LA BUFALA DELLA MELONI: “NON HO VOTATO IL MES IN DISSENSO DAL MIO PARTITO DI ALLORA, ME NE ANDAI E FONDAI FDI”
DOPO IL VOTO DEL 2011 AL PARLAMENTO EUROPEO (PDL FAVOREVOLE, CON MELONI MINISTRO), NEL LUGLIO 2012 (GOVERNO MONTI APPOGGIATO ANCHE DAL PDL) FU ASSENTE ALLA VOTAZIONE ALLA RATIFICA DEL MES ALLA CAMERA MA NON ESPRESSE DISSENSO… FDI NACQUE BEN 5 MESI DOPO PERCHE’ BERLUSCONI RIFIUTO’ DI FARE LE PRIMARIE ALLE QUALI LA MELONI SI VOLEVA CANDIDARE
Ci sono due momenti cruciali da prendere in esame per quanto concerne la nascita del MES.
Il primo risale al 23 marzo 2011, quando il Parlamento europeo diede il suo “OK” per una prima sottoscrizione del Meccanismo di Stabilità Europea.
In quella fase era ancora operativo il governo Berlusconi, con Giorgia Meloni ministro,e il Pdl votò a favore.
La Lega si era detta contraria al Mes ma stranamente al momento del voto, non risulta agli atti il voto di Salvini, ufficilamente assente
.Il MES, però, si concretizza in modo definitivo poco più di un anno dopo, a luglio 2012, soprattutto sotto la spinta di PD e PdL. Proprio a quest’ultimo partito apparteneva ancora Giorgia Meloni, la quale nei report ufficiali riguardanti la famosa votazione numero 13 (seduta numero 669 del 19 luglio 2012 in merito al “Trattato di istituzione del MES”, con Ddl 5359 e conseguente voto finale) risulta assente.
Il governo in carica, all’epoca, era guidato da Mario Monti e sostenuto dal Centrodestra (Lega esclusa) — che all’epoca rispondeva al nome di Popolo delle Libertà — e anche dai partiti di Centrosinistra.
Giorgia Meloni faceva parte della maggioranza che sosteneva quel governo e che votò (la maggioranza) il trattato di istituzione del Mes.
Nel giorno del voto a Montecitorio sul Mes lei non era presente in Aula. Giorgia Meloni dice che non si espresse sul tema come forma di dissenso. Parla di dissenso, ma dai registri delle presenze di OpenPolis l’attuale leader di FdI non risultava essere presente in Aula in quel 19 luglio del 2012. Ovvero non è uscita per non partecipare a quella votazione, ma era proprio assente.
E non manifesto’ mai il proprio dissenso dal voto del gruppo, dissociandosi.
Ricollegare come fatto dalla stessa leader di Fratelli d’Italia questa forma di dissenso all’addio al Popolo delle Libertà non è cronologicamente corretto.
Il suo partito, infatti, venne fondato molti mesi dopo: era il 20 dicembre di quello stesso anno quando annunciò il suo addio al partito di Berlusconi per fondare il proprio insieme a Crosetto e La Russa.
Ben cinque mesi dopo: una decisione arrivata dopo che l’ex Cavaliere decise di non voler fare le primarie (dove invece, nel mese di novembre, si candidò proprio Giorgia Meloni)
(da agenzie)
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