ITALICUM IN ALTO MARE: “IL NUOVO SISTEMA DI VOTO NON PUO’ ESSERE APPLICATO AD UNA SOLA CAMERA”
BERLUSCONI VEDE LE ELEZIONI E SELEZIONA 25 “GIOVANI VOLTI” DI FORZA ITALIA
La legge elettorale che a fatica sta salpando dalla commissione al Senato – e che dovrebbe puntare all’approdo in aula entro fine anno – rischia invece di incagliarsi subito sugli scogli fuori porto.
Uno in particolare, enorme: la mancanza di un sistema elettorale valido proprio per Palazzo Madama, in caso di voto anticipato.
Italicum o Consultellum, bisognerà pur prevederlo. E ci vorrà altro tempo. Tanto che anche tra gli uomini più vicini al premier Renzi si sta diffondendo la poco piacevole convinzione che il testo arriverà in aula non prima di gennaio. Il capo del governo non vuole sentire ragioni, «lo si approva entro dicembre».
Il caos che si è aperto è una boccata d’ossigeno non da poco per Berlusconi e Alfano, per Forza Italia e Ncd, per i quali l’elezione in primavera è uno spauracchio.
Per non dire del partito trasversale dei parlamentari che farebbero di tutto pur di allontanare lo spettro elettorale nel 2015.
Il fatto è che dopo l’ex presidente della Consulta, Gaetano Silvestri, ieri anche il suo collega Giuseppe Tesauro, ascoltato in commissione Affari costituzionali, ha ribadito il concetto: «Serve una norma per il Senato, altrimenti, meglio rinviare a dopo che sarà stata approvata la riforma costituzionale».
Di più, l’estensore della sentenza che a gennaio ha cassato il Porcellum, ha parlato di «troppe criticità », di «dubbi sulla compatibilità costituzionale » dell’Italicum, anche nella seconda versione.
E ora? Ecco, appunto, è quello che si sono chieste il ministro Maria Elena Boschi e la presidente Anna Finocchiaro. «La soluzione potrebbe stare nell’adozione dell’Italicum anche per il Senato, ma con lo scorporo dei seggi su base regionale, come vuole una sentenza della Consulta» è l’ipotesi avanzata dal deputato renziano Ernesto Carbone. Ipotesi, questa della scialuppa Italicum, che sembra convincere poco la presidente Finocchiaro, più propensa a lasciare in vigore semmai il Consultellum (proporzionale con preferenza).
Ma anche questo andrà specificato nella legge con una clausola di salvaguardia.
Storce il muso, a dir poco, Roberto Giachetti, renziano anche lui, pronto a riprendere lo sciopero della fame se a dicembre la riforma si impantana di nuovo.
«Italicum solo per la Camera incostituzionale? Potrei dire Cvd ma preferisco no comment» scrive su Twitter.
Che succede? «Che bisognerà provvedere per il Senato – ragiona in un Transatlantico deserto – col risultato che tutti accuseranno Renzi di farlo per andare al voto».
E infatti, puntuali, le accuse. «Renzi ci dica senza ipocrisie se vuole completare il percorso delle riforme o portarci al voto» dice Saverio Romano.
«Noi intanto l’Italicum così com’è non glielo votiamo» avverte un pasdaran ex An come Francesco Aracri, anche perchè, insiste Augusto Minzolini, «è un miraggio questa storia che se approviamo l’Italicum partecipiamo all’elezione del Quirinale».
Lui, come gli altri 32 vicini a Fitto, si sono ritrovati mercoledì sera alla sala Cosmopolitan di Roma per pianificare con l’euroeputato la campagna di mobilitazione anti-Italicum.
Se passa questa riforma «salta il Nazareno, addio patto» minaccia il “Mattinale” di Brunetta. Berlusconi tiene una linea più moderata.
«Spero sia una legge elettorale democratica, stiamo lavorando per una buona legge » si limita a dire al Tg4. Anche se poi attacca: «Non siamo in democrazia, la maggioranza di Renzi è artificiale e non può durare ».
Ma è campagna elettorale in vista delle regionali calabresi e emiliane, che avranno «ricaduta nazionale» ammette.
Fi sta per essere «rifondata» annuncia, e infatti a Villa Gernetto andrà in scena la passerella finale del talent scouting condotto in questi mesi da Giovanni Toti, Deborah Bergamini e Alessandro Cattaneo.
Venticinque giovani selezionati tra cento saranno presentati a Berlusconi per essere lanciati sui media e, magari, alle Regionali 2015.
Tra gli altri, la pugliese (candidata alle Europee) Federica De Benedetto, la consigliera di Brescia Mariachiara Fornasari, il sindaco di Perugia Andrea Romizi.
Svolta under 35 che getta già nel panico i parlamentari.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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