggiare un sondaggio che è invece un campanello di allarme anche per chi governa?
Una sinistra così mal presa non dura in eterno, il centrodestra se governasse come vorrebbero gli Italiani dovrebbe avere almeno 5 punti in più, come pochi mesi fa.
Se non li ha sarebbe meglio chiedersi il motivo, invece che fare i funerali agli altri. Evidentemente qualcuno non vuole ancora comprendere che certi errori si pagano, dalla vicenda Sky al lodo Alfano, dalla gestione del caso Alitalia (e relativi favori a Colaninno & C.) alla politica degli annunci sulla sicurezza senza sostanza di Maroni, dal federalismo cui non frega nulla a nessuno ai tagli alla scuola pubblica fatti passare per riforma, con perdita di consensi tra docenti e genitori, dai mancati tagli alla Casta, ai costi e agli sprechi per finire ad un piano anticrisi debole e inefficace sia per le fasce deboli che per il ceto medio e che non risolve i problemi strutturali, seminando solo tappulli inadeguati.
Lasciamo ai dispensatori di incenso spargere essenza glorificante a destra e de profundis a manca: chi fa finta di non vedere i segnali di pericolo rischia prima o poi un frontale doloroso. Buona guida a tutti.
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