INTERVISTA A PIPPO CIVATI: “SE IL PD ROMPE CON SEL, DIFFICILE RESTARE”
“VIA VENDOLA E DENTRO ALFANO, VERDINI E CICCHITTO? NO GRAZIE”
«Sono andato al Senato per vedere quale clima ci fosse, dal momento che siamo un po’ fuori dalle orbite…».
A Pippo Civati, leader della minoranza dem, non piace l’«enfasi » che il governo mette nella riforma costituzionale.
Ma ancora meno gli piace la rottura tra il Pd e Vendola: «Mi auguro sia una boutade estiva, se no nel Pd ci starei davvero male»
Civati, il muro contro muro non ha tregua
«Stiamo parlando della riforma della Costituzione. Capisco che il governo l’abbia voluta iscrivere nella propria azione, ma è materia parlamentare. Il Parlamento può anche essere una cosa farraginosa, ma è la democrazia»
A rendere incandescente il clima non è l’ostruzionismo delle opposizioni?
«Se semini vento, raccogli tempesta. Se attacchi selvaggiamente i gufi, i professoroni, i parlamentari… I dissidenti del Pd hanno presentato 60 emendamenti, che servono a discutere. Ma per Renzi le critiche sono solo pregiudiziali».
E i senatori tengono alla poltrona.
«Tengono alla poltrona quelli che sono sempre d’accordo, perchè chi dissente e si oppone la rischia».
D’accordo sulle modifiche annunciate da Renzi all’Italicum?
«La soglia del 4% e del 40% per il premio di maggioranza è un mio cavallo di battaglia. Alle preferenze preferisco i collegi ma rispetto alle liste bloccate è un modo per aprire. Diciamo che Renzi si “gufizza” perchè dice le cose che dicevamo noi».
Nel muro contro muro rischia di naufragare per sempre il centrosinistra, di finire l’alleanza con Vendola?
«Questo è il tema politico vero. Se è una boutade estiva, se gli avvertimenti di Renzi sono una tattica determinata dal momento, è una cosa. Ma se il Pd pensasse a una scelta strategica in cui via Vendola e dentro Alfano, Verdini, Cicchitto, beh io vado in difficoltà ».
Lei uscirebbe dal partito?
«Sarei davvero in molta difficoltà , ma come tutti gli elettori del centrosinistra. Vendola sta facendo la sua parte. Cambiare la Costituzione ad agosto con scadenze che ogni giorno cambiano, l’8, il 10, il 12, sembra dare i numeri del lotto. Dobbiamo rimanere mille giorni? In mille giorni il Senato lo facciamo meglio che in una settimana».
di G. C.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply